L'ottima prolificità di ATRIUM CARCERI,CITIES LAST BROADCAST e GOD BODY DISCONNECTtrova ulteriore conferma in "Miles to Midnight", full-length che sancisce l'interessante collaborazione tra i tre diversi progetti musicali legati ad un certo tipo di sonorità ambient/dark jazz/noire. Nella maestria che il tridente esprime tramite il sapiente utilizzo delle macchine digitali, quel che convince di più, è la perenne tensione tra l'individualità e il movimento generato dalle singole intuizioni. E' un flusso denso, senza fine. Improvvisi colpi di genio, ispirazione pulsante e atmosfere crepuscolari, confermano il dinamismo strutturato da questi artisti già affermati da anni. "Miles to Midnight" contrasta il dilagare di tanti compositori fin troppo mediocri e pretenziosi. Per quanto mi riguarda, un album da non perdere.
TRACKLIST: Miles To Midnight, A Thousand Empty Rooms, Scene Of The Crime, Floor 6 - Please, The Other Lobby, Sorry Sir, You Are In The Wrong Room, The Sleep Ensemble, Quiet Days On Earth
Tredici calci in faccia, nessuna pietà. Con questo slogan battagliero si potrebbe pubblicizzare il nuovo LP omonimo dei greci LIFEWRECK, che senza sfigurare tra le tante uscite fast hardcore di inizio 2018, ha lo scopo di percuotere prepotentemente sulle ossa dell'ascoltatore. L'intenzione dei Lifewreck è quella di affidarsi a ritmi viscerali, quasi sempre sostenuti, frantumando e riassemblando riconoscibilmente un suono che deve essere identificato come old-school. E tutto ciò appare chiaro fin dalla traccia di apertura "Greed Reigns". Qui le contaminazioni odierne vengono tenute alla larga. Il risultato è un disco dal quale scaturisce l'essenza dell'onestà, della passione, del sudore. Del resto se hanno deciso così è perché non potevano fare di più. Chi ascolta l'HC dei bei tempi che furono, si faccia avanti.
TRACKLIST: Greed Reigns, Spineless Bastard, Fixed Lifestyles, Depressed Populations, Trapped In A Void, Reality Check, Life Is Oppression, Weaker Everyday, Living In Denial, No Escape, Religious Freak, Doomed, Sleep
Nel regno del freddo, la Svezia, il regista Claudio Marino (Artax Film) ha voluto incontrare Niklas Olsson per cercare di mettere a fuoco il ritratto di un artista turbato, all'apparenza lucido, spontaneo, sincero nell'esporre la sua fragilità umana, le sue cicatrici, le ossessioni, le paure; denudando diversi aspetti della sua anima ferita, e perciò far capire allo spettatore cosa vuol dire essere Kvarforth (dentro e fuori). C'è dolore nelle parole del cantante svedese, ma per lui raccontarsi è come dipingere un quadro, la sofferenza resta lì su quella superficie e viene rinnovata ogni volta che il "personaggio" interpreta il suo ruolo negli Shining. Durante lo scorrere delle immagini si intuisce che il protagonista è cresciuto velocemente tenendo per mano il pessimismo, un vissuto troppo caustico per riuscire a donargli la dose di felicità di cui probabilmente aveva bisogno. Ascoltando le sue parole ti sembra di essere giunto al confine tra purgatorio e inferno, in un luogo dove tutto è immobile e deteriorato, dove la vita stessa sembra uno stupito e vuoto riflesso. Per chi fin da piccolo ha convissuto con la frustrazione, la violenza (fisica e psicologica), il malessere, questo è quanto di più vicino all'alba primordiale, e lui lo sa molto bene. Sappiate che, per volontà del succitato regista, questa è stata un'occasione per mettere a nudo una storia reale comune a molti di noi. Kvarforth sa di far parte di un mondo in rovina, e, forse, per un automatico sistema di autodifesa, vuole farci intendere che il suo ruolo di leader negli Shining è l'unica possibilità per guardare negli occhi i propri demoni. Ma in realtà, oltre le parole, c'è l'abbandono quasi masochistico alla musica. E' probabile che Niklas stia cercando una via di fuga da sé stesso, ma probabilmente continuerà a cercarla senza mai trovarla. I miei sinceri complimenti a Claudio Marino per il lavoro svolto. La colonna sonora è stata creata da Dehn Sora (Treha Sektori, Throane). "Cold Void" è un'opera da vedere.
