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martedì 2 febbraio 2021

ASPHYX "Necroceros" - Century Media Records





Bisogna ammettere una cosa sui deathster ASPHYX: la storica band guidata dal frontman Martin van Drunen prosegue per la sua strada lungo i sentieri del death/doom metal, cercando ogni volta di esprimere qualcosa di diverso, pur restando legatissimi al proprio trademark sonoro immediatamente riconoscibile. Ma in "Necroceros" vince ciò che non ti aspetti. Non temete però, il gruppo olandese non si è snaturato, ha solo deciso di non affondare sull'acceleratore, aprendosi così ad un'espressività un po' più ragionata, eppure ben definita e sempre galoppante. E poco importa se, a parte l'opener "The Sole Cure is Death", "Mount Skull", "Botox Implosion", The Nameless Elite", tutti gli altri brani non sono sorretti dalla velocità di esecuzione. Oggi, infatti, gli Asphyx rappresentano al meglio la vera essenza e la pesantezza che si poteva assaporare in moltissimi dischi death/doom metal dell'underground anni '90, ma qui ampliate grazie ad una produzione figlia dei nostri tempi. In particolare, il chitarrista Paul Baayens riesce ad esprimere bene alcune delle sue qualità, sia quando macina riff truculenti sia quando decide di far girare una maggiore melodia sulle vibrazioni delle corde. I Nostri, sebbene non siano ispiratissimi come in altri lavori della loro discografia, riescono a dare prova di maturità compositiva. Può sembrare contraddittorio, tuttavia è questa la mia opinione da appassionato del genere. Tutte le evidenti diversità (approfondite attentamente "Three Years of Famine", "In Blazing Oceans", la titletrack) contribuiscono a variare l'atmosfera generale dell'intero album, e lo si percepisce già dal primo ascolto. Tirando le somme, posso dire che anche nel nuovo "Necroceros" convivono in un'unica entità le due anime della band: una selvaggia e aggressiva (qui in dosi nettamente minori), e l'altra più granitica ed evocativa (sicuramente predominante), a dimostrazione della piena padronanza strumentale raggiunta dopo anni e anni di militanza nella scena. Si potrebbe ulteriormente aggiungere che l'album offre scenari a volte inaspettati e riletture più innovative degli ingredienti principali del sound targato Asphyx. C'è chi pensa che il full-length in questione sia un passo falso, ma questo lo vedremo in futuro. Piaccia o meno, molti dovranno ancora fare i conti con la loro convinzione e risolutezza.

Contatti:
asphyx.nl
 
Songs:
The Sole Cure is Death, Molten Black Earth, Mount Skull, Knights Templar Stand, Three Years of Famine, Botox Implosion, In Blazing Oceans, The Nameless Elite, Yield or Die, Necroceros