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sabato 7 novembre 2015

Intervista: THE OBSERVATORY - "IL SETTIMO SIGILLO"






I THE OBSERVATORY, PROVENIENTI DA SINGAPORE, HANNO CONFEZIONATO UN NUOVO ALBUM CHE SONO CERTO FARA' LA GIOIA DEI SEGUACI DELLA SPERIMENTAZIONE. IL GRUPPO ASIATICO VIAGGIA AL DI FUORI DEI SOLITI CANONI DI GENERE. QUESTO E' IL LORO PIU' GRANDE PREGIO. "CONTINUUM" SI AVVALE DELL'ARTWORK CREATO DALL'ARTISTA ITALIANO MASSIMILIANO AMATI. ANCHE LUI HA RISPOSTO AD ALCUNE DELLE MIE DOMANDE.

1. "Continuum" è il titolo del nuovo full-length. Avete proseguito sulla stessa strada oppure c'è stata una sterzata artistica? Quali sensazioni volevate esternare con questo lavoro?

Leslie: Ci serviamo del progetto Continuum per entrare in contatto con le nostre radici del sud-est asiatico. Spesso abbiamo guardato a Ovest, ma successivamente ci siamo ricollegati alle nostre origini. Tutto è suonato a orecchio. Sfioriamo la superficie di ciò che ascoltavamo quando eravamo molto giovani (in radio, in televisione, nei canti funebri, nelle canzoni tradizionali malesi e indiane). Tutte queste sfumature sono presenti nel nostro sound. Noi andiamo indietro nella storia. Eravamo particolarmente interessati alla musica balinese perché era veloce, intricata, dinamica e respirava come un essere vivente che danza. Si, abbiamo deviato verso una nuova direzione. Attualmente stiamo ultimando il nuovo album. Dovrebbe uscire all'inizio del prossimo anno.

2. Cosa avete da dirci sul processo di songwriting?

Chee Wai: Siamo stati a Bergen per tutto il mese di agosto ed è li che è nato il nuovo album. E' stato un processo faticoso ma proficuo. Abbiamo vissuto, respirato e mangiato nient'altro che la nostra musica. Passavamo ore in studio per lavorare selle idee di Leslie. Ci piace provare e registrare, tornare a casa, preparare la cena, e poi ascoltare e valutare le riprese. Il giorno dopo, entrare in studio e fare lo stesso, in modo da avere una maggiore sintonia. E' stato un processo estremamente sano. Faticoso, non c'è dubbio, ma quando viviamo e respiriamo per la nostra creatura è sempre entusiasmante perché tutto prende vita. Quando suoniamo queste canzoni ci tornano in mente le immagini di vita vissuta a Bergen, pensiamo ai nostri amici norvegesi, all'odore di quel mare, al freddo e alla tranquillità notturna che avvolgevano quella città.

3. Qual è il vostro background musicale?

Vivian: Tutti veniamo da esperienze musicali abbastanza diverse. Gran parte dei membri coinvolti nel gruppo sono autodidatti, tutti provengono dalla scena indie o underground di Singapore. Parlando della formazione attuale: Yuen Chee Wai ha iniziato in una band indie, ma è arrivata presto a toccare un sound artistico sperimentale, un mix di elettronica e noise. Cheryl Ong è una percussionista cinese che ha insegnato musica per un po' di tempo. Leslie suona il basso, ma ha iniziato la sua carriera nella scena indie, quella della fine degli anni '80 / primi anni '90; in passato era batterista, poi chitarrista e cantautore. Io ho avuto una formazione più formale sin da quando avevo 5 anni, e da li ho continuato ad allenarmi seriamente come pianista classico.



4. Le nuove canzoni sono intense, suggestive e molto interessanti. Che cosa ha ispirato il titolo del disco e il concept?

Leslie: L'intero "Continuum" è stato caratterizzato dal Gamelan (...il gamelan è un'orchestra di strumenti musicali di origine indonesiana che comprende metallofoni, xilofoni, tamburi e gong; può comprendere anche flauti di bambù, strumenti a corda e la voce. NdR). Strumenti adattati alla nostra scala a 6 toni. Con questi strumenti abbiamo esplorato le frequenze dei beat. Anche le chitarre elettriche sono state adattate a quella scala. Poi, un set di batteria è servito per incastrare i vari ritmi intricati (kotekans). Oltre a ciò, ci sono synth e voci. Questa è la nostra visione della musica fusion. Quindi, "Continuum" è il titolo adatto per incorniciare il concept che sta dietro la nostra musica.

5. Tutto suona piuttosto emotivo. C'è tanta variazione nel materiale di "Continuum"...

Leslie: "Mankind, the only vocal track is devoid of emotion". Si, devo ammettere che le variazioni sono tante.

6. Per voi cosa rappresentano i The Observatory?

Vivian: Tutto è rimasto tale e quale al primo giorno. The Observatory è sempre stato più di un semplice spazio riservato alla personalità. Non abbiamo mai avuto grandi successi, né ottenuto una grande fama. Ma non significa che non siamo ambiziosi. Gli obiettivi sono altri. Siamo sempre pronti a spingerci oltre per comporre cose diverse, cerchiamo di scuotere il pubblico e il nostro disagio per crescere in modo creativo. I The Observatory non hanno paura di sperimentare, sbagliare, utilizzare delle idee nobili, fallire, avere successo. Insomma, siamo come la vita stessa. Vogliamo continuare a suonare non solo per noi stessi, ma anche per la nostra comunità musicale.

