Se negli anni vuoi essere ricordato dai posteri, devi spingerti fino in fondo, questo a prescindere dal genere suonato. Gli svedesi MOLOKEN hanno messo in atto tale concetto componendo "All Is Left to See", disco che, in parte, prende le distanze dai suoi due predecessori per immergersi nel nucleo di un linguaggio magnetico più personale. Da qui si capisce quanto sia importante la sinergia tra musicisti che perseguono un fine comune. Jakob Burstedt, Kristoffer Bäckström, Nicklas Bäckström e Patrik Ylmefors sono andati ben oltre le previsioni ottenendo risultati sorprendenti. Devo dire che sia l'esordio "Our Astral Circle" (2009) che il successivo "Rural" (2011) mi trafissero perché in preda a un impeto vorace, mentre il nuovo arrivato "All Is Left to See" riesce a immobilizzarmi tramite un fortissimo coefficiente di imprevedibilità. Le menti creative di questi quattro ragazzi di Umeå si proiettano verso l'alto espandendosi non solo nello spazio ma anche nel tempo. Coloro che lo ascolteranno attentamente condivideranno le medesime opinioni: è un ottimo esempio di maturità, un album capace di focalizzare l'attuale "Moloken sound". Solo chi conosce i principi base della musica può scolpire qualcosa di attraente e sempre migliore. Purtroppo tante band della scena metal non possono vantare questa qualità e i loro dischi lo mostrano apertamente. Mi piacerebbe che qualcuno smettesse di ascoltare i soliti cinque-dieci leader del circuito post-metal e andasse a scoprire realtà valide come i Moloken. Potrebbero diventare un punto di riferimento per il futuro. Davvero Notevoli. Sarà disponibile dal 23 Ottobre via Temple of Torturous.
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TRACKLIST: Subliminal Hymns, All Is Left to See, I Can't Hear You, Burst, Seventh Circle, Wreckage, I Dig Deeper, Beginning of the End