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giovedì 21 febbraio 2019

ANTIMATTER - PRIGIONIERO DELLA MIA LIBERTA'






SETTIMO ALBUM IN STUDIO DI UNA BRILLANTE CARRIERA CHE HA SUPERATO I 20 ANNI DI ATTIVITA', "BLACK MARKET ENLIGHTENMEN" E' UN ALTRO GIOIELLO CHE METTE IN EVIDENZA LA GRANDEZZA DEL COMPOSITORE BRITANNICO MICK MOSS, UN ARTISTA VERAMENTE UNICO NEL SUO GENERE. LA NOSTRA CHIACCHIERATA PARTE DALLA SCELTA DEI MUSICISTI COINVOLTI NEL SUO PROGETTO E ARRIVA A SOFFERMARSI SULLE DINAMICHE DI UNA VITA INTENSA E PRODUTTIVA.

Ciao Mick. Nel corso degli anni hai contribuito notevolmente all'ampliamento della musica post rock, quindi viene spontaneo chiedersi quale criterio è stato scelto per selezionare i musicisti più adatti per gli Antimatter.

- Grazie! Per quanto riguarda i musicisti con cui ho collaborato nel corso del tempo, sono stati coinvolti negli Antimatter secondo un caso del momento, questa è la verità. Non sono mai stato un networker o un individuo che coltiva relazioni sociali, mi ritengo una persona riservata che trascorre molto tempo nel privato, quindi posso dire di non essere mai stato circondato da molti musicisti, ma ho avuto il piacere di lavorare con diversi professionisti conosciuti nel corso della mia esistenza. Fortunatamente mi sono imbattuto in un numero sufficiente di buoni musicisti e questo mi ha permesso di avere sempre qualcuno con cui lavorare seriamente su ogni nuovo album degli Antimatter. Devo dire che il drumming è un elemento fondamentale per la mia band. Scrivo tutte le parti di batteria quando creo i miei demo, ma non suono quello strumento, quindi ho sempre bisogno di persone che sappiano eseguire le parti da me pensate, sperando di trovare batteristi capaci di aggiungere un po' di personalità nel mix. Chris Phillips, Colin Fromont, Liam Edwards, Fab Regmann hanno dato un grandissimo contributo in questo senso. Per quanto riguarda le voci femminili, sono stato altrettanto fortunato ad aver conosciuto e collaborato con donne di talento: Vic Anselmo, Jenny O'Connor, Carla Lewis. Poi ci sono le mie parti strumentali e vocali. Penso di avere uno stile astratto che può essere ascoltato soprattutto nel disco "Fear Of A Unique Identity", come in altre composizioni incluse nei miei precedenti album. Se ho bisogno di qualcosa di più blues o di rock classico, allora delegherò il lavoro a qualcun altro... Danny Cavanagh, Glenn Bridge, Kevin Dunn, Dave Hall. L'ultimo album mi ha persino spinto ad abbandonare la chitarra solista e a introdurre altri strumenti musicali come il sassofono, il kamancha e il flauto. La mia libertà espressiva e l'essere in grado di aggiungere colori diversi ai dischi con l'aiuto di vari musicisti mantengono le cose interessanti, almeno per me, e si spera anche per l'ascoltatore.

Cosa fa andare avanti gli Antimatter dopo tanti anni di attività nella scena musicale? Qual è il segreto della tua longevità?

