domenica 26 luglio 2015

Recensione: GATEWAY "Gateway"
2015 - Independent




Dopo aver ascoltato il disco d'esordio del musicista belga Robin Van Oyen, nei meandri della mia mente ho ritrovato la frase dello scrittore, poeta e drammaturgo francese Victor Hugo: "Credo ciò che dico, faccio ciò che credo". L'approccio tormentato e la simbologia caotica utilizzata per il progetto GATEWAY acquistano un senso ben preciso in questo contesto. Lo scenario che viene a delinearsi potrà essere appetibile per chi ancora non riesce a fare a meno del suono death/doom metal più raccapricciante e malsano. Se siete degli estimatori di Autopsy, Mortician, Cianide, Evoken e dei primi Incantation non dovete farvi sfuggire "Gateway", l'ennesimo canto funebre messo in scena all'interno del substrato magmatico della scena estrema. Robin sa bene come far funzionare certi ingranaggi e il risultato di tale processo ha dato vita a 8 tracce pesantissime che ci conducono sull'orlo del baratro. La produzione si mantiene dannatamente fedele a questa corrente stilistica, e non poteva essere altrimenti in considerazione dell'esigenza di seguire una direzione ben precisa.

Contatti:

gatewaydeathdoom.bandcamp.com/gateway
facebook.com/gatewaydeathdoom

SONGS: Prolegomenon (Intro), Vox Occultus, Kha'laam, Impaled, Corrumpert Interludium, Vile Temptress, Hollow, The Shores Of Daruk