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mercoledì 30 luglio 2014
Intervista: THE CUTTHROATS 9 - "LIBERO DISSENSO"
DA NEW YORK A SAN FRANCISCO PER PORTARE AVANTI UN MESSAGGIO BEN PRECISO, UNA PROPOSTA MUSICALE UNICA/SINCERA CHE DURA ORMAI DA TANTI ANNI. CHRIS SPENCER VOCE E CHITARRA DEI SEMINALI UNSANE (OLTRE CHE DEI PIU' RECENTI CELAN) CI PARLA DEL NUOVO ALBUM DEI SUOI THE CUTTHROATS 9, GRUPPO FONDATO INSIEME ALL'AMICO WILL CARROLL.
1. Ciao Chris, voglio innanzi tutto ringraziarti per il tempo che mi hai riservato...
- Ogni volta che hai voglia di parlare con me fammelo sapere.
2. Perché la decisione di riunirti con i tuoi compagni di band dopo tanti anni di pausa? Avete ricevuto buone reazioni in questo periodo?
- Il motivo principale per cui non ho continuato a fare musica con i The Cutthroats 9 è uno solo: ero impegnato sia con gli Unsane che con Celan. Io, Will e Tony siamo amici da molto tempo così ogni volta che ho la possibilità di lavorare con loro, accade con naturalezza. La risposta al nuovo album "Dissent" è stata fantastica! Quando lo stavamo registrando non ero sicuro di quello che la gente avrebbe pensato.
3. Il nuovo processo di scrittura è stato emozionante come nei primi anni? Potresti dirmi come la band si è evoluta, dagli inizi fino ad oggi?
Sì! E' ancora molto emozionante. E' divertente. Quando io e Will abbiamo iniziato con i Cutthroats 9, stavo solo suonando facendo scorrere ogni cosa. Col passare del tempo ho iniziato a suonare la mia chitarra con maggiore continuità. Suono in questo modo da quando ero molto giovane e questo è sempre stato qualcosa che ho amato fare. Dopo un periodo di pausa, ho deciso che volevo tornare a comporre in quel modo. Suonare così è piuttosto divertente.
4. Che tipo di concept c'è dietro l'album "Dissent"? Che relazione c'è tra le varie canzoni dell'album? Sei soddisfatto di questa nuova release?
- Il significato della parola "Dissent" si annida nella maggior parte del contenuto lirico del disco. Sicuramente io ho pareri differenti su come le cose stanno andando nel mondo, su come la gente reagisce a certe problematiche oppure su come devo vivere la mia vita. In giro accade un sacco di fottuta merda che io non condivido. Sì, sono molto contento di questo disco e di come è uscito. Cattura questo periodo della mia vita in un modo molto puro.
5. L'album "Dissent" è un po' più massiccio e diretto rispetto al suo predecessore. Pensi sia a causa della sua produzione? La particolarità della musica, il tocco Groovy e alcune parti di esso non lasciano dubbio alcuno, il che rende il vostro sound abbastanza unico e riconoscibile. Perché la scelta di suonare in questo modo?
- Tim Green è stato complice del suono massiccio di questo disco (presso i LOUDER SUDIO). È stato fatto tutto su nastro e lui sa davvero come far suonare bene le cose. Per quanto riguarda il mio modo di scrivere, non so cosa rispondere con esattezza. Io scrivo il tipo di musica che mi piace suonare...
6. Possiamo fare nulla per salvare le nostre anime in questa società contemporanea? ...Ogni giorno sembra di vivere nella paura!
- Non so come rispondere a questa domanda. Basta provare ad essere la persona migliore e fare quello che si può per esserlo. Chi può sapere cosa avverrà nel prossimo avvenire.
7. Avete in programma dei concerti dal vivo a supporto dell'album?
- Sì. Abbiamo appena fatto un breve tour con "Black Cobra" ed è stato davvero divertente e stiamo anche cercando di organizzare un tour con "Whores" in autunno. Speriamo di passare dall'Europa.
8. Questo è tutto! Grazie mille per l'intervista, buona fortuna con tutto! Le parole finali le lascio a te...
- Grazie. Speriamo di suonare presto da voi.
CONTATTI:
lambunlimited.bandcamp.com/dissent
facebook.com/TheCutthroats9
THE CUTTHROATS 9 line-up:
Chris Spencer
Will Carroll
Tony Baumeister
RECENSIONE:
THE CUTTHROATS 9 "Dissent" LP 2014 - lamb unlimited
domenica 20 luglio 2014
Recensione: THE CUTTHROATS 9 "Dissent"
LP 2014 - lamb unlimited
Era il 2000 quando Chris Spencer decise di mettere in pausa i suoi Unsane per trasferirsi in California e dare il via (insieme a Will Carroll) al progetto THE CUTTHROATS 9 (nome preso dal western-horror film diretto da Joaquin Romero Marchent). Il primo album omonimo, pubblicato dalla Man's Ruin Rec. riuscì a dare vetrina a questi musicisti americani, impegnati in un elettrizzante e sofferto noise-rock. Dopo un periodo di attività durato 3 anni (nei quali venne dato alle stampe anche il MCD di 6 brani "Anger Management"), i nostri dovettero fermare la loro corsa, complice l'improvvisa reunion dei newyorkesi Unsane avvenuta nel 2003. Oggi, a distanza di 11 anni i nostri ritornano con questo nuovo disco intitolato "Dissent" messo alla luce dalla Lamb Unlimited per tormentare le nostre calde giornate estive. L'inconfondibile sound noise-core della 5 corde di Spenser e il suo inimitabile graffio vocale gettano una grossa quantità di benzina sulla infuocata sezione ritmica messa in moto dall'accoppiata Will Carroll / Tony Baumeister. Il risultato finale è assolutamente da cardiopalma! Ciò che colpisce non è solo la forza della musica composta ma soprattutto il modo in cui viene suonata e arrangiata. E' emozionante sentirli vibrare attraverso le casse dello stereo e non si può fare a meno di dare volume all'intera durata dell'opera (26 minuti). Volete un consiglio? Acquistate "Dissent", ascoltatelo in loop e capirete perché certi artisti hanno ancora oggi una grande importanza all'interno della scena musicale. Lunga vita The Cutthoats 9.
