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sabato 2 aprile 2016

Recensione: ULVER "ATGCLVLSSCAP"
2016 - House of Mythology




"ATGCLVLSSCAP" degli ULVER, simile ad un lungometraggio, è un'esperienza nata per destrutturare il sistema nervoso di chi, come me, con caparbietà e volontà vuole addentrarsi in dimensioni al limite dell'astrattismo. Il titolo stesso si esula dalla rappresentazione dell'esistenza reale. Le 12 tracce, tutte improvvisate e registrate dal vivo in occasione di diversi concerti fatti nel febbraio del 2014, più che capite vanno attentamente interpretate. Infatti, mi ci è voluto molto tempo per riuscire a trovare una sorta di legame emotivo con "ATGCLVLSSCAP". Casualità? Non credo! E' veramente difficile codificare le informazioni presenti in codesto disco. Si ha di nuovo un altra modulazione di stile, testardatamente aggrappata all'assurdo. Per l'ennesima volta questi artisti esaltano le loro idee in una creatività convulsa, ambigua, sicuramente meno malinconica, portando in scena delle rappresentazioni imprevedibili ed eterogenee. Un tappeto audiovisivo su cui imperversano incessantemente lampi di luce biancastra e ribaltamenti trasversali scarsamente illuminati. L'equivoco "fortemente drammatizzato" è voluto, perciò l'apparenza può trarre spesso in inganno. L'operatività dei norvegesi ci ha abituato fin troppo bene ad affrontare l'effetto sorpresa. Seppure a malincuore, la voce di Kristoffer Rygg si ode raramente nell'aria, qui non più nebbiosa, ma grigia e densa come una coltre di fumo. "ATGCLVLSSCAP" è figlio di una nuova genesi, è pulsante, aspro, amaro, ma non per questo meno singolare ed evocativo. L'alter-ego del gruppo di Oslo giace nell'album, prezioso contenitore di inestimabili immagini contrastanti. Un flusso libero da limiti spaziali, che richiede solo intuizioni empiriche ed emozioni di natura soggettiva. Assoluto nel suo essere autoreferenziale. La ricerca non avrà fine. Cotidie morimur.

Contatti: jester-records.com/ulver

TRACKLIST: England's Hidden, Glammer Hammer, Moody Stix, Cromagnosis, The Spirits That Lend Strength Are Invisible, Om Hanumate Namah, Desert/Dawn, D-Day Drone, Gold Beach, Nowhere (Sweet Sixteen), Ecclesiastes (A Vernal Catnap), Solaris