- Probabilmente molto ha a che fare con il fatto che gli Antimatter sono stati portati avanti solo da me negli ultimi 14 anni. Senza dare un significato negativo al discorso, penso che se metti insieme un gruppo di persone per un tempo sufficientemente lungo, alla fine finiranno per litigare e quindi logorarsi interiormente. Le band possono essere come dei matrimoni, nel senso che inevitabilmente finisci per essere legato a delle persone con cui prima o poi non vuoi necessariamente trascorrere troppo tempo insieme, perciò, nel bene e nel male, ti potresti anche sentire un po' condizionato da questa situazione. Non riesco ad immaginare cosa significhi portare avanti un progetto per così tanto tempo collaborando con le stesse personalità, ma spesso i musicisti lo fanno, soprattutto perché hanno degli interessi comuni: l'impegno nel creare musica, l'ego, la paura di un eventuale o possibile cambio di line-up, il denaro, la gloria, e altri motivi. Si bloccano, si sopportanto a vicenda nel modo sbagliato, e sono come le uova che sbattono in una scatola chiussa finché alla fine... POP... uno di loro scoppia e decide di andarsene, ma solo dopo aver sopportato a lungo ogni tipo di situazione, che sia un disagio, un problema o altro. E credetemi, la gente smette di suonare anche in una qualsiasi formazione attiva da tanti anni, tant'è vero che durante certi brutti periodi quelle persone si logorano dentro e le loro menti si infrangono. Ecco spiegato il motivo per cui dopo continui pesanti litigi molti musicisti decidono di non comunicare tra loro, anche per lunghi periodi di tempo. Da non dimenticare che l'ego è un male, un vero assassino. Spesso mi è capitato di vedere dei musicisti in altre band che se ne vanno in giro dietro le quinte dei festival pieni di sé e così sicuri della loro superiorità, e in quei momenti penso a me stesso, dicendomi: "Mick, immagina se tu dovessi suonare con gente simile". Non voglio sopportare l'ego altrui, negli Antimatter ci sono solo io, e nessuno può farmi impazzire. Sono come un bambino nerd che ama la sua compagnia, coltivando un hobby. Amo la musica, l'ho sempre amata, per certi versi è la mia migliore amica. E per fortuna sono un polistrumentista, quindi sono io stesso l'intera band senza dover essere parte di un gruppo con altri elementi. Come dicevo prima, quando lo desidero posso sempre avvalermi di altri musicisti, anche per poche ore. In questo modo funziona tutto, funziona così bene che non riesco a vedere nessun altro scenario davanti a me, purché rimanga sempre sano e adeguato per la band.

Pensieri e ricordi di vita rappresentano delle affermazioni che attraversano la nostra mente, in tutte le ore, tutti i giorni. Tu, personalmente, cosa pensi quando fai un passo indietro e rifletti sui vent'anni di attività degli Antimatter?

- Mi sembra che non siano trascorsi 20 anni perché il tempo è passato molto velocemente. Quando stavo realizzando i miei demo per il secondo full-length degli Antimatter, mio figlio iniziava a saltellare davanti ai miei occhi, e la sua tenera voce venne registrata casualmente per la canzone "Dream"... ed è strano perché lui tra pochi mesi compie 20 anni. Anche mia figlia quest'anno compie 25 anni. Aveva solo 3 anni quando ho scritto "Saviour" nel 1997. È pazzesco, davvero. Erano due bambini mentre lavoravo a quelle canzoni nei primi tempi, e ora eccoli qui, adulti; e in tutto questo tempo che è passato ho pubblicato 8 album in studio. Sì... il tempo passa in fretta. Ma sono felice di essere stato produttivo in tutti questi anni. Il lavoro di musicista mi ha tenuto relativamente sano ed equilibrato, ma anche i miei figli, per la maggior parte del tempo, haha.

Il nuovo "Black Market Enlightenment" è senza ombra di dubbio un album più intenso e sperimentale. Pensi che questa sia la parte più evoluta degli Antimatter?

- Sì, assolutamente, e questo era il mio obiettivo nel momento in cui ho iniziato a scrivere e arrangiare l'album: buttare a terra i confini personali, sia quelli musicali che lirici. E ci sono riuscito, mettendomi a dura prova. Dato che questo era il settimo album degli Antimatter e il 7 per me è un numero significativo, ho sentito il bisogno di aprire le porte a nuovi orizzonti. I testi, il concept, la strumentazione utilizzata, i patterns di batteria, le diverse sequenze, la performance vocale... ogni cosa è stata spinta più lontano di quanto abbia mai fatto prima. Sto ancora imparando e migliorando la mia espressione come compositore, e in questo mio percorso potrò costantemente imparare e migliorare. Sicuramente non è sempre stato facile per me, a volte il mio cervello voleva solo esplodere e morire. Ma ho dovuto alimentare la mia creatività per ottenere il meglio artisticamente. E' stata una decisione consapevole e giusta. L'evoluzione è molto importante, specialmente dopo tanti anni di attività.

Quali sono state le difficoltà maggiori e i fattori più impegnativi nella tua carriera d'artista?

- A parte la mia ricerca per aprire nuovi orizzonti, per me è stato importante mantenere interessante il mio lavoro e la mia musica. Sono cresciuto in un periodo in cui le buone canzoni erano ovunque, dalle cose che venivano trasmesse alla radio, alla TV, ai suoni che uscivano dai vinili dei Beatles di mio padre. Chiamatemi pure tradizionalista. Ultimamente quando ascolto musica composta da altri musicisti trovo anche delle canzoni atmosferiche davvero straordinarie, con una buona musicalità, create con grande abilità tecnica, ma le mie orecchie non amano ascoltare cose di questo genere. E' così che sono cablato, a causa della mia educazione musicale vissuta in un ambiente melodico e molto ricco. Quindi la mia priorità quando sto lavorando alla mia musica è trovare la giusta melodia per le canzoni. Non sto affermando che sono particolarmente bravo in questo, o che il mio modo di comporre è migliore di chiunque altro, ma sto solo dicendo che lavoro così. Ho ancora delle canzoni che non sono mai state registrate, conservate nella mia testa per ben 15 anni. Quindi sì, la mia sfida è continuare a trovare delle melodie forti e accattivanti.

