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sabato 28 giugno 2014

Recensione: DEATHBITER "New Songs 2014"
EP 2014 - autoprodotto




Gli ucraini DEATHBITER sono ritornati per prenderci a calci nel culo con il loro sound incazzato e violento, un mix letale che unisce l'impeto del più crudo powerviolence/grindcore e l'arroganza dell'hardcore/punk più schietto e sincero, quello che si ricollega alla scuola degli anni '80.
I membri del gruppo non hanno peli sulla lingua e sputano rabbia senza guardare in faccia a nessuno. Veloci, schietti, frenetici come il genere richiede. Pensando a dei margini di paragone direi senza ombra di dubbio i giapponesi S.O.B., gli americani Siege oppure Capitalist Casualties, ma anche i britannici Doom. I tre brani dell'EP sono brevi e puntano al sodo quindi si fanno ascoltare con molto piacere. Se amate questo tipo di note assassine non farete fatica ad apprezzare i Deathbiter. L'attitudine dei nostri è assolutamente sincera. Per ora teneteli d'occhio perché presto pubblicheranno un full-length di dieci tracce nel quale troverete Желание жить, Большая ложь e Усилия. L'old school è vivo! Potete ascoltarli dal bandcamp sotto indicato.

Contatti: 

deathbiter.bandcamp.com/album/new-songs-2014
facebook.com/deathbiterua

TRACKLISTING: Желание жить, Большая ложь, Усилия


giovedì 26 giugno 2014

Recensione: MASTODON "Once More 'Round the Sun"
CD | 2XLP 2014 - reprise records




I MASTODON nel corso della loro carriera (iniziata nel '99) non hanno mai avuto regole e per questo motivo sono sempre stati in grado di sfuggire a qualunque tipo di ghettizzazione stilistica. "Once More 'Round the Sun", nuovo album della band di Atlanta (Georgia-USA) di ascoltatori e fan ne stupirà parecchi. Ne sono certo! Inevitabile, d'altronde, visto che si tratta di un full-length che segna un ulteriore passo in avanti e che farà apparire 'datati' i precedenti lavori, quelli dalla vocazione più dura e metallica. Si, perché, qui a prevalere è la melodia, la stessa che in parte aveva contagiato il precedente "The Hunter" (2011). Questa è una formazione che ha saputo cambiare le regole del gioco senza perdere i connotati che valorizzano la propria musica, andando a ridefinirsi con la giusta flessibilità, tirando fuori il meglio di album in album. Oggi, le composizioni diventano più orecchiabili/accessibili e ben si adattano al concept lirico che avvolge l'intero disco. Ciò che ho sempre apprezzato di questi 4 esploratori americani è il loro coraggio, quel modo unico e indiscutibile di affrontare ogni sfida, modellandole con disinvoltura, determinazione! "Once More 'Round the Sun" è un fiume in piena che si ingrossa minuto dopo minuto, ascolto dopo ascolto, risultando dirompente, inarrestabile, ma controllato, perché viziato dall'abbondanza di passaggi meno stralunati e più immediati. Certo, si possono trovare gli elementi comuni con "Leviathan" uscito nel 2004 oppure con il mastodontico "Blood Mountain" targato 2006, però appaiono sicuramente meno preponderanti. Il feeling è sempre e comunque diverso per ogni canzone, quindi il flusso è incredibilmente dinamico. Pur trovandomi di fronte a del materiale meno contorto rispetto al passato non ho assolutamente intenzione di definirlo "commerciale". Entusiasmanti le prove vocali di Troy Sanders, Brent Hinds e del drummer Brann Dailor, il vero asso nella manica in brani quali "The Motherload", "Aunt Lisa", "Ember City", "Halloween"; allo stesso modo è maiuscolo il songwriting generato dalle diverse parti. Grande la prova di Scott Kelly dei Neurosis nella traccia conclusiva "Diamond in the Witch House". Il variopinto "Once More 'Round the Sun" ha il compito non solo di presentarci i Mastodon del presente, ma anche quello di tracciare una qualche coordinata per il futuro. Un gruppo dal carattere immenso e dalle risorse inesauribili. Un album da non perdere!

Contatti: mastodonrocks.com

TRACKLISTING: Tread Lightly, The Motherload, High Road, Once More 'Round the Sun, Chimes at Midnight, Asleep in the Deep, Feast Your Eyes, Aunt Lisa, Ember City, Halloween, Diamond in the Witch House.




mercoledì 25 giugno 2014

Recensione: DSA COMMANDO "Le Brigate Della Morte"
CD - DIY conspiracy




Se in questa decadente Nazione Italiana il genere Hip-Hop ha ancora un senso, beh... posso affermare senza nessun dubbio che i DSA COMMANDO lo rappresentano a pieno titolo! Attenzione, che nessuno di voi si azzardi minimamente a confondermeli, o peggio, paragonarmeli alla maggior parte degli sfigati presenti nel movimento citato poc'anzi. I ragazzi di Savona possiedono degli attributi veri e sin dalle origini hanno saputo tenersi distanti da ciò che può essere riconosciuto come 'mainstream', quindi, adatto ad un pubblico di basso profilo o adolescenziale. All'origine del CD "Le Brigate Della Morte" c'è il desiderio di fare il resoconto di 10 lunghi anni di attività e perseveranza, non solo, questa è anche una buona possibilità per assaporare quanto di buono siano stati in grado di proporre questi 5 ragazzi (ora in 4 dopo la dipartita di un membro ben rodato: Heskarioth). L'irruenza possente della protesta e della condotta sovversiva, risultano essere le chiavi di lettura per ognuno dei brani (sia dei vecchi che degli inediti recenti). Le visioni raccapriccianti
e acide generate da Sunday e dalle strofe / parole claustrofobiche dei guerrieri dietro al microfono sono cariche di pura energia velenosa che contagia inevitabilmente come un virus che scorre velocemente sotto il tessuto cutaneo. E' il miscuglio di tutte le forze contrastanti che si producono nell'esecuzione a tormentare l'ascoltatore, emozioni sentite, vive e non governabili in alcun sistema preordinato. I DSA non hanno rivali nella scena, non conoscono limiti e continuano a far respirare
la polvere a quanti si trascinano stanchi dietro le loro solide spalle. Collocandosi in questo orientamento, l'opera conduce in una dimensione diversa, ignota alle regole logiche convenzionali della comune realtà pratica. E non è un caso se io con la mia Son of Flies webzine ho preso parte alla coproduzione del disco. Avanti così Brigate della Morte!

Contatti: 

Sito Ufficiale: dsacommando.com 
Band: contact@dsacommando.com
Live: chris.dsabooking@live.it

TRACKLISTING: Intro, Funeral Commando, Le Brigate della Morte, Flashback, Rejects, Destroy the Enemy, Summer in Hell, Cane, Vedrai Camminare i Morti, Odio Puro, Centuria Assassina, Spread the Infection (feat. Gore Elohim), Savona Drug Music, Roulette Russa, Blitzkrieg










lunedì 23 giugno 2014

Recensione: HAEMOPHAGUS "Atrocious"
CD 2014 - razorback records




L'americana Razorback Records ha dato alle stampe il nuovo vagito dei palermitani HAEMOPHAGUS e devo dire che l'etichetta ha puntato bene le sue carte, visto che questi ragazzacci del Sud, sanno perfettamente come danneggiare l'apparato uditivo dell'ascoltatore appassionato di sonorità estreme fedeli al sound del vecchio death metal, quello che si fonde al retro thrash d'annata. Il songwriting oltre ad essere efficace, colpisce violentemente grazie a quelle scariche elettriche che riportano alla luce i tormenti di alcuni dei mostri sacri del genere: i primi Morbid Angel (quelli di "Altars of Madness" - 1989), i Carcass più marci e virulenti, gli Impetigo, gli intramontabili Autopsy, oppure gli Incantation di John McEntee (periodo "Mortal Throne of Nazarene" - 1994), infatti la traccia conclusiva "From The Sunken Citadel..." ne è la dimostrazione palese!!! Ascoltando attentamente la musica proposta dalla band siciliana vengono in mente anche Repulsion e i meno conosciuti Infamy (qualcuno ricorda il brutale "The Blood Shall Flow" del 1998 uscito per la spagnola Qabalah Productions?). Va doverosamente aggiunto che gli Haemophagus non devono essere visti come dei semplici mestieranti, perché in 10 anni di attività hanno accumulato esperienza e diverse releases di tutto rispetto, quindi, devono essere premiati per la dedizione e professionalità. Grazie a gente così convinta il Meridione continua a tenere alta la bandiera del vero Underground!

Contatti: haemophagus.bandcamp.com - facebook.com/Haemophagus

TRACKLISTING: Intro, Partying at the Grave, Atrocious, Exaltation for a Dying Victim, Dismal Apparition, Ice Cold Prey, Surgeon of Immortality (Alfredo Salafia), Siege of Murderous Beasts, Swollen With Parasites, Naked in the Snow, Choked on a Cadaver's Dick, The Honourable Society of Black Sperm, From the Sunken Citad.


domenica 22 giugno 2014

Recensione: SEPTIC FLESH "Titan"
CD 2014 - season of mist | prosthetic records




Ne hanno fatta di strada i greci SEPTIC FLESH, padroni di un percorso personale, incredibilmente lungo e longevo, segnato da ben 9 album messi in commercio dal lontano 1990 (anno della loro nascita). Artisti rodati che sorprendono attraverso un suono percussivo ed elaborato, musicisti che sanno lavorare con professionalità elegante e con piccoli espedienti di astuzia (che non guastano mai!!). Questo nuovo album "Titan" esplora sinfonie epiche che non mancheranno di fare breccia sui fan più esigenti, quelli che si entusiasmano soprattutto quando la musica riserva emozioni inaspettate e rivela una certa maestosità interiore. La visione speculare iniettata al songwriting aumenta tutto l'impatto delle tracce e già la prima canzone "War In Heaven" dimostra come i nostri abbiano lavorato meticolosamente sulle atmosfere per dare una buona ossatura di base al sound generato per "Titan" (...provate ad ascoltare ciò che i componenti della Filarmonica di Praga hanno architettato per "Order of Dracul", la bellissima "Dogma", oppure la terrificante e lugubre "Confessions of a Serial Killer"). Fortunatamente i Septic Flesh non rinnegano le radici del death metal e questo non fa che giocare a loro favore. Altra song interessante è "Prometheus", così oscura, brutale, apocalittica da non fare prigionieri. Questo è un disco davvero notevole che merita tutta la vostra attenzione. Pur non essendo io un appassionato di sonorità troppo pulite e chirurgiche devo comunque sottolineare il valore indiscusso di questa formazione. Grande ritorno!

