Con "Spekuldeathstroy" facciamo un tuffo nel glorioso passato: gli anni '90. I pugliesi STIGE (fondati a Mottola nel 2001 dal batterista Peppone), ci propongono un sound che si annoda prepotentemente sui solidi ingranaggi già oliati da alcuni storici mentori del panorama death metal statunitense, quindi impetuoso e ben strutturato, con un dirompente impatto sonoro, dovuto, oltre che ai vocalizzi cavernosi di Antonio De Rosa, ai riff/assoli rabbiosi messi in moto dalla sei corde di Stefano Nigri e al groove arrembante cementato da Peppone e dal bassista Valerio "Doc". Fortunatamente nel 2017 la band ha ritrovato un assetto più stabile, dopo gli ultimi decisivi cambi di lineup. Gli Stige sono fortemente dipendenti dalle sonorità forgiate dagli Autopsy, Incantation, i primi Cannibal Corpse, i Six Feet Under di "Maximum Violence". C'è poi da sapere un'altra cosa: un lavoro retro style come "Spekuldeathstroy" è in grado da solo di dissipare i dubbi sull'efficacia del suono della vecchia scuola, soprattutto di questi tempi. Perciò, il messaggio dei Nostri non mira all'originalità, no assolutamente, ma si interfaccia coerentemente con una mentalità lontana dal concetto moderno di brutalità. Essere considerati bravi musicisti, essere musicisti di razza, beh... sono due cose divese. Ed è anche questo che fa la differenza se suoni un determinato tipo di musica. Gli Stige hanno resistito alle tante difficoltà, e a dispetto di ogni avversità, vanno avanti con grandissima passione scegliendo la strada dell'autoproduzione. Di più non si poteva chiedere.
Contatti:
facebook.com/stigedeathmetalofficial
Songs:
Oblivion, Food For Worms, Suicide Of Mind, The Large Carcass Theory, Miserabile Men, There Is Blood On Their Hands, Corpses Before Death, Cavies
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