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martedì 9 ottobre 2018

Intervista: MANES - "FUORI DAL TEMPO"






QUINTO ALBUM PER UNA BAND CHE HA RAGGIUNTO I VENTICINQUE ANNI DI CARRIERA NELLA SCENA MUSICALE. "SLOW MOTION DEATH SEQUENCE" E' UN ALTRO BRILLANTE CAPITOLO CHE METTE IN LUCE LA GRANDEZZA DI UNA REALTA' UNICA, UN GRUPPO DA ASCOLTARE E AMMIRARE INCONDIZIONATAMENTE. FACCIAMO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE CON IL DISPONIBILISSIMO TORSTEIN PARELIUS, BASSISTA DEI NORVEGESI MANES.

1. Ciao Torstein. Per iniziare ti faccio due domande a bruciapelo: pensi che ad un certo punto di una lunga carriera sia difficile per una band comporre un nuovo album? Voi avete difficoltà a trovare la cosiddetta "scintilla della creatività"? Molti affermano che l'arte sia in qualche modo uno sfogo alla sofferenza.

- Ciao! Beh, che dire? Per noi il processo compositivo non è mai stato difficile. Abbiamo un alto livello di creatività all'interno dei MANES, ma questo non ha nulla a che vedere con delle canzoni finite; a volte può essere un arrangiamento quasi completo, oppure dei brani più corti, riff o altro. Alcune idee possono anche essere utilizzate in altri progetti. Noi non siamo mai a corto di idee da cui partire. La scintilla a cui fai riferimento di solito appare quando iniziamo a selezionare le varie idee, le valutiamo e iniziamo a lavorarci insieme.

2. Quando avete deciso di iniziare a lavorare sul nuovo album dei MANES? Puoi descrivere il processo di composizione messo in atto con i tuoi compagni di band?

- Il processo compositivo di "Slow Motion Death Sequence" è iniziato dopo aver terminato "Be All End All". Abbiamo continuato a suonare e provare i nuovi brani fino a quando il master finale è stato consegnato alla label Debemur Morti Productions. A differenza di altre band pronte a partire in tournée dopo l'uscita di un album, noi troviamo sollievo e tranquillità successivamente alla pubblicazione di un nostro nuovo lavoro. Quindi dopo aver goduto appieno dell'uscita del disco, possiamo riavviare la parte più divertente dell'essere in una band, il processo creativo. Devo dire che il nostro modus operandi è irregolare ma in qualche modo costante. Anche se non proviamo per mesi, bastano alcune settimane in studio per trovare la giusta sinergia. Proviamo raramente, davvero. Principalmente lavoriamo individualmente negli studi personali, poi nei fine settimana prenotiamo uno studio più grande dove ci incontriamo per sviluppare le canzoni. Jammiamo, poi arrangiamo e riordiniamo le idee, le registriamo, discutiamo tra noi durante l'ascolto delle composizioni, fino a quando le cose iniziano a prendere forma. Ci sono voluti quattro anni di tempo per completare "Slow Motion Death Sequence".

3. C'è stato un intervallo di quattro anni tra "Be All End All" e "Slow Motion Death Sequence", ed ora, finalmente, possiamo dire che l'album ha visto definitivamente la luce. Qual è la tua opinione sul nuovo lavoro? Quali sono le tue sensazioni in merito ad alcune prime impressioni del pubblico?

- Per quanto mi riguarda, penso che "Slow Motion Death Sequence" sia il nostro miglior lavoro fino ad oggi. Non realizzeremmo mai qualcosa di sbiadito posizionandolo all'ombra di qualcos'altro. Le canzoni stesse, il loro ordine, il titolo e la copertina si sono miracolosamente uniti per formare un'unica unità. Abbiamo ottenuto MOLTE recensioni positive per "Slow Motion Death Sequence". Non lo dico per vantarmi, ma tutto questo, in un certo senso, mi sembra un po' strano. Non penso di aver letto una sola recensione veramente negativa. Ci sono state un paio di recensioni di medio livello, ma le poche che ho letto sono state più nella categoria "this isn't my cup of tea". Ma sì, tutto ciò è un po' strano. Non vedo questo nuovo album come qualcosa di rivoluzionario rispetto a quello che abbiamo fatto negli ultimi 15 anni, o giù di lì. Non è un disco di tipo kinda-start-the-the-the-the-restaurant-table-and-start-shout-and-ride, non per me... almeno.

4. Nel corso della vostra carriera siete stati considerati coraggiosi, innovativi ma anche alternativi; probabilmente perché siete riusciti a fondere l'avanguardia musicale con il rock. Qual è il vostro segreto per mantenere interessante la scrittura dei brani? Cosa pensi della costante evoluzione dei Manes?