Contatti: septicflesh.com - facebook.com/septicfleshband

TRACKLISTING: War in Heaven, Burn, Order of Dracul, Prototype, Dogma, Prometheus, Titan, Confessions of a Serial Killer, Ground Zero, The First Immortal.




sabato 21 giugno 2014

Intervista: TERRA TENEBROSA - "IL TUNNEL SENZA FINE"






I TERRA TENEBROSA SONO UNA DELLE FORMAZIONI PIU' INTERESSANTI ATTUALMENTE IN CIRCOLAZIONE. TUTTI I COMPONENTI CHE FORMANO LA LINE-UP SONO EX-BREACH (COME DIMENTICARE QUELLA BAND?!?!) E NON E' UN CASO SE GLI SVEDESI SIANO STATI IN GRADO DI CREARE QUALCOSA DI STUPEFACENTE, UN SOUND ACCATTIVANTE, TETRO E DANNATAMENTE MALATO. NON MI SONO FATTO SFUGGIRE LA POSSIBILITA' DI INTERVISTARE IL SINGER THE CUCKOO, VISTA LA RECENTE PUBBLICAZIONE DEL NUOVO EP DI DUE BRANI.

1. Ciao The Cuckoo. Grazie per avermi dedicato del tempo...

- Ciao. Grazie a te.

2. Siete stati coinvolti nel mondo della musica per molti anni. E' stata una decisione difficile per voi chiudere con il progetto BREACH nel 2001 ed esplorare un nuovo sound con i TERRA TENEBROSA?

- Breach kind of died out on it's own... E' stata una lotta per un paio di anni e dopo la registrazione dell'ultimo album "Kollapse" non ci fu nessun'altra scintilla. Dopo il live della reunion del 2007 mi sentivo completamente scarico e non avevo più nessuna intenzione di continuare a suonare musica. Decisi di vendere tutta la mia attrezzatura e mi ritirai da tutto ciò che aveva a che fare con la musica. Ma alla fine impugnai nuovamente la chitarra e cominciai a strimpellare delle vecchie idee. Iniziai a registrare della roba principalmente per sbarazzarmi di una specie di prurito che avevo da tempo e abbastanza presto quel materiale diventò il primo album dei Terra Tenebrosa.

2. Mi piace molto il vostro approccio alla musica, davvero particolare e creativo, tra l'altro il sound dei Terra Tenebrosa non si può facilmente catalogare! E' stato importante trovare un suono che si differenziasse da quello che avevate fatto in passato?

- Inizialmente, le prime tracce registrate per i Terra Tenebrosa erano state scritte per i Breach, ma non volevo che queste suonassero come una continuazione di ciò che i Breach avevano già fatto prima, così iniziai a sperimentare con dei sintetizzatori / campionatori, alla fine diedi forma ad un particolare stampo ed ogni traccia registrata portò alla luce un nuovo movimento sonoro sempre più lontano da quello dei Breach. Inoltre feci cadere ogni preconcetto suonando liberamente e senza imposizioni di nessun genere. Utilizzai qualunque idea che mi era venuta in mente in modo da non censurare me stesso. Nei primi periodi, i Terra Tenebrosa sarebbero dovuti essere un progetto interamente strumentale perché io pensavo più in termini di una colonna sonora per le canzoni e molto di ciò che sperimentai era musica ambient. Alcuni brani li ritenevo noiosi
e decisi di mescolarli con delle parti vocali più distorte. Volevo che la voce suonasse completamente disumana.

3. C'è qualcosa di inquietante e pericolosamente estasiante nella vostra ultima release " V.I.T.R.I.O.L. - Purging the Tunnels", ma su questo EP siete anche riusciti a preservare la vostra personale visione malata.

- Entrambe le canzoni erano degli avanzi delle precedenti sessioni di registrazione. "Apokatastasis" non si adattava a "The Tunnel" mentre "Draining The Well" era troppo lunga da inserire in "The Purging". Ma sono tutte e due coerenti perché entrambe le sessioni di registrazione
si fondono una nell'altra. Già prima che il disco "The Tunnels" venisse pubblicato avevamo iniziato a lavorare su "The Purging" e quindi il concept generale è lo stesso sia per l'album che per questi due brani.

4. Qual è il significato del titolo dell'EP e dei due titoli delle canzoni? C'è un tema o un concept dietro questo lavoro?

- V.I.T.R.I.O.L. è un motto alchemico che per me suona bene ed è così che involontariamente è diventato il concept dei Terra Tenebrosa. Evidenzia la ricerca all'interno dei tesori nascosti nelle parti oscure dell'anima e della psiche. "Draining The Well" si immerge nel pozzo della conoscenza nella mitologia nordica mentre "Apokatastasis" si basa sulla perfezione dell'anima. Tutti i testi dei Terra Tenebrosa ruotano più o meno intorno allo stesso argomento perché è una grande parte della mia vita quotidiana e inevitabilmente si riversa nelle parole. La ricerca della conoscenza, la raffinatezza di sé, l'esplorazione e l'integrazione di ogni aspetto dell'anima / psiche.



4. Il vostro stile musicale si è evoluto molto nel corso degli anni. Cosa ispira la creazione della vostra musica? Ci sono particolari sensazioni / emozioni, dalle quali si può facilmente trovare l'ispirazione?

- Non guardo alla musica di altri per trovare l'ispirazione. Naturalmente quello che ho ascoltato ha colorato la mia musica, ma non mi sforzo per trovare un sound particolare. Di solito cerco di tradurre certe emozioni o pensieri in musica, soprattutto quelli che provo durante la meditazione o quelli che alterano la mia coscienza in vari modi. Voglio che la musica abbia un suono onirico e allucinato. E non so se ci siamo evoluti così tanto tra i due album precedenti e l'EP. Come ho già detto prima un sacco di materiale per "The Purging" è stato registrato prima dell'uscita di "The Tunnels" e la differenza tra questi due capitoli venne fuori mentre si sceglievano i brani che sarebbero andati a finire sugli stessi. Con The Tunnels ho voluto creare un album omogeneo, volevo che fosse monotono e meditativo così le canzoni più veloci vennero salvate per il secondo "The Purging". Anche perché io non voglio fare lo stesso album per due volte, ogni release deve differenziarsi dalle altre.

5. Le copertine dei vostri album sembrano concentrarsi sempre su temi astratti. Qual è la guida dietro tale strano immaginario?

- Il protagonista sulle copertine è The Cuckoo. Ho fatto in modo che la sua maschera diventasse un effigie di qualcosa che ho visto nei sogni e nelle mie visioni. Così ho voluto che le copertine appartenessero ad un sogno e che in qualche modo riflettessero la musica. La copertina di "The Tunnel" non posso davvero spiegarvela. Abbiamo provato un sacco di cose differenti in quella prima sessione di foto. Gli scatti rispecchiavano la visione dei fotografi su ciò che sono i Terra Tenebrosa. Posso ritenermi felice di quell'immagine. Per "The Purging" ho avuto un idea precisa: The Cuckoo doveva essere accompagnato da gnomi, essendo gli gnomi elementi della terra, gli esseri del mondo sotterraneo e nella mia interpretazione di mondo sotterraneo sono le parti oscure della psiche. Sulla copertina dell'EP l'artista ha mescolato insieme la maschera delle due copertine semplicemente perché le tracce provenivano da entrambe le sessioni. Inizialmente non avevamo intenzione di suonare dal vivo, ma poi quando abbiamo deciso di farlo avevo bisogno di una maschera che mi permettesse di cantare, così mi affidai ad una mia amica che lavora in dei film e nel teatro. La nuova maschera in lattice venne realizzata e lei fece anche un paio di modifiche al disegno in modo da farlo funzionare.

6. Come hai visto cambiare la scena in Svezia dalla fine degli anni '90? Vedi qualche scintilla in quello che sta succedendo ora?

- Io davvero non ho idea. Sono irrimediabilmente introverso e non mi tengo aggiornato su quello che sta succedendo intorno a me.

7. Qual è lo stato attuale dei Terra Tenebrosa? Possiamo aspettarci un nuovo disco?

- Siamo attualmente in fase di completamento del nuovo album. Però non so quando uscirà. Stiamo trovando una nuova etichetta. Suoneremo qualche concerto in Svezia e Finlandia questo autunno e speriamo di fare un giro più corto nel sud dell'Europa.



CONTATTI: facebook.com/terratenebrosaofficial 


TERRA TENEBROSA line-up:

The Cuckoo
Hibernal
Risperd


RECENSIONE:
TERRA TENEBROSA "V.I.T.R.I.O.L." EP 2014 - apocaplexy records







giovedì 19 giugno 2014

Recensione: TOMBS "Savage Gold"
CD | 2XLP 2014 - relapse records




Gli americani TOMBS (con sede a Brooklyn, New York City) sono giunti al terzo album in studio, pubblicato dalla Relapse Records che, iniziò a coccolarli ai tempi del debutto "Winter Hours" (2009). Nell'estate del 2011 ebbi modo di vederli dal vivo al Cassiopeia di Berlino, mentre erano in tournèe con i nostrani The Secret e non mi erano dispiaciuti affatto. Devo dire che i nostri hanno capito una cosa importante: che se si vuole colpire l'ascoltatore in modo adeguato bisogna puntare su delle varianti vincenti e fortunatamente Mike Hill e soci sanno come gestire il proprio sound, a tratti influenzato dal ferale black metal scandinavo, anche se questa non è l'unica corrente stilistica trattata nel disco. La label li definisce black metal/dark-post punk. Beh, se devo essere sincero a me poco importa di un marchio creato a scopo di marketing. Quello che invece mi ha incuriosito veramente sono state quelle modulazioni ed incursioni poco americane e molto europee che, inevitabilmente li allontanano dalle movenze d'oltreoceano; ma sono altrettanto incisivi quando si trascinano nell'oblio più sconfinato, come nella song Severed Lives, caratterizzata dal cantato pulito e acido. Voglio dire, fa sempre piacere quando una volta ogni tanto escono dei dischi ben fatti come questo "Savage Gold", ed è altrettanto confortante per quanti amano tali sonorità. Forse, avrei fatto a meno di alcune ripetizioni eccessive, a parte ciò, ci troviamo di fronte ad un gruppo concreto che offre una proposta abbastanza onesta e competitiva. Vedremo cosa accadrà in futuro. L'album è stato prodotto da Erik Rutan (Hate Eternal, ex-Morbid Angel).

