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mercoledì 30 ottobre 2019

BLACK CURSE "Endless Wound" - Sepulchral Voice Records




Quello degli esordienti BLACK CURSE (progetto messo in piedi da alcuni membri di Blood Incantation e Spectral Voice) è un demo carico di delittuosa devastazione. La produzione claustrofobica ben si addice alle tre tracce contenute in "Endless Wound", rendendo i riff ancora più ficcanti e l'impatto delle vocals tremendamente stordente e gravido di malignità. Il minutaggio risulta essere un vero e proprio tributo al death/black di stampo statunitense, un'evidenza abbastanza palese, già dalla traccia di apertura "Charnal Rift". I Black Curse non vogliono aggrapparsi alle radici dell'originalità, preoccupandosi soltanto di donare al tutto una resa sonora tragica e distruttiva, dimostrando però di essere abili anche nel costruire trame lente e mozzafiato. Hanno tutte le carte in regola per fare colpo su chi è avvezzo a certa roba, non trovo difficoltà a dirlo con schiettezza.

Contatti: 
sepulchralvoice.de

Songs:
Charnal Rift, Seared Eyes, Endless Wound


lunedì 28 ottobre 2019

PETER BJÄRGÖ "Structures And Downfall" - Cyclic Law




Peter Bjärgö (Arcana, Sophia, Onus, Karjalan Sissit) è un artista complesso e diverso da tanti altri, simbolo di una spiccata sensibilità, in bilico – come recitano i suoi stessi album – tra solitudine e introspezione, tra genialità e quella malinconia mista a inquietudine. Peter è conosciuto come grande compositore, e questa inconfutabile grandezza traspare dalla sua musica: rappresentazione di un'arte profonda, fascinosa, perciò attraente. Affronta spesso i temi dell'ignoto, della disperazione, del distacco, visti dal musicista con un atteggiamento di coraggiosa ribellione o di rassegnata disillusione. "Structures And Downfall" è un disco che arricchisce senza filtri. E le sue opere da solista si dimostrarono proprio così, riflettendo immagini tanto ammalianti quanto tormentate di esseri umani imperfetti e vulnerabili, come noi. Negli anfratti del nuovo "Structures And Downfall" scopriamo tutto questo e, di più, per mano di una interpretazione vocale che ci svela i particolari sfuggiti alla nostra attenzione. Siamo così assorbiti da un racconto davvero intenso e per quaranta minuti illuderci di aver respirato nel suo mondo interiore. La sensazione è stata da brividi.

Contatti:
peterbjargo.bandcamp.com/album/structures-and-downfall
cycliclaw.com

Songs:
Inner Cathedral, Into Eternity, Anemoia & Onism, When Thoughts Become Your Enemy, Structures and Downfall, Dreaming of Some Purpose, Disintegration of the Mind, Winter Song


lunedì 21 ottobre 2019

ENABLERS "Zones"
Broken Clover (US) | Lancashire & Somerset (UK) | Exile On Mainstream (EU)




Magnetico, letteralmente. Nel senso di coinvolgimento emotivo. Approfondendo il processo creativo poetico-musicale degli ENABLERS, si mettono in azione varie regioni del cervello coinvolte nelle emozioni, nel ritmo e nel movimento. Un'iniezione di sperimentalismo post-rock capace di scioccare e, allo stesso modo, affascinare le anime più esigenti. Il quartetto statunitense rappresenta un'alternativa a tutto ciò che può essere considerato scontato o già sentito altrove, una guida esterna alle correnti passeggere contemporanee. E' in questo senso che, per esempio, possono essere viste le loro sfumature sonore, sorrette dalla voce narrante del cantante Pete Simonelli, impegnato ad utilizzare le proprie corde vocali come fossero dei pennelli intrisi di vari colori. Si tratta di un percorso compositivo coerente col passato, anche per quanto riguarda l'utilizzo del drumming di Sam Ospovat (Ava Mendoza, Brendan Seabrook, tUnE-yArDs, William Winant), e delle chitarre di Joe Goldring (ex Swans, Toiling Midgets, Touched by a Janitor) e Kevin Robert Thomson (ex Nice Strong Arm, Timco, Touched by a Janitor, Hazel Atlas), sempre incredibilmente suggestive e pronte a misurare la distanza del tempo. Nove brani fatti di melodie, progressioni, dissonanze, nelle quali i testi scritti da Simonelli lasciano trasparire tematiche mutevoli e cangianti. E' importante che un disco piaccia a tanti ascoltatori, ma soprattutto è essenziale che coinvolga chi dimostra di saper apprezzare l'arte, caratteristica rara oggigiorno. Preziosi.