LA PRIMA INTERVISTA DEL 2018 E' DEDICATA AI CECHI GOTTERDAMMERUNG, GRUPPO CHE A META' NOVEMBRE DEL 2017 HA ESORDITO CON L'AUTOPRODOTTO "...PROJEKT RIESE". UN ALBUM THRASH METAL DAL FORTE IMPATTO, CHE BEN METTE IN MOSTRA LA BRAVURA COMPOSITIVA DEI NOSTRI. QUESTA LA BREVE CHIACCHERATA CON IL CHITARRISTA PETR TEUFEL PRCHLIK.
1. Ciao Petr. Prima di tutto volevo chiederti come vanno le cose nel presente dei Götterdämmerung?
- Tutto procede nel migliore dei modi dopo l'uscita del nostro primo CD. Il concerto di debutto è stato magnifico. Ora stiamo lavorando a nuove canzoni, ma vogliamo anche creare il primo videoclip ufficiale. Dalla primavera all'autunno 2018 faremo diversi concerti, due dei quali in un paio di festival metal. Purtroppo non programmeremo tanti live perché gli altri ragazzi coinvolti nei Götterdämmerung suonano in altre band, quindi saranno piuttosto occupati.
2. Quando avete iniziato a scrivere le canzoni di "... projekt Riese"?
- Iniziammo a lavorare sulle prime canzoni nel 2016. Il disco doveva essere veloce come una guerra lampo (Blitzkrieg). Senza compromessi. Il nome del gruppo si ispira al film Iron Sky. Sono certo che gli amanti del thrash metal vecchia scuola apprezzeranno il nostro disco di debutto. Un fattore rilevante è che tutti noi della band viviamo nella stessa città, e due degli attuali membri abitano nello stesso condominio. In quello stabile è situata la sala prove. Passiamo molto tempo tra quelle quattro mura. Riguardo i nostri testi, parlano delle operazioni tedesche durante la seconda guerra mondiale. "Riese" è stata l'ultima song scritta nella primavera del 2017.
3. Il tuo punto di vista sul processo di registrazione?
- Volevamo uno studio affidabile, ma anche qualcuno che ascoltasse thrash metal. Ecco perché la scelta cadde su Davos Records e Oto Pige, che è anche un musicista. A maggio 2017 registrammo una prima song di prova intitolata "Adler". Il risultato finale fu decisamente interessante e così decidemmo di iniziare a registrare l'intero album il primo giorno di settembre. Tutto si rivelò assolutamente eccezionale. La batteria era già quasi pronta il primo giorno, e l'entusiasmo ci portò ad ubriacarci :) Il giorno successivo, il nostro batterista riuscì a completare tutto, quindi iniziammo subito ad incidere il basso. Bella l'esperienza di registrare le chitarre. Infatti, tempo di impostare gli amplificatori, e il gioco era fatto. Nessun effetto aggiunto. Volevamo che suonassero abbastanza crude. Alla fine passammo all'incisione della voce, che ci portò via più tempo del previsto. Impiegammo cinque giorni per le registrazioni. Il mastering finale fu di nostro gradimento, ecco perché non vennero fatte modifiche. Otyn ha dimostrato la sua bravura con il suo ottimo lavoro.
4. Come hanno reagito i tuoi amici al vostro album di debutto? E qual è la tua opinione su di esso?
- Questa è probabilmente la domanda più difficile. La risposta da parte degli amici è stata davvero grandiosa. La verità è che non ci aspettavamo nemmeno buone reazioni. Oggi lasciamo che ognuno si faccia la propria opinione. Prima di tutto è importante che piaccia a noi, proprio perché lo abbiamo scritto e registrato con gioia. Nel complesso, pensiamo sia un buon disco, anche se ci sono ancora margini di miglioramento. E se alla gente piacerà, noi saremo contenti.
5. Quali sono i dischi del 2017 che hai apprezzato maggiormente?
- L'anno scorso non abbiamo ascoltato molta musica che ci abbia veramente entusiasmato. Mile fu colpito sia dai Deep Purple che dagli Obituary. Riferendomi a qualche anno fa, potrei citare gli eccellenti "Phantom Antichrist" dei Kreator, l'omonimo album degli Annihilator uscito nel 2010, e "Awake the Riot" della giovane band tedesca Dust Bolt.
6. Thrash metal e death metal. C'è una barriera tra loro?
- Nei nostri cuori abbiamo solo il thrash metal. Siamo cresciuti negli anni '90 quando c'erano band come Slayer, Sodom, Kreator, Nuclear Assault, ecc. Preferiamo i buoni riff di chitarra, che provengono principalmente dal thrash. Il death metal, che è arrivato un po' più tardi, non ci ha trasmesso molto, ma lo ascoltiamo anche noi.