Contatti: tombscult.com - facebook.com/TombsBklyn

TRACKLISTING: Thanatos, Portraits, Seance, Echoes, Deathtripper, Edge of Darkness, Ashes, Legacy, Severed Lives, Spiral.




mercoledì 18 giugno 2014

Recensione: SLEEP PARTY PEOPLE "Floating"
CD 2014 - blood & biscuits




Arriva da Copenhagen il musicista Brian Batz, motore del progetto SLEEP PARTY PEOPLE. Nome che non delude sia sul piano vocale che strumentale. Davvero interessanti le soluzioni scelte dal compositore danese. Non è facilissimo entrare nell'ottica di "Floating" così su due piedi, proprio perché c'è poco da spiegare, in fondo questo lavoro è il risultato della comunione dei suoi intenti, delle sue ambizioni, artistiche ed emotive. E' un disco che fluttua in uno spazio fiabesco, contorto, uno scenario che trama qualcosa di inquietante minuto dopo minuto, mettendolo sotto gli occhi dell'ascoltatore più attento. Lo spirito evolutivo di Brian si spinge oltre le solite prevedibili note, estrapolando l'umore ambiguo che sta alla base dei 9 pezzi da lui composti. Il punto primario è quello di scatenare stati d'animo opposti. Personalmente lo preferisco quando si snoda su componenti più oscure e accattivanti ("In Another World"), meno quando si dilunga troppo sulle solite riverberazioni ("I See The Moon"). Siamo su territori distesi e dilatati, quelli cari agli islandesi Sigur Rós, Radiohead e agli esecutori contemporanei della Dream Pop, Shoegaze. Partendo da radici simili il ragazzo ha sviluppato un linguaggio molto particolare. Lasciatevi trasportare da questa strana entità europea.

Contatti:

bloodandbiscuits.bandcamp.com/album/floating
facebook.com/SLEEPPARTYPEOPLE

TRACKLISTING: Change in Time, Floating Blood of Mine, A Stranger Among Us, In Another World, Death Is the Future, I See the Sun, Harold, I See the Moon (feat. Lisa Light), Only a Shadow, Scattered Glass.


martedì 17 giugno 2014

Intervista: E-FORCE - "MENTI CRIMINALI"






IL GRANDE ERIC FORREST, EX-BASSISTA / CANTANTE DEI VOIVOD HA DECISO DI RISPONDERE ALLE MIE DOMANDE PER SON OF FLIES WEBZINE. E' STATO UN MODO PER APPROFONDIRE IL NUOVO ALBUM DEI SUOI E-FORCE. "THE CURSE..." TERZO CAPITOLO DELLA LORO CARRIERA, NON MANCHERA' DI MIETERE LE SUE VITTIME.

1. Ciao Eric. Grazie per la tua gentilezza, sono felice di intervistarti per approfondire il vostro nuovo album "The Curse ...". Beh... Come stai oggi? Attualmente cosa sta succedendo nel mondo degli E-FORCE?

- Ciao Christian è un piacere. Grazie per il tuo interesse. Tutto bene, mi godo il sole nel sud della Francia... Magnifico! Con gli E-FORCE abbiamo appena finito la prima parte del The Curse Tour, in tutto 20 date. Siamo stati in Polonia, Ungheria, Romania, Svizzera, Germania, Italia e altre. Il sostegno dei fan è stato ottimo! Inoltre è tutto pronto per i live in agosto / settembre / ottobre etc.

2 Prima di tutto. Come è andato il vostro ultimo tour?

- La prima parte del nostro "The Curse Tour" è andata molto bene. Abbiamo suonato in alcune città che non avevamo ancora visitato. Davvero molto bello, un modo per soddisfare i fan e la nostra cultura etc.... E' stato interessante visitale! Un'occasione per promuovere il nuovo album. Ai fan sembra piacere molto. In più, hanno potuto ascoltare un paio di canzoni dei Voivod ;)

3. Qual è stata la sfida più grande per te quando hai creato questa band nel 2001? Come ti è venuto in mente il nome E-FORCE?

- Ho iniziato dal nulla, per mantenere la barca a galla... Capisci cosa voglio dire? "E' più difficile di quanto sembri, si tratta di un lungo cammino quando si ha voglia di rock and roll"... \m/ Volevo continuare con il rock! In fondo, ho seguito il mio istinto e mi sono concentrato su come realizzare ciò. Finora tutto bene. L'ispirazione per il nome E-FORCE è arrivata da Away, Snake, Blacky, Piggy, Chewy, Jasonic etc. Quindi ho deciso di usarla per ragioni di marketing, in più continuo a suonare le canzoni dei Voivod, quelle che mi hanno visto coinvolto. Perché no? Capisci cosa voglio dire? I fan le amano!

4. Secondo me il nuovo disco "The Curse ..." suona molto più potente di "Modified Poison". È stata una decisione consapevole da parte della band?

- Grazie! Per gli altri album ho composto parte del materiale, ma su questo album, ho scritto tutto io. Ciò che senti è davvero quello che stavo provando in quel momento, suppongo. E' stato divertente, circa l'80% dei riff li ho composti con una chitarra acustica, che ci crediate o no... Il resto con quella elettrica e un basso. Non voglio scrivere lo stesso disco ogni volta... Anche se io cerco di tenere vivi gli elementi che creano l'identità degli E-FORCE... Ma questa ultima release è un po' più black/thrash and roll.

5. Come si è svolto il processo di scrittura e registrazione per questo album? Come si differenzia rispetto alle vostre uscite precedenti?

- Beh, come ho detto, io ho composto tutte le canzoni con l'aiuto del nostro pre-prod/assistant engineer Erika Keiger. Erika ha progettato le registrazioni del demo e questo ha funzionato :) Abbiamo registrato nei KROF13 studios a nord di Marsiglia (nel posto del nostro batterista) Krof ha fatto un grande lavoro. Per gli altri due album, la casa discografica ci ha anticipato dei soldi per le registrazioni, ma di questi tempi è molto molto difficile, quindi abbiamo dovuto optare per un deal che sa molto di DIY. Siamo riusciti ad affidare il mix a Friedrich Patrcick (Modified Poison) mentre la masterizzazione è stata affidata al mio buon amico Jean-Francois dei Katakylsm. Nella registrazione ci sono anche alcuni ospiti speciali: Vincent Agar (French Yngwie), Kristian Niemann (ex-Therion) e nientemeno che il mio amico Glen Drover (ex-King Diamond, ex-Megadeth) per distruggere un po'! Si può dire "shreddzilla"? Dovete ascoltate "The Curse..." non rimarrete delusi!

6 Parlando dei tuoi compagni di band: Come è stato lavorare con loro? Che tipo di impatto hanno avuto su questo disco?

- Krof è quello che è stato nella band da più tempo. Lui è un road warrior, un musicista davvero dedito! Non avrei potuto fare questo senza di lui! Noi siamo come fratelli. Gli altri due ragazzi Xav e Franck hanno aggiunto il loro naturale talento in modo onesto, c'è molto rispetto tra noi in modo che il lavoro venga bene... Anche i solos dell'album suonati da Xav sono molto buoni... con quel wha wha tipo Motorhead, insomma ha fatto quello che sa fare meglio! Krof è influenzato da Dave Lombardo e quindi era ovvio aspettarsi ciò che ha fatto ah ah quindi tutto bene!

7. Nella vostra musica c'è un misto di tanti suoni diversi, ma se dovessi identificare il vostro sound, cosa diresti?

- Hmm, buona domanda. Questo è difficile... potrei dire thrash and roll, se questo ha un senso. Gli E-FORCE hanno le radici nel thrash / power metal... mescoliamo Voivod, Witchery, a little cradle, CF, Slayer.... anche Exodus.

8. Pensi che questa tua coerenza ti dia un vantaggio creativo rispetto ad altre band?

- Beh, la mia prima release professionale risale a quasi 20 anni fa, quindi posso dire di avere un po' di esperienza. Per comporre belle canzoni ci vuole tempo, esperienza e perseveranza. Delle buone canzoni non cadono dal cielo, anche se a volte alcuni brani possono essere composti in circa 10 minuti e quando accade è abbastanza divertente. Forse io ho un vantaggio in qualche modo, ma sai una cosa? Per me non è una competizione, penso che ogni artista dovrebbe fare quello che sente indipendentemente da vendite e popolarità... Essere sempre onesti con se stessi, e ottenere un senso di soddisfazione durante la composizione o l'ascolto della musica.

9. Cosa ti ispira liricamente? C'è un concept specifico o un tema dietro "The Curse ..."?

- Sì, c'è. Originariamente l'album venne intitolato "Curse of the Cunt", ma la nostra etichetta (Mausoleum) mi chiese di modificarlo a causa di motivi di marketing, così lo cambiai. Il concept è: the power of the female race... e ciò che alcuni ragazzi (e alcune ragazze \m/) fanno per ottenere un pezzo della torta. Si tratta di tentazione / manipolazione / provocazione / intimidazione. Il bene, il male e le brutte tipologie di crimini passionali... l'amore / lussuria e tutta quella roba. Nella song "Perverse Media" parlo dello scandalo DSK ("awakened" is about the Tiger Wood$ story / "witch wrk) la storia di Phil Hartman... Il resto del disco potrà essere interpretato da chi ascolta. Insomma, percepire se ci si può ritrovare in situazioni simili ecc. Suppongo che si possano aggiungere molti nomi attinenti a questo concept... come, John Wayne Bobbit, Bill Clinton, Arnold Schwarzenegger, Oscar Pistorius... etc etc... ;) ha ha

10. Pensando al tuo passato con i Voivod: Cosa ricordi sulla scrittura e la registrazione di "Negatron" e "Phobos"?

- Un trascorso incredibile... I ragazzi mi lasciarono fare quello che ritenevo giusto e migliore... In modo naturale... Hanno portato fuori il meglio di me e viceversa. Abbiamo attraversato dei bellissimi periodi, davvero! Una vera educazione... Ho vissuto e imparato un sacco di cose con i Voivod, vero? A questo proposito, mi vengono in mente tanti ricordi, proprio in questo frangente... Ma forse scriverò un libro su tutto! ah ah

11. Quale sarà il futuro per te e la band?

- Noi suoneremo in un fest nel Sud Italia ad agosto, a settembre avremo 10 date in Spagna, 10 le date in Germania ad ottobre ed altre verranno confermate, faremo un altro album, poi, continuare a fare tutto ciò in loop per molto molto tempo ancora... :)

12. Beh, come fan, vorrei ringraziati per la tua musica, inoltre, voglio anche ringraziarti per aver trovato del tempo per rispondere alle mie domande. Buona fortuna Eric :)

- E' stato un piacere... Grazie mille Christian! Vorrei solo ringraziare tutti i nostri fan, sia quelli vecchi che i nuovi. E' possibile ottenere ulteriori informazioni sulla band tramite www.facebook.com/eforceofficial Potere guardare il trailer del nostro nuovo album tramite questo link... http://www.youtube.com/watch?v=z7GgHlrbaOk... e non e esitate a comprare il cd dalla Mausolem Records ;)) Grazie per il vostro supporto.

