Se devo giudicare gli SLAYER per quello che la storia mi ha insegnato, allora ammetto che sono un gruppo assolutamente indiscutibile, ma se le mie attenzioni si devono soffermare sul loro presente, preferisco andare con i piedi di piombo, senza farmi prendere da facili entusiasmi. Non c'entra nulla il vuoto lasciato dal grande Jeff Hanneman, né il fatto che della formazione originaria siano rimasti solo Tom Araya e Kerry King. Il nocciolo della questione è ben altro. La domanda da porsi è una sola: Che cosa ci dovremmo aspettare da questo undicesimo album in studio? In molti risponderebbero "violenza e coerenza". In parte, non posso dargli torto, anche se, personalmente non amo degustare la solita minestra riscaldata, quella che ti viene poggiata davanti agli occhi solo perché non c'è altro da mettere sotto i denti. Magari gli Slayer avranno tutti i buoni motivi per continuare questa carriera artistica, però cercate di non nascondere le evidenze e spacciare "Repentless" per oro. Gran parte dei fan se ne accorgeranno, pur non ammettendolo esplicitamente. Da "God Hates Us All" (pubblicato nel 2001), gli Slayer hanno trovato il metodo miracoloso per tirare su qualche soldo in più, andare ancora in tour e accontentare quelli che non riescono a fare a meno della loro musica.
Contatti: slayer.net
TRACKLIST: Delusions of Saviour, Repentless, Take Control, Vices, Cast the First Stone, When the Stillness Comes, Chasing Death, Implode, Piano Wire, Atrocity Vendor, You Against You, Pride in Prejudice
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