Contatti:
lambunlimited.bandcamp.com/dissent
facebook.com/TheCutthroats9
TRACKLISTING: Speak, Trouble, Eraser, Hit The Ground, Dissension, We Could, Induction.
giovedì 17 luglio 2014
Intervista: ELECTROCUTION - "NEL NOME DEL DEATH METAL"
GLI ITALIANI ELECTROCUTION SONO TORNATI SULLE SCENE DOPO UN LUNGO PERIODO DI SILENZIO... ORA E' ARRIVATO IL MOMENTO DELLA VERITA' E IL NUOVO ALBUM "METAPHYSINCARNATION" NON LASCIA DUBBIO ALCUNO SULLA VALIDITA' DI QUESTA BAND EMILIANA CHE, CON L'INTERESSANTE DEBUTTO "INSIDE THE UNREAL" (USCITO NEL LONTANO 1993) AVEVA DESTATO LA CURIOSITA' DI MOLTI APPASIONATI DEL DEATH METAL.
1. Prima di parlare degli avvenimenti più recenti, mi piacerebbe tornare indietro e sapere ciò che ha causato lo scioglimento della vostra band... Oppure, ai tempi, avevate solo deciso di prendervi una pausa?
MICK: Beh, in un certo senso piacerebbe anche a me saperlo esattamente. Diciamo che poco prima che uscissero i nostri due 7’’, nei quali avevo partecipato ancora come chitarra ritmica e voce, decisi di uscire dalla band. Cosa esattamente mi fece prendere questa decisione infelice: è tutto da imputare ad una mia crisi interiore. Fu veramente stupido abbandonare questa band, perché credo di aver interrotto una sorta di alchimia che, poi, mi sono reso conto essere molto rara da ritrovare altrove. Al mio posto entrarono rispettivamente a voce e chitarra ritmica: Manuele Bruno e Gabriele Ravaglia. Non ti nascondo che essere sostituito da due persone è stato motivo di orgoglio da parte mia. Poi la band, a quel punto, prese una piega differente: su questi dettagli Alex può dirti qualcosa.
ALEX: L’uscita di Mick seguì di poco la rottura del contratto con la nostra label di allora. Attraversammo un periodo di sperimentazione e ricerca che non rappresentava la vera essenza death-metal degli Electrocution, per cui a breve decidemmo di separarci proprio per lavorare a nuovi progetti e nuove sonorità senza sentirci vincolati dal passato.
2. Parliamo del nuovo "Metaphysincarnation". Quanto tempo avete impiegato per scriverlo e arrangiarlo adeguatamente? Dove avete registrato il disco? Da chi è stato prodotto?
MICK: Metaphysincarnation è nato dalla voglia di dare una forma ad alcune idee che avevamo già in mente. Io in particolare avevo già diversi testi quasi completi che aspettavano solo la musica adatta. Dopo la ristampa di Inside The Unreal, Alex cominciò a mandarmi qualche brano abbozzato. Lavorando in studio a Los Angeles (The Strands studios), ha modo di registrare materiale nuovo cogliendo al volo l’ispirazione. Lanciò l’amo e io lo presi al balzo: a gennaio del 2013 ero in studio (High Distortion Level di Altedo - Bologna) a registrare le prime voci dei nuovi brani. Gli Electrocution erano rinati! Gli mandai le mie tracce: gli piacevano molto! Anzi, con le tracce di voce e qualche scambio di e-mail Alex arrangiò e rielaborò alcune parti così potemmo dare vita a Wireworm ed Abiura. Lavorare sulla musica con Alex è veramente bello: oltre ad aver ritrovato un amico con cui “giocare con la musica”, ho ritrovato un musicista veramente bravo. Mi sono ritrovato a fargli ogni tipo di richiesta e lui ha saputo mettere in musica tutto. Per fotruna eravamo distanti... altrimenti credo che avrei rischiato lo strangolamento, hahaha. Gli chiedevo cose tipo: “qui allunga il solo anche sulla parte veloce che poi io riparto subito con la voce”, oppure: “fammi un brano alla Death, che qui voglio metterci un testo dedicato a Chuck”. Max poi, dai Fear Studios di Alfonsine (RA), si occupò di lavorare sulle parti di basso. Questi scambi continuarono per circa un anno, e così è nato Metaphysincarnation! Fu veramente divertente, faticoso e nuovo, lavorare in questa maniera. Non mi era mai capitato prima di poter registrare un album mentre lo si componeva. Il tutto, poi, fatto a distanza in tre studi diversi.
ALEX: L’album l’ho prodotto e mixato io a Los Angeles, cercando di catturare tutta l’aggressività dei pezzi senza però trascurare la definizione del suono. In questo genere si rischia di perdere buona parte del potenziale dei brani se non c’è la necessaria trasparenza nei suoni da poter far sentire tutte le sfumature dei riffs. Un occhio di riguardo è andato alla batteria per mantenere un suono organico, in questo sono stato aiutato anche dall’ottima esecuzione del nostro nuovo batterista, Vellacifer. La fase di arrangiamento è durata molto, solo attraverso diversi ascolti e tentativi si trova la struttura migliore per mantenere l’attenzione in ogni parte di un pezzo. Comunque il ritrovare lo spirito collaborativo specialmente tra me e Mick ha reso tutto fluido e meno complicato di quanto possa sembrare. Senza contare che Mick stesso, per quanto mi riguarda ha fatto un ottimo lavoro sui testi e nei vocals.
3. I vostri arrangiamenti sono abbastanza intricati, cercate di mantenere le vostre idee molto aperte ad ogni stile di influenza?
MICK: Sicuramente la personalità, il nostro songwriting, lo stile di voce e riff mantengono l’impronta Electrocution. Questa è una scelta quasi più involontaria che decisa a tavolino. Noi scriviamo semplicemente la musica che ci piacerebbe sentire in un album Death Metal. Chiaramente le influenze sono tante e molto più variegate di quanto fossero quelle di vent’anni fa. Questo ha fatto sì che l’album, nonostante ancora marcatamente Electrocution e rappresentativo di ciò che vuole essere un seguito al discorso interrotto con Inside The Unreal, ha apportato aspetti che arricchiscono la nostra musica senza snaturarla e, soprattutto, senza fare perdere l’impatto e la cattiveria che vogliamo esprimere e che DEVE AVERE un album Death Metal. Dal canto mio, ho cercato di dare più movimento possibile alla voce. Non volevo la monotonia di un growl monocorde e troppo chiuso.
