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mercoledì 25 dicembre 2019

VIOLATION WOUND - "VIVERE CON LA MORTE TRA I DENTI"






CON IMMENSO PIACERE ANNUNCIO QUESTA INTERVISTA CON IL GRANDE CHRIS REIFERT, STORICO MUSICISTA STATUNITENSE CHE NEL LONTANO 1987 DECISE DI FORMARE I DEATHSTER AUTOPSY, UNA DELLE BAND PIU' AMATE E RISPETTATE NEL PANORAMA VECCHIA SCUOLA. MA NELLA SEGUENTE CONVERSAZIONE CHRIS CI PARLA DEI VIOLATION WOUND, BAND HARDCORE PUNK CHE LO VEDE IMPEGNATO ALLA CHITARRA, VOCE E TESTI, E NON DIETRO LA SUA BATTERIA COME IN MOLTI SI ASPETTAVANO. ORA E' ARRIVATO IL MOMENTO DI INZIARE A PARLARE DEL NUOVO ALBUM INTITOLATO "DYING TO LIVE, LIVING TO DIE". 

Ciao Chris. Benvenuto su Son of Flies webzine! Sono davvero felice di scambiare quattro chiacchiere con te. Come te la passi in questo periodo?

- Ciao Christian, grazie a te! E' bello essere qui. In questo momento sto suonando la mia tastiera, ma ho preso una pausa per preparare un caffè.

Qualcosa in te è cambiato rispetto al passato? Mi riferisco alla tua personalità, alla tua  attitudine ferrea e, naturalmente, al tuo modo di pensare!

- Penso di essere sempre stata una persona coerente, anche se c'è da dire che non sono più un adolescente. Haha! Cerco sempre di imparare dai miei errori. La mia intenzione è quella di continuare ad essere un individuo sveglio e interessante invece che stupido e ottuso, e su questo faccio il possibile. Mi piace sentirmi coinvolto nella musica come succedeva ai vecchi tempi, senza mai dare nulla per scontato. Tutto questo mantiene equilibrata la mia mente irrequieta.

Quali sono i tuoi primi ricordi legati alla musica?

- I miei ricordi sono abbastanza chiari, quasi vividi. Quando ero molto piccolo i miei genitori ascoltavano dei dischi in casa e quindi si poteva gustare di tutto, dai Beatles a Beethoven, passando per Jim Croce, per poi arrivare al folk e al jazz. Ricordo di aver fissato a lungo le copertine di alcuni album mentre ascoltavo la musica e di aver cercato di capire cosa stesse succedendo in me. Quando avevo 9 anni, nel 1978, ho scoperto i KISS, e devo dire che quella band mi ha portato in un'altra dimensione durante le mie esperienze di ascolto. Partendo da li sono arrivato alla musica heavy metal, e anche oltre. Mi sono immerso in tanti dischi ogni qualvolta avevo la possibilità di accendere un giradischi. Hahaha!

Cosa ti ha spinto a dedicarti ai Violation Wound?

- È davvero divertente suonare in maniera rumorosa, specialmente quando lo si fa con dei buoni amici. Tutto è iniziato come uno sfogo, suonando punk senza pensare al futuro. La mia volontà era quella di comporre qualcosa che sembrasse uscito dal roster dell'etichetta Mystic Records o qualcosa del genere, non so se capisci cosa voglio dire. Con il passare degli anni lo spirito del divertimento è rimasto invariato, questo spiega il motivo per cui ci sentiamo ancora molto ispirati. Negli ultimi tempi la musica contenuta nei nostri dischi è diventata sempre più aggressiva. Per me è interessante vedere la direzione verso cui stiamo andando.

Mi sono sempre chiesto il perché di un nome come Violation Wound. Cosa hai da dire al riguardo?

- Ho pensato a diversi nomi prima di scegliere “Violation Wound”, anche perché molti di quelli che piacevano a me erano stati già usati da altre band. È diventata una vera sfida pensare ad un nome che nessun altro aveva usato prima di noi, perciò Violation Wound mi è sembrato quello più adatto alla nostra band. Non è stato ispirato da qualcosa in particolare, sono solo due parole che suonavano bene insieme per identificare una band hardcore punk. Mi piaceva immaginare il nome Violation Wound inserito su un vecchio flyer accanto a nomi come Verbal Abuse, RKL, Fang etc... Non ha alcun significato reale e questo mi fa un certo effetto. È un nome provocatorio ma completamente innocuo, a meno che l'immaginazione dell'ascoltatore non imponga altro. Chiunque abbia una mente malata potrebbe pensare che significhi qualcosa di veramente strano. In qualche modo, possiamo considerarlo come un nome di una band interattiva. Hahaha!