7. Quali sono le aspettative personali per la fine di quest'anno?

Cheryl: E' stato un anno molto impegnativo e fruttuoso. Abbiamo appena finito la registrazione e il mixaggio del nuovo album che, speriamo di pubblicare all'inizio del prossimo anno. Ci sono in programma un paio di spettacoli entro la fine dell'anno e un tour in Giappone le prime due settimane di novembre. Metteremo in scena l'intero "Continuum" al TPAM, Performin Arts Metting che si terrà a Yokohama in Giappone nel febbraio del prossimo anno. Il nostro lavoro non si ferma mai, anche se a volte non riusciamo ad ottenere ciò che ci aspettiamo dalle cose. Tuttavia, continuiamo a fare quello che amiamo, lavorando sodo, mantenendo la mente aperta su qualunque prossimo concerto o progetto.



INTERVISTA con MASSIMILIANO AMATI, creatore dell'artwork di "Continuum"

1. Ciao Massimiliano. Quando hai iniziato a disegnare e perché. Ho letto che hai studiato architettura presso La Sapienza.

- Ho iniziato a disegnare quando ero molto piccolo, avevo all'incirca tre anni. Il perchè è tuttora un mistero, ma posso dire che probabilmente c'è stata una trasmissione genealogica; buona parte della famiglia è composta da artigiani e molti di loro hanno coltivato la passione per il disegno durante la loro vita, e continuano a farlo... Gli studi di Architettura, alla Sapienza di Roma, hanno rafforzato le mie capacità espressive... sopratutto in riferimento alle qualità dello spazio. Un dottorato in Teoria e Progetto dell'Architettura mi ha dato le basi per esplorare le configurazioni spaziali del tempo attraverso lo studio della narratività.

2. Da dove trai l'ispirazione per i tuoi disegni?

- L'ispirazione è un momento incisivo e fugace in cui la mia mano è intimamente connessa alla testa, nasce in vari modi, ma posso dire che la musica costruisce quasi sempre l'ambiente del mio operare! Ogni disegno è comunque il frutto di un movimento di ricerca e non un immagine mentale pre-costituita da perseguire. L'ispirazione per così dire si inserisce all'interno di una trama di visioni scaturite da molte letture. Adoro esplorare le vite delle forme leggendo racconti antichi, mitologie e letture di tipo scientifico, sopratutto in riferimento alle forme biologiche. Viaggiare ed osservare le opere d'arte nei loro luoghi natii è ancora un bacino di ispirazione molto robusto.

3 Che significato assume il colore nelle tue opere? Ho notato che alcuni tuoi lavori sono in bianco e nero, altri a colori.

- La scelta di utilizzare il colore o il bianco e nero è dettata da esigenze distinte che ritornano ciclicamente. Quando ho iniziato a fare le mie prime mostre, qui a Roma-Est, il colore era lo strumento per rilanciare all'esterno un immagine passionale ed estraniante di quella parte di città, tuttora popolata da molte comunità africane e asiatiche. Nacque l'idea di disegnare dei ritratti immaginari di quel crocevia con pantoni, inchiostri ed evidenziatori su carta fotografica, a cui ho dato il nome di "Tropical Pixel". Il risultato erano immagini lucide, disturbate da alte frequenze cromatiche, sotto forma di pattern e ritmi iterati di segni colorati. Parallelamente costruivo maschere multi materiche e multicolore all'interno di un collettivo performativo chiamato OXO. Successivamente ho sentito l'esigenza probabilmente più "razionale" di approfondire l'espressività del segno e riuscire a comunicare le vibrazioni cromatiche affidandomi esclusivamente alle qualità formali delle linee, e alle loro costruzioni in pattern. Il ruolo del colore in se in un certo senso decadeva. Sotto questa motivazione formale sono nati dei progetti di acqueforti, e cicli di disegni ispirati a testi storici e scientifici (i cicli Re, Apnea, Muthos). Recentemente il colore è ritornato, ma questo processo è in via di formazione...

4 Puoi raccontarmi come sei entrato in connessione con la band asiatica The Observatory? Parlami del tuo artwork del loro nuovo album.

- Durante un loro concerto, gli Observatory hanno conosciuto i miei lavori esposti all'interno di un festival romano di musica occulta e psichedelica italiana, chiamato Thalassa, ideato dal circolo culturale Dal Verme. In seguito mi hanno contattato chiedendomi di utilizzare un lavoro per la copertina di Continuum. Mi sono sentito subito a mio agio perchè sentivo che il mio immaginario poteva legarsi ai loro paesaggi sonori. D'altronde disegno benissimo con la loro musica! La scelta dei disegni è caduta su due lavori appartenente al ciclo "Re" ispirati ai legami instaurati tra i protagonisti dell' antica epopea di Gilgamesh: un ritratto del Re Gilgamesh, e la sua mano avvinghiata dal serpente che ruba il fiore dell'immortalità. E in effetti il cuore del ciclo Re è la continuità di alcuni archetipi formali e simbolici teorizzati dall'antica narrativa ed espressi nell'arte fino ad oggi con nuovi significati, contro qualsiasi visione lineare del tempo: un atteggiamento che ritrovo in forme musicali anche nel loro ultimo disco. Sito: redellearinghe.com


CONTATTI:

theobservatory.com.sg
theobservatory.bandcamp.com/continuum
facebook.com/theobservatory 
redellearinghe.com
facebook.com/re.dellearinghe


THE OBSERVATORY line-up:

Leslie Low
Vivian Wang
Cheryl Ong
Yuen Chee Wai


RECENSIONE: 
THE OBSERVATORY "Continuum" 2015 - Independent