Cosa ti fa pensare una traccia come "The Third Arm"?

- Tutto su di essa: il testo, il significato, gli arrangiamenti, la melodia, l'atmosfera. In realtà considero quella traccia come una delle migliori canzoni che io abbia mai scritto, ed è una sensazione incredibile poter dire questo di un nuovo brano, considerando il fatto che scrivo musica da 25 anni.

Potresti dirci qualcosa sul bellissimo artwork di copertina? Hai trasmesso tu degli input all'artista Mario Nevado, oppure lui ha creato l'immagine senza essere condizionato dalle tue idee?

- Avevo già la mia idea per la copertina dell'album: "un manichino di crash test seduto su una poltrona in una stanza disordinata e trasandata”. Il manichino ha le 8 braccia del buddismo e in ogni singola mano impugna un tipo di droga diversa o un elemento legato ad essa. Sullo sfondo l'universo che si insinua illuminato da una luce liquida, e questo potrebbe richiamare la psichedelia anni '60. A Mario ho inviato una foto di mio figlio in posa seduto su una sedia, insieme alla lista degli oggetti da mettere nelle mani del manichino, ed è così che ha iniziato a lavorare alla grafica. La prima sua bozza che ho ricevuto era molto scura, un po' verde e marrone, quindi l'ho trasportata su photoshop e l'ho fatta diventare color oro. Dopo aver visto la mia versione con le modifiche al colore, Mario a completato una seconda bozza con un tocco molto più spirituale, aggiungendo ampiezza all'universo color oro e più luce liquida. La sua seconda bozza era fantastica e devo ammettere che mi ha letteralmente sconvolto. Da quel momento in poi fu solo una questione di piccoli dettagli da sistemare. Per lavorare alla grafica ho fotografato una pipa con cui si fuma l'hashish, una banconota arrotolata, un accendino economico, un sacchetto di "polvere bianca" e due cartine da sigarette, in modo che le due mani centrali fossero disposte per fare un Joint a più fogli così come si faceva a Liverpool negli anni '80 e '90. L'unico problema era il volto del manichino perché l'immagine aveva bisogno di un punto focale, ma un giorno Mario trovò un bella faccia e con un colpo di genio aggiunse il terzo occhio luminoso come punto focale. Era semplicemente bellissima e totalmente in linea con il mio concept. Quindi sì, ho dato le mie idee, ma ovviamente è stato lui a creare l'immagine. Mi piace vedere quel manichino seduto in poltrona che rappresenta l'autodistruzione attraverso l'assunzione delle droghe di strada, un concetto che girava nella mia testa da circa 15 anni.

Grazie per la tua gentilezza e disponibilità, un onore e un piacere parlare con te. Prima di lasciarti, vorrei chiederti cosa hai in programma per quest'anno?

- Sono ancora sconvolto perché il completamento dell'album mi ha tolto energie al punto da ridurmi simile ad uno zombie, e sono stato in questo stato per 3 mesi. Di recente ho sentito dire che fare un disco richiede una tonnellata di energia psichica, e ho pensato che fosse un'affermazione esatta. Non solo ho realizzato "Black Market Enlightenment", ma ho anche lavorato al documentario "Finding Enlightenment", che potete trovare nella versione a due dischi dell'abum. Inoltre ci tengo a dire che "Black Market Enlightenment" è uscito per la mia etichetta. Subito dopo la pubblicazione del disco sono partito in tour. E' stato il periodo più intenso della mia vita dal punto di vista lavorativo, e tutto questo ha messo a dura prova la mia persona. Ora sono in fase di recupero. Vado a nuotare un paio di volte alla settimana per cercare di mantenere vive le endorfine. Tra non molto partirà la seconda parte del “Black Market Tour”, e raggiungeremo posti che non siamo mai riusciti a visitare. Inoltre, ho già lavorato sulla mia chitarra acustica per mettere a punto alcune mie linee vocali e certi arrangiamenti per il prossimo album. La prospettiva per il futuro sembra già eccellente.

Contatti:
 antimatteronline.com
facebook.com/antimatteronline

ANTIMATTER line-up:
Mick Moss: Polistrumentista

Recensione:
ANTIMATTER "Black Market Enlightenment" - 2018