GLI ITALIANI CARNERA FIRMANO PER LA OLD EUROPA CAFE' (STORICA ETICHETTA DISCOGRAFICA GESTITA DA RODOLFO PROTTI) E DANNO ALLE STAMPE UN ALBUM DI DEBUTTO ENERGICO, ROBUSTO E CARICO DI TENSIONE. ATTRAVERSO LA LORO MUSICA INFATTI, I DUE PRINCIPALI COMPOSITORI DEL PROGETTO, GIOVANNI LEO LEONARDI E YVAN BATTAGLIA, CI RICORDANO COME LA FORZA PROPULSIVA DI UNO SPECIFICO PENSIERO POSSA ANIMARSI ANCHE ATTRAVERSO UNA RICERCA SONORA LONTANA DALLE SOLITE SOLUZIONI DI GENERE. GIOVANNI HA RISPOSTO ALLE MIE 13 DOMANDE.
1. Ciao Giovanni. Partiamo dall'inizio: Quando si sono formati i CARNERA e perché la decisione di dar vita a questo progetto musicale?
- Carnera nasce dalla mia esigenza di staccarmi per un po' dalle dinamiche tipiche di una band per dare vita ad una creatura che rispecchi più fedelmente le mie attitudini personali, quindi nasce come one man band, ma grazie al supporto di Simone Poletti di Dinamo Innesco Rivoluzione, diventa un progetto multidisciplinare dove le immagini acquistano importanza sempre maggiore fino a fondersi con le nostre composizioni. Carnera è in continuo divenire, dal nostro debutto sono cambiate già tante cose, ora siamo in due ad occuparci delle musiche, io e Yvan Battaglia, artista e sound designer già attivo con il suo progetto Les Champs Magnètique. In fase live poi ci serviamo del supporto di Fabrizio Forghieri e Yari Ugolini, rispettivamente alla chitarra e alle percussioni, mentre Monica Gasparotto gestisce le visuals dal vivo. In pratica si è evoluto sotto forma di vero e proprio collettivo, e non escludo nuovi innesti e collaborazioni in futuro. Mai porre limiti alla creatività.
2. Ascoltando il vostro album di debutto è facile notare come voi non siate influenzati da una sola corrente stilistica, anche se, avete un approccio decisamente industriale. In che modo vi rapportate all'idea di "elettronica". Ci puoi illustrare "Strategia della Tensione" iniziando dalla fase compositiva?
- Siamo sempre molto aperti ad ogni tipo di influenza, non mi piace l'idea di fare musica "di genere". Lascio che le mie idee fluiscano liberamente e ho un approccio molto istintivo, normalmente mi immergo totalmente nella traccia che sto costruendo rimanendo quasi in apnea, per riemergere soltanto quando il brano è imbastito in modo soddisfacente. Di Strategia della Tensione non ho scartato un solo pezzo, è il frutto di pochi mesi di lavoro, ma davvero intensi, quasi una catarsi direi. Dici bene, la scrittura è fondamentalmente elettro industrial, ma certamente ricerchiamo linguaggi diversi, senza troppe ansie da puristi.
3. Chi si è occupato della produzione? Dove lo avete registrato?
- E' stato concepito, registrato e mixato a Sassuolo, Modena. Dove già si trova la base dei Siegfried, il mio principale progetto musicale dal 2010. Il mastering invece è stato curato da Yvan, ed in quella fase è nato il nostro rapporto di collaborazione.
4. Come descriveresti tu stesso le sensazioni che alimentano la vostra musica?
- Come ti dicevo, il processo di composizione per me ha spesso a che fare con l'angoscia, vi riverso ogni sorta di frustrazione e credo che in qualche modo si percepisca nell'ascolto di Strategia della Tensione. Poi c'è tanta rabbia rivoluzionaria, che nonostante sia ormai prossimo agli anta, non accenna a stemperarsi..
5. Dall'artwork ai testi, il disco "Strategia della Tensione" sembra caratterizzato da un certo profilo estetico e, ideologico. Mi piacerebbe sapere cosa c'è di vero in tutto questo. Cosa c’è di vero?
- Non credo di aver capito bene a cosa illudi, ma per quanto mi riguarda è tutto vero! Carnera nasce dal crepuscolo delle ideologie, non credo lo si possa facilmente inserire in un filone marziale che fa dell'ambiguità politica il suo principale manifesto programmatico. Se poi qualcuno si aspetta che Carnera prenda le distanze da questo o da quello si illude, e probabilmente ha capito ben poco del nostro messaggio.
6. La locuzione "Strategia della Tensione" identifica una specifica "strategia politica da realizzare mediante un disegno eversivo, tesa alla destabilizzazione o al disfacimento di equilibri precostituiti"... Si riferisce a questo il titolo del disco? Se si, perché?
- Esattamente, la destabilizzazione del cosiddetto ordine costituito, della dittatura del pensiero dominante, in nome del valore più grande e sottovalutato: La Bellezza. E' questo fondamentalmente il concetto che ha guidato le nostre azioni fino a questo momento. Ed è la rappresentazione in musica del tramonto dell'Occidente ciò che ci proponiamo di creare.
7. Quali sono i tuoi ascolti abituali e cosa fluisce maggiormente nella musica dei CARNERA? Quali gli artisti, non solo musicali, che vi hanno ispirato?
- Mi è difficile risponderti perché sento che citando un nome piuttosto che un altro farei torto alla mia personale ispirazione. Però devo ammettere che Laibach e Blood Axis siano tutt'ora tra i miei ascolti prediletti. In Italia devo dire che proprio per la forza espressiva del connubio suono/immagini potrei dire Sigillum S, ma anche Pankow per la vena danzereccia che ogni tanto mi piace rispolverare. In questo momento poi sto ascoltando tanto Krautrock, Dub "bianco" e Club music e IDM anni '90. Underworld, Orbital, Apex Twin, cose di questo tipo.. In campo extra musicale, dovresti rivolgere questa domanda a Simone, che comunque ha riversato in Carnera tutto il suo amore per l'arte di Propaganda, il costruttivismo e la fotografia. Inoltre potrei anche citare l'opera dell’artista modenese Fabrizio Loschi, che con Democratura, il suo progetto, ha senz'altro influenzato la nostra creatura.
8. La vostra origine italiana è importante per la musica dei Carnera?
- Assolutamente, volevamo dare da subito una forte connotazione di "italianità" al progetto, trovo poco interessante e fine a se stesso cercare di emulare i nomi internazionali, invece apprezzo chi come come Teatro Satanico per esempio, ha saputo dare un impronta personale e riconoscibile delle proprie radici culturali. Ci definiamo autarchici, neo-situazionisti e post industriali.
9. Cosa pensi del significato dell'arte? Quanto è importante per te avere la possibilità di esprimerti attraverso l'utilizzo della musica?
- Per quanto mi riguarda, l'arte si sublima nell'azione. Il concetto di "bello" è forse diverso per ognuno di noi, ma ho conosciuto splendidi artisti che la vedono nel mio stesso modo. Come magneti che si attraggono ho avuto la gioia di riconoscermi in molti di loro, e spesso si è creata quell'empatia che ti permette di collaborare in maniera proficua. Uno di questi è Fabrizio Loschi, presso il suo atelier a Castelfranco Emilia abbiamo presentato "Strategia della Tensione".
10. Avete il privilegio di avvalervi di un'etichetta storica come la Old Europa Café. Conoscevate già Rodolfo Protti? Come vi siete conosciuti?
- Si, Rodolfo aveva già avuto in distro alcune delle nostre release come Siegfried, abbiamo deciso di accettare la sua proposta per la stima nei suoi confronti e il prestigio che un'etichetta come OEC può senz'altro vantare.
11. Vedi la luce fuori dal tunnel odierno? Mi riferisco alla difficile situazione sociale nel mondo.
- Sinceramente no, ogni giorno abbiamo conferme di come il declino della nostra civiltà sia ormai ineluttabile. Non credo si possa invertire la rotta in maniera indolore, quindi non possiamo far altro che prepararci al peggio. Mi piacerebbe poter condividere il tempo che ancora ci rimane con spiriti affini, magari cercando di lasciare qualche traccia del nostro cammino sul cratere di questo vulcano in eruzione. E' questa la mia unica consolazione ed è ciò che mi sono riproposto di fare.
12. Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro dei CARNERA?
- Con Yvan siamo già al lavoro su diversi fronti, nuovo materiale, remix, collaborazioni.. c'è tanto entusiasmo e il suo apporto ha senza dubbio dato una bella spinta propulsiva al progetto. Abbiamo da poco rilasciato una traccia inedita in free download per celebrare il centenario della Grande Guerra, God of War. La trovate sul nostro Bandcamp.
13. Bene, siamo arrivati alla domanda finale: quali sono i vostri piani futuri? Ti invito a lasciare qualche parola riguardo i prossimi live. Grazie per l'intervista!
- Abbiamo ricevuto diversi attestati di stima da parte di nomi storici della scena italiana e con alcuni di loro si potrebbe palesare presto qualcosa di interessante. Abbiamo in programma la partecipazione al Destination Morgue a Roma in Gennaio, un festival che riunisce da anni i migliori act della scena industrial italiana di ieri e di oggi. Per il resto vedremo come sviluppare le nostre strategie, ma lo faremo in segreto.
Grazie a te, Christian. E' stato un piacere.