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martedì 13 novembre 2012

ACID COSMONAUT RECORDS
"I VIAGGI ACIDI DELL'ESISTENZA"


ANDIAMO A CONOSCERE GLI IDEATORI, FONDATORI DELLA ACID COSMONAUT RECORDS. LUCA CAVALLO (CLASSE '87) STUDIA SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE, NEL CORSO DEGLI ULTIMI ANNI HA COLLABORATO CON LE ASSOCIAZIONI "THA PIAZA", "SUM" E PER QUEST'ULTIMA SI E'IMPEGNATO AD ORGANIZZARE NUMEROSI CONCERTI OLTRE CHE CONDURRE LA TRASMISSIONE RADIO "THIS IS RADIO SUM"... STEFANO LEONE (CLASSE '85) GIA' AI TEMPI DEL LICEO ARTISTICO SI AVVICINA AL MONDO DEL FUMETTO, OGGI E' UN AVVIATO ILLUSTRATORE CAPACE DI REALIZZARE BELLISSIME LOCANDINE PER DIVERSI LIVE SHOW OLTRE CHE L'INTERO ARTWORK DEL DISCO DI DEBUTTO DEI DSW. DALL'UNIONE DI QUESTI DUE AMICI EMERGE UNA DELLE PIU' PROMETTENTI ETICHETTE INDIPENDENTI CHE L'UNDERGROUND PUGLIESE PUO' VANTARE. INCROCIAMO LE DITA PER LORO PERCHE' SE LO MERITANO!

1. Cominciamo subito ad introdurre la Acid Cosmonaut ed analizzare le motivazioni che vi hanno spinto a dare il via a questo progetto...

- Luca (risp.) - Semplicemente, dopo parecchio tempo passato a collaborare con SUM e a esplorare la scena musicale indipendente salentina, ho pensato di passare ad occuparmi del genere che mi appassiona di più in assoluto, ovvero l'heavy psichedelia e i generi ad essa collegati. Perciò fondare una piccola etichetta mi è sembrata la scelta migliore per trasformare in qualcosa di più professionale una passione che mi accompagna ormai da molto tempo.

2. Sicuramente mettere su una piccola etichetta indipendente è una scelta motivata da vari fattori, ma credi che questa attività possa essere anche uan fuga dalla realtà quotidiana?

- Stefano (risp.) - In realtà è un po' l'opposto, nel senso che attraverso la collaborazione coi DSW prima e il concretizzarsi di Acid Cosmonaut poi, ho avuto la possibilità di mostrare ad altri i miei lavori. Insomma, questo progetto incide tantissimo sulla mia realtà quotidiana, è uno strumento con cui mi ci interfaccio.

3. La vostra collaborazione si è allargata maggiormente negli ultimi tempi? So che siete amici, ma che cosa c'è di così particolare che vi unisce?

- Luca | Stefano (risp.) - Beh, dopo che abbiamo deciso di fondare l'etichetta, il tempo passato insieme si è notevolmente allargato, visto che, a parte i momenti in cui ci ritroviamo per cazzeggiare come amici, adesso ci sono anche i pomeriggi in cui ci dedichiamo esclusivamente alla label. Magari per parlare di possibili progetti futuri, o soltanto per relizzare la locandina di qualche evento. Ovviamente poi adoriamo entrambi alla follia lo stoner, ma condividiamo anche tante altre passioni, come i film visionari, i fumetti, i videogames, Lovecraft...

4. Acid Cosmonaut è un etichetta che focalizza le sue attenzioni su un determinato stile musicale. Perché? Vuoi parlarne?

- Luca (risp.) - Come ho detto nella prima domanda, stoner, sludge e doom sono in assoluto i generi che costituiscono la maggior parte dei miei ascolti. Una volta sentiti i Queens of the Stone Age e scoperti conseguentemente i Kyuss, c'è voluto molto poco per rimanere folgorato da tutto il relativo sottobosco musicale e dalla miriade di gruppi di cui fino a quel momento ero totalmente all'oscuro. Si tratta quasi di una sorta di dipendenza, gran parte della mia giornata è passato a scoprire nuovi gruppi e a tenermi aggiornato su tutto quello che ruota intorno a questo ambiente. Ogni nuova uscita è attesa come il Natale...

5. In base a cosa tu e Luca avete scelto di puntare su una band come i DSW? La prima uscita per un'etichetta è sempre un biglietto da visita importante... Pensi che con il loro debutto in digipack "Dust Storm Warning" siete riusciti ad esordire come volevate?