L'hardcore punk ha sempre trovato terreno fertile nella dimensione politico-sociale, e questo è ormai un dato di fatto. Quali sono le tue personali considerazioni riguardo a questo argomento?

- Abbiamo iniziato con tematiche basate su persone reali/comuni e su situazioni frustranti o esasperanti, ma i nostri testi sono anche una sorta di terapia contro la follia che si annida in noi. Cerchiamo di far fronte a questo mondo folle in cui siamo bloccati, capisci? Col passare del tempo, però, abbiamo visto un sacco di merda, come lo stesso Trump, perciò i testi sono diventati più brucianti e infuriati. Per una band punk come la nostra questa è la benzina da gettare sul fuoco. A tutto ciò aggiungete le numerose e continue violenze legate alle armi da fuoco, tutte le stranezze riguardanti la cospirazione, le stronzate religiose, e altre follie di vario genere. Vogliamo liberare la nostra frustrazione e aggressività, ma continuando a ridere prima e dopo aver suonato le nostre canzoni.

Il tuo ultimo disco "Dying to Live, Living to Die" è stato pubblicato a novembre dalla rinomata Peaceville Records. La vostra intenzione era quella di rimanere sul classico suono hardcore punk?

- Il disco ha tutto ciò che serve ma ci siamo anche aperti ad altre soluzioni, per esempio inserire dei riff più lenti in alcuni passaggi. Haha! Non mancano le schitarrate più pesanti. L'obiettivo era quello di scrivere, suonare e registrare con la massima aggressività. Tutto doveva essere il più severo possibile.

Quali sono le vostre principali influenze musicali? Ci sono delle band che ti colpiscono o che ti ispirano?

- Niente che sia un'influenza diretta. Ci sono un sacco di band che amo, ma personalmente mi piace scrivere in maniera personale. Ricordo di aver ascoltato gli OFF! e gli Streetwalkin' Cheetahs, e successivamente aver pensato a quanto sarebbe stato divertente mettere in piedi una band hardcore punk, anche se, ovviamente, i Violation Wound non suonano come le formazioni citate poc'anzi. Adesso che ci penso, amo tutto ciò che ha fatto Keith Morris (musicista che ha militato per gran parte della carriera nei Circle Jerks /NdR), ma questa è una nota a parte.

Le canzoni che apprezzi maggiormente in questo nuovo disco?

- Vorrei avere una buona risposta per questa domanda ma non so cosa dire.

Perché avete scelto Wes Benscoter per la realizzazione della copertina di "Dying to Live, Living to Die"? Mi è sembrata una scelta piuttosto mirata, considerando che tu avevi già collaborato con lui.

- Eravamo davvero entusiasti dell'artwork realizzato per il nostro precedente album "With Man In Charge", quindi volevamo collaborare nuovamente con lui. A Wes ho solo inviato il titolo del disco e quello che potete vedere è il risultato della sua creatività. L'immagine si adatta all'atmosfera dell'album anche se va un po' in contrasto con il tema generale dei testi. Ma c'è qualcosa di particolare che la fa funzionare. Volevamo ottenere un risultato diverso dai soliti teschi in bianco e nero, e ciò che ci ha consegnato è molto bello da vedere. Adoro le opere d'arte di Wes Benscoter ecco perché sono felice della nostra collaborazione.

Come vedi l'attuale scena hardcore punk in tutto il mondo?

- C'è molto da fare, sia se parliamo di vecchie band ancora in attività o riformate che delle nuove e future leve. Oggigiorno è difficile trovare nuovi gruppi old school che abbiano un suono hardcore punk autentico, e con questo non voglio dire che non ce ne sono più, ma bisogna scavare in profondità per trovarli.

È stato un piacere e un onore parlare con te, Chris. Grazie per l'intervista.

- Lo stesso per me, Cristian. Grazie per il tuo tempo e per l'interesse mostrato verso la nostra band. Un saluto a tutti coloro che leggeranno questa bella intervista!

Contatti:
facebook.com/Violationwound
instagram.com/violationwound

VIOLATION WOUND line-up:
Chris Reifert - Chitarra, Voce
Joe Orterry - BassO
Matt O’Connell - Batteria

Recensione:
VIOLATION WOUND "Dying to Live, Living to Die" - 2019