ALEX: Quando scrivo le influenze sono tante ma si mescolano nei pezzi in modo inconsapevole. Quando butto giù un idea solo riascoltandola inizio a sentire spunti e influenze varie, se qualcosa risulta troppo simile a qualcos’altro la cambio, per mantenere intatta la nostra personalità ma non succede spesso.
4. Per un gruppo come il vostro quanto è difficile portare avanti la tradizione del death metal? Sapendo i tempi che corrono! Dopo tanti anni di pausa, cosa vi ha spinto a tornare più determinati che mai?
MICK: Sì, oggi può essere forse più impegnativo di allora. Oggi abbiamo più mezzi, ma il mercato musicale è in tracollo. Diciamo che quello che cerchiamo noi non è la vendita o il successo, sappiamo infatti che sono cose non raggiungibili ormai. Avevamo voglia di divertirci nuovamente a comporre musica insieme. Suonare il nostro genere ci soddisfa e ci da modo di esprimerci. Personalmente mi permette di dare sfogo ad un vulcano interiore. Infine l’insistenza dei fan ci ha dato la scintilla per rimettere in moto Electrocution. Abbiamo scoperto di avere un seguito internazionale di cui non avevamo pienamente idea. Per fortuna non è stato difficile trovare chi potesse pubblicarci e darci un certo tipo di visibilità. Abbiamo lavorato alla musica in estrema libertà e senza fretta, così da poterci esprimere artisticamente al meglio. Diamo voce alle nostre idee e le vediamo prodursi in un vinile e un digipack che prendono recensioni più che positive, possiamo suonare davanti ad un pubblico che sotto il palco si disintegra: questo per un artista è tutto!
ALEX: Pienamente d’accordo con Mick e per quanto mi riguarda, era un disco che avevo voglia di fare, nessun obbligo o pressione, sentivo il bisogno di tornare ad esprimere la mia parte più metal e aggressiva e sapevo che era anche un’ottima occasione per passare del tempo con vecchi amici di sempre.
5. Penso che abbiate tirato fuori un album davvero buono e ispirato (come riportavo nella mia recensione). Da dove arriva questo profondo amore per tale genere musicale?
MICK: Personalmente viene da molto lontano. Quando mi sono approcciato al Metal ero un ragazzino che cercava nella musica qualcosa di potente e trascinante. Iron Maiden furono i miei primi idoli che in breve tempo lasciarono il posto a Metallica, Anthrax, Megadeth, Slayer. Poi Atheist, Sepultura, Death, Cynic, Deicide, Pestilence, Atrocity, Suffocation, e così via. La mia era una ricerca di potenza, violenza e velocità, ma sempre con tecnica, gusto stilistico e ispirazione. Nei dischi devo sentirci la cattiveria, la tecnica, la struttura e l’ispirazione. Oggi si sentono brani di band composte da musicisti eccezionali, ma senza un legante compositivo veramente valido oppure con registrazioni troppo perfette da diventare così fredde da perdere la potenza necessaria. Addirittura mi capita di sentire del brutal così estremo da sgonfiarsi e diventare meno potente di un vecchio pezzo Thrash!
6. Secondo voi quali peculiarità differenziano "Metaphysincarnation" da altri death metal album dell'underground italiano ed estero?
MICK: Diciamo che il Death che proponiamo non si sente quasi più. Anche parlando con musicisti pare che la nostra proposta musicale si vada ad incastonare in un posto lasciato vacante ma che, probabilmente, molti vorrebbero occupato da qualche band.
ALEX: Il death-metal è definito da elementi ben riconoscibili da oltre 25 anni e non è facile creare variazioni interessanti senza andare fuori tema diciamo. Abbiamo cercato quindi di usare questi elementi per creare atmosfere diverse e personali, dal metal al gothic, da elementi horror a elementi classici, a grandi linee basandoci sempre sullo stile di Inside The Unreal come punto di partenza, ma enfatizzando l’aggressività sia nei riffs di chitarra che nei tempi di batteria. Anche se poi Metaphysincarnation ha ovviamente preso un suo carattere e penso che rispetto a molti altri dischi del genere, abbia una discreta riconoscibilità cosa secondo me molto importante per una band.
7. Qualche parola sui nuovi testi del gruppo?
MICK: Tengo sempre molto a rispondere a domande come questa. Il concept che abbiamo voluto esprimere è un viaggio nelle pieghe del mio modo di vedere filosofia, scienza e tecnologia: ho un intimo legame con questi aspetti. “Wireworm” e “Panopticon” ad esempio, mettono in luce come la tecnologia ci abbia reso vittime, spesso ignare, di internet. Molte personesi lasciano fagocitare e rimangono invischiate nelle maglie della “rete”. Il Panopticon che, teorizzato da Bentham, oggi è diventato quello di cui anche Bauman parla ed io ho voluto dipingerlo nell’omonimo brano. “Abiura” tratta di come i poteri vogliano soffocare il libero pensiero e la libera ricerca: sembrano questioni antiche ma in realtà non sono mai state superate. Altro argomento, in “Nature Obliteration”, è come la natura venga calpestata e cancellata per adattarla alle nostre esigenze. Questo è un modo per allontanarci dalle nostre origini naturali tendendo ad una artificializzazione che poi porta ad un ipotetico futuro dove non esiste più una individualità, ma tutto è condiviso in una rete neuronale globalizzata: “Bloodless” racconta proprio questo. “Anthropocentric” che ci racconta di come, nonostante il livello di conoscenza odierno, la nostra visione di ogni cosa sia spesso rimasta antropocentrica. Di fatto, questo viaggio filosofico porta in superficie il dualismo caratteristico dell'uomo: “natura e tecnologia” ed allo stesso tempo il dualismo, antico come la nostra specie, che nasce dall'uso positivo o negativo di quel che si può fare di scienza e tecnologia. Tutte cose che, di fatto, si intrecciano intimamente con la vita quotidiana di ogni persona. Gustavo è riuscito con grande capacità artistica proprio a mettere in luce questa coppia di dualità nella copertina dell'album. Spero che chi avrà modo di apprezzare la musica non si fermi al semplice ascolto, ma possa apprezzarne i testi. Voglio però evidenziare fra tutte “As A Son To His Father” che esce dal concept dell'album. Con queste liriche mi rendo portavoce del pensiero dei musicisti Death Metal con un tributo a Chuck Shuldiner. Nelle trame del testo si possono riconoscere molti titoli delle sue canzoni. In questo brano lui rappresenta appunto il “padre” artistico che ha lasciato una grande eredità a tutti noi figli di questo sfaccettato genere musicale che ha anche temi profondi da raccontare è non solo chitarre distorte, ritmiche pressanti e growls. Grazie Chuck!