7. Grazie per la tua disponibilità. Qualche altra cosa da aggiungere?
- Devo ringraziare il nostro amico Ruun, che si occupa della nostra distribuzione all'estero, Krusty dei cechi Forgotten Silence, la mia ragazza per la sua pazienza, i nostri fan e tutte le persone che ci hanno aiutato nel tempo. Non funzionerebbe senza di loro. Grazie anche a te per il supporto e per la piacevole chiaccherata, e a tutti i tuoi lettori in Italia. Vorrei fare una dichiarazione per conto dei Götterdämmerung... Lunga vita al metal! Per sempre!
Passano gli anni ma i finlandesi HORNA non hanno nessuna intenzione di snaturare la propria essenza, continuando a tenere fede alla tradizione del black metal nordico. La musica del quintetto è perciò tempestosa come da copione, una commistione di suoni tesi e carnali che nel loro incedere si dimostrano incalzanti. Gli Horna riusciranno a catturare l'attenzione degli ascoltatori, soprattutto di tutti quei fan che non si fermeranno ad un semplice ascolto di "Kuolleiden Kuu". Le tracce, compresa la cover di Rauli Badding Somerjoki, risalgono alle sessioni di registrazione del precedente album "Hengen Tulet". L'EP merita di essere approfondito nei suoi passaggi principali, e solo in questo modo si potrà godere appieno del carattere battagliero di una band che ormai è parte integrante della storia del black metal in terra finnica. Gli Horna non deludono.
La personalità schizoide dello svedese Niklas Olsson, conosciuto anche come Kvarforth, è portatrice di continui disturbi depressivi capaci di alterare i tratti distintivi del suo habitat immaginativo e poetico, espressivo e tematico. "Varg Utan Flock" è un nuovo viaggio nell'universo malato degli SHINING, indispensabile per vedere luci e ombre di questo trentaquattrenne che incarna alla perfezione il significato della follia. Le sensazioni sono affidate alla straordinaria interpretazione vocale, binario per gli stati d'animo tormentati del protagonista. Il disco si propone quindi di essere l'ennesima rappresentazione universale della disperazione/decadenza, nonostante i testi prendano spunto da circostanze autobiografice. Le sonorità degli ultimi Shining condensano con inaudita intensità l'angoscia esistenziale di Niklas Kvarforth. Ancora una volta è necessario ribadire quanto sia stato importante il tocco del chitarrista Peter Huss, entrato nella band ai tempi di "V - Halmstad (Niklas angående Niklas)". "X - Varg Utan Flock" esplode di energia psichica, e rende la musica una metafora del dolore che spazza via, travolge, il senso della vita: un effimero modo di guardare dentro di sé, ritrovandovi solo una tremenda condanna chiamata solitudine. Nell'edizione Deluxe sono state aggiunte due cover: "In the Cold Light of Morning" (Placebo) e "Cry Little Sister" (Gerard McMahon).
2018: i WATAIN sono tornati, pronti a difendere la propria storia nella scena black metal internazionale, senza nascondere la testa tra i solchi scavati dal più accessibile "The Wild Hunt" (2013). La formazione svedese ha ancora una volta stupito tutti, presentando un nuovo disco a dir poco spiazzante. "Trident Wolf Eclipse" ce l'ha fatta, probabilmente perché riesce a riconciliare le anime dannate dei Nostri con i fan delle loro prime registrazioni in studio, e questa è già di per sé una vittoria. Si ritorna al passato con le flagellazioni ad alta velocità, cresciute sul potere claustrofobico del puro metallo anni '80. Musicalmente è un vero assalto frontale caratterizzato da suoni grezzi e ultra distorti, senza nessuna deviazione artificiosa, solo odio malevolo e rancoroso, sputato in faccia a chiunque capiti a tiro. E' un ritorno discografico fortemente voluto dallo stesso Erik Danielsson, che è diventando il simbolo con il quale il pubblico identificava la band scandinava. Non credo sia corretto parlare di rinnovamento musicale, penso sia meglio dire che con "Trident Wolf Eclipse" i Watain hanno fatto un deciso passo indietro per cercare di rimettere in sesto il proprio trademark, e quindi restare sulle vette di un genere che li ha visti protagonisti fino al 2010. Terrificante il videoclip promozionale per l'opener "Nuclear Alchemy", diretto da Claudio Marino (Artax Film). Stavolta, la Century Media Records ha investito più del dovuto per sostenerli nel migliore dei modi.
