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mercoledì 24 ottobre 2018

Recensione: ATRIUM CARCERI "Codex"
2018 - Cryo Chamber




Ascoltare un disco dark ambient è come scalare una piramide: all'inizio l'andamento del passo può essere lento ma, man mano che si sale, diventa impossibile mantenere invariato il ritmo dei movimenti. La scalata può subire un'accelerazione, e anche se può sembrare lenta, di fatto non lo è, se non altro perché gli spostamenti cambiano nello scorrere del tempo. Perciò se in "Codex" esiste un mutamento reale o apparente di stile, esso viene imposto dalle diverse sezioni contenute nelle tracce. E' importante capire perché un lavoro del genere è in grado di modificare le percezioni visive. D'altra parte sono necessari ripetuti ascolti: senza quelli, non riusciremmo a cogliere le sfumature dei suoi significati. Il compositore Simon Heath si espone senza veli, con un sound più ampio, orchestrale e liberatorio, adeguatamente costruito per elargire un forte pathos agli scenari astratti messi a fuoco dalla sua mente visionaria. Ecco quindi come può risultare sorprendente un album dark ambient del 2018. ATRIUM CARCERI opera in funzione di un'enorme crescita artistico-compositiva.

Contatti:
cryochamber.bandcamp.com/album/codex
facebook.com/Atrium-Carceri

TRACKLIST: The Void, From Chasms Reborn, The Seer, A Memory Lost, The Empty Chapel, Path of Fallen Gods, The Ancient City, Sacrifice to the Machine, The Maze, A Hunger too Deep, The Citadel