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martedì 13 novembre 2012

RISE ABOVE DEAD "Stellar Filth"
2012 - shove rec. | moment of collapse rec. | forever true rec.


L'Underground italiano ci porta una sorprendente novità: il nuovo album dei meneghini RISE ABOVE DEAD. Dopo un demo del 2009 ("It's Only A Matter of Time"), l'ep "Human Disintegration" (2010) questi ragazzi hanno finalmente focalizzato e messo in atto "Stellar Filth" primo full lenght su vinile pubblicato con la coproduzione di tre realtà: Shove Records (IT), Moment of Collapse Records (D), Forever True Records (IT). Questo album è un ottimo trampolino di lancio verso l'immensità dell'universo dove non c'è necessità di ali per volare lontano, dove gli spazi aperti vengono coperti dalle coordinate celesti del loro post sludge profondo e forte di notevole qualità dinamicita. Pur possedendo suoni tipici del genere (come è giusto che sia) l'album ha il pregio di affondare le proprie radici in un estremo musicale che diventa orchestra di grande spiritualità ("Hide and Weep"). Il passaggio dell'atmosfera è un riflesso che penetra veloce, fa male ("No Land Toward The Sea")... Così che dopo l'attraversamento tutto è ancora lento, privo di gravità ("Bury Them In Dust"), si percepisce il senso del vuoto che ti circonda e come stordito lo sguardo osserva entità vicine, esseri intenti a far cadere quella sicurezza che tanto macchia le nostre personalità materiali ("Stellar Filth"). In questo album i Rise Above Dead hanno ottenuto un risultato notevole, bilanciato sull'ispirazione sempre costante, tangibile. Oltre alla tecnica (sempre al servizio dei brani) di cui i nostri sono indubbiamente dotati, la band capisce che per avere l'ottimo risultato ciò che conta è saper arrangiare le proprie composizioni lasciandole fluire senza imposizioni di causa, viaggiando con quelle intenzioni prive di schemi prestabili e asettici. Questi cinque musicisti sono in grado di entrarti dentro attraverso un songwriting trasversale, personale, che sicuramente ha saputo apprendere dai vari Neurosis ("The Eye of Every Storm"), A Storm of Light, Cult of Luna, Isis... ma senza mai risultare derivativi. Il disco è solido, ed evocativo si cala sull'ascoltatore come velo notturno dipinto da pianeti sconosciuti. "Light Release" strilla la sua angosciosa forza espressiva avvicinandosi pian piano a quel toccante, triste arpeggio di "End Of A Kingdom" che si specchia poi nelle sue aggressive note successive. Conclude "A Thousand Thorns" (sicuramente una tra le migliori del lotto) dove le chitarre ben calibrate si intersecano ad una sezione ritmica dinamica e ascendente. Il vocalist per tutta la durata del cd non invade mai le atmosfere che si intrappolano nel cuore dell'immenso riuscendo così ad essere convincente. Anche l'ottima produzione eleva all'ennesima potenza la bravura di questi musicisti, mantenendo intatta l'acida ispirazione. Questo album rappresenta dunque il giusto bilanciamento tra originalità, gusto negli arrangiamenti, varietà compositiva. Uno dei migliori album italiani del 2012. Supportate i Rise Above Dead perché non hanno nulla da invidiare a tanti loro colleghi più blasonati. Acquisto obbligato! SPETTACOLARI. Inoltre da notare che nella loro breve attività hanno già condiviso il palco con Tombs, Black Breath, Celeste, Kylesa, Eyehategod, Russian Circles, Napalm Death, Unsane, Voivod e altri...

TRACKLIST: Hide And Weep, No Land Toward The Sea, Bury Them In Dust, Stellar Filth, Light Release, End Of A Kingdom, A Thousand Thorns.