TRACKLIST: Nuclear Alchemy, Sacred Damnation, Teufelsreich, Furor Diabolicus, A Throne Below, Ultra (Pandemoniac), Towards the Sanctuary, The Fire of Power, Antikrists Mirakel
Tempo di conferme per i texani CHEMICAUST. Dopo l'EP digitale del 2015 "As Empires Fall", la band di Dallas ha deciso di rendere nuovamente omaggio alle sonorità metal più datate con "Unleashed Upon This World", disco la cui tracklist comprende anche i cinque brani del primo lavoro citato poc'anzi. Qui si confermano tutte le buone qualità del progetto, in primis il solido equilibrio tra thrash metal e death metal. A conti fatti i quattro risultano coesi e compatti, sicuri e sfrontati al punto giusto. Le songs vengono riempite di groove penetrante, complice l'uso della voce e del rifframa che, conferiscono la giusta forza all'impatto abrasivo di due forme musicali note da decenni. Se siete alla ricerca di un album senza fronzoli e allo stesso tempo classicheggiante, allora vi consiglio questo "Unleashed Upon This World". Per chiudere il cerchio viene proposta "A Lesson in Violence", cover degli Exodus. Non poteva mancare l'artwork visionario dello storico artista americano Ed Repka.
TRACKLIST: As Empires Fall, Vanished, Human Sacrifice, The Absurd Beautiful Lie, Incarcerated, Serenity, Unleashed upon This World, Genocide, A Lesson in Violence (Exodus cover)
Il tormentoso "The Dead Years" dei MOURNING DAWN si alimenta nel denso magma del depressive doom - black metal senza cadere nel banale. Questo quarto album, dato alle stampe dalla Pest Productions, colpisce non tanto per l'originalità ma quanto per la funzionalità degli arrangiamenti; gli otto brani sono stati costruiti su melodie e riff che spesso riecheggiano le atmosfere ossessive degli Shining ("Innocence Leaves", "When the Sky Seems to Be a Flag"), oltre alle decadenti sinfonie dei Katatonia della metà/fine degli anni '90 ("Lights"). Ancora una volta la fa da padrone Laurent "Pokemonslaughter" (voce, chitarra): la sua capacità di scrivere buone canzoni non può di certo essere messa in dubbio, e lo dimostra lungo tutta la durata del disco. Il sound dei francesi è svedese! In "The Dead Years" i piccoli dettagli ampliano il valore artistico dei Mourning Dawn. Aggiungendo un po' di personalità in più si potrebbero fare grandi cose. Sarebbe interessante vederli dal vivo. Disponibile dal 31 dicembre.
Chi conosce bene il thrash metal europeo sarà in grado di apprezzare gli esordienti Götterdämmerung. Il gruppo cerca di lasciare il segno del proprio passaggio facendo esplodere otto tracce dall'ossatura rovente, senza troppo distaccarsi dallo stile teutonico dei maestri Sodom e Kreator. Brani come "Haudegen", "Danzig", "V_2" non entreranno certo nella storia del genere, ma con la loro furia omicida, si rivelano tre bastonate sui denti. In definitiva, "... projekt Riese" mostra valide potenzialità compositive, segno che ci sono ancora ampi margini di miglioramento. L'unica cosa che ci resta da fare ora è aspettare il prossimpo passo dei cechi Götterdämmerung. Una discreta autoproduzione.
QUESTA LA LISTA DEI MIGLIORI ALBUM DEL 2017 SECONDO SON OF FLIES WEBZINE
ESORDIO METAL ITALIANO - Feed Them Death "No Solution/Dissolution"
ESORDIO ROCK ITALIANO - Bravata "Bravata"
ALBUM METAL ITALIANO - Assaulter "Meat Grinder"
ALBUM ROCK ITALIANO - Helfir "The Human Defeat"
ALBUM RIVELAZIONE- Godchilla "Hypnopolis"
BLACK METAL - Throane "Plus Une Main À Mordre"
CROSSOVER/HARDCORE - Iron Reagan "Crossover Ministry"
CRUST - Wolfbrigade "Run With The Hunted"
DARK AMBIENT - Svartsinn "Mørkets Variabler"
DARK ACOUSTIC - Peter Bjärgö "Animus Retinentia"
DEATH METAL - Beheaded "Beast Incarnate"
GOTHIC WAVE - Fear Of The Storm "Madness Splinters (1991-1996)"
GRINDCORE/CRUST - Implore "Subjugate"
NOISE CORE - Unsane "Sterilize"
POST ROCK - Ulver "The Assassination of Julius Caesar"
POST PUNK - Rope Sect "Personae Ingratae"
ROCK - Gone Is Gone "Echolocation"
SLUDGE/DOOM - Primitive Man "Caustic"
SPEED METAL - Evil Invaders "Feed Me Violence"
THRASH METAL - Kreator "Gods Of Violence"