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giovedì 22 maggio 2014
Intervista: ELEVATORS TO THE GRATEFUL SKY - "CUORE PULSANTE"
ARRIVANO DALLA BELLA PALERMO GLI ELEVATORS TO THE GRATEFUL SKY, UNO DEI GRUPPI PIU' CONVINCENTI DEL SUD ITALIA. IL LORO OTTIMO ALBUM DI DEBUTTO INTITOLATO "CLOUD EYE" (PUBBLICATO DALLA TRANSUBSTANS REC.) NON MANCHERA' DI EMOZIONARE QUANTI COME ME AMANO LE CALDE E SANGUIGNE SONORITA' LEGATE AL MIGLIORE STONER/ROCK. HO AVUTO IL PIACERE DI INTERVISTARE IL VOCALIST SANDRO E IL CHITARRISTA PRINCIPALE DELLA BAND, GIORGIO.
1. Ciao. Vorrei cominciare con una domanda 'necessaria' e diretta: perché si sono formati gli Elevators to the Grateful Sky?
Sandro: Anzitutto ciao anche a te Christian! Grazie per averci concesso questa intervista e per tutto il lavoro che svolgi su "Son of Flies". Gli ETTGS si sono formati principalmente da un'esigenza mia e di uno dei due chitarristi, Giuseppe. La motivazione fondamentale era, dopo anni di "militanza" in generi estremi (in particolare Brutal Death), cercare di intraprendere nuove sonorità appartenenti, decisamente, a tutt'altri lidi musicali. L'influenza che Giorgio (il chitarrista solista) ha avuto nei nostri confronti, riguardo ascolti e conoscenza delle svariate "scene",
è stata determinante prima e dopo la formazione della band.
2. Ti andrebbe di tracciare una breve biografia della band?
Sandro: Certamente. In breve gli ELEVATORS TO THE GRATEFUL SKY sono stati fondati da me e Giuseppe, dopo l'esperienza che entrambi abbiamo vissuto con un particolare progetto, un duo brutal death chiamato Omega. Poi, in seguito, è stato convocato dietro le pelli, Giulio (Horcus) e infine il caro Giorgio (con cui suonavo già negli Undead Creep, ma che contava e conta partecipazioni in svariate formazioni, tra cui: Furious Georgie, Haemophagus, Smuggler Brother, Sergeant Hamster ecc.).
3. Allora, che cosa hai da dire a proposito del vostro debut "Cloud Eye" uscito già diversi mesi fa? A mio avviso un lavoro ben fatto ed anche caratterizzato da ottime coordinate musicali...
Sandro: Ti ringrazio. Guarda, rimanendo il più oggettivo possibile se potessi descriverlo con una parola utilizzerei: "Multicolore" (anche attraverso le grafiche ho voluto esprimere questo). Abbiamo cercato di variare il più possibile tra generi e influenze, cercando di mantenere l'accezione più o meno corretta di "stoner", per quanto comunque in fin dei conti non piace catalogarci più di tanto. L'introduzione comunque di spunti derivati dal genere come il doom o lo psychedelic e l'aggiunta di stravolgimenti non del tutto comuni alla maggior parte delle band di questa scena (come i fiati in Red Mud, l'armonica in Ridernaut o il raggae in Cloud Eye), sicuramente ci aiutano a prendere un pò d'aria. Facciamo un pò quello che ci pare, senza rimanere ingabbiati in paletti formali, prendendo un pò di qua e un pò di là. E' un compito difficile, anche perchè si rischia di tradire quello che è il principo del "less is more", ma se si apprendono certe cose e si entra in una certa mentalità ci si può riuscire. Almeno, se non vi abbiamo annoiato o non avete gettato il cd dalla finestra, forse, ci siamo riusciti.