Cheers

Eric



CONTATTI: facebook.com/eforceoffical


E-FORCE line-up:

Eric - Voce, Basso
Krof - Batteria
Xav - Chitarra


RECENSIONE:
E-FORCE "The Curse..." CD 2014 - mausoleum records





domenica 15 giugno 2014

Recensione: STONEBURNER "Life Drawing"
CD 2014 - neurot recordings




Spesse volte l'affermazione "tale padre, tale figlio" non sbaglia e, in questa sede si va a scomodare un certo Scott Kelly, visto che nelle fila degli STONEBURNER milita il rampollo Damon Kelly. Quindi, era piuttosto scontato immaginarsi il tipo di sonorità presenti nel secondo album "Life Drawing" pubblicato da Neurot Recordings (tutto in famiglia). L'oscurità che pervade l'animo di Damon è molto simile a quella del padre che, sono certo sarà più di una semplice fonte di ispirazione per lui stesso e i suoi compagni di band. Buon sangue non mente mai! Ogni nota presente nel disco va a cucire delle trame precise, fitte, dai toni scuri, difficili da penetrare senza l'utilizzo dell'immaginazione. L'impatto emotivo del loro doom/sludge metal segna in maniera imprescindibile la buona qualità della musica. Estrapolare la sofferenza dalla sua parvenza naturale non consente di trasformarla in qualcosa di positivo, per questo il gruppo utilizza il tormento per alzare la soglia del dolore in chi ascolta. E' una battaglia che si svolge nel profondo dell'anima così i brani e i temi trattati diventano maschere d'orrore, vittime di una dimensione buia e fatale. Non ho nessun dubbio sulla validità del progetto, ma si può fare ancora di meglio per trovare una strada che allontani dalla densa massa coinvolta nel genere. Questo sarà il compito più difficile.

Contatti: facebook.com/Stoneburner.PDX - stoneburner.bandcamp.com

TRACKLISTING: Some Can, Caged Bird, Drift, An Apology to a Friend in Need, Pale New Eyes, Giver of Birth, Done, You Are the Worst, The Phoenix.


Recensione: INCANTATION "Dirges Of Elysium"
CD 2014 - listenable records




Gli INCANTATION di John McEntee sono una vera e propria istituzione nel circuito del death metal e la perseveranza / coerenza di cui sono muniti ha raggiunto livelli davvero apprezzabili. Ad ogni loro uscita i fan del genere non possono che ringraziare dimostrando una venerazione che non ha bisogno di particolari spiegazioni. Dopo 25 anni di onorata carriera, gli americani ci consegnano un'altra grande prova di carattere, posizionata sull'altare del maligno con una decisa autorevolezza. Questo "Dirges Of Elysium" è un concentrato di violenza che non deluderà quanti continuano a riservare profondo rispetto e amore incondizionato nei confronti della band. E va anche aggiunto con fermezza che nonostante abbiano affrontato varie vicissitudini (cambi di line-up, problemi interni, la scomparsa del precedente bassista Joey "Fingers" Lombard morto suicida nel gennaio '12, la dipartita del chitarrista Alex Bouks...), i demoni della Pennsylvania proseguono imperterriti per la propria strada maestra, sempre più forti, incisivi, sempre nel nome dell'onestà che li contraddistingue dal 1989. Il nuovo lavoro ruggisce subito dopo la lenta title track di apertura, ed è proprio l'assalto sonoro che caratterizza "Debauchery" a far capire che gli Incantation sono tornati per far male, come solo loro sanno fare. Le ritmiche rimangono sostenute per gran parte del minutaggio anche se come nel precedente "Vanquish in Vengeance" e negli altri lavori passati non mancano i momenti rallentati ed oppressivi, tipici della scuola fedele al doom metal ("Carrion Prophesy", "Charnel Grounds", "Elysium - Eternity is Nigh"). Il riffing di McEntee è sempre inconfondibile ed è questo suo particolare approccio allo strumento a rendere unica la sua creatura. Quello degli Incantation è senza dubbio un nome legato alla storia del genere e del metal estremo, un nome che regna sovrano nel tempio dei più grandi. Da gente così motivata bisogna solo imparare. Onore & Gloria!

Contatti: incantation.com - facebook.com/IncantationOfficial

TRACKLISTING: Dirges of Elysium, Debauchery, Bastion of a Plague Soul, Carrion Prophecy, From a Glaciate Womb, Portal Consecration, Charnel Grounds, Impalement of Divinity, Dominant Ethos, Elysium (Eternity Is Nigh).


venerdì 13 giugno 2014

Recensione: BORIS "Noise"
CD 2014 - sargent house




I giapponesi BORIS non sono di facile assimilazione e questo perché nel corso della loro lunga carriera (iniziata nel 1992) hanno esplorato un infinità di generi differenti a volte opposti ed egocentrici (psychedelic rock, punk, sludge, doom metal, drone, pop, noise, shoegaze, ambient...). Ciò che stupisce di questi 3 musicisti è la bravura con cui danno sfogo alla propria creatività, mai scontata e sopratutto prevedibile. L'effetto sorpresa è sempre li in agguato e il nuovo "Noise" non fa eccezione. Per certi aspetti tale lavoro rappresenta un ulteriore sconvolgimento nella materia strumentale e, capire come viversela è davvero impresa difficile ma non impossibile. Basta aprire i cancelli della percezione. I Boris non possono essere ascoltati con distacco. Dovete seppellire qualunque forma di pregiudizio per decifrarli al meglio, solo così potrete comprendere la natura instabile di una musica tanto eclettica, collaterale, avvolgente e viva; un flusso che a momenti si muove veloce e con 'urgenza' (..esempio sono le due tracce "Quicksilver", "Vanilla") in altri preferisce deviare improvvisamente verso sentieri tortuosi, servendosi di ingredienti più lenti e introspettivi (la bella "Ghost of Romance"). "Noise", indica un preciso spartiacque fra i Boris di oggi e quelli del prossimo futuro.

Contatti: boris.bandcamp.com/album/noise - facebook.com/borisheavyrocks

TRACKLISTING: Melody, Vanilla, Ghost of Romance, Heavy Rain, Taiyo No Baka, Angel, Quiksilver, Siesta


giovedì 12 giugno 2014

Intervista: Mitch Harris / MENACE - "OLTRE OGNI BARRIERA"






QUANDO HO VISTO MATERIALIZZARSI LA POSSIBILITA' DI INTERVISTARE IL GRANDE MITCH HARRIS, CHITARRISTA DEI SEMINALI NAPALM DEATH E MENTE DEL PROGETTO MENACE, ERO DANNATAMENTE FELICE ANCHE PERCHE' PER ME RAPPRESENTA QUALCOSA DI SIGNIFICATIVO... COME UN PICCOLO SOGNO CHE SI REALIZZA. DEVO DIRE CHE NON MI SAREI MAI ASPETTATO UN'INTERVISTA COSI' LUNGA E APPROFONDITA ED E' ANCHE PER QUESTO ASPETTO CHE SONO ENTUSIASTA, E NON POCO!!! MITCH SI E' DIMOSTRATA UNA GRAN BELLA PERSONA, DISPONIBILE, UMILE E GENTILE, UNO DI QUEI MUSICISTI CHE HANNO LE IDEE BEN CHIARE E CHE SANNO COME TOCCARTI IL CUORE. TROVATE IL TEMPO DI ACCOMODARVI PERCHE' VALE LA PENA LEGGERE CIO' CHE HA SCRITTO. UN GRANDE ONORE AVERLO SU SON OF FLIES WEBZINE.

Ciao Mitch. Voglio prima di tutto ringraziarti per la disponibilità, per aver accettato di rispondere alla mia intervista, e quindi dare ai tuoi fan italiani la possibilità di leggere un po' di più sul progetto Menace. Ti seguo da molti anni ormai e per me è un onore assoluto e un privilegio ospitarti su Son of Flies webzine!

1. Iniziamo subito! "Impact Velocity" è un full-length pensato per essere vissuto in pieno. Si tratta di un concept album? Oggi, ho riascoltato il disco due volte nella sua interezza e lo trovo veramente fantastico. A tratti mi da i brividi...

- Grazie mille per il tuo interesse Christian. Questo significa molto per me! E' incredibile sentirmi dire che hai avuto la pazienza di sederti ed ascoltare l'album per due volte in un giorno solo. Ho trascorso molte notti sul materiale del disco. Questo è quello di cui parla la canzone
"I Wont See The Sun"... Vivere in isolamento, dando un senso ad un puzzle gigantesco senza avere istruzioni \m/ E' più di un concept album, perché i concetti sono molto ampi. Potrei dire che il messaggio di fondo si basa sulla mia espressione vissuta attraverso l'arte, la grafica, e i domini sonori, dove l'unico limite è l'immaginazione. Il contenuto musicale enfatizza l'atmosfera che si è evoluta nella psiche, mentre i testi sono un diario pubblico che è diventato presto uno story board per creare aspetti visivi che rafforzano il feeling della musica e la forte corrente che spinge l'esperienza emotiva. Le lyrics ritraggono soggetti che hanno vissuto e superato delle perdite, abbracciando così un futuro di lieta sorpresa. Sono partito da zero con degli elementi, senza possedere mappe o confini. Ci sono anche degli altri fattori: astrologici, scientifici, applicati attraverso soggetti di fisica e filosofia, i risultati di tutte le curve di apprendimento della vita. "Impact Velocity" è il cuore della vita stessa, dove il tempo e il movimento sono parte di un'unica spirale nell'universo, contenente la creazione di sistemi stellari autonomi. Tutto è in continua evoluzione, come una condizione che si espande, una condizione causata dalla sola forza delle due parti che si scontrano una nell'altra, l'attrito e la massa che provocano una reazione a catena. L'energia viene rilasciata, e il moto avviene. Ci sono dei limiti e delle barriere, gli ostacoli e le minacce per la sopravvivenza. La vita era ed è tuttora, uno stato di protezione e sopravvivenza. Noi siamo i micro risultati di cause ad effetto, una reazione scaturita da ogni azione. Se applichiamo tutto questo alla vita, possiamo almeno seguire un percorso guidato dall'intelletto e dalla conoscenza carnale. Il punto è che alcuni hanno perso la strada. Forse questo album avvicinerà pochi individui, come fossero anime affini :) Gli obiettivi possono essere raggiunti attraverso i sentimenti e la creatività. E' qualcosa che tutti possiamo apprezzare, senza un particolare pubblicazione, ma si può anche implodere e perdere di vista l'obiettivo più alto.

2. Ho pensato a due parole quando ho finito di ascoltare questo disco: Riflessione e Reinvenzione.

- Sì, queste sono due cose fondamentali che tutti dovremmo prendere in considerazione quando passiamo del tempo da soli. Questo è un modo per spingersi in avanti, perché non si sa mai cosa c'è dietro l'angolo, e talvolta direttamente davanti ai nostri occhi. La vita è così fragile,
e anche brusca. A volte diamo per scontato la vita stessa e le nostre circostanze. La Famiglia è la mia unica preoccupazione, e questa mi guida verso la progressione e la sopravvivenza di una forma carnale fatta di pensieri spontanei, istintivi, di esperienza e di sentimenti viscerali. Non possiamo vedere, perché non siamo incoraggiati. Vediamo la vita dal di fuori, o la osserviamo da dentro guardando fuori? E' utile osservare entrambi i lati della medaglia man mano che procediamo. La progressione non può materializzarsi senza una profonda contemplazione, bisogna essere disposti a prendere un rischio e imparare dagli errori, imparare dal passato invece di vivere nel passato. Se ci concentriamo a sviluppare una visione chiara mentre la polvere si deposita intorno a noi, troveremo una direzione più ovvia, quella dal forte potenziale. Vivere ora, vivere il momento, cercando di fare la differenza, per quanto piccola o grande sia. Così un obiettivo è già raggiunto, e darà vita alla stimolazione e alla vibrazione del cuore di tutti noi. L'applicazione di questi aspetti della conoscenza è in grado di lavorare in ogni area della nostra vita. Ci sono molti sacrifici da fare lungo il percorso, ma tutto a vantaggio di uno scopo più grande. Superare gli ostacoli è un compito unico e solo così possiamo veramente fluire fino al punto in cui si incontrano i fiumi e l'energia, una risorsa infinita per un eventuale interrogatorio.



