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mercoledì 5 novembre 2014
Recensione: MANES "Be All End All"
2014 - Debemur Morti Productions
Come tutte le band dedite alla sperimentazione, anche i norvegesi MANES (attivi dal 1993) si concedono il privilegio di fare le cose con calma e soprattutto con i tempi giusti; quelli indispensabili affinché il tutto potesse risultare funzionale e competitivo, considerando il passo serrato di una scena sempre più ampia per ciò che concerne stili, ibridazioni e gusti degli ascoltatori. Non da meno la frustrante pratica dell' "usa e getta", molto gettonata tra le nuove generazioni. Fortunatamente i Manes con "Be All End All" fanno piazza pulita della solita musica riciclata da altri loro colleghi e sfoderano un album che affascina fin dalla traccia di apertura "A Deathpact Most Imminent". Un disco fatto per accoltellare ogni cuore e illuminare il buio.. un lavoro ispirato, seducente, dipinto con tonalità scure e caratterizzato da contaminazioni tipicamente rock che, molto spesso vengono schiacciate dal peso dell'elettronica, del trip hop e da ambientazioni dilatate maledettamente contagiose ("Blanket Of Ashes" è una delle canzoni più interessanti del lotto e si rinvigorisce con degli echi che ricordano il David Bowie dell'album "Outside", uscito nel 1995). Come i grandissimi Ulver, anche i Manes non seguono un preciso filone artistico, rompono le righe con totale disinvoltura e si snodano con libertà oltre le barriere dei pregiudizi. Musicisti coraggiosi!!! In un panorama desolante e piatto come quello odierno, un disco stimolante come questo non deve passare inosservato. Sono trascorsi sette anni dal precedente "How the World Came To An End" ma ne è valsa davvero la pena. Fate tesoro delle mie parole. Uno dei migliori ritorni del 2014.
Contatti: manes.no - facebook.com/manes.no
TRACKLISTING: A Deathpact Most Imminent, Ars Moriendi (The Lower Crown), A Safe Place In The Unsafe, Blanket Of Ashes, Broken Fire, Free As In Free To Leave, Name The Serpent, The Nature And Function Of Sacrifice, Turn The Streams