Contatti:
https://enablers.bandcamp.com/album/zones-2
facebook.com/Enablers

Songs:
Even Its Lies, Cha Cha Cha, Furthermore, Squint, Goon Seat, Bill, In Consideration, In McCullin's Photograph, Broke, Zones






mercoledì 16 ottobre 2019

MUNICIPAL WASTE "The Last Rager" - Nuclear Blast Records




Gli statunitensi MUNICIPAL WASTE hanno fatto ciò che era necessario fare, ma questa volta in soli 10 minuti e 12 secondi, con l'esattezza. Se devo essere sincero, a me risulta piuttosto strana la decisione di pubblicare un EP di quattro tracce, a distanza di due anni dal precedente album "Slime and Punishment", ma tralasciando tale dettaglio non trascurabile, il quintetto proveniente da Richmond si dimostra in forma smaliante: "The Last Rager" ha la possibilità di estendere il verbo dei Municipal Waste, senza cambiare una virgola della loro incendiaria proposta sonora. Un frullato di thrash, crossover, hardcore e attitudine punk. Per farla breve, siamo di fronte alla solita spinta insolente che un po' tutti conosciamo. Traspare, quindi, l'urgenza di stringere al massimo il battito del minutaggio complessivo, puntando sull'arrembante assalto ritmico tipico del genere. I fan di certo non se lo faranno scappare.

Contatti: 
municipalwaste.net
facebook.com/Municipalwaste
instagram.com/municipalwaste

Songs:
Wave Of Death, Car-Nivore (Street Meat), Rum For Your Life, The Last Rager


sabato 12 ottobre 2019

ANOTHERSIDE "Death Eternal" - Autoproduzione




Order From Chaos, Kerasphorus, Demoncy, Nunslaughter, Sadistik Exekution sono solo alcune delle band infernali a cui fa riferimento l'EP degli ANOTHERSIDE. I brani sono stati concepiti per innescare un tornado calamitoso che, con la sua distruttività, spinge verso tragiche conseguenze, e solo chi ha ben presente questa corrente estrema del genere può capire a cosa mi riferisco. Il trio russo si mostra decisamente affiatato pur essendo ancora al debutto: un inizio che lascia trasparire una certa sicurezza e un'innegabile padronanza strumentale, bisogna prenderne atto ma senza eccessivi entuasiasmi. "Death Eternal" non porta nessun vento di freschezza nel calderone del death/black metal, però gli Anotherside hanno il feeling ideale per colpire l'attenzione di chi razzola nell'aggressività monotematica. L'attitudine degli Anotherside è cupa, malvagia e provocatoria, tanto nelle lyrics quanto nelle sonorità (immaginate cosa possano raccontare titoli come "Behind the Black Door" oppure "Devoured by Pestilence"). "Death Eternal" è una release di nicchia riservata ad una ristretta fascia di pubblico. Il soffio del male passa pure da qui, e la loro cattiveria innata lo dimostra in pieno.

Contatti: 
anotherside.bandcamp.com/releases

Songs:
Ascension, Behind The Black Door, Chains Of Anhedonia, Death Eternal, Cleansing Fires, Devoured By Pestilence


giovedì 10 ottobre 2019

GATECREEPER "Deserted" - Relapse Records




"Deserted" dei deathster GATECREEPER è un disco più vittorioso nel suo stilema groovoso: è pesante, tormentoso e coerente con quello che è il proprio assetto, ma più articolato sotto l'aspetto della scrittura, con il timbro vocale di Chase H. Mason rigorosamente incavato ed efficace, e lo aveva già dimostrato in occasione del precedente "Sonoran Depravation". I dieci brani + bonus track pesano come macigni durante ogni ascolto, risultando allo stesso tempo meno rigidi e lineari, queste specifiche caratteristiche trasformano "Deserted" in un ritorno discografico nettamente superiore che per forza di cose, ha fatto trovare alla band texana la migliore direzione da seguire per non risultare stucchevole, sebbene si continui ad assimilare la lezione impartita dai vecchi padri del death metal europeo: nomi intramontabili che ancora oggi, dopo tanti anni, vengono spesso ricordati per la loro celebre impetuosità impattante, ad esempio i signori della guerra Bolt Thrower. Nessuno, e dico nessuno tra gli aficionados del genere, si aspettava qualcosa di diverso da parte dei Nostri, nè tantomeno un concept sonoro precostituito a tavolino, pertanto non gli si può contestare quasi nulla, soprattutto alla luce della buona qualità del prodotto finale. La musica granitica racchiusa nell'album rade al suolo ogni difesa avanzando incessantemente come un carro armato d'assalto. Non imprescindibili, sia chiaro, eppure la carica espressa nelle sessioni di registrazione è meritevole di grande attenzione.

Contatti:
gatecreeper.bandcamp.com/album/deserted
facebook.com/gatecreeper
instagram.com/gatecreeper

Songs:
Deserted, Puncture Wounds, From The Ashes, Ruthless, Everlasting, Barbaric Pleasure, Sweltering Madness, Boiled Over, In Chains, Absence of Light, Anxiety (Bonus Track)




mercoledì 9 ottobre 2019

VIBRATACORE - "NEL VORTICE DEL CHAOS"






FORTI DI UN RITORNO SULLE SCENE CHE HA DESTATO LE ATTENZIONI DI MOLTI FAN DELL'ESTREMIZZAZIONE SONORA, GLI ABRUZZESI VIBRATACORE SI CONFERMANO COME UNA DELLE REALTA' PIU' AGGUERRITE E CONVINCENTI ATTIVE IN ITALIA. IL NUOVO EP "RESURGITA" HA DIMOSTRATO QUANTO QUESTO TRIO TERAMANO NON ABBIA NESSUNA INTENZIONE DI MOLLARE LA PRESA, NEANCHE NEI MOMENTI PIU' DIFFICILI. FANGO, CHITARRISTA/CANTANTE DELLA BAND, HA RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE SENZA ESITARE, DIMOSTRANDOSI UN INTERLOCUTORE APPASSIONATO, SENSIBILE E CORDIALE.

Ciao Fango. Benvenuto su SON OF FLIES WEBZINE. Come procede dalle tue parti?

- Weeeee Chrì... Grazie infinite a te per averci invitato qui su SON OF FLIES WEBZINE. Musicalmente parlando, purtroppo devo dire che nelle zone in cui vivo sembra che qualcosa si sia perso a livello partecipativo. E’ vero che ci sono sempre meno luoghi in cui si possa proporre musica estrema, ma spesso, anche ai pochi eventi che saltano fuori l’affluenza pare sensibilmente inferiore rispetto a circa 10/15 anni fa. Ovviamente parlo limitatamente della zona in cui vivo, perché in generale l’Abruzzo gode di discreta salute in termini di coinvolgimento e possibilità. C’è stato un periodo in cui il fermento musicale era più attivo e seguito, ma nonostante questo, esistono ancora realtà, anche nuove, che sostengono la “scena”.

Immagino non sia stato facile rimboccarsi le maniche e ripartire con una nuova lineup. In merito a ciò, volevo anche chiederti quando hai preso piena consapevolezza di voler prendere tu il posto di Andrea, il vostro precedente cantante. Avevi già cantato in precedenza imbracciando la chitarra?