8. Ora che "Metaphysincarnation" è stato pubblicato quali sono le vostre aspettative, speranze, progetti?
MICK: Aspettative in senso stretto non ne abbiamo moltissime. Non perché non crediamo nel nostro album, anzi, piuttosto è questo mercato che non promette più nulla. Per cui sicuramente la mia speranza è che il nuovo Metaphysincarnation venga apprezzato e che il calore dei fan cresca e ci dia la scintilla per poter uscire poi con un terzo album. Anche perché qualche nuova ideuzza ci sarebbe. Progetti mi piacerebbe farne, e vorrei poterti dire che abbiamo in programma una gran serie di live, ma non è così. Per ora abbiamo qualche data già fissata, stiamo organizzandoci per l’autunno e speriamo di portare la nostra musica lungo tutta la penisola e magari anche in giro per l’Europa.
9. Grazie per l'intervista!
Grazi mille a te ed un grande grazie ai nostri fan: questo album è dedicato a voi che lo avete chiesto così fortemente!!!
CONTATTI:
facebook.com/Electrocution.band
reverbnation.com/electrocution
ELECTROCUTION line-up:
Mick Montaguti - Chitarra, Voce
Alex Guadagnoli - Chitarra
Max Canali - Basso
Vellacifer - Batteria
RECENSIONE:
ELECTROCUTION "Metaphysincarnation" CD 2014 - aural music | goregorecords
martedì 15 luglio 2014
Recensione: TREHA SEKTORI "Severh Sehenh"
CD 2014 - cyclic law
Il nuovo capitolo del progetto TREHA SEKTORI non deve essere ignorato dagli amanti delle atmosfere dark ambient di qualità. Avevo già esposto le mie considerazioni positive sul progetto, sia in sede di recensione che nell'intervista fatta tempo fa al compositore Dehn Sora, perciò oggi la mia opinione non cambia di una virgola. "Severh Sehenh" racchiude del materiale davvero accattivante che l'artista francese presenterà in sede live... quindi potete ben immaginare quale sia lo scopo in 36 minuti di musica, concepita esclusivamente per fare presa sullo spettatore. Mentre si ascolta l'intera opera la mente viene congelata da uno stato di trance permanente che proietta l'anima in un labirinto sconfinato, una trappola nella quale si è costretti a rimanere legati. Questo è l'esito finale... mai prevedibile né programmabile all'origine, così travolgente e potente da porre le considerazioni della propria assurdità come una vera ragione imprescindibile. Da acquistare a scatola chiusa. Pubblicato dalla label canadese Cyclic Law.
Contatti: trehasektori.com
TRACKLISTING: Severh Sehenh
domenica 13 luglio 2014
Recensione: † † † CROSSES "Crosses"
CD 2014 - sumerian records
Chino Moreno (Deftones) † Shaun Lopez (Far) † Chuck Doom hanno dato alle stampe un prodotto assolutamente interessante ed intenso, pregno di quei contenuti / simboli indispensabili all'ascoltatore per addentrarsi con la giusta motivazione all'interno del concept programmato dai tre musicisti americani. Il flusso elettronico che caratterizza ogni singola traccia è magnetico, affascinante, 'dark', quindi, possiede tutte le componenti per fare presa già a primo giro. Tutto si svolge in maniera immediata con una teatralità che si dirama in uno spazio stretto assuefatto da atmosfere trip - hop e industrial capaci di far emergere il dramma presente nella loro musica. L'utilizzo di synth oscuri ha segnato pesantemente il passo dei suoni e li caratterizza fin dalla traccia di apertura "Thick Is A Trick". La timbrica di Moreno si sposa a meraviglia con le note del disco e non poteva essere diversamente vista la caratura/versatilità vocale del noto frontman di Sacramento (coinvolto in altri progetti quali Team Sleep e i più contemporanei Palms). Questi † † † (CROSSES) potrebbero alleviare alcuni mali/cicatrici interiori solo se ascoltati con attenzione e con la giusta predisposizione mentale. Consigliati a quanti amano il silenzio e vivono ritirati in cerca di solitudine. Un album Notevole ed Ispirato che non si può fare a meno di confrontarlo con alcune sonorità dei Nine Inch Nails, Depeche Mode, poiché il songwriting e l'effetto psicologico hanno una stretta analogia!
Contatti: crossesmusic.com
TRACKLISTING: This Is a Trick, Telepathy, Bitches Brew, Thholyghst, Trophy, The Epilogue, Bermuda Locket, Frontiers, Nineteen Ninety Four, Option, Nineteen Eighty Seven, Blk Stallion, Cross, Prurient, Death Bell.
sabato 12 luglio 2014
Recensione: GOATWHORE "Constricting Rage of the Merciless"
CD 2014 - metal blade records
Ne hanno fatta di strada gli americani GOATWHORE, guidati dal frontman L. Ben Falgoust II (Soilent Green) e dal chitarrista Sammy Pierre Duet (ex-Acid Bath, ex-Vual...). Una cosa è certa: i Nostri non vogliono mollare la presa e questo sesto capitolo non deluderà quanti sono appassionati della band della Louisiana e delle sonorità thrash/black metal dei tempi che furono. Non ci troviamo di fronte a dei mostri sacri ma si può dire che i Goatwhore, facendo leva sulle loro buone produzioni sono riusciti
a colpire dove altri hanno fallito. Le capacità di questi musicisti sono indiscutibili e vanno a favore di un songwriting tagliente, ermetico e ben arrangiato. Portare avanti un certo discorso musicale non è mai del tutto facile quindi vanno espresse le giuste parole per rendere giustizia alla band, una tra le poche a seguire con validità la rotta dettata dagli anni '80 (vedi Venom, Celtic Frost...). Il disco spacca e va subito al sodo, senza fronzoli, si smembra e si ricuce su dei riff che hanno fatto la storia del metal e pur non essendo originalissimi danno dimostrazione di forza e potenza, ancora una volta (ad esempio "Reanimated Sacrifice", "Nocturnal Conjuration Of The Accursed"). Non esitate, alzate il volume dello stereo e fatevi spazzare via dai furiosi demoni di New Orleans.
