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lunedì 26 gennaio 2015

Recensione: RISE ABOVE DEAD "Heavy Gravity"
2015 - Shove Records | Moment of Collapse Records




I meneghini RISE ABOVE DEAD non sono solo una delle migliori formazioni italiane nel loro genere, ma un esempio concreto di come sia possibile evolversi tenendo fede alle proprie origini e al proprio particolare trademark. Il precedente album del 2012 "Stellar Filth" era un lavoro profondo, complesso e stratificato, oltre che molto drammatico e buio in certi suoi contenuti ostici. "Heavy Gravity", al contrario, abbatte le barriere di genere con agilità e colleziona un'infinità di buone idee, che non dovevano nient'altro che essere tradotte in musica. Questo disco rispecchia quello che i Rise Above Dead sono ora, un collettivo più forte e motivato dopo la dipartita, per motivi personali, del cantante Andrea Rondanini. Fortunatamente, questi quattro bravissimi musicisti non si sono smarriti nel nulla e hanno saputo reagire bene, rimboccandosi le maniche e ripartendo da dove si erano fermati qualche anno fa, decidendo così di continuare la personale carriera artistica come compagine strumentale. C'è più spontaneità, fluidità e istintività nei sei brani di "Heavy Gravity", tutti dal minutaggio abbastanza ampio/esteso e collocati ad un'altitudine elevata e vertiginosa. Componenti, queste, perfettamente orchestrate e che si sono rivelate indispensabili per il raggiungimento di determinati livelli stilistici di assoluta qualità. La magia si sviluppa quando con lo scorrere dei minuti, le varie immagini dipinte da ciascun componente si fondono insieme divorandosi l'un l'altra; proprio in quei precisi momenti i nostri ci danno la possibilità di raccogliere i tanti frammenti colorati appartenenti a canzoni organiche e tentacolari come "The Last Migration", "By The Lights", la title track o "The Lone Tower" che, fin da subito ci comunicano quanto i Rise Above Dead siano migliorati in fase di scrittura, assumendo una inclinazione conforme al quadro teorico dettato dai Mastodon sul capolavoro "Crack The Skye" del 2009. Mentre lo spettro dei Russian Circles riappare con le sue deformità mimiche in "Mountain Of The Divine" e nella conclusiva "March of the Locust". L'ultimo "Heavy Gravity" trasmuta il post rock / metal in un viaggio interstellare che regala tante altre emozioni positive. A volte bisogna contrastare la forza dei brani per imparare ad arginarla e assumere quel ruolo da protagonista che determina il carattere di un album. Oggi, per i Rise Above Dead la musica diventa più una questione di pancia che di testa. Questo ha dato loro ragione. Riccardo "Paso" Pasini è l'uomo di fiducia del gruppo dietro la console. Sarà disponibile da febbraio su vinile, confezionato da Moment Of Collapse e Shove Records.

Contatti: riseabovedead.bandcamp.com - facebook.com/riseabovedead

TRACKLISTING: The Last Migration, Mountain Of The Divine, By The Lights, Heavy Gravity, The Lone Tower, March Of The Locust