- Stefano (risp.) - Per me tutto è cominciato un po' prima, quando ho disegnato la copertina del primo EP dei DSW (all'epoca Dawn Storm Watchers). Dal fare le locandine a un gruppo di amici, quando Luca mi ha proposto la storia dell' etichetta discografica, mi sono ritrovato a coprodurre il loro disco, per me è stato un passaggio abbastanza spontaneo. Sul digipack posso confidarti che quando è arrivato il pacco e ho visto per la prima volta i miei bambini ho pensato “oh cazzo, ma perché sono così scuri!?”, però si, a parte quello sono molto contento del prodotto!

6. Il sound dei DSW mantiene determinati richiami classici dello stoner, infatti nel loro approccio è ben evidente l'influenza dei Kyuss. A parte questi riferimenti i DSW adottano una chiave musicale molto personale e ricercata. Sono queste loro qualità ad avervi colpito?

- Luca (risp.) - Io e Stefano ci conosciamo con i vari membri dei DSW da ancor prima che il progetto fosse in stato embrionale. Abbiamo visto questa creatura crescere piano piano, attraversare varie fasi, come l'estenuante ricerca di un batterista e l'esplorazione di possibili sale prove. La maturazione da loro avuta, sia dal punto di vista compositivo che da quello di coesione come band, è stata davvero impressionante e, una volta giunti al primo LP, è significato molto per me fare in modo che la loro musica raggiungesse tutti i potenziali ascoltatori. I brani su cui stanno attualmente lavorando rappresentano un ulteriore passo avanti, ce ne sono alcuni che, pur nel loro stato embrionale, promettono davvero bene...

7. Il tuo ruolo nella Acid Cosmonaut assume una doppia natura, tenendo conto che ti occupi di graphic design e sei l'artefice dell'intero artwork del disco dei DSW. Un arte molto bella la tua. Come hai elaborato la storia (se così si può dire) delle tavole rappresentate? Pensi che in futuro ti occuperai ancora delle grafiche di altre vostre produzioni?

- Stefano (risp.) - La mia idea era di imprimere anche la mia impronta nel lavoro, tra noi diciamo per scherzare che io nei DSW “suono le matite”, per cui con Dust Storm Warning volevo creare un'occasione di guardare qualcosa mentre stai ascoltando il CD. L'idea dei tarocchi mi è venuta durante una chiaccherata con (l'altro) Stefano, il bassista dei DSW, si parlava dell'idea di mettere un disegno per ogni traccia dell'album, e alla fine l'idea dei tarocchi ci è sembrata la scelta giusta, per la loro capacità di creare un po' di mistero essendo immagini piene di simboli. Per quanto riguarda il futuro, se ai gruppi andrà di collaborare con me io sarò sicuramente felicissimo, il bello di questo progetto è che possiamo permetterci di promuovere i gruppi che ci piacciono, e in questo clima disegnare è sempre bello. Però non vorrei nemmeno avere il monopolio dell'immaginario di Acid Cosmonaut, il mio sogno nel cassetto è quello di creare un piccolo collettivo di artisti con cui collaborare e con cui creare l'immaginario delle nostre produzioni.

8. Molti musicisti del circuito stoner, sludge, drone parlano spesso di spiritualità trasmessa alla musica e viceversa. Qual'é la tua idea di spiritualità?

- Luca (risp.) - Per me si tratta più di astrazione mentale. L'ascolto di questi particolari generi crea tutta una serie di immagini nella mia mente, è una sorta di genesi spontanea, senti la musica e pensi a determinate cose... lo spazio, il deserto, le foreste...

- Stefano (risp.) - ho avuto la fortuna, negli ultimi anni, di assistere a concerti in cui la spiritualità si tagliava con il coltello. Per esempio l'esperienza del Desert Fest di Berlino è stata qualcosa di incredibile, una di quelle cose nella vita che segnano un “prima” e un “dopo”. Era incredibile! Un esercito di persone barbute che ondeggiavano in rispettoso silenzio davanti agli Ufomammut (orgoglio nazionale!), tutte quante immerse nel loro mondo interiore... immagino che spiritualità sia la somma di tutti quei mondi interiori.

- Luca (risp.) - Un rituale collettivo.

9. Di sicuro per certe etichette conta molto la particolare cura sugli artworks, sulle confezioni dei dischi, edizioni limitate... Pensi che in futuro come Acid Cosmonaut sarete in grado di favorire maggiormente questo tipo di ottica?

- Stefano (risp.) - Lo spero davvero! Il mio sogno è di fare qualche bel vinile prima o poi. I vinili sono più veri dei CD, poi sono grandi... Ci si può sbizzarrire su uno spazio del genere!

10. Che tipo di caratteristiche deve avere una band per attirare il vostro interesse?

- Stefano (risp.) - quello che secondo noi conta è l'alchimia che si crea tra degli artisti e il loro pubblico. Se un gruppo è in grado di trasportarci sulle loro onde, allora perché non crederci fino in fondo e proporli alla scena?

