Pagine

venerdì 31 gennaio 2014

Recensione: HOODED MENACE "Labyrinth of Carrion Breeze"
12" EP 2014 - doomentia records




Emersi nell'anno 2007, i finlandesi HOODED MENACE si fecero apprezzare grazie ad un doom / death metal di buona matrice, che permise loro di costruirsi un discreto seguito nell'underground internazionale. Con il passare degli anni la band è cresciuta molto, si è compattata e con il precedente disco "Effigies of Evil" (2012) diede dimostrazione di forza, oltrepassando lo status di gruppo di nicchia. In soli 7 anni gli Hooded Menace hanno partorito 5 split (con gli Anima Morte e Coffins nel 2010, con Ilsa e Asphyx nel 2011, per poi finire con gli Horse Latitudes nel 2012). Non basta, bisogna anche menzionere il demo "The Eyeless Horde" pubblicato nel 2007, l'EP "Necrotic Monuments" (2012) + 3 full-length (Fulfill the Curse - 2008, Never Cross the Dead - 2010 e il già citato Effigies of Evil). Insomma, niente male per essere una band attiva da meno di 10 anni. Il nuovo EP di 2 brani "Labyrinth of Carrion Breeze" uscito per Doomentia Records (in attesa del prossimo disco completo)
è destinato agli amanti di tutto ciò che gira intorno a questo genere musicale, ma potrebbe interessare ancora di più, se seguite le gesta di
questo gruppo scandinavo. Credetemi, potete andare sul sicuro, non ve ne pentirete. Duri e puri! Uscita prevista per il 7 Febbraio.

Contatti: hoodedmenace.bandcamp.com -  facebook.com/HoodedMenace

TRACKLISTING: Chasm of the Wraith, The Creeping Flesh.


Intervista: WOLVSERPENT - "GLI ARTEFICI DELL'OSCURO RITUALE"






I WOLVSERPENT (CONOSCIUTI COME PUSSYGUTT DAL 2005 AL 2010) SONO UNA DEI GRUPPI PIU' OSCURI E DELIRANTI DEL CIRCUITO DRONE/DOOM. PROVENGONO DALLO STATO DELL'IDAHO SITUATO NELLA PARTE NORD OCCIDENTALE DEGLI STATI UNITI, UN LUOGO MAGICO, SCONFINATO, IMMERSO IN UNA NATURA AFFASCINANTE E RICCA DI ENERGIE CONTRASTANTI. BLAKE GREEN E BRITTANY MCCONNELL DOPO IL DUBUTTO "BLOOD SEED" DEL 2011 PUBBLICATO DALLA '20 BUCK SPIN', SONO RIEMERSI DAL BUIO CON IL NUOVO "PERIGAEA ANTAHKARANA" USCITO PER L'AMERICANA RELAPSE RECORDS. HO CONTATTATO BLAKE PER QUALCHE DOMANDA...

1. Ciao Blake. A Settembre 2013 è stato pubblicato un nuovo album dei Wolvserpent. La vostra visione musicale si è manifestata attraverso un ricercato isolamento? "Perigaea Antahkarana" è stato influenzato dalle instabilità/tormenti interiori o queste vibrazioni sono condizionate
da un interesse ampio ed esterno? Avete sicuramente utilizzato diversi strumenti per creare l'atmosfera... Parlaci del tuo rapporto con il vostro suono...

- Ciao!!! Questa musica è stata influenzata sia da fattori interni che esterni. Ma non esclusivamente dal tormento o dall'isolamento, anche se certamente questi aspetti hanno giocato la loro parte. Una vasta gamma di emozioni e di idee sono espresse su questo album, noi cerchiamo sempre di usare strumenti o attrezzature necessarie e più appropriate per esprimere un'idea o un sentimento. Per me la nostra musica è come una guarigione, una cura. Direi che questa musica può essere molto terapeutica. Spero che quanto detto risponda alla tua domanda.

2. Ho la sensazione che ci sia un lavoro molto più dettagliato dietro il nuovo album "Perigaea Antahkarana"... Sono interessato al vostro processo compositivo in generale...

- Il processo per questo disco è stato piuttosto lungo. Abbiamo iniziato a scrivere il materiale nel 2010 e poi in tour in Europa. Possedevamo alcune versioni primitive di idee nel 2011. Dopo il ritorno a casa ci siamo impegnati a ri-scrivere il materiale creando una demo. Dopo questo processo capimmo che avevamo ancora del lavoro da fare e quindi decidemmo di ri-organizzare nuovamente il materiale. Da ciò è arrivata la versione finale di "Perigaea Antahkarana".

3. C'è chiaramente un flusso di diverse influenze musicali nella vostra musica. Avete un particolare input per questo percorso creativo?

- Ascoltiamo diversi tipi di musica e troviamo un sacco di ispirazione
in approcci musicali unici. Sono stato molto influenzato da un sacco di musica diversa dal metal proveniente da varie località del mondo come l'Africa, la Germania, Albania, Tibet e l'Estonia. In generale, cerco di godere e apprezzare tutto ciò che colpisce una corda emotiva.

4. I Wolvserpent hanno anche un grande valore estetico. Questo aspetto
è qualcosa di importante per voi? Apprezzo molto tutte le vostre foto, perché le atmosfere, i simboli, si legano bene alla musica...

- Grazie. Mi fa piacere che questo aspetto vada bene con la musica della band e spesso aiuta le persone tra il pubblico a collegarsi a ciò che stiamo facendo musicalmente. Sono sempre stato coinvolto nelle arti visive, quindi, questo mi permette di avere un grande sbocco per questi desideri creativi. Noi, come band, collaboriamo sia sulle immagini che sulla musica così l'elemento visivo diventa unico per il gruppo, al contrario di un solo individuo.

5. C'è una buona ricezione quando suonate dal vivo il nuovo materiale?

- Assolutamente. Cerchiamo di scegliere il nostro pubblico saggiamente perché questa musica non è certo per tutti. Abbiamo liberato la stanza una o due volte haha. Per la maggior parte del tempo la risposta è stata positiva e questa musica si è rivelata sorprendente e travolgente. Siamo molto grati che le persone siano state in grado di connettersi con essa in un modo così bello e guaritivo.

6. Beh, grazie per aver dedicato del tempo a questa intervista, l'ho davvero apprezzato.

- Assolutamente. Grazie per il tuo supporto. Cheers!

Blake



CONTATTI: wolvserpent.com - wolvserpent.bandcamp.com

WOLVSERPENT line-up:

Blake Green - Chitarra, Voce
Brittany McConnell - Batteria, Violino

RECENSIONE:
WOLVSERPENT "Perigaea Antahkarana" 2xCD | 2xLP | DIGITAL 2013 - relapse



giovedì 30 gennaio 2014

Recensione: ENTACT "Black Core"
LP 2013 - DIY Conspiracy




Band all'attivo da ben nove anni, i pugliesi ENTACT rientrano in quella categoria di formazioni figlie del crust / hardcore dei nineties che, sempre più spesso puntava alla sostanza, senza fronzoli. Questo trio del tarantino (Massafra) colpisce il bersaglio con una serie di buoni brani, efficaci al punto giusto, cinici e lanciati a velocità molto sostenute. La performance del singer Molestor (basso / voce) è pari ad una crisi isterica e miscela bene la furia con lo spirito sovversivo, facendosi spazio velocemente lungo l'incedere dei minuti. Stesso discorso per gli altri due compagni di band (Warfist alla batteria / voce e T.J. Reed - Chitarra). Semplici, ma diretti, tanto da non concedere tregua durante l'assalto corazzato espresso su "Black Core". Qui il sudore scorre a fiumi come fosse sangue in eccesso, una colata incessante che inumidisce le profondità del canale uditivo! Di certo nei pezzi non mancano le parti rock'n'roll prese dai vecchi Motorhead, le soluzioni black oriented, così come l'impeto aggressivo del punk più fulminante, però l'intera irruenza esecutiva e la potenza sono tipiche del hardcore suonato alla vecchia maniera. Il tutto è concepito per far male; questo consente loro di produrre un album irascibile e sicuramente immediato. Il combo, a modo suo, suona ciò che gli piace!!! "Black Core" deve essere preso per quello che è: un full-length onesto, diretto, dalla forza animalesca, generata per alimentare dei moshpit sfrenati. E sono certo che questo per molti di voi potrebbe essere sufficiente ((\m/)). L'assalto sonoro degli Entact mira a spezzarvi il collo, non di certo a spingervi verso viaggi onirici. Insomma, grezzi ed essenziali! Se fossero nati trent'anni fa avrebbero avuto un posto di rispetto nell'Underground Italiano. L'unico neo del gruppo è quello di affidarsi ad un songwriting troppo datato ma comunque discreto e incisivo.

Contatti: undead55@hotmail.it - facebook.com/pages/Entact

TRACKLISTING: Falling Again, Never, Cristo, Dead Man, Die For Nothing, Genocide, Black Core, The Brutal Sense, Him, Spettri, Silent Scream, TV News.