Contatti: goatwhore.net - facebook.com/thegoat666
TRACKLISTING: Poisonous Existence in Reawakening, Unravelling Paradise, Baring Teeth for Revolt, Reanimated Sacrifice, Heaven's Crumbling Walls of Pity, Nocturnal Conjuration of the Accursed, Schadenfreude, Externalize This Hidden Savagery.
mercoledì 9 luglio 2014
Recensione: MADBALL "Hardcore Lives"
CD 2014 - nuclear blast
Freddy C. e i suoi MADBALL sono tornati per ricordare a tutti il peso della loro musica. "Hardcore Lives" oltre ad essere il titolo di questo nuovo album (l'ottavo della carriera iniziata alla fine degli anni '80) solidifica la posizione che i nostri hanno guadagnato nel movimento del NYHC che si rispetti (insieme ai vari Agnostic Front, Sick Of It All..). Il carattere della band rimane solido e compatto, per questo motivo non si evidenziano segni di cedimento o altro che possa compromettere la mia opinione personale. L'impatto riesce a convincere fin dalle prime note espresse nell'intro strumentale che apre il lavoro. Tutto ciò che ha reso celebre il sound dei Madball qui si amplifica all'ennesima potenza/forza e, basta selezionare solo pochi pezzi per approvare la sostanza espressa su disco fisico. Non mancano alcune collaborazioni di prestigio (Scott Vogel dei Terror si dimena in "True School" mentre l'indiavolata Candace dei Walls of Jericho sputa la sua rabbia nella violenta ed essenziale "Born Strong"). Se vi aspettavate particolari cambi di rotta o mutazioni più commerciali dovete lasciar perdere perché i 4 continuano a prenderci a pugni in faccia e ancora una volta lo fanno con convinzione. I fan del gruppo di New York possono riutilizzare le cazzottiere per lanciarsi in battaglia. Una piacevole riconferma.
Contatti: facebook.com/madballNYC
TRACKLISTING: Intro, Hardcore Lives, The Balance, Doc Marten Stomp, DNA, True School (ft. Scott Vogel of Terror), The Here and Now, Nothing to Me, My Armor (ft. Toby Morse of H2O), Beacon of Light, Born Strong (ft. Candace Kucsulain of Walls of Jericho), Spirit, Mi Palabra, NBNC, For the Judged.
sabato 5 luglio 2014
Intervista: SITHTER - "MARCI FINO AL MIDOLLO"
PESANTI, SCHIETTI ED OPPRESSIVI... QUESTI SONO I GIAPPONESI SITHTER. UNA BREVE INTERVISTA PER PRESENTARLI AI LETTORI DI SON OF FLIES WEBZINE. IL LORO ALBUM DI DEBUTTO PIACERA' AGLI AMANTI DELLO SLUDGE DOOM FEDELE ALLA SCUOLA EYEHATEGOD.
1. Com'è nata l'idea di formare i SITHTER nel 2006?
- In passato suonavo in una band doom / sludge chiamata PSYCHOTOBLACK, esattamente dal 2000. Poi, gli Psychotoblack si sciolsero nel 2006. Ero alla ricerca di un nuovo gruppo insieme al chitarrista Hazama. Incontrai Chie, una ragazza che suonava il basso ed è così che formammo i Sithter, con l'aggiunta di un batterista. Rispetto agli Psychotoblack, i Sithter sottolineano maggiormente il lato più PUNK.
2. Il vostro album di debutto si intitola "Evilfucker". Puoi presentarlo come ti pare. Lo trovo intenso e aggressivo...
- Per quest'album volevamo lavorare dando un accento sull'aggressione e sul male. Mi fa piacere quando l'ascoltatore viene trascinato dallo stato d'animo malvagio.
3. Il suono dei Sithter è influenzato da band estreme come Eyehategod, Crowbar, i primi Melvins... C'è qualche verità in tutto questo, e come siete arrivati a questa fusione di suoni?
- Io Amo gli EYEHATEGOD. Rimasi scioccato quando ascoltai per la prima volta il loro materiale. Mi piacciono i primi MELVINS. Mi piace anche il dolore degli Iron Monkey. Adoro il punk dei '70 ed '80. Al contempo, io sono innamorato del punk giapponese degli anni '80. Mi reputo un metallo però faccio in modo di non esserlo troppo mentre compongo una qualsiasi canzone.
4. "Evilfucker" è caratterizzato dalle tipiche oppressioni dello sludge / doom metal. Puoi dirmi di più sui vostri brani?
- Siamo Sludge / Punk. Non inseriamo noiosi solos di chitarra... Suoniamo a piena potenza utilizzando semplici strofe.
5. Cosa ha ispirato il titolo dell'album e le lyrics?
- Io amo i film horror. Sono stato ispirato dal titolo di "Evildead". I testi sono ispirati da film e romanzi. Ho scritto i testi delle canzoni attingendo nella vita quotidiana, nella rabbia, nella tristezza, nella morte.
6. C'è qualcos'altro che vorresti aggiungere?
- Ringrazio tutti quelli che hanno ascoltato l'album! Ci piacerebbe suonare al di fuori del Giappone! Grazie!
