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giovedì 28 gennaio 2021

THROANE - "AL DI LÀ DELLA LUCE E DELL'OSCURITÀ"








NON E' MAI SEMPLICE FONDARE UN'INTERA CARRIERA ARTISTICA SU PIU' LIVELLI. IL FRANCESE DEHN SORA, CONOSCIUTO SIA IN AMBITO METAL CHE IN QUELLO DARK AMBIENT/INDUSTRIAL, HA LA POSSIBILITA' DI LAVORARE CON IL PROPRIO TALENTO DA ORMAI MOLTO TEMPO: E' UN ARTISTA A 360%. IL RECENTE RITORNO DISCOGRAFICO DEL SUO PROGETTO POST-BLACK METAL THROANE DIMOSTRA COME UN SONGWRITING ACUTO E MAI PREVEDIBILE POSSA RISULTARE FRESCO ANCHE COL PASSARE DEGLI ANNI. L'ULTIMO EP "UNE BALLE DANS LE PIED", MESSO IN COMMERCIO DALLA DEBEMUR MORTI PRODUCTIONS, E' QUALCOSA DI VERAMENTE IMPRESSIONANTE. DEHN SI DIMOSTRA SEMPRE UN AFFABILE INTERLOCUTORE.

Ciao Dehn. Come stai?

- Ciao Christian, grazie per l'intervista. Ultimamente non sto tanto bene, ho un problema di salute che mi infastidisce, ma ce la farò.

Cosa ti ha spinto a riprendere in mano il progetto Throane a tre anni di distanza da "Plus une main à mordre"?

- Throane non ha mai smesso di pulsare nella mia mente. La vita alimenta le sue onde che, inevitabilmente, risvegliano questa sfaccettatura della mia personalità testimoniata dalla sua musica. Ho scritto l'unica "lunga" traccia (divisa in due capitoli) alla fine del 2019, tenendo fede al mio modus operanti che ha caratterizzato tutte le canzoni racchiuse nei precedenti album. Compongo musica per necessità, quindi il nuovo materiale doveva essere scritto in questo preciso momento.

Il nuovo EP si intitola "Une balle dans le pied". Pensi di aver catturato lo spirito del concept e di averlo fatto tuo?

- La visione che ho avuto è ciò che l'artwork mostra su scala più piccola. Immaginavo di vedermi costretto a camminare su un pavimento di vetro rotto. Ho visto il mio corpo senza piedi. Sì, proprio così. Quella parte del corpo, tanto simbolica quanto necessaria, era diventata centrale in quello che immaginavo. L'equilibrio, la possibilità di fuga. Non pensavo fosse possibile tutto ciò. Purtroppo non sempre si riesce a rappresentare al meglio una visione completa di partenza. Sfortunatamente non sono così abile come vorrei. E infatti, nonostante ci metta una grande dose di impegno, c'è sempre qualcosa che non mi soddisfa appieno quando guardo al passato. Ma posso difendere ogni secondo del mio lavoro, ogni centimetro della mia visuale. Il mio materiale viene pubblicato solo se è fedele al sentimento originale, deve essere il riflesso di me stesso.

Come lo descriveresti “Une balle dans le pied”, e in che cosa si differenzia da "Plus une main à mordre"?


- È, spero, un'evoluzione del lavoro precedente. La mia volontà non è stagnante, deve muoversi continuamente. Lavoro sulle ossessioni, e queste vengono alimentate da un nucleo comune, ma spero che possano avere sempre una vita propria. Per questo nuovo materiale ho lavorato molto di più sul ritmo, tant’è vero che a volte è diventato la principale fonte per la composizione. Il battito doveva essere come un battito cardiaco in una battaglia.

Senti qualche tipo di pressione quando scrivi la tua musica? Pensi sia difficile mantenere un equilibrio tra l'essere creativi per se stessi e il prendersi cura della propria creatività?

- Sono sempre sotto pressione, ma sono abile a trasmetterla su me stesso prima che qualcuno lo faccia al posto mio. Non penso di avere un equilibrio, qualsiasi forma di equilibrio mi distrugge. Ma questa è la mia normalità, compongo musica nel modo in cui sono abituato.

"Une balle dans le pied" è un’espressione francese che simboleggia l'atto di sabotare se stessi. Il titolo e l'artwork hanno la stessa importanza?

- Mi piace quando un artwork stimola una qualsiasi contraddizione. Puoi sentire quella figura sulla copertina del mio nuovo EP mentre rimuove i pezzi di vetro dalla carne, ma potrebbe anche essere il contrario, quindi intenzionata a premere su di essi. Preferisco lasciare delle zone di sfocatura, trasmettere degli input, ma dare la possivilità alle persone di raggiungere le proprie interpretazioni.

Questa lunga traccia potrebbe essere considerata come un nuovo punto di partenza per il futuro prossimo dei Throane?

- I primi due album sono stati realizzati nella stessa scala temporale, nello stesso periodo. C'era "Nuées" (pubblicato in occasione dell'anniversario del 15° anno di attività della Debemur Morti Productions), una traccia che fa da ponte tra "Plus une main..." e questo EP. È un'altra pietra. Un'altra testimonianza. "Une balle dans le pied" vive per conto suo e non deve essere visto come una porta aperta verso il prossimo album. Ciò che verrà potrebbe essere totalmente diverso.

L'allontanamento momentaneo dalla musica dark ambient ti ha aiutato a trovare l'ispirazione per "Une balle dans le pied"?

- Non mi sono separato dalla musica dark ambient. Stavo anche lavorando su quel tipo di sound nello stesso periodo in cui componevo per Throane. Questo progetto musicale è il mio secondo polmone. Throane ha dato luce ai territori che sentivo di esplorare nella più recente dimensione spazio-temporale. Per me è come un respiro: inspirate ed espirate. Throane può essere un'espirazione, sentendo scivolare la ghiaia attraverso la gola.

Dal tuo punto di vista, cos'altro c'è da fare per ottenere la totale libertà come musicista?


- Non bisogna mai ripetere nulla di ciò che è stato pensato o fatto nel passato. E’ una grande sfida.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio con un'ultima domanda: c'è qualcosa che vorresti dire ai lettori di Son of Flies sull’altro tuo progetto Treha Sektori?

- Grazie mille per il tuo supporto. Il nuovo album di Treha Sektori è in arrivo nel 2021.

Contatti: 
dehnsora.portfoliobox.me 

THROANE line-up:
Dehn Sora - Polistrumentista

Artwork:
Dehn Sora

Recensione: