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giovedì 5 giugno 2014
Intervista: HOUR OF PENANCE - "CONTRO OGNI DOGMA"
GLI HOUR OF PENANCE NON ARRESTANO LA LORO MARCIA! UNA BAND INCREDIBILE CHE, NON HA NULLA DA INVIDIARE A NESSUNO NEL PANORAMA DEL DEATH METAL INTERNAZIONALE. AUTENTICHE MACCHINE DA GUERRA! INARRESTABILI E COMPATTI, I NOSTRI SONO GIUNTI AL TRAGUARDO DEL SESTO ALBUM IN STUDIO ("REGICIDE"). SONO MOLTO FELICE DI CONTINUARE A SUPPORTARE QUESTI MUSICISTI. RINGRAZIO GIULIO MOSCHINI E PAOLO PIERI PER AVER RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE.
1. Ciao ragazzi. Sono davvero felice di avervi nuovamente nella mia Son of Flies webzine. Volevo aprire l'intervista con una domanda a brucia pelo: il precedente "Sedition" ha ottenuto il gradimento di pubblico e critica. Hai timore che il nuovo "Regicide" possa non bissare l’impresa?
Giulio: Onestamente di solito non faccio mai comparazioni tra un album
e un altro, ogni disco che abbiamo fatto finora è stato un capitolo a se stante nella nostra carriera, penso tuttavia che Regicide rappresenti un ulteriore evoluzione per la band sotto moltissimi fattori. A distanza di dieci giorni dall’uscita dell’album, le recensioni che abbiamo letto online sono state più che positive, quindi speriamo sicuramente in meglio per il nuovo album.
2. Nel corso degli anni (soprattutto dal 2007 in poi) avete dimostrato che il death metal può essere un genere musicale versatile e in parte originale, se suonato in un certo modo. Sei soddisfatto dei risultati raggiunti? Avresti mai immaginato di ottenere tali soddisfazioni ed arrivare fino a questo punto?
Giulio: Si sono molto soddisfatto, sopratutto con Sedition siamo riusciti a suonare quasi 200 concerti tra Europa / America / Asia / Australia in poco più di un anno e siamo riusciti ad andare in tour con gruppi che abbiamo sempre preso come punti di riferimento come i Cannibal Corpse, i Nile e via dicendo. Non è stata certo una passeggiata, ci sono voluti ben 5 dischi prima di riuscire a rompere un po' le acque (e probabilmente anche qualcos’altro) e cominciare a raccogliere i frutti del lavoro che abbiamo fatto finora, sopratutto non avendo mai fatto compromessi con situazioni di “pay to play” ne addolcendo la nostra proposta musicale.
3. Avete avuto bisogno di un particolare feeling per comporre i pezzi inclusi in "Regicide" oppure sono nati in base ai vostri stati d’animo?
Giulio: Di solito comincio a scrivere della nuova musica quando sento il bisogno di suonare/ascoltare qualcosa di nuovo, ed è stato anche il caso di Regicide. In parte siamo stati aiutati dalla spinta che abbiamo ricevuto dalle numerose occasioni che ci si sono presentate con Sedition, i tour che abbiamo fatto sono stati sicuramente un ulteriore spunto per l’ispirazione del songwriting. Devo dire che rispetto alle altre volte ci siamo trovati con 14 pezzi pronti in pochissimo tempo!
4. Puoi raccontarmi la nuova avventura in studio per le registrazioni del disco?
Giulio: Ci siamo affidati a 2 diversi studi questa volta per le nostre registrazioni, Batteria e Basso sono stati registrati nei Kick recording studio (è lo studio del nostro bassista Marco) mentre il resto è stato fatto come al solito dal nostro amico Stefano Morabito ai 16 th Cellar Studios. E’ stato un lavoraccio questa volta perchè abbiamo dovuto “spalmare” le registrazioni in più settimane. Anziché avere un mese concentrato sui cui lavorare esclusivamente al disco siamo entrati a registrare la batteria il giorno dopo il rientro del tour con gli Psycroptic in Europa, siamo stati poi 2 settimane in Australia e Asia
con i Behemoth e abbiamo ricominciato a registrare appena tornati.. tutto questo per riuscire a consegnare il disco entro metà Dicembre! Tutte le settimane di “pausa” tra le registrazioni di uno strumento e un altro ci hanno permesso di riascoltare con calma alcune estrazioni e farci già un idea di cosa cambiare a livello di suono o meno.
5. Questo nuovo album è intitolato "Regicide", un termine forte/diretto. Puoi spiegarci perché lo avete scelto e in che modo si ricollega alle tematiche del disco?