- Sicuramente è un processo naturale e fondamentale per le persone coinvolte in questa band. Non abbiamo mai deciso di fondere qualsiasi cosa con qualcos'altro, né abbiamo forzato più di tanto gli elementi analogici o digitali della nostra musica. Tutto diventa ciò che deve diventare. Forse è un po' come le salsicce... Cosa c'è dentro? Tutti i tipi di merda, ma ha un buon sapore.

5. Il brano "Chemical Heritage" presente nel nuovo album è diverso da qualsiasi cosa il gruppo abbia mai fatto in passato. Puoi dirci come è venuto fuori? Ci sono delle canzoni che hanno attraversato un processo di "dolorosa" evoluzione?

- Grazie per aver apprezzato. Quella canzone non è risultata più o meno "dolorosa" rispetto alle altre songs, ma si è sviluppata notevolmente durante il processo compositivo. La cosa più significativa da dire è che aveva un sacco di altre voci prima di accompagnarla nelle fasi finali del ri-arrangiamento. Inizialmente anche Ana aveva cantato molto di più sul brano, ma alla fine abbiamo semplificato la sua struttura più di quanto non fosse all'inizio.

6. "Slow Motion Death Sequence" vede coinvolti diversi artisti della scena musicale... Tom Engelsøy, Rune Folgerø, Tor Arne Helgesen (ATROX, DRONTHEIM), Ana Carolina Ojeda (MOURNING SUN) e Anna Murphy (CELLAR DARLING). Posso chiederti come mai avete scelto questi musicisti?

- Rune Folgerø ha cantato su più o meno la metà del precedente album "Be All End All", e alcune volte si è unito a noi dal vivo. Lui canta anche negli Atrox e nei Drontheim, formazioni in cui erano e sono attivi alcuni componenti dei Manes. Anche Tom Engelsøy canta nei Drontheim e diverse volte ha cantato con noi dal vivo. In realtà non ha messo la sua voce sull'album, ma ha cantato su un'altra canzone che abbiamo registrato nella stessa sessione di registrazione dell'ultimo "Slow Motion Death Sequence". Tor Arne Helgesen ha suonato la batteria negli Atrox per un lungo periodo, ma ora non più. Non credo sia mai stato coinvolto nei Drontheim, ma potrei sbagliarmi. Ha collaborato con i Manes per molto tempo. Con noi ha suonato le percussioni dal vivo, più o meno in tutti i concerti che abbiamo fatto in passato, inoltre ha suonato la batteria nel disco uscito nel 2007 "How the World Came to an End". Sempre Tor venne coinvolto in "Be All End All". Tutti e tre sono nostri veri amici oltre che collaboratori con cui amiamo lavorare. Anna Murphy da alcuni anni suona nei Lete con Tor Helge Skei ed è una grande fan dei Manes. Amiamo la sua voce, ecco perché abbiamo deciso di farla cantare in tre canzoni di "Slow Motion Death Sequence". Ha anche mixato l'intero nuovo album (brillantemente). Ana ha contattato Rune un bel po' di tempo fa, dato che è stata una fan dei 3rd And The Mortal, e quindi voleva sapere se avevano in programma di far uscire nuove canzoni. Si sono tenuti in contatto e circa due anni e mezzo fa l'abbiamo incontrata a Bergen mentre suonavamo al Blastfest. Apprezziamo il suo approccio alla musica, e non potevamo non invitarla ad unirsi a noi in studio. I cinque collaboratori sono diventati pezzi importanti dell'album e siamo orgogliosi che abbiano deciso di unirsi a noi.

7. Cosa significa per te il titolo "Slow Motion Death Sequence"?

- Può significare un sacco di cose diverse. Per lo più, immagino sia un modo di descrivere la vita stessa. Nascere è una condanna a morte.

8. Come immagini il futuro che si sta sviluppando per i Manes?

- Non penso che cambierà molto negli anni. Continuiamo a concentrarci sul processo creativo, cercando di colmare le lacune con uno/due concerti dal vivo una volta ogni luna blu.

Grazie per l'intervista, Torstein. È stato un piacere.


CONTATTI:
dmp666.bandcamp.com/album/slow-motion-death-sequence
manes.no
facebook.com/manes.no

MANES line-up:

Tor-Helge Skei
Eivind Fjøseide
Torstein Parelius
Rune Hoemsnes
Asgeir Hatlen

RECENSIONE: 
MANES "Slow Motion Death Sequence" 2018 - Debemur Morti Productions