- Luca (risp.) - Grosse distorsioni, una ritmica incalzante, un buon cantante... questi elementi costituiscono un buon presupposto. Poi la grossa differenza la fa la potenza evocativa della musica. Se riescono a squarciare il mio immaginario, allora meritano tutta la mia attenzione!

11. Come vedi te stesso in questo periodo storico così decadente?

- Stefano (risp.) - Che dire? Aspetto il Meteorite...Scherzo!

- Luca (risp.) - Alla fine, nonostante stiamo attraversando un periodo storico abbastanza critico, l'attività con l'etichetta è una sorta di isola felice, un ottimo motivo per andare avanti nonostante la grossa ipocrisia di questi tempi. Dice bene Steve Von Till parlando della Neurot quando afferma che è qualcosa che fai per la tua anima... non potrei essere più d'accordo.

12. Saranno diversi i tuoi ascolti quotidiani ma quali band ricorrono più spesso e perché?

- Stefano (risp.) - ultimamente Lights Out, il nuovo disco dei Graveyard, è il mio pane quotidiano. Bellissimo.

- Luca (risp.) - Di sicuro non mancano mai i grandi classici, come i Black Sabbath, i sopracitati Kyuss, gli Sleep... per quanto riguarda prodotti più recenti, direi Truckfighters, Ancestors, Ufomammut, Graveyard... dipende dai momenti.

13. Una curiosità: C'è un significato specifico dietro la scelta del nome dell'etichetta? Ci sono delle connotazioni simboliche?

- Luca (risp.) - Il nome dell'etichetta è stato il primo passo, ha praticamente catalizzato i miei pensieri durante l'estate 2011. Mi erano venuti in mente un sacco di nomi, con grossi animali preistorici e buchi neri, ma erano già tutti presi. Acid Cosmonaut mi è sembrata una buona definizione per il tipico ascoltatore di stoner... uno pronto a vagare nell'immensità di questo universo musicale, magari non sempre in condizioni mentali lecite, fluttuando a gravità zero.

14. Pensi che internet e la pratica del free download stiano uccidendo l'industria musicale e la musica stessa? Ormai sembra che la gente ascolti i dischi senza dare più valore ai contenuti : booklet, artworks, testi...

- Luca (risp.) - Assolutamente no. Ovviamente ci sono sempre due risvolti della medaglia: magari il supporto fisico sta attraversando indubbiamente una fase calante (anche se nel nostro genere il vinile è in assoluto il formato più apprezzato e, auspicabilmente, cominceremo ad utilizzarlo presto anche noi). Dopo averci propinato orrende e minuscole confezioni in plastica a prezzi esorbitanti, l'industria musicale dovrebbe accettare che è finita l'epoca delle vacche grasse. Bisogna far tornare l'ascoltatore al centro della propria attività, visto che è egli stesso il maggior promotore di ciò che gli piace. Il bello di occuparci in prima persona della distribuzione è proprio il rapporto diretto che si crea con gli ascoltatori... alla fine, quando ordinano il nostro disco ci sono sempre dei piccoli extra: miniposter, locandine, spillette... Piccole cose, ma alla fine fanno la differenza.

- Stefano (risp.) - Internet lo vedo come il modo migliore di diffondere i propri messaggi, e questo vale anche per la musica. Se tu metti qualcosa su internet, per magia quella cosa viene vista da qualcuno, e quelli lo mostrano ad altri, e così via. É un meccanismo che sfugge a qualunque tentativo di controllarlo, ma in fondo è anche un po' il bello di internet. Personalmente, nonostante sia (ahimé) un downloadatore cronico, quando vado a qualche concerto cerco sempre di comprare il disco, e magari qualche bella maglietta o una stampa, che poi è un modo di supportare le band che mi piacciono.

15. La psichedelia in passato è stato un elemento importante per determinati movimenti musicali e stilistici, ma anche parte di mutamenti sociali. Come la vedi oggi?

- Luca | Stefano (risp.) - Penso che l'ottimo momento attraversato dalla psichedelia sia anche segno dei tempi che corrono. Si tratta di un modo per non fermarsi alla realtà circostante, permette di creare un proprio spazio ideale in cui è possibile trovare anche per un breve lasso di tempo rifugio dal mondo circostante.

16. Progetti futuri per Acid Cosmonaut? Un saluto a voi ragazzi... Non mollate!

- Luca | Stefano (risp.) - Al momento, stiamo valutando varie possibili opzioni per la nostra prossima produzione. Ci piacerebbe molto anche cominciare ad organizzare qualche concertino da queste parti, per diffondere un po' di sana psichedelia e far conoscere i tanti validissimi gruppi che animano la scena del nostro paese.

Grazie mille per l'intervista Christian, è stato davvero un grandissimo piacere essere intervistati da te per la tua webzine.