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martedì 13 ottobre 2020

INCANTATION - "AL MALE NON C'E' MAI FINE"








A TRE ANNI ESATTI DALL'USCITA DI 'PROFANE NEXUS', TORNANO GLI STORICI DEATHSTER INCANTATION CON UN ALBUM "DIVERSO" COME 'SECT OF VILE DIVINITIES'. NON NEL SENSO MUSICALE DEL TERMINE, MA PER IL GRANDE CARICO DI INTENSITA' CHE SI PORTA APPRESSO. QUESTO, QUASI INEVITABILMENTE, HA COINCISO CON UN NETTO MIGLIORAMENTO SUL PIANO COMPOSITIVO SENZA PERO' SNATURARE IL PROPRIO TRADEMARK. MIEI INTERLOCUTORI SONO STATI JOHN E CHUCK, RISPETTIVAMENTE CANTANTE/CHITARRISTA E BASSISTA DELLA BAND AMERICANA.

Se c'è una band storica che per più di trent'anni ha condotto un percorso artistico lungo i meandri dell'oscurità questi sono i deathster Incantation. E a tal proposito vi chiedo: quale ritenete sia la chiave della vostra longevità?

John: Semplicemente amiamo quello che facciamo. Scriviamo e suoniamo musica perché è quello che ci piace fare. Quindi se facciamo bene o no non è la cosa più importante. Abbiamo sempre avuto un'attitudine punk rock, facciamo solo quello che vogliamo, lasciando che siano i brani a dominare su ogni cosa. Siamo stati molto fortunati nel consolidare una lunga carriera suonando musica che rappresenta appieno la nostra personalità.

Cosa ci potete dire sul processo di scrittura e registrazione del nuovo album "Sect of Vile Divinities". Quanto tempo ci è voluto per comporlo?

John: Il processo di scrittura è stato piuttosto lungo. Alcune delle canzoni presenti in questo album risalgono al periodo di "Dirges of Elysium" e "Profane Nexus", ma in realtà per ogni disco composto negli ultimi 10 anni abbiamo sempre avuto molti più brani di quanti ne potevamo utilizzare per ogni pubblicazione, e non è sempre facile da gestire. Il resto delle canzoni sono state scritte prima e dopo l'uscita di "Profane Nexus”. Quindi tutte le tracce incluse in "Sect of Vile Divinities" sono state composte un po' di tempo fa. Abbiamo registrato la batteria più di due anni fa. Ci è voluto un po' di tempo per completare le registrazioni della chitarra, del basso e della voce, perché negli ultimi anni siamo stati costantemente in tour. Nell'estate del 2019 siamo riusciti a finire il lavoro. Tutto è andato alla grande!

"Sect of Vile Divinities" evidenzia un netto passo in avanti nella produzione rispetto ai vostri precedenti lavori, ma conserva tutti gli elementi estremi che molti fan del death metal apprezzano tuttora. C'è un compositore principale tra di voi?

John: Sinceramente nessuno, in quanto in fase di scrittura lavoriamo tutti insieme, scriviamo tutti musica quindi c'è sempre molto materiale da valutare e scegliere. La band è molto democratica. Per quanto mi riguarda, potrei mettere qualcosa in discussione solo se una qualsiasi canzone non risulta tipicamente Incantation. Questo è davvero importante. Abbiamo tutti una mentalità aperta e sappiamo che, se del materiale viene scartato, è solo per il bene del gruppo. Durante il processo di scrittura è fondamentale mantenere una mentalità aperta.

Gli Incantation sono anche conosciuti per i temi antireligiosi trattati nei testi, e questo succede fin dalle vostre origini. Ci sono delle tematiche particolari che avete voluto toccare con "Sect of Vile Divinities"?

Chuck: Le tematiche antireligiose sono state costanti, soprattutto in passato. Continuiamo ad essere disgustati dalle religioni, ma per questo album in particolare ho attinto dalle mie tipiche muse, aggiungendo argomenti che non avevo mai toccato con mano. La parola "Vile" appare nelle storie della mitologia sumera, cananea, cartaginese, balinese, giapponese, taoista, celtica, lovecraftiana, indù... quindi tutte queste energie hanno trovato il loro posto in un'unica "setta" (se così possiamo chiamarla).

"Sect of Vile Divinities". Perché questo titolo?

Chuck:
Le entità e le divinità menzionate in tutto l'album sono riunite in una sorta di tempio dimenticato, come una "setta" comune, basta dare un'occhiata alla copertina. Tutti condividono la stessa natura "vile" contro le religioni opposte (o l'etica religiosa) e il fallimento dell'umanità. Penso che il titolo lo spieghi accuratamente.

Come pensi sia cambiato il death metal da quando gli Incantation hanno iniziato a muovere i primi passi? Cosa ne pensate dello stato attuale della scena?

John: Beh, è solo diverso rispetto ad allora. Voglio dire, il mondo intero è cambiato con l'esplosione di Internet. Negli anni '80 e all'inizio degli anni '90, dovevi essere pienamente coinvolto per sentire parlare di nuovi gruppi, portare avanti una corrispondenza, ricevere fanzine e riviste, andare nei negozi di dischi o librerie. Inoltre, ricordo di aver fatto delle visite settimanali in tutti i negozi di dischi nella mia zona, oltre a controllare quali nuovi album arrivavano sugli scaffali. Quindi, come puoi capire, c'era molto più coinvolgimento. Haha. Oggigiorno, se possiedi un computer, ottieni tutte le informazioni di cui hai bisogno, sia sulla musica che sui gruppi, tutto è a portata di mano e a portata di clic. È buono o cattivo? Non lo so. È solo diverso. Sono felice che la musica "fisica" sta diventando nuovamente popolare, il che è davvero fantastico. Mi piace toccare con mano questa bellissima sensazione, è qualcosa di speciale.

  John, quali sono i tuoi artisti/musicisti preferiti? E per quanto riguarda le tue influenze come chitarrista?

John: Dovrebbe essere una lunga lista, comunque alcuni dei miei preferiti sono Tony Iommi, David Gilmour, Yngwie Malmsteen, Mike Torrao, Michael Denner, Hank Shermann... e tanti, tanti altri. L'abilità nel suonare il proprio strumento è importante, ma in realtà preferisco un bravo cantautore e una buona canzone, piuttosto che un assolo di chitarra.

I motivi che vi hanno portato a separarvi dalla Listenable Records? Come molti sanno, l'etichetta francese ha pubblicato quattro dei vostri precedenti album.

John: Tutto è iniziato molto bene con loro, però quando abbiamo firmato il nostro contratto prima di "Vanquish in Vengeance" ci hanno promesso una migliore distribuzione negli Stati Uniti, ma non è mai avvenuto. Questo è stato un grosso problema considerando il fatto che siamo una band americana. Noi vogliamo che i nostri dischi siano facilmente reperibili nel nostro continente. C'erano anche alcune questioni contrattuali che ritenevamo discutibili e abbiamo notato una mancanza di rispetto proprio perché loro non sono stati disposti a collaborare per risolverle certe problematiche. È davvero triste quando ti fidi di gente che reputi amica e poi cercano di fotterti focalizzando tutto sul business. Mi aspettavo di più da loro, ma purtroppo mi sbagliavo. Ora le cose vanno meglio tra noi e Listenable ma stiamo ancora aspettando alcune copie di "Vanquish in Vengeance" e di "Dirges of Elysium". Hanno fatto un accordo con una società di terze parti per pubblicarli e non abbiamo mai ricevuto nemmeno una copia da mettere nel nostro archivio. Che peccato. Mi sto lasciando andare alla pura verità, senza trattenermi.

Grazie per la disponibilità. Vi auguro il meglio per i vostri impegni futuri.

John: Grazie mille per l'intervista! Spero di vedervi tutti on the road nel 2021. Tenetevi aggiornati tramite le nostre pagine sui social e il nostro sito web www.incantation.com, abbiamo un webstore davvero interessante! Date un'occhiata agli altri gruppi che ci vedono coinvolti: Tribe of Pazuzu, Beast of Revelation, Shed the Skin e Dismemberment. Ci vediamo in giro e grazie per l'ottimo feedback riguardo "Sect of Vile Divinities".

Contatti: 
instagram.com/incantation_official 

INCANTATION lineup:
John McEntee - Chitarra, Voce
Kyle Severn - Batteria
Chuck Sherwood - Basso
Luke Shively - Chitarra

Recensione: