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giovedì 20 agosto 2020

STEVE VON TILL "No Wilderness Deep Enough" - Neurot Recordings




"No Wilderness Deep Enough" mette in scena la complessità dell’agire umano, mostrando come il flusso dell'esistenza si fonda inevitabilmente con le esperienze di vita, impossibili da decifrare, diventando così un fluido riflesso di ciò che siamo dentro. STEVE VON TILL dei Neurosis accompagna l'ascoltatore in questo viaggio allucinatorio che scuote e colpisce per intensità e potenza espressiva: è un’opera imponente e profondamente umana, lontana dagli standard delle sue passate produzioni, capace di mostrare ogni dramma nella sua forma più reale senza cedere all’ausilio di sentimenti frustranti, ma preferendo flirtare con la tensione psicologica nascosta dietro alle fuorvianti ragioni di ciò che vediamo o che vogliamo vedere "a modo nostro", specchio di quel lato dell’umanità fragile e declinante, e per tali motivi non interpretabile letteralmente. Il senso di perdizione viene alimentato dall'ampiezza dei suoni amplificati dalle progressioni di malinconici accordi di pianoforte, ulteriormente impreziositi da altri strumenti musicali di una bellezza e purezza inconfondibile (mellotron, violoncello, corno francese), nondimeno le delicate componenti elettroniche d'avanguardia. La brillante creatività di Steve Von Till si muove lenta, pacata, pragmatica tra le note, dando il giusto tempo e spazio vitale alle emozioni. "No Wilderness Deep Enough" risulta, alla fine, un disco profondo, eterogeneo, dove la densità stratificata dei contenuti è compressa all’interno di una forma sonora che valorizza e potenzia le strutture dei sei brani e la rappresentazione della loro superficie, tanto da renderlo un vero e proprio capolavoro nell'attuale circuito musicale internazionale. Non priviamoci della possibilità di amare e di farci amare, solo in questo modo il destino potrebbe continuare a guardare nei nostri occhi disillusi.

Registrato e mixato da Randall Dunn, masterizzato da Bob Weston.

Contatti: 

Songs:
Dreams of Trees, The Old Straight Track, Indifferent Eyes, Trail the Silent Hours, Shadows on the Run, Wild Iron






giovedì 13 agosto 2020

PRIMITIVE MAN "Immersion" - Relapse Records




Allucinazioni, visioni disturbanti, spasmi incontrollabili, chaos... La vita trova sempre delle possibilità per immergersi in una dimesione di catastrofica negatività, terribile sofferenza ed enorme disagio. Gli americani PRIMITIVE MAN sono tornati per ricordare l'altissimo prezzo pagato in termini di malessere e disturbo mentale nel mondo attuale. "Immersion" assume le sembianze di un'entità malefica che trae la propria linfa da migliaia di organismi deformi e insidiosi, e cresce insieme alla materia putrescente e maleodorante in cui è insita. Membra contorte, dunque, pupille dilatate e mandibole lussate, tutto dannatamente reale, concreto, materiale, tangibile. Il senso di disperazione trasmesso dalle sei composizioni oltrepassa qualsiasi impianto stereo, come pure il dubbio se ciò che è descritto nel disco sia davvero manifestazione del pericoloso dramma sociale o solo un profondo malessere mentale sfociato in una vocazione assolutamente tragica. In mezzo a tale oscillazione di toni e registri malati, persi in questo universo di annichilimento riusciamo ancora a provare orrore, agitazione, paura? La verità più perturbante dell'io è che nessuno è mai stato in grado di portare la dose minima di beneficio a favore della sua esistenza. Il male siamo noi stessi, ecco perché finiamo con l’accontentarci del nostro autocompiacimento distruttivo. I Primitive Man sono i veri custodi di un tormento collettivo senza eguali nell'attuale scenario contemporaneo. Il dolore chiede continuamente una risposta, la risposta è nei sei brani di "Immersion".

Contatti: 
instagram.com/primitivemandoom

Songs:
The Lifer, Entity, Menacing, ∞, Foul, Consumption






mercoledì 12 agosto 2020

PYRE "Chained to Ossuaries" - Memento Mori




Seguendo le regole della vecchia scuola, i deathster russi PYRE confezionano un secondo full-length caratterizzato da suoni tanto familiari quanto ben calibrati, un nuovo lavoro che arriva a distanza di sei anni dal precedente debutto "Human Hecatomb". Il terzetto originario di San Pietroburgo riporta a galla lo stretto legame con quella corrente estrema che ha fatto la storia del death metal svedese dei Nineties, e qui, più di ogni altro, si potrebbe chiamare in causa un'eccellenza come i Dismember: tanta immediatezza nei riff, nell'aggressivita e nelle melodie, nel groove a livello di sezione ritmica, ma anche nelle urticanti e possenti parti vocali. Una cosa che distingue i Pyre da molti altri gruppi del genere attivi nella scena underground è un'impressionate conoscenza della materia, unita a capacità e gusto per gli arrangiamenti, a tal punto da rendere la proposta della band del tutto convincente. Ogni cosa su "Chained to Ossuaries" trasuda gran classe, dalla scrittura fino al sound massiccio. E anche se il risultato finale sa di già sentito (affermazione scontata ma doverosa, ndR), non impedisce di apprezzare il valore intrinseco delle loro composizioni implacabili. Se questo disco fosse stato pubblicato agli inizi degli anni '90 avrebbe lasciato un segno indelebile alla sua uscita. "Chained to Ossuaries" è un'opera da acquistare a scatola chiusa: si tratta di continuare ad investire sulla qualità. Ottima prova.

Contatti: 
facebook.com/pyredeathmetal/ 

Songs:
Exordium, Impaler The Redeemer, Wreath Of Crucifix, Across The Shores Of Emerald Fractals, Ornaments Of Bones, Chained To Ossuaries, Crown Of Death, Disgraced And Dethroned, Antae to the Nothingness, Death's Dawn Call




sabato 1 agosto 2020

DEPRAVER "Martyrs to an Absent Savior" - Autoproduzione



I DEPRAVER non tradiranno le aspettative dei numerosissimi fan del thrash/death metal: un sound fuligginoso e rumoroso quello racchiuso nell'EP "Martyrs to an Absent Savior" (è la terza pubblicazione in otto anni di attività nella scena underground californiana). Il controllo sugli strumenti e sulla composizione è ormai totale, al punto che, i Nostri tirano dritto senza guardarsi intorno e senza curarsi di mode passeggere, regole di mercato o altro. E questo è, senza ombra di dubbio, il loro punto di forza: musica dura sputata in faccia all'ascoltatore. La maturazione artistica dei Depraver si tocca con mano in ogni singola traccia, infatti la band americana è stata capace di dare una forma specifica a quei riff che con ostinazione propone sin dalla prima uscita "A Crippling Crush" del 2012. "Martyrs to an Absent Savior" prosegue sulla via dell'old school, omaggiando principalmente demo editi nei primi anni '90, quando tale genere non era ancora diventato quel fenomeno alla portata di molti. Una prova possente e genuina che posiziona questi musicisti esattamente dove meritano di essere: tra le più valide realtà thrash/death metal attualmente in circolazione.

Contatti:
depraver.bandcamp.com/album/martyrs-to-an-absent-savior

Songs:
Martyrs to an Absent Savior, Witches Mass Reign, Into Demonic Wombs, Seething with Blood and Gore