mercoledì 10 gennaio 2018

Recensione: WATAIN "Trident Wolf Eclipse"
2018 - Century Media Records




2018: i WATAIN sono tornati, pronti a difendere la propria storia nella scena black metal internazionale, senza nascondere la testa tra i solchi scavati dal più accessibile "The Wild Hunt" (2013). La formazione svedese ha ancora una volta stupito tutti, presentando un nuovo disco a dir poco spiazzante. "Trident Wolf Eclipse" ce l'ha fatta, probabilmente perché riesce a riconciliare le anime dannate dei Nostri con i fan delle loro prime registrazioni in studio, e questa è già di per sé una vittoria. Si ritorna al passato con le flagellazioni ad alta velocità, cresciute sul potere claustrofobico del puro metallo anni '80. Musicalmente è un vero assalto frontale caratterizzato da suoni grezzi e ultra distorti, senza nessuna deviazione artificiosa, solo odio malevolo e rancoroso, sputato in faccia a chiunque capiti a tiro. E' un ritorno discografico fortemente voluto dallo stesso Erik Danielsson, che è diventando il simbolo con il quale il pubblico identificava la band scandinava. Non credo sia corretto parlare di rinnovamento musicale, penso sia meglio dire che con "Trident Wolf Eclipse" i Watain hanno fatto un deciso passo indietro per cercare di rimettere in sesto il proprio trademark, e quindi restare sulle vette di un genere che li ha visti protagonisti fino al 2010. Terrificante il videoclip promozionale per l'opener "Nuclear Alchemy", diretto da Claudio Marino (Artax Film). Stavolta, la Century Media Records ha investito più del dovuto per sostenerli nel migliore dei modi.

Contatti:
 templeofwatain.com
facebook.com/watainofficial

TRACKLIST: Nuclear Alchemy, Sacred Damnation, Teufelsreich, Furor Diabolicus, A Throne Below, Ultra (Pandemoniac), Towards the Sanctuary, The Fire of Power, Antikrists Mirakel