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lunedì 18 giugno 2018

Recensione: HANGMAN'S CHAIR "Banlieue triste"
2018 - Musicfearsatan




Con il quinto disco in studio, i francesi HANGMAN'S CHAIR si spingono sulla vetta di una carriera artistica finora perfetta, aprendo un varco nel tempo che funge da catalizzatore sotto l'azione della loro luce. Non appena "Banlieue triste" si mette in moto il disegno si svela davanti ai nostri occhi: continuare ad arricchire un sound che non si accontenta più di creare "solo" groove, di essere "solo" legato ai torbidi scenari doom metal/stoner, ma vuole anche confrontarsi con i sentimenti più reconditi, e questo è il significato di cosa siano diventati gli Hangman's Chair. Drammatici, intensi, melodici, aggressivi, visionari i Nostri dimostrano di possedere il carisma per arrivare davvero in alto. Immaginate cosa possa accadere mettendo a stretto contatto i generi musicali succitati con il grunge ruvido, nervoso e deviato dei migliori Alice In Chains. Ma in "Banlieue triste" c'è tanto altro ancora, tanto da scoprire, ascolto dopo ascolto. Dovreste solo approfondire l'intero full-length per poter riflettere attentamente su ciò che ho elaborato nelle righe della mia recensione. In questo momento di decadenza musicale, un gruppo come gli Hangman's Chair è da applaudire e supportare senza riserve. Notevoli.

Contatti: 
hangmanschair.bandcamp.com 
facebook.com/hangmanschair 

TRACKLIST: Banlieue triste, Naive, Sleep Juice, Touch the Razor, Tara, 04 09 16, Tired Eyes, Negative Male Child, Sidi Bel Abbes, Full Ashtray