CONTATTI: facebook.com/Sithter - badroad.bandcamp.com/evilfucker
SITHTER line-up:
Gu/Vo..Hiroyuki Takano
Ba..Wahei Gotoh
Dr..Takefumi Matsuda
Gu..Hyo"Noise Fucker" Kagawa
RECENSIONE:
SITHTER "Evilfucker" DIGITAL ALBUM | CD 2004 - bad road ces
giovedì 3 luglio 2014
Recensione: WORDCLOCK "Endless"
DIGITAL ALBUM 2014 - cryo chamber
Il flusso ermetico concepito dal compositore Pedro Pimentel - WORDCLOCK - riesce a trasportare lontano la mia mente, dove non servono strade... ma solo sentieri immaginari ed infiniti da percorrere esclusivamente con gli occhi chiusi e con la giusta spinta emotiva. La musica di Pedro è piena di emozioni e vibrazioni ed è l'emanazione di queste componenti che va esaltata. "Endless" è uno degli album più belli ascoltati di recente nel campo del drone / ambient / instrumental e permette di riconoscere come per il musicista le note siano diventate l'elemento di raccordo tra il mondo reale e lo stato soggettivo dell'essere. Wordclock rende reale, nella sua espressione, il punto di contatto, altrimenti inafferrabile, tra l'intimità più vera dell'individuo e l'esterno oggettivo. Pimentel padroneggia le sue suggestioni con profonda consapevolezza al punto da rimanere sospeso in uno spazio che non ha vincoli o ostacoli. Le sonorità sono così ricche di improvvisi cambi di direzione da lasciare smarriti.
A tutto questo si aggiungono gli ottimi arrangiamenti ascoltabili negli otto pezzi. La traccia "Les Portes Du Silence" è davvero suggestiva. Da non perdere per gli amanti del genere. Un'altro bel colpo per l'etichetta di Simon Heath (Atrium Carceri / Sabled Sun).
Contatti: cryochamber.bandcamp.com/endless - facebook.com/Wordclock
TRACKLISTING: It ain't a bad place, It's late, Les portes du silence, Endless, Deeper, The night, Heart of a City, And then the dawn
martedì 1 luglio 2014
Intervista: THE FRANCESCO FONTE BAND - TRA FINZIONE E REALTA'
FRANCESCO E' UN CANTAUTORE DI ORIGINI SALENTINE ED E' IL FONDATORE DELLA CREATURA THE FRANCESCO FONTE BAND. UN ARTISTA CHE USA LA TESTA IN MODO GIUSTO, CHE SI FA TRASCINARE DAL CUORE, UN MUSICISTA DI QUELLI AUTENTICI, VISCERALI, APPASSIONATI... UN UOMO CHE HA LOTTATO DURO PER TUTTO CIO' IN CUI CREDE. LA SUA MUSICA RISPECCHIA A PIENO LA SUA ANIMA. NON IGNORATE IL SUO PERCORSO ARTISTICO PERCHE' HA MOLTO DA OFFRIRE SUL PIANO EMOZIONALE. UN APPLAUSO VA ANCHE AI MUSICISTI CHE LO ACCOMPAGNANO IN QUESTO VIAGGIO: IL BATTERISTA WAYNE CASSERLY ED IL NUOVO BASSISTA DOUGLAS WHEELER. CON PIACERE LASCIO A LUI LA PAROLA...
1. Ciao Francesco. Puoi darci qualche breve cenno di biografia dei THE FRANCESCO FONTE BAND? So che attualmente è entrato in pianta stabile un nuovo bassista...
- Ciao Christian, da tempo il bassista cambiava per cause esterne al progetto, fino a quando Douglas Wheeler ha impugnato il manico del suo basso senza nessuna esitazione e dubbio riguardo il futuro della band. Dopo Blue Omens (debut album con Roy Key al basso) nel Novembre del 2013 Arousal Addiction è stato "scagliato" da me personalmente online, quasi all'insaputa di Wayne e Douglas. Stavamo ancora lavorando su quelle registrazioni quando mi sono reso conto che la band si stava evolvendo
a dismisura, registrare un album intero sarebbe stato saltare una parte dell'evoluzione. Quest'anno 2014 abbiamo quasi concluso i live dedicati alla promozione di Arousal Addiction e proprio oggi un'altra proposta per un tour europeo da parte di un'agenzia. Nel mentre stiamo registrando...
2. Quanto è stato difficile per te partire dal Sud Italia (precisamente dal Salento) tanti anni fa per cercare di seguire la tua strada personale intraprendendo così una direzione artistica nella città di Londra? Ti ha aiutato il bagaglio culturale e la gavetta che avevi già affrontato nella tua Nazione d'origine? Conoscendoti di persona so che non ami scendere a compromessi...
- Nessuna difficoltà nel partire, la curiosità, la voglia di capire, di crescere in un mondo dove tutto viene posto in maniera da risultare irraggiungibile come viaggiare... incontrare gente, nuove culture mi ha fatto capire che le differenze sono tante e poche. Le persone cambiano a seconda di quello che gli viene insegnato e dall'ambiente che gli sta intorno. Con questo non voglio insinuare che l'essere umano non abbia una propria personalità, ma anzi, che fondamentalmente abbiamo tutti una personalità che poi viene modellata e a volte annientata da "sistemi" che incanalano le nostre energie a favore degli stessi. La mia difficoltà è stata ed è ancora oggi continuare a crescere interiormente e quindi non recedere, fare in modo di non cadere in canali che non mi appartengono. L'unica difficoltà è stata capire, che è un processo che non finirà mai e non importa dove sei, qualcuno potrebbe rubare a te stesso in qualsiasi luogo, in qualsiasi istante e perciò terminare la tua ricerca e crescita interiore.
3. Iniziamo approfondendo questo nuovo capitolo dei The Francesco Fonte Band, intitolato "Arousal Addiction". Quali sono le principali differenze con il precedente CD "Blue Omens" del 2011? Come si è evoluto il vostro sound?
- Abbiamo registrato Blue Omens live nello studio e abbiamo interpretato il tutto con dei suoni asciutti su dei pezzi che sarebbero potuti essere epici ed estremi, ma la scelta è stata di mantenere l'album sobrio per quanto abbiamo potuto. Arousal Addiction è un tunnel tra due ere, quella tra Blue Omens e l'era dell'estrema espressione di noi stessi che ancora deve arrivare... Ho usato dei beats elettronici mixandoli in maniera sperimentale quasi come per mandare un messaggio hai nostri ascoltatori dicendo che siamo in transito, stiamo viaggiando attraverso tutto per arrivare al risultato, di una lunga ricerca.
