Esaminando l'incedere agitato di questo gruppo di Göteborg, non posso non fare riferimento a quelle tribolazioni sonore che agli inizi degli anni 2000 finirono per contagiare una band intoccabile come gli Entombed, sia a livello pratico che tecnico ("Morning Star", "Inferno"). Effettivamente ricordo di aver tenuto in considerazione la caratura di questi musicisti svedesi nella recensione di "Inhumanform" (2013), un debutto a mio parere già degno di nota. "An Ill Wind Blowing" rappresenta esattamente il disco della svolta decisiva per una formazione nettamente in crescita, ormai maturata e consapevole dei propri mezzi. C'è senza ombra di dubbio una ricerca accurata nell'utilizzo degli strumenti, ma anche nella scelta dei vari effetti sonori e delle diverse distorsioni delle note. La decisione di non voler attenersi a nessuna regola rigida ha fatto la differenza. Il nuovo lavoro, infatti, è stato assestato con un modus operandi profondo ed elaborato, cementato da un approccio sempre in bilico tra collera e oscurità introspettiva. E' l'ennesima battaglia fra buio e luce. Senza strafare, l'esagitata entità scandinava è stata artefice di un'altra gran bella prova, caratterizzata da una forza espressiva determinante nel suo insieme. Gli AGE OF WOE hanno ottenuto risultati convincenti ripiegandosi progressivamente su se stessi. Ecco il motivo per cui la sperimentazione è sinonimo di libertà. Cercate di non sottovalutarli.
Contatti:
ageofwoe.bandcamp.com/an-ill-wind-blowing
ageofwoe.net
facebook.com/ageofwoe
TRACKLIST: Voices of the Unheard, Bad Blood, Kiñe Weza Kuruf Konkey, Heavy Clouds, Havens Burn to Cinder, Ill Winds, Halo of Flies
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