3. Questo progetto è certamente un nuovo terreno per voi. Sembra che il processo di scrittura dell'album e la registrazione in sé sia avvenuta molto lentamente...

- Sì, è così, in particolare gli aspetti vocali e la natura orchestrale delle composizioni. A volte è necessario percorrere il vecchio terreno prima di stabilire una nuova posizione, questo lo scopo principale. La song Everything and Nothing è stata la prima, successivamente Then I Won’t See The Sun, poi Malicious Code, arrivarono tutte nella stessa settimana nel 1997. Queste canzoni non si adattavano facilmente, ma mi perseguitavano per molti anni come un paradosso, come se avessi sentito davvero qualcosa attraverso di esse. Stavo sperimentando la perdita a quel tempo, in un momento di riflessione. Le canzoni avevano come un paesaggio specifico e scenico costituito da campi e montagne, così iniziai a fissare quella sensazione sconosciuta. A volte può essere edificante, e, talvolta, può essere spaventoso. Basta aprire gli occhi, come se lo si facesse per la prima volta. Personalmente mi sentivo così quando ascoltavo il CD "Homogenic" di Bjork. Mi ha davvero fatto aprire gli occhi, avevo molto in comune con la natura epica di quel capolavoro. Il Matrimonio e i figli, studiare i media, per insegnare in un eventuale college. Tutto è accaduto come desideravo, completando questa mia visione e portandola ad un punto di condivisione. Ogni volta che scrivo/registro, non voglio mai creare uno stile specifico, io sono più interessato alle note e alle melodie, quelle che possono rappresentare un mio specifico stato d'animo. Alcuni giorni può essere estremo, alcuni giorni auto-indulgente, romantico, come una colonna sonora, anche pop. Ascolto una vasta gamma di musica, non mi limito al metal e al rock. Ho sempre voluto combinare tutti questi elementi, tutto quello che mi piace nella mia musica. Il grande magico mistero al paradosso infinito era: "chi avrebbe cantato?" Chi sarebbe stato in grado di cantare queste parole che per me significano molto e sottolineano il collegamento più importante con l'ascoltatore. Dopo anni impiegati per la costruzione delle canzoni, la stesura finale ha avuto luogo nello stesso periodo di "Utilitarian" dei ND. Ho finalmente avuto lo spazio di lavoro in casa mia, il mio sogno iniziale, \m/. Poi, ho aperto la porta alla creatività, e ho cercato di farla fluire liberamente. 100 canzoni sono state scritte, e ne ho scelte 10 per Napalm Death e 7 per il progetto Menace, ed altra roba differente. Tutto ciò è più di una introduzione a quello che verrà. Ho iniziato a cantare di più in casa, quando i bambini erano a scuola, ed è così che mi è venuta The Wolf I Feed, brano dei Napalm. In studio, ho fatto una guida vocale per Barney, e poi a Russ e Shane è piaciuta troppo, quindi siamo stati d'accordo con essa. Improvvisamente ho avuto un grande senso di realizzazione. Ho iniziato a trovare un modo di scrivere melodie vocali su certi tipi di accordi e arrangiamenti. Allora sono passato attraverso tutto il materiale, alla ricerca di accordi del genere, perciò la direzione da seguire era chiara. Inizialmente ho pensato che lo scream fosse come un processo dinamico. Ho provato, ma sembrava per lo più invadente, fuori luogo, non si adattava al genere. Insomma l'atmosfera era pronta, avevo solo bisogno di qualcosa per evidenziarla, rendendo le parole più chiare, e per me fu modo nuovo di comunicare, così decisi che valeva la pena provare. E' stata certamente una vera sfida, e anche un rischio, ma ciò mi attraeva, così ho cercato soprattutto di trovare la passione dietro le parole. Volevo e speravo che tutto sarebbe stato ok per Russ Russell, il miglior produttore sulla Terra. E' come un fratello vero, una delle persone più vicine a me e una delle persone più creative che io abbia mai incontrato. Lui mi ha trasmesso la fiducia di cui avevo bisogno per imparare e applicare il mio approccio spontaneo e istintivo all'esplorazione. Io credo che si debba sempre cercare l'anima nelle cose e perciò fare quello che veramente ti fa godere. Potrebbe servire una vita per raggiungere un vero obiettivo, un vero impegno e sacrificio. Seguendo il percorso fino al raggiungimento della soddisfazione può aprire solo delle porte. Se si dedica la vita a qualcosa, è meglio che sia qualcosa di importante. Questo non è un mondo che posso vivere per
24 ore al giorno, ma opero in esso solo quando sento di voler far uscire qualcosa, in qualunque forma. Sono fiero di avere una band di talenti, un gruppo di cari amici e musicisti, una famiglia, tutti hanno fatto si che i miei sogni prendessero vita. Hanno tutti giocato un ruolo enorme in questo. Amare, condividere e interagire, è un principio comune, un terreno comune. Ora, si passa al passaggio successivo, i concerti dal vivo, e rendere visibile ciò che è rimasto nei piani psichici per troppo tempo.\m/

4. Puoi parlarci del titolo del disco?

- Stavo guardando uno dei miei programmi televisivi/film preferiti del momento, LOST. C'era una scena in cui veniva trovata una valigetta nei pressi del relitto, e non poteva essere aperta. Poi, John Locke è entrato in scena e con voce severa disse IMPACT VELOCITY, The sheer force of two things colliding into each other is the only thing that will open that case. Sembrava come se stesse parlando a me, \m/ ero come, OMG, insomma valeva per me e per tutto quello che stava succedendo, la mia vita, il mio rapporto, la mia famiglia, la mia musica, i miei obiettivi. Ho preso nota di questa cosa, e rimasi convinto su questo per anni, poi ne ho parlato un paio di volte con Barney, ma per me questo restava qualcosa
di personale, qualcosa di natura descrittiva, univa scienza e filosofia, come un'installazione artistica. Mi ha soddisfatto, mi ha fatto pensare, era stimolante, possedeva contenuti e sostanza. Dovrò fare qualcosa di speciale, qualcosa di curioso, qualcosa di sconvolgente, come una più complessa equazione con un risultato che non ha nulla di ovvio. Per la copertina, la parte più difficile è stata catturare e visualizzare con chiarezza la sensazione di fondo dell'album, qualcosa che mettesse in evidenza, in una sola immagine, quello che racconta la storia, come fosse l'introduzione di un risultato sconosciuto, ma interessante.

5. Nella tua musica ci sono alcune somiglianze evidenti con i Mastodon e i Rush... ma quello che trovo sorprendente è che il materiale su questo "Impact Velocity" è davvero molto personale, lisergico e vivo... Un buon lavoro con un sacco di "dinamica" nella musica, nel senso che, suona molto potente e molto diverso... La tua musica è incredibile!

- Grazie Christian! E' bello sapere che si può vedere il lato progressivo delle mie cose, notando anche le dinamiche di esse. Queste dinamiche in generale richiedono una certa disciplina, rendendo tangibile lo spazio per il messaggio chiave della canzone. E' un altro paradosso quando ci sono chitarre distorte, un fottuto e consistente drumming, un basso potente/distorto, archi, violoncello, violino, synth, sci fi, sub bass. Molti di questi strumenti funzionano sulla stessa frequenza, quindi è difficile presentarli nel mix. Abbiamo perciò deciso quale sarebbe stata la caratteristica fondamentale, perché ogni cosa doveva avere il suo posto ed uno scopo speciale. Ho ascoltato la crescita dei Rush, e un sacco di altre cose, anche roba indie, musica elettronica e soprattutto il materiale dei Beatles che era ed è ancora un enorme ispirazione. Ci sono un sacco di elementi nel progetto Menace e molti generi si combinano in qualcosa di personale.



6. Il progetto Menace non è solo heavy. La musica è piuttosto intensa ed emotiva... Molti dei testi sembrano basati su personaggi e ambientazioni specifiche. Quando scrivi sono queste le cose che utilizzi come punto di partenza?

- Mi interessa il modo in cui è scritta la storia, guardandola anche dal punto di vista degli ascoltatori. Così l'ascoltatore è il soggetto in una esperienza, in una ricerca interiore, in cui si cercano delle cose: la musica, la potenza, l'energia, si completano a vicenda in modo da avere un collegamento. Gli ascoltatori cercano delle cose che li riguardano,
la loro vita, i loro ricordi e il futuro. Il processo decisionale, le domande senza una risposta, i sogni, è tutto lì. Queste sono le cose che veramente contano per la mia felicità. Le persone che tieni a cuore, anche di questo parlano i miei testi. Le parole non dette, i rimpianti, i giri di parole, le cose incompiute. Anche se molti dei temi che tratto si applicano alla mia vita, ed è da lì che ho raggiungo un qualcosa per uscire fuori. E' personale, ma abbastanza vago per creare dell'arte in un solo senso, quindi di che c**** si tratta in realtà? E' stimolante sapere se quanto fatto piacerà o non piacerà, se la gene sarà pronta per questo, o no, se vorranno saperne di più su questo o no, categorizzando tutto in un luogo nella memoria o nel cuore. \m/ Che strano modo di guardare le cose. Che cosa è l'arte e l'espressione in realtà? Tutti noi abbiamo delle opinioni, perciò questo è un po' diverso rispetto alla formula media, si va verso le profondità meno scadenti.