4. Perché il titolo "Arousal Addiction"? Ho come l'impressione che ci sia qualcosa di oscuro dietro di esso! Da cosa siamo assuefatti o dipendenti? Puoi approfondire il quadro generale del concept dell'EP?
- Quanto semplice, quanto complesso, siamo dipendenti e quasi annullati del tutto dalla tecnologia! Hai detto bene caro Christian 'qualcosa di oscuro'! Non sono contrario alla tecnologia o al progresso ma a mio avviso stiamo vivendo un periodo di regressione dovuto al sopravvento del virtuale sulla realtà. Questo non è progresso, questo e' annientamento delle comunità, delle tradizioni, delle culture, dei movimenti (quelli veri) ci siamo addormentati in un sogno (incubo) di massa. Dove sono le manifestazioni per strada per i nostri diritti? Eppure di abusi, problemi sociali, sfruttamenti, ingiustizie, guerre... credo ci sia l'imbarazzo della scelta... la gente non scende più in piazza, piuttosto firma delle petizioni su "Fakebook" e poi si dimentica... Il popolo non ha più voce ci hanno annullati più di quanto non lo fossimo già! Arousal Addiction è ovviamente un titolo che ha del metaforico ma che esprime a pieno tutto ciò.
5. Le canzoni di "Arousal Addiction" hanno una struttura molto ermetica, un timbro fluttuante e stellare, sembra di essere avvolti dalle tempeste di un universo parallelo... Trasmettete Pathos... Era un vostro obiettivo quello di concepire delle tracce più emozionali?
- Decisamente si! Nella fantastica recensione che hai scritto su Blue Omens avevi definito noi e la nostra musica viscerale ed è la verità. Anche usando dei beats elettronici non avremmo mai permesso alla dinamica elettronica di annullare la nostra entità e natura. Abbiamo perciò voluto esprimere la nostra sensibilità all'innovazione e dimostrare la nostra apertura mentale e disponibilità nei confronti del progresso (quello innocuo e positivo). Gli universi paralleli non contrastano la nostra realtà ma sono parte di essa e la completano.
6. All'interno della vostra musica è possibile ascoltare molte influenze sonore differenti, che vanno dal post rock all'elettronica, per toccare territori più sperimentali legati alla psichedelia... Il flusso è davvero accattivante... Sei d'accordo con me?
- Veniamo da esperienze musicali che coincidono alla perfezione e quindi spaziare tra i vari generi ci viene molto naturale, spontaneo... come spontaneo e stato il nostro ritrovarsi nella stessa band. Quando siamo in studio registriamo sempre e facciamo delle vere e proprie jam sessions e quello che esce fuori è sorprendente, l'intesa che c'è tra noi va al di là delle nostre aspettative, diventa un vero e proprio rito e apertura telepatica ad uno sfogo univoco e perfetto: pura psichedelia!
7. Il vostro "Arousal Addiction" gode della tua produzione. E' stato difficile occuparti della registrazione dell'EP? C'è qualcosa che non ti ha soddisfatto al 100%? Puoi dirmi qualcosa al riguardo?
- Avrei voluto dedicare più tempo al nostro mastering, ma sopravvivere e continuare ad essere produttivi oggi significa anche combattere contro il tempo e a volte bisogna sorvolare sul perfezionismo, godersi i risultati in qualche modo... "sopravvivendo" a questa lotta.
8. Quanto è importante tenere un proprio e riconoscibile sound? Vi sentite legati a qualche band in particolare? Cerco di essere più chiaro: Ci sono gruppi che agli inizi hanno lasciato un segno indelebile nel vostro background... Quel qualcosa che vi ha spinti poi a seguire la vostra personale strada.
- Avere il proprio sound è avere una presenza ben definita e quindi più incisiva. Ciò che viene in mente a chi ci ha sentito in studio mentre improvvisiamo o nei live dove non abbiamo avuto limiti di tempo e abbiamo potuto dilungarci... sono in primis Led Zeppelin, Pink Floyd, The Cure, The Doors, NIN, QOTSA... questi gruppi sono una forte influenza in quello che facciamo e nella filosofia con cui affrontiamo i live. Personalmente non saprei chi nominare, perché sarebbero troppe le bands.
9. Devo dirti che è stato difficile per me dipingere la copertina del vostro EP, proprio perché leggendo i tuoi testi percepivo una chiara profondità che meritava di essere rappresentata in modo particolare. Ho cercato di ottenere qualcosa che potesse far riflettere i tuoi seguaci ed ascoltatori... Spero di esserci riuscito :)
- Ciò che hai dipinto e grandioso! Una connessione che va al di là di quello che comunemente viene chiamata arte, tu sei un grande Artista e lo dimostri volontariamente e involontariamente, come è giusto che sia un Artista che fa' Arte vera!
10. L'essere inseriti dalla maggior parte degli addetti ai lavori nel circuito post rock, vi rende piena giustizia?
- Non saprei... forse si... ma i circuiti non mi hanno mai inspirato. E' bene riconoscersi in qualcosa ma meglio non diventarne schiavi. Bisogna ammettere che non saprei come altro definirci per ora se non post rock. Molti non sanno ancora dove incastrarci, in quale genere musicale, anche per questo per noi non è facile trovare dei festivals o un'etichetta che non si basi solo ed esclusivamente su precisi circuiti musicali.
11. Cosa pensi stia uccidendo il mercato dell'Arte e quindi della Musica in generale? Questa è un'epoca stuprata dall'abuso del free download! ...Pensi ci possa essere ancora spazio per il supporto fisico in futuro (CD, LP, CASSETTE...)? Te lo chiedo anche perché voi siete una band che fa sacrifici non indifferenti per sopravvivere nel circuito underground, portando avanti una certa mentalità DO IT YOURSELF ! Autofinanziarsi tutto non è per niente facile.
