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sabato 2 marzo 2013

ANTROPOFAGUS - "LA FURIA INDOMABILE"


DOPO UN LUNGO STOP I LIGURI ANTROPOFAGUS SONO RITORNATI NELLA SCENA DEATH METAL CON IL VIOLENTISSIMO "ARCHITECTURE OF LUST" USCITO LO SCORSO ANNO. SICURAMENTE RAPPRESENTANO ANCORA UNA DELLE MIGLIORI REALTA' PRESENTI SUL SUOLO ITALICO ED E' PER QUESTO MOTIVO CHE HO VOLUTO INTERVISTARE IL CHITARRISTA FRANCESCO "MAEATGRINDER" (GIA' MEMBRO NEL SEMINALE "NO WASTE OF FLESH" DEL 1999), L'UNICO IN GRADO DI POTERMI PARLARE DEL PASSATO E PRESENTE DI QUESTO GRUPPO.

1. Ciao Francesco. Piacere di risentirti dopo tanti anni. La prima domanda è doverosa: Perché l'intenzione, la volontà di rimettere in piedi gli Antropofagus? Perché con questa nuova line-up?

- Ciao Christian, la rinascita degli Antropofagus è nata spontaneamente appena sono riuscito a sistemare nella mia vita privata lavoro e vari impegni, tutto ciò che era rimasto fermo nel 2002 automaticamente è ripreso quando sono riuscito ad avere il tempo di sistemare le idee e poter dedicare del tempo al progetto. La nuova line-up è arrivata dopo le impossibilità da parte dei vecchi membri di poter occuparsi nuovamente della band a tempo pieno.

2. Cos'è cambiato rispetto agli esordi della band quando al tuo fianco c'erano Argento, Void e Rigel. Io mi sento molto più legato a quel periodo (per tanti motivi)... Devo anche dire che "No Waste of Fleh" per un lungo arco di tempo consumò a dovere il mio udito...

- E' sostanzialmente cambiato tutto, dalla gestione che adesso viene maggiormente via web fino alla composizione di un album, che vede tutto estremamente più freddo e meccanico rispetto a vecchi tempi in cui si riusciva a frequentare delle sale prova tutti insieme, gli stessi giorni e sopratutto cosa importante tutti della stessa città. Oggi per noi è tutto diverso, scrivo musica sempre alla vecchia maniera, ma il modo in cui principalmente gli altri membri vengono a contatto con il nuovo materiale è multimediale. Riguardo al tuo legame con il passato è comprensibile, se hai conosciuto la band all'epoca si rimane legati e affezionati poiché nel nostro caso ci ricorda tempi in cui eravamo anche più giovani. Molti hanno un buon ricordo dei nostri esordi sopratutto per via dell'età che avevano quando comprarono "No Waste", poi la qualità del materiale fece il resto.

3. Parlami un po' di questo nuovo "Architecture Of Lust"... Sentiti libero di esprimere ciò che senti...

- "Architecture" rinchiude in se molte cose, tra cui rinascita, forza, voglia di esprimersi ulteriormente e sopratutto evolversi musicalmente, chi lo ha ascoltato attentamente ha notato che la mano è la stessa che ha composto "No Waste", ma con 12 anni di più, per il resto, ci sono rinchiuse tematiche più mature, un attitudine più chirurgica che splatter e addirittura essendo un concept direi quasi più spirituale nel messaggio dei testi. A distanza di mesi posso ancora ritenermi soddisfatto del lavoro che abbiamo fatto, certo tutti cambierebbero già qualcosa a livello di sound, ma è sempre cosi, è una malattia che prende non appena hai stampato il materiale,e normale.

4. Molte death metal band stanno seguendo la tendenza di immortalare i propri album con produzioni dai suoni troppo puliti, chirurgici, registrazioni che spesse volte risultano plastiche e piatte (se pur potenti). Secondo il mio punto di vista si sta perdendo la vera essenza di questo genere musicale estremo, quel fascino old-oriented che ha reso speciali alcuni gruppi e album del passato. In più oggi si fa a gara a chi ha il batterista più disumano. Qual è la tua opinione al riguardo? Questa è una critica che potrei fare a tanti altri musicisti del genere.

- Questo dipende molto dall'attuale tecnologia che abbiamo a disposizione, non si usano più vecchi strumenti e a meno che tu non riesca a trovare uno studio rimasto immacolato nel tempo, non riesci a riprodurre più certi suoni (porchi) passami il termine, ed è un po' come cercare adesso in un negozio di pc un Windows '98. Ancora molti dicono che funzionava bene, ma siamo nel 2013 e bisogna adeguarsi a ciò che oggi ti da la tecnologia, accettandone pro e contro. Per quanto riguarda l'esasperazione del batterista penso sia una cosa a cui si è arrivati gradualmente, i batteristi a furia di migliorarsi sono riusciti a raggiungere velocità disumane, questo non è sinonimo di qualità, per questo alla fine quello che conta sono i brani al di la della velocità. Penso che si senta subito se un brano sia fine a se stesso, tinto solo di tecnica o no, io da parte mia cerco di dare il massimo per far si che questo non accada, fin adesso per fortuna molti hanno colto la personalità che "Architecture" sprigiona nonostante sia nato a velocità estreme e di questo ne siamo contenti.