7. C'era qualche improvvisazione in questa nuova registrazione?

- L'intero album è stato tutto improvvisato. Ogni aspetto di esso dai riff, i testi, le lyrics, i beats di batteria, le tastiere ecc fino alla costituzione di una base stabile per ogni canzone. In realtà non so quello che funzionerà, me ne accorgo solo quando ascolto, lo so che cosa è necessario, e mi avvicino alle cose in modo da catturare l'essenza delle registrazioni. Nicola Manzan, un vero amico e genio creativo, ha preso quello che era lì e lo ha composto in una formula classica. Sono rimasto senza parole. Ha organizzato tutti i suoi strumenti in modo che potessero catturare un'atmosfera classica ed orchestrale. Most of us just jam and record. Si preme il pulsante rosso, e si parte. Io lavoro in modo che le canzoni restino nella mia testa e sai perché? Perché per esempio il riff di I Live With Your Ghost mi perseguita quando dormivo. E' come una benedizione o una maledizione, \m/ ma non mi interessa, valeva la pena dargli un seguito.\m/ Poi, qualcosa di strano mi capita quando sono vicino all'acqua. Per qualche ragione, il flusso dell'acqua ha a che fare con la memoria. Ho sempre trovato qualcosa mentre lavavo i piatti, quando facevo la doccia, mentre nuotavo, oppure quando ero in piedi vicino ad un fiume... in quelle circostanze alcune canzoni lampeggiano sempre nella mia mente come una colonna sonora. Ci sono flashback di persone, ricordi, luoghi o di un ricordo improvviso. Ciò è un vantaggio, io non chiedo nulla, ma certamente cerco di analizzarlo. La gente potrebbe pensare che sono un tipo eccentrico, \m/ questo non mi preoccupa.

8. Come ti sei sentito nel suonare queste canzoni con i tuoi compagni di band (Shane Embury, Nicola Manzan, Derek Roddy, Fred Leclercq?

- For me the entire things was such a massive past of my life. Io sono così fortunato ad aver collaborato con delle persone che sanno molto di più sulla musica di quanto ne sappia io, mettendoci energia e passione in quello che significa il mondo per me. Per quanto mi riguarda è stato un processo di apprendimento psicologico, e tutti loro sapevano quanto fosse importante per me questa cosa, a livello personale. Hanno davvero sentito qualcosa in ogni nuovo aspetto che veniva aggiunto. Tutto il sostegno offerto è davvero rassicurante perché sono veri amici oltre che compagni di band, questo sostegno è stato importante per ciò che stavo veramente vivendo. Mi hanno aiutato quando avevo delle domande e idee, e senza l'interazione tra noi, il lavoro non sarebbe stato percepito come una vera e propria dimensione, sarebbe stato un disastro totale del sogno di un uomo, \m/ E' stato davvero gratificante il rafforzamento della fiducia reciproca, una vera e propria esperienza produttiva della mia vita. E' un ottimo punto di partenza. Sapere che tutto è possibile solleva di certo l'autostima. Sono davvero curioso di vedere quanto lontano possiamo arrivare se dovessimo suonare dal vivo. In questo disco ho messo troppa passione, tanti pensieri ed energia per lasciarlo solo scivolare via.

9. Hai collaborato con un grande artista (Adrien Bousson) per creare la copertina dell'album. Come sei arrivato a lui?

- Adrien è un vero artista, Micheal della Season of Mist mi ha suggerito di rivolgermi a lui. E' stato difficile fino a quando lui è riuscito finalmente a sentire l'album finito, perché nessuno, me compreso, sapeva come avrebbe suonato. Adrien è incredibilmente al di là, si dedica, e per questo tutto funziona con tanto sentimento. Ha lavorato duro insieme a me. Tra l'altro io non sono una persona facile da affrontare, \m/ a volte presentavo troppe idee differenti, e aspettavo che anche le persone di maggior talento potessero sapere che cosa dovevo fare con esso. Si può anche lavorare contro di me, e confondere le cose e le persone, anche gli amici. \m/ Ho imparato che non si può fare tutto in una sola immagine o dire tutto attraverso un titolo, un'immagine o un logo. Adrien in qualche modo ha trovato il metodo per dire tutto. E' solo uno dei miei pezzi d'arte preferiti che va in linea con gli interessi personali e obiettivi comuni. Il booklet da il senso a quello che ho voluto creare, una sorta di aura, una proiezione del pensiero e della percezione che continua fino alla fine, evidenziando ogni aspetto di esso, attraverso la stimolazione visiva. Per me è importante che ogni immagine dica più di 1000 parole,
un po' come accade in questa intervista nella quale ogni domanda genera 1000 parole, ahahahahahaha.



10. Ho visto che hai fatto qualche video promozionale per questo album. Qual è stata l'ispirazione dietro le immagini?

- Mia figlia Sequoia ed io stavamo cercando qualcuno attraverso un forum di animatori del college. La Season of Mist mi ha offerto un piccolo budget per un video, così ho capito che dovevo trovare un artista di talento, creativo e appassionato nel suo modo di raccontare, qualcuno che crede in quello che sta facendo, e vuole collegare il significato dei testi ad una tavola che racconta visivamente. Abbiamo trovato un sacco di gente, e li ho contattati. Amit Tishler era un ragazzo di Los Angeles. Era un grande fan della musica, e quando ha sentito le mie voci finite sapeva esattamente come avrebbe presentato la storia. Io sono abile con
i media, e volevo davvero sviluppare il carattere di Menace, un soggetto unico che poteva essere il punto focale e la mascotte in grado di poter sventolare la bandiera dei Menace. I testi semplicemente coesistono con un anima gemella, un compagno, un amico dell'università. Dove una volta c'erano legami, ora ci sono solo barriere, incertezza e tanto disagio. Sequoia, mia figlia, lei è stata lì per me in ogni passo del cammino. Voglio dire, lei aveva 2 anni quando ho scritto i primi 3 brani, è stata una dei primi fan. Ha fatto parte del video, e addirittura mi ha aiutato a restringere i testi. Mi ha anche fornito il concept per POSITRON. Lei è una cantante talentuosa, ha cantato per la City of Birmingham Sympony Orchestra. Volevo davvero che contribuisse da qualche parte sul disco. Il fantasma aveva un significato reale per lei, così ha scelto il duetto che vedeva Kseniya Simonova \m/ la vincitrice del Got Talent dell'Ucraina è un artista angelico che ho incontrato per caso. Stava lavorando per la Ukranian Childrens Charity e abbiamo collaborato per aiutare una ragazza di nome Marina che dava un sostegno alla sua famiglia trovando dei soldi. Ho assistito ad un tragico incidente di fronte a casa mia, quando stavo registrando le chitarre per il brano To The Marrow.. E' stata una scena raccapricciante e una dolorosa esperienza. Ho scritto la canzone per la bambina che è stata investita da una macchina. Kseniya si sentiva in sintonia con la mia causa e ha fatto 2 video sorprendenti. Ha messo così tanto tempo, energia e amore nel video, se non li avete visti, vi posso assicurare che ha fatto qualcosa di veramente speciale e unico. Painted Rust è stata scritta nel punto in cui avevo letteralmente perso tutto, il mio mondo stava crollando intorno a me, e Menace è stato il mio unico rifugio, l'unica cosa che mi ha aiutato ad avere speranza. E' abbastanza personale.

11. Perché hai deciso di affidarti a Season of Mist per questa release?

- Michael Berberian è un ragazzo fantastico, non solo un uomo d'affari. Lui in realtà crede nella vera arte, e nella vera musica. Ha deciso di prendersi un rischio e darmi una chance dopo aver ascoltato una canzone su di un mio vecchio demo, niente di più. Nessuna voce, c'era solo qualcosa per dimostrare l'approccio vocale che stavo intraprendendo. Non molte etichette avrebbero fatto firmare una band ascoltato una canzone di 15 anni fa, quindi direi proprio che credeva in me. Sono grato che lui era sicuro di questo, e anche paziente. Il processo di registrazione è avvenuto nel giro di 2 anni, tra vari tour e il calendario pieno di Russ Russell. Ho avuto la fortuna che almeno qualcuno ha creduto in me, e mi auguro che lui sia contento visto che si è preso questo rischio. Tutti credono davvero nel risultato della registrazione e su questa release. Siamo in una buona posizione ora, abbiamo solo bisogno che la gente ascolti quanto fatto da me e gli altri.. and also experience what I have in store for the Theatrical performance side of the venture.

12. Quali sono i tuoi progetti per questo 2014?

- Spero solo che inizieremo a fare dei concerti in giro per la fine di ottobre e nel prossimo anno. Abbiamo già un paio di offerte concrete, e
sto facendo tutto il possibile nelle mie forze per coordinare il tutto, trovare un management e un agente che ci possa aiutare nel miglior modo possibile. Wish us luck please ;)

13. Grazie Mitch per il tempo che mi hai concesso. E' stato un vero piacere parlare con te. Buona fortuna con tutto! Lunga vita ai Menace!

- Grazie mille Christian, Grazie per la tua pazienza e comprensione, ho trascorso un paio di mesi davvero pazzeschi tra impegni e altro... e mi dispiace se ho impiegato tanto tempo per finire l'intervista. Stammi bene e grazie per diffondere il nostro messaggio!



Contatti:

menacemusicofficial.bandcamp.com/album/impact-velocity
menace.tv
facebook.com/pages/MENACEofficial


MENACE line-up:

Mitch Harris
Derek Roddy
Fred Leclercq
Nicola Manzan
Shane Embury


RECENSIONE:
MENACE "Impact Velocity" DIGITAL ALBUM | CD 2014 - season of mist







mercoledì 11 giugno 2014

Recensione: SABLED SUN "Signals IV"
DIGITAL ALBUM 2014 - cryo chamber




Simon Heath (mente di Atrium Carceri e boss della Cryo Chamber Records) giunge alla quarta release per l'altro suo progetto dark ambient: SABLED SUN. Dopo i primi due dischi "2145" e "2146" (entrambi usciti nel 2012) il compositore svedese trasferitosi da qualche anno a Santa Clara nella soleggiata California ha deciso di suddividere in quattro lunghe suite
il concept di Signals. Tre uscite nel 2013 escludendo questo ultimo "IV". Tutti i singoli dischi sono stati messi in commercio servendosi della sua stessa label e ovviamente viene naturale pensare che non poteva andare diversamente. Il nuovo lavoro si espande su 59 lunghi minuti, nei quali viene messo in evidenza un alienante flusso ipnotico che inevitabilmente risucchia in un profondo stato di trance, mettendo così a dura prova la psiche di chiunque si voglia fare del male nel buio di una stanza. Ogni minuto che passa toglie il respiro ed è davvero molto difficile riuscire a sopportare l'intera durata del disco. Va detto che Simon Heath non è uno sprovveduto né tanto meno un musicista superficiale. Sono dell'idea che lui (uno degli esponenti più rispettati del genere) abbia fatto tutto ciò volutamente a prescindere dai giudizi esterni. Ma il mio ragionamento espresso non cambia l'opinione personale: Io preferisco altro materiale uscito per mano dell'artista in questione.

