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giovedì 27 ottobre 2016

Intervista: DARKTHRONE - "IL RUGGITO DEL TUONO ARDENTE"








PER QUASI TRENT'ANNI I DARKTHRONE SONO STATI UNA FORZA INARRESTABILE, E MAI SOTTOVALUTATI ALL’INTERNO DEL PANORAMA METAL MONDIALE. ANCHE OGGI, IN QUESTA SECONDA VITA, I DUE MUSICISTI NORVEGESI NON MOSTRANO NESSUN SEGNO DI CEDIMENTO. IL LORO NUOVO ALBUM “ARCTIC THUNDER” NE E’ LA RIPROVA. ECCO A VOI IL RESOCONTO DI UN'INTENSA INTERVISTA CON GYLVE FENRIS NAGELL.

1. Ciao Fenriz. Come te la passi in questo periodo? Spero tutto bene. Mi fa molto piacere che tu abbia accettato di rispondere a questa seconda intervista per Son of Flies webzine. Cerco di essere breve e dettagliato, perciò mi auguro che le mie domande siano di tuo gradimento.

- Qui va tutto bene. In questo momento sto ascoltando il vinile del primo album dei norvegesi CADAVER, uscito per una sottoetichetta della Earache Records (la Necrosis Records, che fu gestita dai ragazzi dei Carcass). E’ un regalo del mio amico Andrew Pitt. Questo vinile mi è stato inviato dall’Australia (credo lo abbia cercato su qualche archivio metal). Lui ha deciso di spedirmelo dopo che io gli ho fatto avere un singolo dei The Devil’s Blood (ottenuto a tempo di record da Discogs). Abbiamo suonato molti concerti con i Cadaver nel lontanto 1989/1990. Possiedo ancora il loro demo e lo split CD con i Carnage. Comunque custodivo già il CD di “Hallucinating Anxiety”, ma non avevo la versione su LP con la bonus track. A pensarci bene, anche il nostro primo album conteneva una bonus track (“Eon”) sulla versione CD, haha!

2. Nelle ultime settimane le reazioni di chi ha ascoltato attentamente “Arctic Thunder” sono state generalmente positive: i vostri nuovi seguaci si dimostrano interessati, ma anche un po’ perplessi; mentre i vecchi fan mi sono sembrati più pronti ad apprezzare l’ultima vostra incarnazione. E’ stata una decisione presa consciamente quella di tornare indietro nel tempo, oppure tu e Ted volevate solo focalizzarvi su un suono diverso rispetto a quello espresso sulle ultime release?

- Aspetta un attimo, devo solo fare un po’ di headbanging mentre ascolto i riff mid tempo dei Cadaver... Cazzo, sono davvero impressionanti! Bella domanda la tua, anche se in questa sede non posso parlare per Ted. Immagino che lui componga musica con la sua testa, ispirato da sé stesso mentre suona la chitarra. Ovviamente è solo la mia ipotesi. Io, d'altra parte, desideravo intervenire in maniera più introspettiva per dare forma ad “Artic Thunder”. E’ stato fondamentale poter disporre del nostro studio (l'iniziativa di Ted emerse nel 2005). Stiamo facendo un sacco di registrazioni in freestyle, e molte delle canzoni sono nate in questo modo. Tuttavia, sul nostro ultimo disco abbiamo ridotto l’utilizzo di alcuni degli stili incorporati nelle ultime nostre release, ma facendo affidamento ad un approccio più serio, siamo anche riusciti a conservare le caratteristiche di altri generi musicali. Eravamo molto soddisfatti del precedente “THE UNDERGROUND RESISTANCE”, quindi ci siamo chiesti come potevamo fare di meglio. Con il passare degli anni, vedevamo quel lavoro come una specie di mammut. E’ stata una prova difficile cercare di andare oltre quel gigante, perché non volevamo ucciderlo, ma girargli intorno e andare avanti. Ho deciso così di tenere a freno l’istinto di scrivere canzoni metal con quelle velocità tipiche dello stile heavy svedese del 1983-1985. Per cui, cosa mi restava da fare? SLOW HEAVY METAL. Quando ho iniziato a scrivere il materiale per il nuovo album (a metà del 2015) avevo quattro dischi in mente. Questo non significa che io mi sedevo ad ascoltare quegli album cercando di copiarli. Per me sono stati come una mappa stradale. Dopo aver ascoltato tantissima musica nella mia vita, sono arrivato al punto in cui volevo solo approfondire la mia personale visione seguendo un'unica direzione, anziché farmi rapire dalle numerose influenze provenienti da migliaia di album già ascoltati. Le quattro release cui accennavo prima sono: DREAM DEATH “Journey Into Mystery” (1987, New Renaissance), SACRILEGE “Within the Prophecy” (1987, Under One Flag), BLACK SABBATH “Mob Rules” (1981, Warner Bros.) e CANDLEMASS “Epicus Doomicus Metallicus” (1986, Black Dragon). Dopo aver registrato tutte le nuove canzoni, ho confrontato le mie incisioni con quelle di Ted, e ho scoperto che nelle mie tracce non c’era nulla che mi ricordasse i Candlemass; un modo per poter dire che, non ho lavorato come un robot o qualcosa del genere. Mentre, c'erano dei riff sui miei brani che potevano ricordare gli altri 3 album citati poc’anzi, ma anche un po’ di Iron Maiden, alcune cose degli Hellhammer, un po' degli Exodus degli esordi, oppure degli Autopsy e dello stile dei Necrophagia del 1987. Un qualsiasi riff di chitarra deve colpire il mio cervello come un fulmine e devo canticchiarlo fino a quando non decido di riversarlo sulla mia sei corde. Successivamente registro tutto sul telefono. Partendo da un singolo riff, inizio a comporre altri riff che cerco di adattare all’atmosfera della canzone. Il mio processo di scrittura viene ispirato da tutta la musica che ho ascoltato (e che, signori miei, è davvero tanta). A questo punto voglio svelarvi un segreto: tutto ciò che sto cercando di scrivere oggi è quello che avrei composto nel 1988 se...

1: Avessi avuto le capacità per suonare bene la batteria.

2: Avessimo deciso di continuare a camminare sul terreno del death metal, cosa che facemmo alla fine dell'anno 1988/inizi del 1989. Quella che sto scrivendo attualmente è musica vera, sentita, in stile DARKTHRONE, un ritorno alle nostre origini. Nelle tantissime biografie on-line che ci riguardano, si dice che abbiamo iniziato come una band death metal, ma ascoltando il nostro primo demo è chiaro che non è così. Avevamo delle ispirazioni molto più vecchie.

3. Il songwriting dell’album è più mirato e (credo) più maturo rispetto a quello dei precedenti dischi in studio. Questa la mia sincera opinione. Il filo logico suggerito dalla spontaneità ha guidato in qualche modo il vostro approccio alla scrittura? Vorrei sapere se l’intenzione era quella di salire su un altro livello.

- E’ un bene che siamo maturati dopo 17 album, hahahahaha!!! Io e Ted eravamo troppo felici dei risultati ottenuti con il precedente disco, ecco perché provavamo una strana sensazione, come se avessimo raggiunto una sorta di stazione finale. Così ho pensato che dovevamo apportare qualche modifica sul nuovo materiale. Ci siamo sentiti totalmente liberi di esprimerci come volevamo da quando siamo entrati nel nostro piccolo studio nel 2005. Devo dire che, ho sacrificato la mia grande voglia di cantare, facendo poi cantare a Ted l’intero album. Come accennavo prima, “Arctic Thunder” è un lavoro molto più introspettivo. Nel periodo in cui stavano maturando certe decisioni fondamentali per il disco, ascoltavo continuamente “Mountain” degli ANGUISH, anche se quello della formazione svedese è uno stile diverso dal nostro. Quindi, in questo momento vale lo stesso discorso fatto nella risposta alla tua seconda domanda.