- Immagini bene ma è stato necessario. Andrea, qualche anno fa, ha passato un momento veramente difficile e delle opportunità lo hanno portato a trasferirsi un po' più lontano. Era diventato complicato sia riuscire a provare con costanza sia programmare l’attività live. D’altra parte io già da "GoodMorningPain" (l’ultimo album che abbiamo pubblicato prima di questo) avevo iniziato a cantare come supporto alla voce principale. Di conseguenza la decisione di sostituire Andrea prendendo io il microfono è stata piuttosto naturale. Tuttavia non è stato semplice ne abituarsi alla nuova condizione di cantante/chitarrista per tutta la durata dei brani, né adattare le linee vocali di Andrea alla mia voce e alle parti di chitarra.

Rispetto ai precedenti album che evoluzione c’è stata da parte dei VIBRATACORE? Oggi il suono è molto più estremo rispetto al passato. Non posso dire il contrario dopo aver ascoltato, approfondito e recensito “Resurgita”.

- Di fatto ogni lavoro dei Vibrata ha un carattere piuttosto “autonomo” rispetto agli altri. Probabilmente questo è stato dovuto ai continui cambi di formazione (non esistono due pubblicazioni dei Vibratacore che siano state eseguite dalla stessa line-up!). In realtà, l’evoluzione della nostra produzione ha teso, di volta in volta, ad estremizzare sia le composizioni che il sound complessivo. In "Resurgita" probabilmente questa “deriva” oscura ha dipeso sensibilmente sia dalla riduzione della formazione al trio sia dalla volontà di focalizzare le attenzioni di questo nuovo lavoro verso qualcosa di maggiormente diretto e marcio (extreme conditions demand extreme responses!).

Da dove arriva l'esigenza di suonare più pesanti e violenti? E' stata una tua decisione?

- Bhe… in qualche modo essendo il co-fondatore e anche l’unico superstite della formazione originale, probabilmente l’aspetto compositivo può essere stato influenzato dalle mie personali scelte musicali, soprattutto per il fatto che da "Resurgita" ho dovuto immedesimarmi nel doppio ruolo di cantante e chitarrista: inevitabilmente, nella scrittura dei brani, mi sono riferito a quello che maggiormente ascolto e quindi a me più familiare (death metal e crust, su tutto).

Passiamo più nello specifico ai pezzi dell'EP. Cosa ci puoi dire di queste quattro nuove tracce?

- Eh…. che dirti Chrì, parlando a nome personale e in maniera davvero sincera mi sento di dirti, che "Resurgita" è forse il lavoro di cui sono maggiormente soddisfatto. Sono soddisfatto delle composizione e dell’intenzione che queste dichiarano. E’ stato un lavoro di minimalizzazione alla ricerca di strutture compositive più incisive e feroci. Per un verso o per un altro tutte e quattro le tracce dell’EP hanno una loro identità definita ed è questo che mi rende soddisfatto: senza perdere una sorta di identità stilistica, siamo riusciti, secondo me, ad esplorare linguaggi compositivi molto differenti tra loro.

Perché registrare la cover “Wolverine Blues” degli Entombed? Considerando il breve minutaggio del lavoro. Non pensi che sarebbe stato meglio incidere una quinta traccia inedita?

- Giusta osservazione ma ci sarebbe da raccontare anche il contesto nel quale ha preso vita questo EP. Tralasciando l’argomento posso dirti che entrambi i pezzi erano già stati registrati con la vecchia formazione (l’ultima prima di "Resurgita") per una pubblicazione mai avvenuta a causa di una serie di sfighe dalla concatenazione macchiavellica! Semplicemente ci siamo affezionati a queste due cover e abbiamo deciso di registrarle nuovamente con questa formazione. Tra l’altro "Wasting Away" è stata ripresa dal vivo quindi abbiamo solo dovuta aggiungere la traccia.

Quali sono state le tempistiche per la composizione e la registrazione delle tracce?

- Di fatto molto brevi sia nella composizione che nella registrazione perché, oltre la limitata quantità di pezzi, avevamo un’idea molto chiara di come dovesse risultare la stesura dei brani cosi come il suono complessivo del disco. Ciò nonostante siamo molto soddisfatti della produzione e colgo l’occasione di salutare Vocino (il fonico di "Resurgita"). Sembra quindi paradossale che la distanza dall’ultima pubblicazione ("Good Morning Pain") prima di "Resurgita" risalga al 2011. In realtà, ripeto, tra le due stampe è intercorsa la registrazione di un album intero eseguita con la vecchia formazione. Purtroppo il forzato cambio di line-up cosi come diversi problemi sopraggiunti in fase di mix ne hanno rallentato la produzione, tanto da farci decidere di registrare un nuovo lavoro.

Oggi, a cosa puntano i VIBRATACORE?

- Sfornare nuovi album, suonare insieme, suonare dal vivo, incontrare persone, vivere e supportare tutte quelle realtà sociali controculturali per cui vale la pena fare tanti ma tanti sacrifici. Spesso dico che i Vibratacore sono un esperimento a scopo terapeutico… lo dico sempre perché, oltre all’aspetto ascetico che secondo me ha il comporre musica, un gruppo ti porta inevitabilmente a conoscere realtà particolari che spesso danno un senso alle cose che si fanno. Io credo che l’esistenza individuale sia inesorabilmente connessa a condizioni collettive. E’ spesso proprio questa interazione con la collettività del “rumore” , nel caso di un a band musicale, a innescare visioni di coscienza sociale più ampia. Prima ancora di pensarmi musicista mi penso individuo fra tanti.

Parliamo un attimo del discorso live, avete qualcosa in programma dopo l'estate?

- Stiamo programmando un calendario di promozione a "Resurgita"… cooming soon!

Se scrivo “mai guardarsi indietro”, tu cosa diresti in merito?

- E’ una bella domanda Christian. Quanto meno opportuna per le recenti vicende legate ai Vibrata. Il “guardarsi indietro” secondo me fa parte delle cose della vita: ho sempre pensato che riflettere sulle decisione prese nel passato aiuti a progettare il futuro in maniera più consapevole delle proprie possibilità e limiti. Spesso la memoria è lo strumento per visualizzare il proprio cammino. Sicuramente però non rimpiango nulla. E specialmente con i Vibrata, probabilmente vorrei rivivere tutte le esperienze fatte. Così come farne di nuove.

Ti da fastidio il fatto che molto spesso le band estreme italiane siano state snobbate dal pubblico nostrano? Per quale motivo secondo te?

- E’ un discorso strano, sicuramente non focalizzabile esclusivamente sulle responsabilità della “scena”. Credo che molto dipenda dal retaggio culturale nazionale. Non è un mistero che in generale all’estero i circuiti di musica estrema siano più diffusi, “produttivi” e socialmente integrati. E’ chiaro che più la “scena” è “popolare” e maggiormente si ha la possibilità sia di seguire band di ogni nazionalità sia ampliare il ventaglio fruizionale. E’ un circolo virtuoso: più si suona più cresce la “scena", più questa cresce e più possibilità si ha di scoprire e apprezzare nuove band. L’Italia è un paese per vecchi (con tutto ciò che ne consegue in termini culturali).

Tre dischi che ti hanno particolarmente segnato in questo ultimo periodo.

- “List” dei Martyrdod, “When Life Comes To Death” degli Young And in The Way e ”Spewings from a Selfish Nation” dei Fukpig, ma vorrei citare anche “Sunset Mission” dei Bohren & der Club of Gore (spettacolare!).

Puoi chiude l'intervista come meglio credi. Grazie per la disponibilità.