Contatti: cryochamber.bandcamp.com/album/signals-iv

TRACKLISTING: Signals IV


Recensione: ANATHEMA "Distant Satellites"
CD 2014 - kscope




Gli inglesi ANATHEMA continuano a spingere la propria creatività al di la dell'esistenza reale, andando a toccare l'animo di quanti non riescono a fare a meno della loro poetica, diventata nel corso degli anni sempre più essenziale e delicata. Sono ormai lontani i periodi di "Seranades" (1993) o del tanto acclamato "The Silent Enigma" uscito nel 1995; lavori dalla natura completamente differente se paragonati a quelli pubblicati dal 1998 in poi. L'ascesa artistica dei fratelli Cavanagh non ha mai subito drastiche o brusche battuta di arresto, ed è stato anche questo continuo divenire a renderli speciali. Non me ne vogliano i fan legati agli esordi del gruppo, ma personalmente ho cominciato ad apprezzarli una volta che questi hanno esplorato altre correnti stilistiche, spostando in avanti il raggio d'azione. Come dimenticare il bellissimo e incompreso "A Fine Day to Exit" (2001), un disco tanto particolare quanto significativo nella carriera dei nostri, una parentesi che prese le distanze da quanto fatto precedentemente (le influenze dei Radiohead erano palpabili). La seconda parte della storia degli Anathema venne segnata da altri passi importanti come "A Natural Disaster" (2003) con la sua movenza camaleontica carica di malessere esistenziale, oppure, gli ultimi "Hindsight" (2008), "We're Here Because We're Here" (2010) e "Weather Systems" (2012), pubblicati da Kscope. Oggi arriva questo "Distant Satellites" a metterli nuovamente in discussione. Ennesimo colpo di stile, anche se mi sarei aspettato delle canzoni un po' più articolate e meno snelle nella corporatura. Nulla che possa far gridare al miracolo se approfondito attentamente. L'album si muove sugli stessi livelli qualitativi degli ultimi lavori in studio. E non potevano mancare i duetti tra la bellissima e struggente voce di Lee Douglas e quella calda e suadente del sempre ispirato Vincent C. Forse in tutto questo fermento manca l'effetto sorpresa, indispensabile quando ci si immerge in una dimensione così fluttuante e catartica. Gli Anathema in ogni modo continuano a scavare nell'IO dell'ascoltatore e lo fanno con maestria, perciò, non credo che i seguaci rimarranno delusi. "Distant Satellites" è dotato dell'inconfondibile marchio di fabbrica della band quindi potete abbandonarvi serenamente sul morbido velluto rosso che lo avvolge. Una piacevole riconferma.

Contatti: anathema.ws -  facebook.com/anathemamusic

TRACKLISTING: The Lost Song - Part 1, The Lost Song - Part 2, Dusk (Dark Is Descending), Ariel, The Lost Song - Part 3, Anathema, You're Not Alone, Firelight, Distant Satellites, Take Shelter.


martedì 10 giugno 2014

Intervista: WE ARE THE DAMNED - "LA GIUSTA PENA"






I PORTOGHESI WE ARE THE DAMNED SONO UNO DI QUEI GRUPPI CHE PREFERISCONO PUNTARE AL SODO. L'IMPATTO PRIMA DI TUTTO E "DOOMVIRATE", IL LORO NUOVO ALBUM, NE E' LA DIMOSTRAZIONE. HA RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE IL CANTANTE RICARDO CORREIA.

1. I We Are The Damned hanno iniziato nel 2007 suonando più o meno lo stesso genere di oggi. Siete una band aggressiva e sincera. È corretta
la mia opinione?


- Sì questo è corretto, abbiamo sempre avuto la stessa attitudine e la stessa mentalità verso la nostra visione, l'arte, la musica e le parole. Seguiamo lo stesso percorso, quello in cui crediamo.

2. Ho deciso di intervistarvi per parlare del nuovo album "Doomvirate". Perché questo titolo?

- "Doomvirate" è la definizione che trovavamo giusta per questo album, è un termine che io e Paulo (batterista dei WATD) sentivamo dentro. E' la nostra interpretazione sulla corruzione politica e le conseguenze che noi (esseri umani) ci troveremo di fronte in un futuro prossimo, l'impatto che avranno sulla schiavitù Europea. Comunque abbiamo anche un messaggio di speranza in alcune delle nostre canzoni. Il titolo è una sorta di avviso e allo stesso tempo un allarme.

3. "Doomvirate" è un po' più massiccio e diretto, complice anche la sua produzione. La particolarità del sound e il tocco Groovy in alcune parti di esso sono d'impatto, il che rende la vostra musica abbastanza potente. Perché questo approccio?

- Beh, in qualche modo, abbiamo creato la musica giusta per i nostri testi, è diretta, incisiva e corrosiva, quindi non abbiamo "sprecato" molto tempo per pensare, e siamo andati a registrare ciò che sentivamo naturale, in quel momento, ottenendo così un buon risultato e con la stessa mentalità.

4. Che relazione c'è tra le varie canzoni dell'album? Sono delimitate da una specie di sequenza logica o sono diverse "storie" che si identificano attraverso il titolo dell'album?

- Si evolvono intorno allo stesso tema, la corruzione politica e sociale, la schiavitù, il cannibalismo, la compassione ecc. Tutti questi diversi temi costituiscono "Doomvirate".

5. L'artwork del disco è molto bello, ma davvero strano...

- Sull'artwork sono rappresentati i ritratti della gente consapevole. Non fatevi ingannare dai vostri "leader".

6. "Doomvirate" è il primo album per l'etichetta Lifeforce. Perché i We Are The Damned hanno decidono di interrompere il rapporto con la Raging Planet Records?

- Non abbiamo deciso di rompere con la Raging Planet, in realtà stanno rilasciando la versione in vinile di "Doomvirate" in collaborazione con due altre etichette: la brasiliana Black Embers e la tedesca Demons Run Amok. La Lifeforce Records è davvero grande ed ha anche apprezzato il nostro lavoro, per questo motivo, firmando con loro è stato come un altro passo in avanti nel nostro percorso musicale, quindi siamo contenti.

7. Grazie per il vostro tempo! All The Best!

- Grazie per lo spazio su Son Of Flies. Continua con il tuo buon lavoro.

Cheers



Contatti: 

facebook.com/wearethedamned
wearethedamnedofficial.bandcamp.com


WE ARE THE DAMNED line-up:

Pedro Cobrado - Basso
Nuno Loureiro - Chitarra
Paulo Lafaia - Batteria
Ricardo Correia - Voce, Chitarra


RECENSIONE:
WE ARE THE DAMNED "Doomvirate" CD 2014 - lifeforce records



lunedì 9 giugno 2014

Recensione: EPISTHEME "Descending Patterns"
CD 2014 - autoprodotto




La Terra del Sud Italia continua a mettere in scena gruppi davvero validi e la riconferma arriva anche con i catanesi EPISTHEME autori di un disco interessante. Muniti dei giusti mezzi i nostri si rendono artefici di un sound variegato che a tratti riesce a rompere alcuni "standard" del metal dando spazio a passaggi più sofferti, controllati ma pur sempre efficaci. L'autoprodotto "Descending Patterns" possiede una carica di buon livello ed alcune delle tracce non mancheranno di entusiasmare quanti di voi sono amanti di sonorità che mettono in sintonia impatto e progressione. Alla base di tutto vi è uno slancio vitale che spinge in avanti l'energia di questi musicisti, slancio che trasforma l'impulso iniziale in qualcosa
di articolato. Tutto ciò accade nello spazio di 7 canzoni, disposte con gusto all'interno della tracklist del full-length. Potrei scomodare dei nomi di tutto rispetto per materializzare dei margini di paragone utili
a chi andrà ad ascoltare gli Epistheme. Evito di farlo perché non credo ci sia la necessità. Preferirei che "Descending Patterns" venisse gustato con la testa libera dai soliti meccanismi/parametri di giudizio. Qui, le qualità ci sono tutte. Ora, bisogna raggiungere una formula compositiva ancora più accattivante. Al momento vorrei fare un applauso ai ragazzi del gruppo.

Contatti: epistheme.it - facebook.com/epistheme

TRACKLISTING: Eyeland, Erase That Frame, Silent Screaming, Shades Of May, Blindside, Endless Apathy, Nemesis.


Intervista: INGRAVED - "A TESTA ALTA"






ATTIVI DAL 2001 I PUGLIESI INGRAVED HANNO DIMOSTRATO CARATTERE E TANTA GRINTA, NONOSTANTE ABBIANO ATTRAVERSATO PERIODI DIFFICILI E SPIACEVOLI VICISSITUDINI. OGGI PIU' FORTI DI PRIMA (GRAZIE ANCHE ALL'ENTRATA DI 2 NUOVI MEMBRI) CI PRESENTANO L'ULTIMO "FROM SOUR CRIES TO LOVING EYES" (SUPPORTATO DA SON OF FLIES WEBZINE!). A DISTANZA DI 3 ANNI DA "ONRYOU", IL SONGWRITING DEI NOSTRI SI E' FATTO PIU' VERSATILE, DURO, INTENSO ED EFFICACE!! TONY (VOCE), ANDREA (CHITARRA) E FRANCESCO (BASSO) I MIEI INTERLOCUTORI.

1. Ciao ragazzi. Dopo un silenzio di 3 anni vi ritrovo in pista con il nuovo MCD "From Sour Cries to Loving Eyes". Quanto è cambiato il vostro approccio alla musica dai vostri esordi ad oggi?

Tony: Ciao Christian. Innanzitutto vorrei ringraziarti dello spazio concessoci. Tornando alla tua domanda, ricordo come fosse ieri la prima volta che mi sono trovato in sala prove con gli Ingraved. Era il 25 aprile del 2001 e ricordo ancora i brividi di soddisfazione e il sudore di quelle prove. Oggi, dopo ben tredici anni, gli Ingraved sono ancora qui e personalmente sento quel tipo di brividi, tutti quegli “orgasmi catartico/musicali” dopo ogni singola prova, dopo ogni bel concerto. Forse l'approccio sarà cambiato, dovuto anche all'età, a una maggiore consapevolezza dei nostri mezzi e a una maggiore maturità, non solo compositiva, però le soddisfazioni, la voglia, l'esigenza di imbracciare i nostri strumenti, di creare, sono le medesime, se non maggiori.

2. Quanto è stato importante per voi l'entrata in line-up del chitarrista Andrea Litti (con un passato nei vari NO MENTAL EFFORT, DIA, SHANK, CAST THY EYES, TRAITOR) e del bassista Francesco Marchionna (ex-ABSOLUTE TERROR FIELD, HEADLESS)? Avete affrontato altri campi di formazione in tutti questi ultimi anni? Di solito i cambiamenti giovano sempre ad una band...

Tony: Sono stato fortunato. Ho avuto sempre e ho tuttora a che fare con fantastiche persone, oltre che musicisti preparatissimi. Fare un nome rispetto a un altro non è importante in questa sede, ma voglio solo aggiungere che ogni fase degli Ingraved è stata fondamentale per lo sviluppo di quella successiva, ogni 'battuta d'arresto', se così vogliamo chiamarla, è servita a farci crescere, non solo musicalmente, ma anche nei rapporti interpersonali. Mai come in questo momento sento una forte sinergia, un'unione di intenti mai sperimentata finora e la piena consapevolezza che possiamo spingere ancora oltre i nostri limiti. Credimi, è fantastico condividere l'esperienza Ingraved con quei quattro pazzi, che hanno il coraggio e la voglia di accompagnarmi in questa avventura.