4. Come si sviluppa il processo di scrittura per una nuova canzone dei Darkthrone? Te lo chiedo perché all’inizio della vostra carriera avevate influenze un po’ diverse da quelle di oggi. Non è così?

- No, ho avuto più o meno le stesse influenze sulle mie canzoni di questo album, come era successo alla fine del 1987 e inizi del 1988. In realtà è Ted a mantenere un approccio standard quando scrive la sua musica per i Darkthrone, mentre io sono andato totalmente indietro nel tempo, a quel tipo di suono che avrei voluto scrivere alla fine del 1988 (come ti ho già spiegato nella tua domanda numero 2 :D). Per una nuova canzone dei Darkthrone inizio sempre da un mio riff di chitarra e solo in un secondo momento lo registrato sul mio telefonico (in questi giorni, non ho scelto solo questa opzione, ma mi sono affidato anche a un lettore mp3 e a un dittafono). In ogni caso, nel corso di trent'anni e con diciassette album all’attivo, una qualsiasi canzone poteva iniziare in tanti modi diversi, per questo motivo tutti i nostri dischi sono stati registrati in maniera differente, apportando qualche piccola variazione se necessario. Alcune composizioni di “Arctic Thunder” sono venute fuori all’improvviso, mentre mi rilassavo bevendo birra e suonando la chitarra. Non ho idea di come funzioni per Ted, mi dispiace.

5. Quali altre band o suoni hanno ispirato la musica di “Arctic Thunder”?

- Come dicevo poc’anzi, un nostro album può essere il risultato di tutta la musica che ho ascoltato negli anni, e quindi, quando compongo il mio materiale devo solo creare qualcosa che si adatti al mood delle singole canzoni. Poi, col passare delle settimane registro tutte le idee. Non ho la possibilità di ascoltare in anticipo il materiale di Ted, perciò solo quando ci incontriamo in studio valutiamo il da farsi e prendiamo ogni decisione. Così prima della masterizzazione del disco possiamo analizzare quali sono i riff che ci piacciono. Nei miei giri di chitarra si possono avvertire delle somiglianze con gli Hellhammer, con i Poison Idea del disco “Feel the Darkness” (1990), o udire forti richiami a dei riff degli Stryper. Io stesso potrei sentire qualcosa che mi ricorda gli Autopsy e poi improvvisamente gli Iron Maiden, ma anche qualche riff metal in stile egiziano, o dei riff mid tempo tipici degli Exodus dell'anno 1985 e dei Metallica del 1986. Peraltro sono anche interessato ai riff già sentiti nel 1987/1988.

6. La decade degli anni ‘80 è stata importantissima per la musica rock e metal, e oggi sono in tanti ad affermarlo! Tu cosa puoi dirci su quella scena musicale e sulla gran parte delle band, etichette, zines, radio attive in quegli anni?

- Non tutti i decenni si riversano l'uno nell'altro. Gli anni ‘80 sono stati fantastici per il metal. Un sacco di gruppi dal sound più duro non potevano permettersi grandi studi, e pur avendo utilizzato delle piccole sale di incisione, hanno comunque generato tante registrazioni con una vera identità. Lo scopo era solo quello di suonare pesanti. Sì, il suono di allora era davvero originale. Tutto quel fermento ha dato vita a molti paesaggi sonori differenti. Gli anni ‘90 portarono dei suoni molto più uniformi, ed è per questo se non mi hanno mai particolarmente attratto. Mi piace soprattutto il rock e l’hard rock dei ‘50, ‘60, ‘70 e ‘80. Nel 1987 l’underground metal mondiale era pieno di zines, gruppi, demo e programmi radiofonici, utilizzavamo il tape trading e gli scrittori delle zines ci fornivano le compilation registrate sulle cassette. Tutto si sviluppava tramite posta! Io non ho comprato nessun album nell’‘87, ‘88, ‘89 e ‘90 a causa di questo; ma ho ricevuto tantissime demo grazie al tape trading e acquistavo ciò che mi interessava tramite mailorder. Il negozio di musica a Oslo non vendeva le prime tape degli Incubus o dei cileni Pentagram.

7. Cosa ti piacerebbe vedere nel futuro del metal in generale e in quello dei Darkthrone?

- E’ stato grande quando dal 2004 in poi tutti hanno avuto la possibilità di conoscere meglio la scena metal. Ognuno poteva approfondire ciò che desiderava veramente, invece che seguire i trend e le regole imposte da tante etichette discografiche. E’ pur vero che con lo streaming e con YouTube si sono persi tanti soldi, ma la musica si è rivoluzionata e ha fatto grandi passi in avanti. Spero solo che lo streaming possa far accumulare un po’ di denaro agli artisti. I sacrifici, gli sforzi e il duro lavoro dovrebbero essere ripagati. Ma si sa che, il mondo non è un posto giusto per questo, haha. Ho tre nuovi riff per i Darkthrone. Si muovono sullo stesso stile dei brani di “Arctic Thunder”, quindi penso che questo sarà lo stile che seguiremo. Però Dio potrebbe sghignazzare e prendersi gioco degli esseri umani che fanno progetti (...come dice un vecchio detto). I Darkthrone non hanno piani al momento, qualunque cosa accada. Ma mi sembra di capire che al momento ci stiamo muovendo bene.

8. Fenriz, grazie per il tempo concessomi. Ti auguro tutto il meglio. Darkthrone rules forever!

- Non dimenticate di ascoltare i MALOKARPATAN.

Ecco maggiori informazioni: I moved back home here to Kolbotn/Tårnåsen in 2013/2014, just 200 metres away from our old rehearsal space. I pulled some strings in the local community (thanks Nicklas and Morten B.) and finally had the key to the old bomb shelter. Back in the day it was the cold war and up here, every population of ca 350 had to have a bomb shelter – it also had to be constantly empty to house people in case of nuclear war. This meant that every single rehearsal we had there meant getting ALL the equipment from a side room to the garages on ground level, carry it down to the shelter and set everything up. After rehearsals we had to dismantle EVERYTHING and carry it back up to the little storage space. When we got the record deal with Peaceville in early 1990 I said to my parents that “we have a record deal now, we can't rehearse like that anymore, we have to rehearse at our house”. So we did. Thanks, parents. But half a year later the cold war ended and we could have continued to rehearse there without all the hassle of setting up and taking down all equipment. Haha! C'est la vie.

So in august 2015 Ted and me drove to our previous recording spot (thanks, Kjell Arne) and fetched all of our equipment and set it up in the old bomb shelter. It still had the same smell, only difference is that many other bands rehearse there and the old CHET ATKINS “me and my guitar” poster wasn't there. The janitor said he had to take it down because of water damage. I went home and found the album cover online and printed it out and put it back up. NOW we were back in business. We met up in September with two songs each ready to be recorded and then again in december, same procedure. How we recorded for Arctic Thunder is that we mic up the drums, mic up a guitar amp, no wall between so that the guitar will leak into the drums and vice versa. Then put the studio on red (recording) and play till we are satisfied. That means it is a very live situation, playing very loud. We don't do much with the sound afterwards because we can't, it's a very primitive studio. Then Ted takes his equipment and the studio back to his home in Skien and records bass and solo and does vocals. Then I get a copy and tell what levels need to be adjusted (for this album I said, “Ted, it sounds so muffled. Treble it up a bit before the mastering process”). And then it is sent off to mastering, again to Jack Control at enormous door mastering in Texas, like our previous album. And there you have the final product. One master for cd, one for vinyl.


CONTATTI:

peaceville.com/bands/darkthrone
facebook.com/Darkthrone

DARKTHRONE line-up:

Gylve Fenriz Nagell - Batteria, Basso, Chitarra, Songwriting, Lyrics
Ted Skjellum - Voce, Chitarra, Basso, Songwriting, Lyrics

RECENSIONE: 
DARKTHRONE "Arctic Thunder" 2016 - Peaceville Records