4. Potresti parlarmi della fase di produzione / registrazione di questo lavoro?
Sandro: Il cd è stato inciso molto prima della sua uscita sotto la label Transubstans Records. Il tutto si è svolto qui a Palermo alla 21esimo Livello di Pietro Pitingaro, mentre tutte le tracce vocali sono state registrate da Peter Ventimiglia (meglio conosciuto come Shy Kidx, il quale tramite Epitaph Rec., sta esportando la sua Dub Step palermitana in giro per il mondo). Ad essere sincero mentre eravamo in studio sentivamo che stava uscendo un qualcosa di più o meno valido, o almeno per noi lo era e lo è. Abbiamo lavorato con tutto l'amore possibile, credeteci, e spero che questo possiate intuirlo pezzo per pezzo. Altre "chicche" da Novella 2000, riguardano coincidenze che sono accadute durante la fase di recording. Ad esempio, quasi ogni volta che Giorgio finiva la sua take squillava il telefonino del producer, Pit, incredibilmente a tempo con il riff suonato precedentemente o per quanto riguarda l'assolo in "The Moon Digger" il wah-wah (sempre di Giorgio) andò completamente per i fatti suoi riproducendo un suono quasi da synth, che abbiamo poi lasciato e che potete sentire nella suddetta canzone. Non so chi di voi se ne accorto, ma quella è davvero una chitarra.
5. Il vostro sound risente dell'influenza del vecchio stoner/rock oltre che di altre svariate influenze. In particolar modo mi vengono in mente
i padri Kyuss... La classificazione 'stoner' vi sta stretta?
Giorgio: in realtà non più di tanto. Certo, ogni genere musicale, nei primi anni di sviluppo, “cerca” la propria natura nel buio dell’assenza (o quasi) di riferimenti stilistici. Questo proprio perché si cerca di superare i riferimenti diretti al passato e le accademie. Detto ciò, noi possiamo tranquillamente essere inseriti nel filone stoner contemporaneo, ma la nostra passione per ogni genere musicale (...surf music, musica concreta, dub vecchio stile, space rock, hip-hop, free jazz, doom metal) ci spinge a fregarcene se un nostro pezzo non suona al 100% in linea con lo standard stoner rock odierno. Istinto e divertimento giocano un ruolo essenziale nel songwriting.
6. Di cosa trattano i testi delle canzoni? Hai delle argomentazioni a cui tieni maggiormente? E in che modo si ricollegano all'artwork del disco?
Sandro: Davvero una bella domanda, soprattutto per quanto riguarda questo parallelismo che, in effetti, si può intuire tra grafiche e testi (anche perchè l'idiota che si occupa di entrambi sono io). Bhè, il tutto è legato a quelli che possiamo chiamare, in modo molto semplice e da prima elementare, i "mondi delle persone". Stati d'animo, esperienze personali, visioni e sogni. In molti c'è una forte dose onirica legata al vissuto quotidiano e alla speranza di trovare un qualcosa che poi in fin dei conti effettivamente non c'è o magari anche migliorare se stessi, semplicemente guardando il mare e il cielo della nostra terra (Sirocco, Ridernaut, Turn in my Head, Stonewall ecc). In altre troviamo schietti squarci, un pò bucolici a dire la verità, di nottate passate fino a l'alba a distruggersi con gli amici, l'alcohol, le ragazze e la musica (Red Mud, Sonic Bloom, Handful of Sand); difatti nella canzone "Cloud Eye" consiglio proprio: "verso questa vita, beviamocela fino a morire". Altre ispirazioni ancora sono scenari di psichedelia e fantasia pura, come scuola '70s insegna (The Moon Digger). Ritornando al discorso del collegamento con l'artwork di copertina, bhè. Stati d'animo molto vari corrispondono a vari colori. Sogni e speranze modificano le linee di ciò che vedi in qualcosa di fantastico e fuori dal mondo. Spero che abbiate capito. Comunque personalmente sono molto appassionato dei classici disegni "stoner" puntinati (all'Heavy Days in Doomtown a Copenhagen c'è un'ottima rassegna al riguardo durante il fest). John Dyer Baizley è uno dei miei artisti preferiti.
7. Musicalmente, invece, quali sono i brani a cui siete più legati? E perché?
Sandro: Principalmente, per me, sono un due/tre. "Ridernaut" perchè a dire la verità un pò mi rappresenta. Questa voglia di uscire e abbandonare tutto seguendo la tua strada. Essere circondato solamente dalle montagne, dal mare e dal cielo (siamo molto legati alla nostra terra e ai suoi paesaggi, Palm Desert gli fa un baffo) per poi trovare magari un "rifugio" in qualcosa o in qualcuno (sta a voi capirlo), fa parte di me al 100%. "Sirocco" è un'amara presa di coscienza; molte volte ti rendi conto che "certe cose non s'anno proprio da fà!". Magari per il periodo, magari non avevi capito chi veramente avevi davanti o chi eri o sei tu. Ahimè non puoi avere pieno controllo della vita e la stessa comunicazione viene spesse volte fraintesa. Rimane soltanto uno sbiadito amarcord. Ma tanto alla fine come dice il caro Josh Homme, "lose is more, than hesitate". Si è sbagliato, pazienza. Rimangono solo gli errori e le colpe, da entrambe le parti. Tutto il resto non ne vale più la pena. "Red Mud" rappresenta questi anni di spensieratezza passati con tutti i miei amici, a bere, ridere, scherzare e a cui voglio davvero un gran bene. Soprattutto ai ragazzi degli ETTGS, che chiamarli "amici" sarebbe un'offesa. "Fratelli" mi sembra più opportuno.
