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lunedì 14 novembre 2016

Intervista: ULCERATE - "NESSUNA POSSIBILITA' DI SALVEZZA"






NON ACCENNA A FERMARSI L'ESEMPLARE ISPIRAZIONE DEGLI ULCERATE, ED ALLORA ECCO GIUNGERE IL QUINTO ALBUM IN STUDIO A FIRMA DI QUESTA STRAORDINARIA BAND DELLA NUOVA ZELANDA, VOTATA AI PRINCIPI DEL DEATH METAL PIU' ESTREMO E TECNICO. "SHRINES OF PARALYSIS" CI VIENE PRESENTATO DAL DRUMMER JAMIE SAINT METAR.

1. Ciao Jamie, piacere di ritrovarti. Sono trascorsi quattordici anni da quando gli Ulcerate decisero di intraprendere la loro carriera artistica, e poter vantare cinque album in studio non è sicuramente cosa da poco. E' stato molto difficile sopravvivere nel tempo e riuscire a farsi largo in una scena così competitiva come quella estrema? In che modo definiresti la vostra band? Sia musicalmente che concettuale.

- In realtà ci avviciniamo ai 16 anni di attività. Siamo rimasti in vita per così tanto tempo perché nessuno di noi è mai sceso a compromessi, e questo è stato l'unico modo per mantenere integra la nostra passione e la nostra musica. Abbiamo sempre puntato in alto per raggiungere il massimo su ogni album degli Ulcerate. Per certi versi ci riteniamo insaziabili. Ma arrivare su questi livelli qualitativi non è stato facile, soprattutto perché ci siamo trovati nella condizione di sacrificare molto del nostro tempo libero. La band è il culmine della nostra passione per questa forma d'arte. Vogliamo esprimere il meglio per aggiungere qualcosa di prezioso nello sviluppo delle sonorità più estreme. Concettualmente parlando, gli Ulcerate sono un mezzo importantissimo per esprimere la nostra mancanza di fiducia nell'umanità.

2. Dopo tutti questi anni di attività continuate ad avere un'incredibile ispirazione e l'ultima release pubblicata dalla Relapse ne è la conferma! Cosa ci puoi dire sul nuovo "Shrines of Paralysis"?

- "Shrines of Paralysis" è più melodico e meno dissonante, perciò mi sento di dire che le singole canzoni sono molto più accattivanti. Come sempre, la nostra musica non è di facile fruizione, per questo motivo gli ascoltatori avranno bisogno di almeno un paio di mesi per poter svelare tutti i particolari e i vari livelli sonori. Il fatto di aver utilizzato un approccio più melodico ci ha permesso di creare delle composizioni più coinvolgenti, ma anche memorabili.

3. Il materiale contenuto nell'album è talmente vario che ad ogni singolo ascolto si possono percepire tanti piccoli dettagli. Inoltre, c'è da dire che le melodie oscure non sono venute meno.

- Sì è così Christian. Di questo ne ho parlato poc'anzi. Investiamo molto del nostro tempo per modulare al meglio gli accordi ed è l'unico modo per aumentare il livello di tensione. Ciò rende più interessante il risultato finale. Questo modo di creare comprende tutto il ritmo, le metriche, le melodie, l'armonia, il contrappunto, il tempo. Quindi, quella che inizia come una semplice raccolta di riff e ritmi dispari, diventa poi una lenta ricerca che va a dare forma a ogni pezzo dei brani. La fase successiva consiste nel mettere insieme quei pezzi aggiungendo gli strati sonori che andranno ad aumentare il livello di coesione tra le diverse canzoni.

4. Siete stati in qualche modo influenzati dai Gorguts? Non sono poche le similitudini tra i vostri stili musicali. Comunque, a parte questo, penso che la dinamicità di "Shrines of Paralysis" dipenda dalla forte energia scatenata dai diversi elementi stilistici che lo compongono. Il risultato di questa ricerca vi porterà ad esplorare altri territori musicali?

- I Gorguts sono stati una grande influenza durante i nostri primi anni di carriera, ma al momento non ci sentiamo influenzati da altri gruppi. Cerchiamo di costruire la musica in modo convincente proprio perché oggi le influenze esterne non sono così importanti. Giunti a questo punto, non saprei cosa dirti in termini di direzione stilistica, però sono certo che ci spingeremo oltre utilizzando un approccio più melodico. Comunque, solo il tempo lo dirà.

5. Che tipo di mutamenti hai notato nel panorama musicale estremo? Te lo chiedo perché gli anni passano e le cose stanno nettamente cambiando. In meglio o in peggio, secondo il tuo punto di vista? Che opinione hai della scena underground contemporanea?

- Le cose sono decisamente cambiate. Il death metal si è particolarmente commercializzato, infatti, i dischi suonano in maniera molto più omogenea e, purtroppo, si evidenzia una netta mancanza di personalità. Alla fine degli anni '90 non esisteva tutto questo spirito competitivo. Oggi esiste una costante battaglia tra chi riesce a suonare più veloce e in maniera più 'tecnica', e questo è certamente un sintomo degli ultimi dieci anni. Ma il vero underground del death metal e del black metal è più forte che mai nei giorni nostri. Alcuni gruppi propongono dell'ottima musica.

6. Quali sono i tuoi interessi oltre alla musica?

- Arte, design, cinema, buon cibo, buona compagnia, ciclismo e fitness.

7. Grazie per la tua disponibilità, anche perché attualmente siete ancora impegnati nel vostro tour in America! E' stato davvero piacevole parlare con te in questa seconda intervista per Son of Flies webzine. Hai altro da aggiungere per tutti i vecchi e nuovi appassionati di musica estrema?

- Apprezziamo molto il tuo grande interesse e il continuo supporto agli Ulcerate. Senza il sostegno dei fan tutto sarebbe molto più difficile da realizzare e le nostre personali visioni non potrebbero raggiungere un livello sempre più elevato. Avere una solida fanbase fornisce le giuste motivazione e un'infinita ispirazione per andare avanti.


CONTATTI:

ulcerate.bandcamp.com
ulcerate-official.com
facebook.com/Ulcerate


ULCERATE line-up:

Jamie Saint Merat - Percussioni, Batteria
Michael Hoggard - Chitarra
Paul Kelland - Basso, Voce


RECENSIONE:
ULCERATE "Shrines of Paralysis" 2016 - Relapse Records