- Christian sono io che ti ringrazio, a nome di tutti i Vibrata. Innanzitutto per averci ospitato sulla tua rivista ma anche per il lavoro che porti avanti con la tua webzine: la diffusione di questa condivisa cultura del rumore è forse il mezzo più efficace alla sua proliferazione e sviluppo. D’obbligo chiudere col nostro motto: “IN CHAOS WE TRUST”

Contatti: 
facebook.com/VIBRATACORE

VIBRATACORE line-up:
Fango - Chitarra, Voce
Lorenzo - Basso
Sandro - Batteria

Recensione: 
VIBRATACORE "Resurgita" - 2019


lunedì 7 ottobre 2019

BODYFARM "Dreadlord" - No Dust Records




Tra le ultime uscite discografiche di puro death-black metal metal europeo, "Dreadlord" può essere considerato un album capace di fare la differenza, soprattutto per il ricercato guitar work: possente, stratificato e ricco di saliscendi repentini, che non perde di vista l'identità sonora e concettuale della vecchia scuola svedese degli intramontabili anni '90. Tenete bene a mente lo stile di formazioni come Dissection, Necrophobic, Unanimated, Lord Belial, quel sound ci dà implicitamente un punto di riferimento da non sottovalutare. I continui cambi di tempo e di registro, come le immancabili rasoiate thrasheggianti inferte dalle due chitarre, riescono a porre i BODYFARM sotto i riflettori della migliore scena metal contemporanea, merito anche dell'implacabile sezione ritmica e della strabiliante prova canora del cantante chitarrista Thomas Wouters (morto lo scorso 6 agosto all'età di soli 31 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro). La band olandese ha provato a spingersi un po' oltre rispetto alle passate produzioni: ampliando la scrittura, arricchendo i successivi arrangiamenti, facendo tutto il possibile per non essere nuovamente etichettati come gli ennesimi onesti mestieranti del genere. "Dreadlord" fa subito il cosiddetto salto di qualità grazie all'affidabilità delle sue strutture portanti. Una citazione la merita anche la breve traccia acustica "Eternal". Spesso la bravura di alcuni musicisti si vede anche dalla loro onestà. Se fossi in voi non me lo farei scappare. Missaggio e masterizzazione sono stati curati da Dan Swano, mentre l'artwork è opera del visionario Dan Seagrave. R.I.P. THOMAS WOUTERS.

Contatti: 
bodyfarmdeathmetal.com
facebook.com/Bodyfarmdeathmetal
instagram.com/bodyfarm_official

Songs:
Dreadlord, Rites of Damnation, Manhunt, Woods of Dismay, We sailed to Death, The Horseman, Eternal, Unholy Ressurrection, Angelreaper, Faces of Death, Undead Warmachine




venerdì 4 ottobre 2019

VISIONS "Temples" - Cyclic Law




"Temples" rappresenta non solo un fedele riassunto della spiccata creatività del compositore canadese Frederic Arbour, ma anche una chiave di volta con cui interpretare questo ultimo concept immerso in una realtà tridimensionale che delinea uno stretto legame tra anima e spiritualità: dualismo inscindibile in uno specifico contesto sonoro ai confini del drone dark ambient. Il tessuto narrativo dell'album è diviso in sette atti dissimili ma complementari fra loro, pertanto il battito compulsivo dei suoni, delle melodie (maggiori rispetto al passato) e dei rumori rimane fervente fino alla fine. Un modo di fare musica strumentale forse poco flessibile per molti ascoltatori, eppure il modus operandi di Visions è in perfetta linea con quanto già ascoltato nei suoi precedenti "Lapse", "Summoning The Void", e più recentemente nel disco nato dalla collaborazione con i russi Phurpa, che ha portato allo stesso artista una moltitudine di meritati elogi. "Temples" è un’opera inevitabilmente destinata a polarizzare l’opinione degli appassionati del genere in questione, in cui coesistono passione, trasporto, introspezione. La conferma della maestria di Frederic Arbour dietro la macchine digitali e del suo innegabilmente talento di raccontarsi. Un applauso per colui che oltre a nutrire la propria efficace esperienza artistica, da anni gestisce l'ormai affermata Cyclic Law Records.

Contatti:
cycliclaw.bandcamp.com/album/temples
cycliclaw.com
facebook.com/cycliclaw
instagram.com/cycliclaw

Songs:
Traces, Murmur, Lamentation, Ultima, Temples, Aura, Continuum