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venerdì 17 aprile 2015

Recensione: SATORI JUNK "Satori Junk"
2015 - Taxi Driver Records




Al giorno d'oggi non è per niente facile individuare dei gruppi originali e interessanti, perciò si dovrebbe quantomeno cercare di scovare qualcuno che, in un modo o nell'altro, sappia colpire le attenzioni di pubblico e critica. Spiegare i suoni dei milanesi SATORI JUNK non è cosa semplice: vi potrebbe essere utile una dose sostanziosa di marijuana per trovare la connessione adeguata con il debutto omonimo contrassegnato dal marchio Taxi Driver Records. Eredi di formazioni mai dimenticate degli anni '70, ma anche di compagini mostruose come Sleep, Electric Wizard, Saint Vitus; i Satori Junk propongono una miscela sonora di rock allucinato e sludge sofisticato, un mix che assume spesso toni in bianco e nero schiaccianti. Questi ragazzi hanno capito che si può ottenere la formula adatta anche con una linea guida monotematica, carica di tensione emotiva ("T.T.D.", "Monsters"). La poetica crepuscolare del disco viene bollita nel liquido lisergico e tenuta a galla da vari strumenti magnetici (synth, theremin e tastiere). E' musica godibile se pur greve, forse un po' carente di particolari variazioni. Fa eccezione la traccia conclusiva "Queen Ant Jam", in cui i nostri mettono in evidenza delle idee differenti. L'intero songwriting non è ancora flessibile perché indirizzato verso la ricerca spasmodica di una purezza doomeggiante legata alla psichedelia più cruda ed essenziale. Sicuramente "Satori Junk" è un buon inizio che getta delle basi solide per il futuro. Riservati ai maniaci di tali sonorità.

Contatti:

satorijunk.bandcamp.com
facebook.com/SatoriJunk
taxidriverstore.com

TRACKLIST: T.T.D., Spooky Boogie, Monsters, Shamaniac, Blessed Are The Bastards, Ritual, Lord Of The Pigs, Queen Ant Jam