3. Quindi, dopo 13 anni di carriera nell'underground, avete ancora la voglia di andare avanti con le stesse motivazioni? Potete fare un breve bilancio del vostro percorso musicale?

Tony: Bilancio nettamente positivo. È divertente per me pensare alla voglia di spaccare tutto e tutti, che mi portò anni or sono a contattare Gian Spalluto (ora nell'ottimo solo project 'Australasia') per formare una band di metal estremo... Figlio di quel periodo era un genere ibrido tra il post thrash metal dei Pantera e un death metal oscuro e fangoso ispirato ai mostri sacri del genere. Ricordo tanta immaturità musicale, ma tantissimi concerti in giro per l'Italia, e tanto, tanto divertimento. La nostra seconda fase è nata da una nostra esigenza di andare oltre i dorati limiti del death metal perché erano cambiati i nostri ascolti, stavamo crescendo e decidemmo quindi di sforzarci di superare certi stereotipi. Alcune nostre traversie personali hanno portato alla composizione e alla pubblicazione di 'Onryou'. Sono ancora pienamente soddisfatto di quel lavoro, caleidoscopico, con un mood che definirei quasi “commerciale” che ascolto ancora con estremo piacere. Che dire infine della nostra attuale proposta... I cambi di formazione, le esperienze maturate, è tutto lì, in quelle tracce, in cui si avvertono chiaramente le eco di tutte le nostre proposte musicali precedenti, ma
si nota anche la forte propensione ad andare oltre...

Andrea: È ovvio che abbiamo la consapevolezza per cui, arrivati a questo punto, non ci sono più treni da prendere (se mai ce ne siano stati) per arrivare chissà dove e quanto lontano. Le nostre motivazioni sono fondamentalmente la passione e l'amore per questa musica e la voglia di continuare a esprimerci, comunicare e divertirci tramite la band.

4. Musicalmente, ho notato una crescita in fase di songwriting. Siete arrivati a toccare con mano diversi elementi: partendo da chitarre più massicce e compresse a riff più melodici e moderni. Siete d'accordo con la mia opinione?

Andrea: Anche quando non suonavo con loro, gli Ingraved mi sono sempre piaciuti nonostante il mio odio viscerale per il “neomelodico svedese”. Senza nulla togliere a chi ci ha preceduti, l'ingresso mio e di Francesco nella band, e tutto quello che ne è seguito fino alla scrittura dei brani di FSCTLE e a quelli nuovi (che sono in fase avanzata di gestazione), è stata una specie di quadratura del cerchio o di matrimonio perfetto tra quello che portavamo noi come nostro bagaglio personale e la volontà, da parte dei veterani della band, di prendere strade diverse e tentare soluzioni nuove.

Francesco: Personalmente ritengo 'FSCTLE' un lavoro di transizione, una sorta di passaggio, di tappa obbligata da 'Onryou' verso il sound degli Ingraved di domani. Questo vuol dire che ci sono sicuramente novità nel sound, ma anche elementi in comune con i precedenti lavori della band.
Lo puoi notare nelle strofe se ci fai caso. In generale, però, come giustamente sottolinei, la componente ritmica è molto più presente rispetto a prima, nelle chitarre e soprattutto nel basso, e c'è più propensione all'hardcore melodico in certi frangenti, ma ancora in una fase embrionale e sperimentale. Credo che il prossimo lavoro in studio potrà definire il vero sound della band.



5. Secondo voi quali elementi non dovrebbero mai mancare in una song affinché colpisca nel segno?

Francesco: Difficile rispondere a questa domanda. Dipende cosa ti colpisce personalmente nella musica. Se una song riesce a emozionarti significa che ha utilizzato la chiave di lettura soggettiva dell'ascoltatore, che può essere più o meno sensibile al sound di batteria, alla velocità, alla voce o al sound di chitarra... Per noi, almeno nel songwriting, una buona canzone va valutata in sede live. Quando vedi che il pubblico viene coinvolto significa che la chimica funziona e quindi che quel pezzo colpisce nel segno.

Andrea: L'immediatezza innanzitutto, che non per forza vuol dire brevità di durata ma anche non perdersi in dilungamenti e orpelli inutili in sede compositiva. Poi il senso di urgenza: la canzone esiste perché chi la scrive ha necessità di “dire” qualcosa, e non perché ci sia bisogno di riempire dei minuti di vuoto o timbrare un cartellino con un compitino ben scritto...

6. Da dove nasce questa passione per queste sonorità a metà strada tra metal moderno e hardcore?

Francesco: Non è una vera e propria passione, ma piuttosto un'esigenza, quella cioè di dover convivere con cinque formazioni musicali differenti, che spaziano dall'hardcore NY alla scena post-core, dal metal estremo fino alle ultime band deathcore. Nel corso del tempo, ci siamo fasati su band quali The Ghost Inside, Obey The Brave e Comeback Kid, come punto comune, ma in realtà la fase di songwriting è stata abbastanza naturale. Ci troviamo in sala con dei riff e qualche struttura, per poi arrangiare il pezzo tutti insieme. Quel che ne esce è quello che trovi sul disco”.

Andrea: Personalmente nasce da 25 anni e oltre di ascolti mai limitati
a un genere o a una nicchia, ma sempre tesi a ricercare qualcosa che mi muovesse dentro, e che ho trovato più spesso che altrove all'intersezione di questi mondi.

7. Cosa possono vantare gli Ingraved rispetto alle tante formazioni impegnate nello stesso genere musicale?

Andrea: Non saprei. Dal vivo sicuramente c'è che non ci risparmiamo a dare tutto fisicamente, mostrando un atletismo invidiabile per degli ultra-trentenni e senza il problema di sembrare belli e alla moda o di fare le pose canoniche richieste dal manualino del metalcore. Magari chi ci ascolta distrattamente sente in noi l'ennesimo clone dei cloni, perché in fin dei conti alcuni degli elementi che compongono i nostri pezzi si ritrovano anche nell'opera di altre band: i breakdown, le parti veloci, i cori... Però in fase compositiva ci sforziamo il più possibile di seguire sentieri non tracciati, cercando di creare delle canzoni con un senso, prima che delle sequenze di riff, urla e parti di batteria.

Francesco: Nonostante suoniamo da tempo, la gente che ci conosce davvero sa bene che non ci montiamo la testa e non abbiamo arie da divi. Anzi... Tendiamo spesso a scherzare sul palco, apostrofando l'età anagrafica di qualche componente... Qualcuno la chiama 'esperienza', qualcun altro la potrebbe definire 'vecchiaia'.



8. Il titolo "From Sour Cries to Loving Eyes" vuole identificare qualche tema portante?

Andrea: Il titolo del disco è una strofa presa dal testo di 'World On
My Shoulders', una mia riflessione su quello che deriva dall'essere consapevoli della propria presenza al mondo, in questo mondo, con tutte le sue problematiche, e dal farsi carico in prima persona della propria vita, nel bene e nel male, essendo artefici del proprio futuro, sapendo che dalle cadute alle risalite, 'dai pianti amari agli occhi che ci guardano con amore', tutto ancora deve essere scritto.

9. Cosa vi rende fieri di essere del Sud Italia e cosa, invece, vi fa incazzare di questa posizione geografica?

Andrea: Mi rende fiero più che altro di me stesso - e di noi stessi come gruppo - il fatto che NONOSTANTE tutti gli ostacoli posti dal vivere qui, non ci è mai passato per la mente di mollare la presa.

10. Avete delle considerazioni da fare sull'attuale situazione sociale del nostro paese? In qualche modo vi ha influenzato durante la composizione dei nuovi brani?

Andrea: “Collegandomi a quanto detto sopra, ormai tutta l'Italia è un gigantesco Meridione d'Europa, dove il sottosviluppo, l'ignoranza, il malaffare, la corruzione ci sprofondano sempre più in basso mentre ce
ne stiamo beati e intontiti a consumare gli ultimi scampoli di libertà virtuale, tanto quella vera l'abbiamo persa chissà quanto tempo fa.
Di fronte a questo patetico spettacolo del rincoglionimento di massa nell'era della sua iper-riproducibilità tecnica, suonare ci permette
di tirare fuori tante frustrazioni che vengono dalle nostre situazioni personali, lavorative, etc., e inevitabilmente ci fanno suonare più incazzati e rabbiosi”.

11. Potete approfondire questa brutta faccenda con la tedesca Power Pain Records? A parte tutto, la cosa più importante è che il MCD sia fuori...

Francesco: Sì, sicuramente! Anzi, ti ringrazio per l'occasione e ne approfitto per chiarire la cosa. Con la Power Pain Records di Andy Krippner (piccola label con cui avevamo già collaborato per 'Onryou' e 'Just Our Lives') avevamo firmato un contratto di stampa e distribuzione di 300 copie, come in passato. Solo che questa volta le nostre copie, dopo vari ritardi, non sono mai arrivate, né tantomeno inviate in
stampa. Dopo vari ritardi e scuse accampate qua e là, la motivazione dell'etichetta è stata semplicemente quella di non aver più un euro per la stampa e l'invito a ricorrere ad eventuali via legali. Nel frattempo però, il sig. Krippner ha uploadato su iTunes il nostro lavoro, quindi invitiamo quanti desiderino scaricare la nostra musica a boicottare la Power Pain Records e a farlo invece direttamente attraverso i canali da noi direttamente gestiti, come ad esempio Bandcamp. Ringrazio, anche a nome degli altri della band, Son of Flies per averci dato una mano per
la stampa delle copie e per aver messo un lieto fine alla cosa.

12. È da pochi giorni online il vostro video promozionale per la song "World On My Shoulders". Soddisfatti del risultato ottenuto?

Francesco: Pienamente soddisfatti! Il video è davvero una bomba e il merito è tutto di Atraz & Emilia.

Tony: Non ci sono effetti speciali, trucchi o fuochi d'artificio...
Siamo noi, alle prese con la nostra musica. Per me, niente di meglio!.

13. In chiusura, lascio a voi le ultime parole. Grazie per questa intervista!

Francesco: Grazie a te per l'opportunità concessaci. In chiusura, approfitto per ricordare ai lettori che abbiamo un disco fuori, acquistabile fisicamente e digitalmente in rete, e presto uscirà un nuovo videoclip. Per rimanere aggiornati sull'attività degli Ingraved, rimando tutti alla nostra pagina Facebook (www.facebook.com/ingravedband) e ad ascoltare e scaricare la nostra musica sulla nostra pagina Bandcamp (www.ingraved.bandcamp.com). In cantiere, potrebbero esserci delle date per la prossima estate e in autunno un nuovo lavoro...



CONTATTI:

ingraved@hotmail.com
ingraved.bandcamp.com
facebook.com/Ingravedband


INGRAVED line-up:

Tony - Voce
Martin - Chitarra
Tez - Basso
Andrea - Chitarra
Donatello - Batteria


RECENSIONE:
INGRAVED "From Sour Cries to Loving Eyes" 2014 - son of flies webzine