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lunedì 23 settembre 2013

Recensione: WOLVSERPENT "Perigaea Antahkarana"
2xCD | 2xLP | DIGITAL 2013 - relapse records




Reduci da un grande album che li ha consacrati nel circuito drone/doom, i WOLVSERPENT (ex. Pussygutt dal 2005 al 2010) lasciano la 20 Buck Spin per accasarsi in una dimora discografica più elevata: la Relapse Records (mi sarei aspettato Southern Lord Recordings). Se devo essere chiaro/sincero, a primo ascolto, non ho trovato molte differenze tra "Blood Seed" (2010) e "Perigaea Antahkarana". Musicalmente non è cambiato nulla rispetto al passato. Piuttosto ci sono stati dei progressi nella scelta dei suoni, e senz'altro un migliore lavoro chitarristico/vocale. Il nuovo album sembra la conseguenza di una ossessiva ricerca interiore che frena nell'oscurità per razionalizzare la fine di un certo tipo di esistenza, quindi, poterla sostituire con l'inizio di un'altra vita. I Wolvserpent sono evocativi, come lo erano stati già sul precedente full-length, ma queste 5 canzoni (tutte molto lunghe, tranne l'opener "Threshold Gateway") non possiedono solo quei colori scuri, soffusi e interiorizzati su "Blood Seed". Tutto il clima rimane nebbioso, gelido, anche se poi concorrono spesso diversi altri sentimenti e stati d'animo derivati dalle esperienze interiori. Si tratta di un'evoluzione dettata da più ampi intrecci musicali rispetto a quelli disegnati precedentemente. I Wolveserpent ricercano il sound in cui la sperimentazione istintiva assume un ruolo primario. Elaborano un maggiore sviluppo delle atmosfere (l'esempio può essere "In Mirrors of Water", aperta da uno struggente violino e conclusa su veloci ritmiche black contrapposte al taglio funeral doom influenzato dal danese Nortt). Sono numerosi i gruppi in questo genere e la necessità di fare buona musica è diventata sempre più ristretta. L'accoppiata Brittany McConnell (batteria/violino), Blake Green (voce/chitarra), possiede qualcosa di speciale, quel qualcosa che la rende unica (forse è colpevole l'energia dettata dalla loro splendida/affascinante terra madre: Idaho). Comunque, lasciando da parte le coordinate geografiche, sicuramente fondamentali per una certa influenza, vi dico che i due musicisti mettono in atto un rituale sciamanico come pochi, pur rimanendo rinchiusi in specifiche gabbie settoriali. Ma, si sa, la musica ben riuscita scaturisce dalla chimica che purtroppo non tutti possono vantare. I Wolvserpent non sono schiavi di nessuno e, cercano di utilizzare molteplici varianti per celebrare la propria messa nera, tormentata da una timbrica che non è fissata da schemi precisi. Se non sapete come il sogno ha inizio, con l'ultimo "Perigaea Antahkarana" possedete tuttavia degli elementi seri per riconoscere le circostanze in cui si forma. Quando il corpo e la mente sono malati, anche i sogni diventano torbidi, paurosi, inquietanti, inverosimili. Lo stesso fenomeno constateremo quando il nostro spirito sarà oppresso da qualche grave preoccupazione o patema. I Wolvserpent emettono la sentenza in proposito e lo fanno con innata crudeltà, perciò la positività è, su tale argomento, disarmata e muta. Contate con loro gli ultimi giorni dell'umanità. ALBUM INTENSO! NERO COME LA PECE!

Contatti: wolvserpent.com - facebook.com/wolvserpent

TRACKLISTING: Threshold Gateway, Within the Light of Fire, In Mirrors of Water, A Breath in the Shade of Time, Concealed Among the Roots and Soil.