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mercoledì 1 agosto 2018

Intervista: HANGMAN'S CHAIR - "EVOLUZIONE CONTINUA"






LA CARATURA DI UN GRUPPO COME GLI HANGMAN'S CHAIR NON SI MISURA SOLO IN FUNZIONE DELLA LORO CARRIERA, DEL LORO RUOLO NELL'ATTUALE SCENA MUSICALE. A TUTTO CIO', INFATTI, BISOGNA AGGIUNGERE LA PERSONALITA' DI CHI VIVE LA PROPRIA MUSICA COME UN'ESPERIENZA UNICA E STRAORDINARIA. LA BAND FRANCESE HA IL PREGIO DI RIUSCIRE A CREARE QUALCOSA DI PARTICOLARE E IL LORO NUOVO "BANLIEUE TRISTE" NE E' LA RIPROVA. HO CONTATTATO IL CHITARRISTA JULIEN CHANUT PER FARE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE.

1. Ciao Julien. Per prima cosa vorrei congratularmi con te per il vostro nuovo album "Banlieue triste". Personalmente, penso che sia il lavoro più completo degli Hangman's Chair.

- Grazie Christian. Quando componiamo i nostri brani ci mettiamo grande impegno e tanta passione, riversando nella musica le nostre emozioni, cercando di farlo con quanta più personalità possibile. Investiamo molto del nostro tempo nella fase compositiva. "Banlieue triste" è un album speciale. Sangue, sudore e lacrime... come si usa dire.

2. C'è stato un momento specifico in cui avete deciso di scrivere questo nuovo album?

- Subito dopo le sessioni di registrazione del precedente "This Is Not Supposed to Be Positive", stavamo già lavorando su alcuni nuovi brani. Noi componiamo naturarlmente ma anche continuamente, inoltre, proviamo due volte a settimana, proprio come quando iniziammo a fare musica. Come dicevo poc'anzi, dopo l'uscita di "This Is Not Supposed to Be Positive" siamo tornati in studio per registrare i due brani dello split LP con i GREENMACHINE, e abbiamo utilizzato quelle tracce ("Give & Take" e "Can't Talk") per aprire la strada al nuovo album "Banlieue Triste". Attualmente stiamo lavorando a una nuova scaletta per settembre, ma allo stesso tempo stiamo scrivendo nuovi riff per un nuovo disco.

3. "Banlieue triste", nella sua particolarità, si presenta come il disco più alternativo, personale e imprevedibile che voi abbiate mai fatto. Sei d'accordo con me?

- Beh, mi piace molto il termine "imprevedibile", ed è esattamente quello che cerco di essere quando scrivo nuove canzoni, ma mi è sempre piaciuta l'imprevedibilità della musica che ascolto, proprio perché voglio sempre essere sorpreso da un gruppo o da un brano. Questo lavoro è molto più personale del precedente, ci abbiamo messo molto di noi, a volte a fare la differenza sono quei piccoli dettagli che solo noi possiamo conoscere; dettagli presenti nei titoli delle canzoni, nelle immagini all'interno del layout dei nostri dischi. Noi non facciamo altro che raccontarci. Nei testi della band abbiamo sempre parlato di depressione, suicidi, droghe, alcol ecc. Ne abbiamo parlato in modo metaforico o cinico. Questa volta l'esigenza era quella di raccontare alcune storie che ci sono accadute negli ultimi tre anni, come nella canzone "04/09/16" che racconta il giorno in cui uno di noi è finito in ospedale per problemi di droga.

4. Musicalmente siete molto flessibili ma anche personali, e alcune delle nuove canzoni come "Naive", "Tara", "04.09.16" e "Touch the Razor" sono davvero incredibili. La mia personale impressione è che abbiate deciso di raccontarvi più apertamente e a un pubblico più vario.

- Tutto ciò è accaduto in maniera naturale. Suoniamo prima di tutto per noi stessi, ma sono sempre felice quando le persone che ci ascoltano apprezzano la nostra musica. Il fatto che le nostre canzoni possano piacere o meno, non è qualcosa che posso controllare. Ascoltiamo diversi generi musicali, dal punk-hardcore allo sludge, dal goth al neo folk, fino ad arrivare al genere chopped and screwed, e così via... ed è per questo motivo che nella nostra musica si possono trovare punti di contatto con i vari Only Living Witness, Type O Negative, Sisters Of Mercy, Der Blutharsch...

5. Secondo te quale aspetto della band non ha ancora ricevuto abbastanza credito?

- Per noi, gli Hangman's Chair sono come un concept, una "totale" forma d'arte. La musica, i testi, le immagini di copertina sono sotto il nostro controllo e prestiamo attenzione ad ogni dettaglio, tutto deve essere ben collegato. Come il concetto di "Total Football" del grande Cruyff. Quindi immagino che tutti questi vari aspetti ottengano abbastanza credito, dato che diamo loro la medesima attenzione.

6. Se potessi scegliere un artista con cui collaborare in futuro, chi diresti?

- Difficile da dire... probabilmente Gaspar Noé, mi piace la sua ottica sul mondo e sono affascinato dalla sua visione. I suoi "Carne" e "Seul Contre Tous" sono due dei miei film preferiti. Lo incontrammo molto tempo fa e fortunatamente riuscimmo a chiacchierare con lui. Vorrei citare Pasolini, non solo per il suo capolavoro "Salò", ma anche per i suoi scritti sullo sport e sulla cultura sociale del calcio come esempio.

7. Avete in programma delle date dal vivo a supporto del disco?

- Da settembre a dicembre 2018 faremo circa 20 spettacoli tra Francia e Germania. La Spinefarm Records stamperà il nuovo disco per il mercato internazionale, e questo dovrebbe accadere a settembre. Attualmente siamo in attesa della data definitiva. Il loro supporto sarà importante per il tour, quindi restate sintonizzati.

8. Cosa riserverà il futuro per la band?

- Molti live e un nuovo album che arriverà al più presto.


CONTATTI: 
hangmanschair.bandcamp.com 
facebook.com/hangmanschair 

HANGMAN'S CHAIR line-up:

Cedric Toufouti - Voce
Mehdi Birouk Thépegnier - Batteria
Clément Hanvic - Basso
Julien Chanut - Chitarra

RECENSIONE: 
HANGMAN'S CHAIR "Banlieue triste" 2018 - Musicfearsatan