5. "No Waste of Flesh" aveva la particolarità di essere molto brutale, ma si avvaleva anche di brani riconoscibili cosa che lo differenzia molto dal nuovo album "Architecture Of Lust". Mi spiego meglio: il nuovo disco è notevole, ma il vostro debutto era contraddistinto da canzoni di facile presa che difficilmente ti uscivano dalla testa. E' un pregio che gli devo riconoscere. Un po' come mi succede quando riascolto dischi memorabili del passato come "Legion" (Deicide), "Tomb of the Mutilated" (Cannibal Corpse), "When the Sky Turns Black" (Brutality), "The End Complete" (Obituary), "Effigy of the Forgotten" (Suffocation) e molti altri... Non credo dipenda solo dal fatto che erano altri tempi, la differenza è che in passato sicuramente si cercava maggiore feeling, atmosfera, groove, dinamicità anche nelle strutture lente (soprattutto). Poi era tutto diverso con l'analogico... Sei d'accordo?

- Grazie per aver paragonato "No Waste" accostandolo a dischi sacri, ne sono onorato. In realtà il disco nacque molto influenzato da questi nomi, cosa che con "Architecture" anche per via della mia età non è successa, quindi, è normale che uno senta in "No Waste" molta passione o groove, erano anche attitudini del tempo e si può semplicemente dire che qualcuno preferisce lo stampo old-school al nuovo, tutto li. Io attualmente mi trovo molto più libero e maturo nella composizione, non mi sento influenzato da mostri sacri come quando avevo 20 anni e questo personalmente lo preferisco a come ero prima.

6. Che tipo di ispirazione c'è alla base di questo vostro nuovo periodo creativo?

- Le uniche cose che hanno ispirato le composizioni sono state adrenalina compositiva, visto gli anni di silenzio e tanta rabbia rinchiusa, cosa che ha giustificato la velocità del disco, i brani mi sono nati spontaneamente nelle mani a quelle velocità e li abbiamo lasciati cosi. In realtà nei nuovi pezzi che sto scrivendo sto cercando di dare un po' più respiro, groove e rallentare i bpm, a volte quando hai certi talenti dietro alle pelli è difficile rallentare, ma dando la giusta musicalità al brano è possibile farlo senza snaturare l'aggressività che trasmette questo genere musicale.

7. C'è un momento del disco in cui avete superato il vostro limite?

- Parlo per me, quasi tutto il disco è al di sopra del mio limite, ma questo mi sprona sempre a migliorare.

8. Che riscontro hanno avuto finora gli Antropofagus? Intendo da quando siete ritornati nell'underground.

- Ottimo, non ci aspettavamo questa accoglienza e moltissima gente ci dimostra amore verso il nome e ciò che uscii anni fà, la cosa mi ha reso molto orgoglioso, questo è stato mescolato all'acquisizione di molti fans nuovi. E' anche vero che complice sia il fatto che gli Antropofagus di oggi hanno più anni di attività della vecchia band che è rimasta in vita solo 2 anni, questo ci ha permesso di coltivare anche il settore in modo migliore, poi, ovviamente, se "Architecture" non fosse stato all'altezza non sarei qui a parlare con te. La gente ad oggi è più attenta alla qualità rispetto al vecchio fan che era più alla buona e meno esigente, oggi rispetto a 15 anni fa esce solo roba di qualità altrimenti si spegnerebbe in partenza.

9. Parlando ancora del vostro ""Architecture Of Lust" mi potresti dire alcune delle idee che hanno accompagnato la stesura dei pezzi e dei testi?

- L'unica idea che accomuna tutte le tracce è quella di non snaturare la nostra essenza, i brani nascono seguendo ciò che ho nelle mani ed è nel mio stile di comporre, cerco sempre di fare ciò che nasce naturale, non studio nulla a tavolino, so che può essere controproducente e a volte non fa presa sul pubblico che segue le ondate di "moda" del momento, ma almeno sono in pace con me stesso e sento che ciò che riascolto è quello che ho dentro.

10. Ti consideri un musicista attento a ciò che avviene nel mondo della musica (non solo in quella heavy)?

- Amo la musica non posso farne a meno, ho un orecchio molto aperto a vari generi musicali e quindi ascolto anche molta musica attuale e di svariati generi, quindi si posso ritenermi un ascoltatore attento a ciò che esce attualmente.

11. Qual è il vostro prossimo obiettivo?

- Migliorarci ancora, non si è mai perfetti, i limiti vanno conosciuti, studiati e bisogna lavorare su quelli per migliorarsi, l'umiltà è alla base di tutto. Con queste basi l'obbiettivo è quello di arrivare a comporre il prossimo disco per l'ennesima volta diverso dal precedente, come è stato per "Architecture", reinventandosi sempre, non rimanendo mai fossilizzati nella propria nicchia, chi si ferma mentalmente è morto.

12. Grazie per l'intervista. Buona fortuna per tutto...

- Grazie a te per lo spazio concesso al nome Antropofagus.