- Siamo sempre alle solite, tutto il business uccide qualsiasi forma di espressione artistica che non rientri nel commerciale, perché non produce soldi e quindi non serve al mercato. Il supporto fisico non potrà tornare importante e fondamentale come una volta, siamo continuamente stuprati e abusati da manovre economiche in forme diverse! Fortunatamente alcuni riescono ancora ad essere abbastanza sobri da comprare alcuni gadgets, merchandise e qualsiasi forma fisica per dare un sospiro di sollievo economico alle bands, perché è l'unico vero modo per farlo. Molti non sanno che diverse bands e parliamo di musicisti validissimi, a volte si ritrovano a suonare gratis e a pagarsi i propri drinks in alcuni locali delle grosse città. Parlo di Città che godono della fama di vetrine da esposizione per contratti discografici stratosferici, che attenzione, non esistono più, se fai musica alternativa. Questo è quello che accade. I musicisti sono tutti diventati dei piccoli commercianti per poter tirare avanti, bisogna sapersi promuove e vendere gadgets, se vuoi continuare a fare musica. Fortunatamente è tornato di moda anche il vinile e le cassette. Ma tutto con incassi molto irrisori.
12. In cosa ti aiuta l'essere parte dell'universo spirituale e musicale?
- Mi aiuta nel continuare ad esistere e cercare di comunicarlo a chi in qualche modo si sforza di capire ed essere vicino ad una visione chiara della nostra realtà. Sono un cantautore che cerca la verità. Io voglio capire che sta succedendo intorno a noi tutti, la musica era l'unico modo per poter fare protesta e uscire fuori dagli schemi, forse lo è ancora. Nel dubbio io continuo a scrivere fino a quando sarò cosciente della merda che ci circonda, fino a quando il vento mi soffierà via... come tanti altri! Godo della libertà di pensiero e parola, cosa che sta diventando sempre più rara tra la gente. La maggior parte delle persone ora più di prima ha paura di esprimersi di "parlare"... Io lo faccio spesso tramite i miei testi anche se vengono definiti astratti, cerco di esprimermi in maniera poetica e metaforica perché voglio anche colorare il tutto con lo stimolare l'interpretazione di chi li ascolta o legge. La musica mi fa' sentire libero.
13. So che siete impegnati nella scrittura del nuovo album... Puoi anticiparci qualcosa? Come suonerà?
- Sarà un album epico per noi, questa volta non ci tratterremo nello sperimentare, vogliamo farci del male e vendere di meno di quanto abbiamo fatto fin ora! Mi viene da ridere a pensarci, perché non ce ne frega un cazzo di diventare famosi! Credo sia la formula migliore per fare della buona musica!
14. Ho notato una buona costante sul fronte live... Avete diviso il palco con nomi di tutto rispetto. Ci sono date in previsione per l'estate?
- Abbiamo alcune date in Inghilterra, l'idea era di fare un tour europeo quest'estate ma è saltato, perché ci siamo decisi troppo tardi e i pochi promoters che abbiamo contattato per delle singole date anche in Italia, ci hanno un po' ignorati, non mi vergogno a dirlo perché probabilmente sono cosciente del fatto che ora come ora se fai merda suoni dappertutto altrimenti devi sbatterti e cercare le situazioni giuste. Siamo già molto impegnati con le registrazioni ed un cenno negativo da parte di chiunque è un motivo valido per noi per fanculizzare la possibilità minima e dedicarci al nostro nuovo album.
15. Ti faccio un'ultima domanda: L'umanità è ormai colpita costantemente dal "Martello dei Malefici", si parla spesso di complotti, illuminati, società segrete... di menti deviate capaci di manovrarci come delle pedine sacrificabili. L'uomo è succube di un sistema finanziario basato sull'inganno e finché non riconoscerà in questo sistema la fonte di tutte le miserie che esso genera, ne diverrà sempre più schiavo. L’equilibrio dell’ecosistema che ci ospita è ormai ammalato... che opinione hai tu di tutto ciò?
- Avvolte è davvero sconcertante conoscere la verità e spesso ci si sente meglio ad ignorarla. Con quante persone si può affrontare questo discorso? Troppe poche ancora! Molti ridono al riguardo e credono che sia pura follia...incapaci di osservare obiettivamente come tutto sia alla luce del sole. La gente fa finta di non sapere e intanto ci stiamo facendo schiavizzare ed uccidere poco a poco. Ma va bene così! l'importante è non crederci, farsi succhiare via il cervello dallo smartphone, da i vari networks, diventando sempre più isolati l'uno dall'altro, mangiare quanto più possibile cibo GM e le medicine prenderle per qualsiasi doloretto, altrimenti ci sarà la più grossa crisi del secolo. In tutto ciò poi da non dimenticare di farsi un prestito per pagare le tasse e sopravvivere, altrimenti "le banche che ci governano" come fanno a campare?! Mi dilungherei per ore su questa domanda caro Christian. Ci facciamo soggiogare da chi è al potere anche con "ammirazione nei loro confronti" perché vorremmo essere al loro posto..tutti vorremmo essere ricchi e potenti, invece di andare contro questo devastante sistema lo sosteniamo. Forza e voce al popolo a noi che crediamo di essere il popolo, ma siamo solo degli schiavi accecati da una ricchezza che non esiste, dall'ingordigia ora vendutaci dagli schermi. Viviamo nel virtuale e crediamo di essere ricchi ma siamo poverissimi, dentro e fuori, ci stiamo dimenticando della realtà. Siamo i deboli!
16. Grazie Francesco. Grazie per questa interessante chiacchierata. Progetti futuri? Buona fortuna!
- Grazie a te Christian e' sempre un gran piacere! Per il futuro ci sono tante idee, video, tour, fondere sempre di più la nostra musica all'arte visiva. Buona fortuna a te Christian per la tua fantastica webzine e il tuo ritorno in studio e spero presto sui palchi con gli stellari Slumcult
CONTATTI:
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THE FRANCESCO FONTE BAND line-up:
Francesco Fonte - Voce, Chitarra
Wayne Casserly - Batteria
Douglas Wheeler - Bsso
RECENSIONE:
THE FRANCESCO FONTE BAND "Arousal Addiction" EP 2013 - DIY