I CATANESI HAUNTED SONO FAUTORI DI UN SOUND FOSCO, CONCISO E PENETRANTE, DECISAMENTE AVVOLGENTE NELLA SUA FORMA. IL DEBUTTO OMONIMO, USCITO PER LA TWIN EARTH RECORDS, E' SENZA DUBBIO UNA DELLE RELEASE PIU' INTERESSANTI DEGLI ULTIMI MESI. ANDIAMO A CONOSCERLI MEGLIO APPROFONDENDO LE PAROLE DELLA CANTANTE CRISTINA CHIMIRRI.
1. Ciao Cristina. E' trascorso solo un anno da quando avete deciso di formare gli Haunted, ma ascoltando il disco di debutto ho percepito che il tempo trascorso è bastato per ponderare le scelte in merito allo stile musicale da seguire. Puoi presentare la band ai lettori della webzine?
- Ciao Christian. Solo 365 giorni in cui non abbiamo ponderato che strada prendere, abbiamo solo deciso di percorrerla insieme. Tutto ha avuto inizio quando Francesco Bauso (chitarra) e Frank Tudisco (basso) hanno meditato, durante una passeggiata tra i boschi, di formare una band. Questo evento ha funzionato da catalizzatore per gli altri componenti. Valerio Cimino (batteria), amico di Bauso, arriva da una sludgy-doom band, Torpore, mentre io decido di lanciarmi nell'avventura quasi per caso; ecco che arriva Francesco Orlando (chitarra), amico di Frank e bandmate insieme a lui nel progetto Hog Truck. Ognuno di noi ha portato un bagaglio musicale rilevante da cui attingere e un potenziale creativo inestimabile.
2. Perchè avete scelto HAUNTED come nome del gruppo?
- La ricerca del nome può davvero essere complicata. Partivamo da una consapevolezza: identificazione. Volevamo che il nome della band fosse lo specchio degli effetti che la musica sortisce su di noi. Perché è così che ci sentiamo: “infestati”, completamente invasati e persi in una dimensione, in una sorta di astrazione da sé che diviene qualcos'altro. Insomma, il nostro nome è una presa di coscienza di ciò che siamo e di ciò che vorremmo trasmettere.
3. “Haunted” è un lavoro molto spontaneo, quasi essenziale nei contenuti, e questo si riflette nella sua corposità. Cosa ne pensi a riguardo?
- Naturale, quasi fisiologico. Abbiamo dovuto solo generarlo, ma era già stato creato da qualche parte, nei nostri corpi, nelle nostre menti. Il lavoro è stato di eviscerazione, confluenza ed armonizzazione degli elementi.
4. Ci puoi dire qualcosa dei primi giorni in cui eravate chiusi in sala prove per lavorare alla stesura dei brani? Come sono sorte le prime idee?
- Giorni concitatissimi. Tante idee e suggestioni. Spesso era una concatenazione di guizzi creativi. Un riff e poi rafting tra mille acque. Attingevamo dalle esperienze e dalle influenze di ognuno e ci ritrovavamo a convergere nello stesso mare. Accade allora che esca fuori un titolo, Slowthorn, ad esempio, e di farsi veicolare da un impulso. Poi c'è il momento in cui si deve trovare un ordine a questo marasma: ci si trova a parlare di strutture, dinamiche e linee. Ma i nostri brani sono la falla di un processo logico.
5. Puoi parlare delle tue liriche e il rapporto dei significati con la vostra musica?
- Scrivo i testi (ad eccezione di Wacthtower scritto da Frank) in completa osmosi con ciò che mi circonda. Poi cerco di stillare dal mio vissuto gli stati d'animo che mi servono per mettere nero su bianco quello che sento. Ovviamente, partecipano al processo di scrittura, gli stimoli visivi e uditivi, quali film, libri, musica, che saturano le parole. Nei miei testi, le storie sono funzionali al mood, si uniformano allo stereotipo dell'occulto, della stregoneria, dell'oscurità e celano coscienze nascoste, cose non dette, proprie del sentire inesplicabile. Sondare ciò che è sopito, che è messo a tacere e sepolto. E' il coraggio di guardarsi allo specchio. I testi sono la nostra musica e viceversa.
6. La tua voce ha la qualità di non lasciare nulla al caso e le tue tonalità vocali possiedono quel magnetismo utile per tenere sospeso l'ascoltatore. Ti faccio i miei complimenti. Come sei arrivata a questi buoni risultati? Hai studiato canto oppure hai sviluppato le tue doti canore da autodidatta?
- Doverosi i miei ringraziamenti, Christian. Non possiedo tecnica canora, non ho mai studiato. Quello che ho è il frutto di anni di ascolto, esperienza e di sana, sanissima vocazione. Nel tempo, però, ho sperimentato e maturato molto, spingendo il mio registro in traiettorie variegate al fine di trovare una dimensione in cui potesse viaggiare libero.
7. Sono convinto che la componente sonora e visiva sono sempre state fondamentali in un genere musicale come il doom metal. Vorrei sapere il tuo punto di vista a riguardo. Chi ha realizzato l'artwork del disco?
- Credo che la Musica debba coinvolgere tutti sensi. Solo quello uditivo sarebbe limitato e limitante. Credo, perciò, che una qualsiasi band debba necessariamente curare anche le componenti propriamente visive, debba vestire il proprio suono e non solo ai fini dello spettacolo, ma soprattutto per “chiarire” ciò che si ha intenzione di comunicare, per evitare una rete di equivoci su ciò che si è. Ci siamo affidati al genio creativo di Sandro Di Girolamo e ne siamo grati.
8. Come siete entrati in contatto con la Twin Earth Records?
- Hanno ascoltato i nostri demo che non esistono.
9. Quali sono gli obiettivi alla base della nascita degli Haunted? Cosa vi aspettate dal futuro?
- Riuscire a restituire al mondo parte delle energie che assorbiamo; energie che sono state trasmutate dalle nostre individualità e rigettate sotto forma di messaggio sonoro. Riuscire a comunicare così come si sente è una delle cose più ardue da realizzare. Credo sia questo l'obiettivo alla base del nostro progetto: comunicare.
E' appena uscito il nostro primo full-lenght per la Twin Earth Records, stiamo preparando un tour e lavoriamo a nuovi brani. Siamo già nel nostro futuro.
10. Grazie per l'intervista. Buona fortuna.
- Grazie a te, Christian.
CONTATTI:
twinearthrecords.bandcamp.com/haunted
facebook.com/deathontenlegs
HAUNTED line-up:
Fancesco Bauso - Chitarra
Cristina Chimirri - Voce
Valerio Cimino - Batteria
Francesco Orlando - Chitarra
Frank Tudisco - Basso
RECENSIONE:
HAUNTED "Haunted" 2016 - Twin Earth Records