Paolo: Come spiegato nella presentazione del disco, “Regicide” ruota attorno i temi della distruzione, della rinascita e della morte del re, dove per re si intendono le proprie paure, i pregiudizi o i dogma che ci si costruisce per venire a patti con la realtà. Soltanto abbandonando tutte queste illusioni e la paura che ci vengono inculcati dalla società, dalla religione e da qualsiasi forma di autorità disfunzionale si potrà cominciare a ricostruire la propria strada da uomo libero.
6. Come vivi la tua fede? Cosa ti infastidisce nel dogma cristiano? Qual è la tua fi-losofia di vita ed i valori che ritieni fondamentali?
Paolo: Non ho una fede ma non disprezzo certe forme di spiritualità più legate alla filosofia che al credo religioso, come ad esempio molte dottrine orientali, dal taoismo al sufismo, e non credo che il materialismo gretto sia una risposta sufficiente a certe esigenze dell’animo umano. Anche il cristianesimo dei vangeli, per quanto non molto originale e piuttosto derivativo rispetto a pensatori e dottrine dell’epoca, espone delle idee interessanti, purtroppo poi rovinate da tutto l’apparato religioso del clero che ha utilizzato il cristianesimo come forma di potere e controllo sulle persone più ignoranti e povere
nel corso dei secoli. La parte del cristianesimo deleteria proviene soprattutto dall’antico testamento e dai testi non evangelici del nuovo testamento, che sono completamente estranei al pensiero di Cristo e molto più vicini al giudaismo che trovo umanamente ripugnante e sterile.
7. Facendo riferimento alla mia domanda precedente, mi viene in mente il vostro ultimo 'stupendo' artwork di copertina. L'immaginario è veramente intenso/suggestivo. Ti va di parlarmene? Chi è l'artista? Lo stesso dei vostri album precedenti?
Giulio: Si, l’autore è nuovamente Gyula Havancsak, con il quale abbiamo lavorato già per gli album Paradogma e Sedition. L’idea dietro l’artwork è strettamente legata alle tematiche del disco. La statua al centro della scena è la Statua del Monumento all’Italia (si trova a Reggio Calabria), distrutta e accoltellata alle spalle dalla Chiesa, circondata da preti e politici dietro una linea di poliziotti-scudi. Abbiamo voluto ricreare essenzialmente quella che è la situazione politico-culturale italiana.
8. Spesso alcuni esponenti della scena death metal sono stati accusati di essere sostenitori dell'ideologia satanista. Qual è la tua opinione in proposito?
Paolo: Alcuni sono così stupidi e sempliciotti da crederci davvero, altri lo usano in maniera più metaforica, altri semplicemente ci giocano intorno perchè come ogni business relativo all’intrattenimento, anche l’immagine fa la sua parte. I metallari fanno tanto i “diversi” ma fondamentalmente sono dei pecoroni come tutti e vanno dietro alle mode e all’immagine, tant’è che le band più vendute sono quelle che fanno del proprio show uno spettacolo teatrale e quelle più pubblicizzate, quando a mio parere uno deve apprezzare la musica di per sè, senza tanti fronzoli e cazzate. Beethoven non aveva bisogno di conciarsi da pagliaccio per essere riconosciuto dal pubblico come un genio, e questa è la grande differenza tra la musica classica e la musica pop, di cui anche il metal fa parte.
9. Tornando alla band. Come procede con i nuovi componenti entrati a far parte degli Hour of Penance?
Giulio: Molto bene! Sia James che Marco sono entrambi ottimi musicisti e hanno decisamente contribuito a migliorare il sound della band, hanno fatto un ottimo lavoro su Regicide.
10. Pensi che sia arrivato un buon periodo per il metal italiano?
Paolo: No, mi sembra sempre la stessa situazione se non peggio.
11. Quali saranno i prossimi passi degli Hour of Penance?
Giulio: Saremo in tour a settembre in Australia con i Cannibal Corpse
e stiamo cercando di muoverci di nuovo in Asia per qualche data sulla strada del ritorno, torneremo in America e stiamo valutando alcune opportunità per un tour qui in Europa.
12. Grazie per l'intervista e buona fortuna per i mesi a venire...
Giulio: Grazie a te, buon lavoro!
CONTATTI: hourofpenance.net - facebook.com/hourofpenance
HOUR OF PENANCE line-up:
Giulio Moschini - Chitarra / Backing Vocals
Marco Mastrobuono - Basso
James Payne - Batteria
Paolo Pieri - Voce / Chitarra
RECENSIONE:
HOUR OF PENANCE "Regicide" CASSETTE | CD | LP 2014 - prosthetic records