8. Ritieni che l'attuale line-up del gruppo possa reggere a lungo? Noto un buon affiatamento tra le diverse parti coinvolte nel progetto...
Sandro: Con i ragazzi sento che potrei fare qualunque cosa, sono ottimi musicisti nonchè persone fantastiche. Sta tutto nella fortuna di poter accedere a certi canali discografici e cominciare ad essere più o meno conosciuti. Noi ce l'auguriamo. Modestamente penso che qualche chance di andare molto avanti la potremmo avere. Chi vivrà vedrà.
9. Che ambizioni avete, e che tipo di obbiettivi vi siete posti con questo CD? Cosa state facendo per promuoverlo al meglio?
Sandro: Bhè sicuramente speriamo che crei una solida base, per un futuro salto di qualità, non solo dal punto di vista musicale, ma anche e soprattutto discografico. Per quanto riguarda la promozione, io personalmente, ho mandato mail a qualunque 'zine sulla faccia della terra (ehehe). Giorgio si è occupato più che altro della distribuzione fisica. L'album ha avuto praticamente, quasi sempre, un ottimo riscontro e di questo ne siamo onorati. Cerchiamo di suonare il più possibile tra concerti (come con i Black Rainbows qualche mese fa) e festival sparsi, ma non avendo alle spalle ne un'agenzia di booking ne contatti vari e molto difficile "salire" in Europa e in giro per l'Italia. Cerco ogni giorno di dedicarmi in parte alla promozione (quando Ingegneria permette), però è molto difficile. Ad ogni modo non mollo. Ringrazio comunque tutte le persone che fino adesso ci hanno dato una mano come: Marco Gargiulo di Mag-Music, Mario Ruggeri e Claudio Sorge di Rumore, Marilena Moroni di Doomantia, i ragazzi della Transubstans e dell'Acid Cosmonaut e ovviamente anche te!
10. Hai delle particolari sensazioni sull'attuale movimento musicale underground della nostra Nazione? E delle band / realtà del Sud Italia cosa puoi dirmi?
Giorgio: tanti gruppi interessanti, idee fantastiche in circolo (nella nostra città Airfish, Indicative, Laya, Kali Yuga sono solo alcuni dei nomi più interessanti; se ampliassimo il campo al contesto italiano faremmo notte!) in continuo confronto con imbarazzanti carenze logistiche e concezioni medievali sulla retribuzione della musica dal vivo. Ma la situazione rimane comunque molto stimolante e siamo orgogliosi di aver dato un minimo contributo al cosiddetto movimento underground.
11. Che tipo di musica ascolti negli ultimi periodi?
Sandro: Per adesso molto stoner rock per l'appunto. Stavo focalizzando il mio interesse sulle ultime uscite dei Truckfighters, Red Fang, Fu Manchu ecc però anche sui vecchi classici come il primo dei Danzig o qualcosa più seventies come i Captain Beyond. Ho sempre bisogno, comunque, di tornare a roba estrema come Autopsy, Pungent Stench, Death Breath, Magrudergrind (pure se quest'ultimi appartengono a tutt'altro filone) ecc.
12. Non mi resta che salutarvi e augurarvi il meglio per il vostro futuro! Grazie per la disponibilità.
Sandro: Come detto all'inizio, grazie infinite Christian! Speriamo che tutto possa solo andare meglio, a risentirci! Saluti da Palermo!
Contatti:
elevatorstothegratefulsky.bandcamp.com
facebook.com/ElevatorstotheGratefulSky
metaversus.press.promo@gmail.com
ELEVATORS TO THE GRATEFUL SKY line-up:
Sandro: Voce
Giorgio: Chitarra, Basso, Backing Vocals, Armonica
Giuseppe: Chitarra
Giulio - Batteria, Percussioni
RECENSIONE:
ELEVATORS TO THE GRATEFUL SKY "Cloud Eye" CD - transubstans rec