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mercoledì 19 aprile 2017

Recensione: PRIMAL ATTACK "Heartless Oppressor"
2017 - Rastilho Records




Pur non essendo un fanatico del metalcore moderno, approfondire il nuovo album dei PRIMAL ATTACK è stata un'esperienza elettrizzante, soprattutto perché questi musicisti di Lisbona sanno come poter ottenere il massimo sforzandosi il minimo indispensabile. Da ascoltatore, vivo la musica come una sorta di terapia, ed è per tale motivo che in diversi momenti della mia vita (quasi ogni giorno, direi) ho bisogno di spararmi nelle orecchie suoni dal forte impatto. La forza propulsiva di "Heartless Oppressor" ha saputo coinvolgere la mia attenzione per tutta la sua durata. E quindi, non è certo una casualità se i cinque portoghesi possono vantare qualcosa di buono e valido. Non si impiega molto a notare i loro principali punti di riferimento. Spesse volte mi sono venuti in mente i Devildriver di Dez Fafara, ma anche Testament ("Hypersonic Generation"), Hatesphere ("Strike Back"), The Haunted ("Halfborn"), Dew-Scented ("Red Silence"). Nove brani sfrontati e concisi, differenziati quel tanto che basta da non risultare simili gli uni agli altri. Rimane comunque un lavoro estremamente metal, che non mancherà di ottenere consensi positivi.

Contatti: 

primalattack.bandcamp.com/heartless-oppressor
facebook.com/primalattack 

SONGS: Red Silence, Halfborn, The Prodigal One, Truth and Consequence, Strike Back, Heart and Bones, Hypersonic Generation, Above the Live, XXI Century Curse