Recensione: SQUIETI "Impronte Nella Cenere"
DIGITAL ALBUM | CD 2014 - DIY Conspiracy




Ci sono musicisti che hanno l'istinto di sperimentare, di rischiare e, questa esigenza a volte diventa la sola priorità, quasi come un'urgenza. I pugliesi SQUIETI (con sede a Mola di Bari) bruciano tutte le tappe e dopo poco più di un anno dalla nascita pubblicano il debutto "Impronte Nella Cenere". Un urlo acuto proveniente dal profondo Sud, dove suonare, per molta gente, rappresenta una delle poche possibilità per ritagliarsi la propria fetta di libertà. Questi ragazzi non si sottraggono a tale necessità. C'è tanta passione in queste note, proprio perché i membri del gruppo sanno da dove provengono e conoscono alla perfezione le regole del gioco, ma devo aggiungere che sono da considerare altrettanto importanti per il loro intramontabile operato nella storia della Puglia che conta
(1 dei 2 chitarristi / cantanti è Pietro, ex. membro degli Atestabassa). Oggi, probabilmente, le esigenze e gli stimoli sono differenti, infatti, gli Squieti fanno leva su soluzioni musicali più articolate, disponendole adeguatamente tra gli ingranaggi di un sound equilibrato e mai banale. I 3 ragazzi ci mettono il cuore fino in fondo, ed è questo aspetto a fare la differenza nella fluida interazione tra le parti. La cosa importante
è che realtà del genere ci ricordano continuamente che il male compiuto dall'essere umano non può essere ignorato... ma quello procurato su se stessi o che ci è stato fatto da terzi non si può scordare. Il messaggio è chiaro, infallibile. Taglienti le parole urlate nelle strofe di "Terra Bruciata", "Stallo Alla Messicana", "Maledetto". Gli Squieti mordono gli strumenti e pur rimanendo legati alla tradizione punk / hardcore (quella che potrebbe fare riferimento alla vecchia scuola), riescono a spingersi in una direzione che ha più di un contatto con il post hardcore melodico e nervoso dei Propagandhi (difficile non percepirlo nel toccante riffing di chitarra di "Veglia Opaca") ma anche con la follia compositiva dei più controversi Fugazi. Ogni singolo componente riesce a dare quell'energia necessaria affinché le tracce possano rivelarsi nella vera drammaticità. Facendo girare "Impronte Nella Cenere" le emozioni diventano tangibili. Ora, serve solo una maggiore dose di personalità ed una produzione che dia più corpo ai suoni. Conoscendoli e avendoli visti dal vivo sarà solo questione di tempo. Il primo passo è vincente e fa ben sperare per il futuro prossimo. Il lavoro è stato registrato e mixato da Stefano Romano (maggio/settembre 2013 @ Coloresuono). L'Apulia ha un'altra freccia per il proprio arco. Avanti così Squieti, Son of Flies webzine vi supporta!

Contatti: squietitudine@gmail.com - squieti.bandcamp.com

TRACKLISTING: Falesia, Fingersi Morti, T.M.P., Terra Bruciata, B, Veglia Opaca, Stallo Alla Messicana, Maledetto.


mercoledì 29 gennaio 2014

Intervista: KOMPLOTT - "SEI VIVO, SEI MORTO A NESSUNO IMPORTA"




FORTUNATAMENTE IL GENERE CRUST / HARDCORE E' RIMASTO INTATTO NEGLI ANNI E CONTINUA AD ESSERE UN PUNTO DI RIFERIMENTO FONDAMENTALE PER CHI SI SERVE DI UNA DETERMINATA MENTALITA' ALL'INTERNO DELL'ESTREMISMO SONORO. QUESTO E' UNO STILE DALLE DIVERSE SFACCETTATURE, MA CHE MANTIENE UN DENOMINATORE COMUNE. PER ALCUNI LO SCOPO E' NON SCENDERE A COMPROMESSI E SEGUIRE LA PROPRIA FERREA ATTITUDINE! CI SONO VARIE BAND ITALIANE CHE ADOPERANO TALE MODUS OPERANDI, E NE' HO SCOPERTA UNA CHE MI HA COLPITO PARTICOLARMENTE: I KOMPLOTT! IL LORO EP "SEI VIVO, SEI MORTO A NESSUNO IMPORTA E' UN VERO SENTORE D'OPPRESSIONE. HO CONOSCIUTO MEGLIO IL PROGETTO NELLA PERSONA DEL CHITARRISTA TADZIO.

1. Ciao Tadzio. Che ne dici se iniziamo tracciando una breve biografia dei KOMPLOTT. I componenti coinvolti sono impegnati in altri progetti? Che strumento suoni nella band?

- I KOMPLOTT sono nati nella primavera dell'anno 2013 da un’idea mia e di Giacomo (batteria negli HOLY). Meditavamo da tempo di fare un gruppo del genere, così abbiamo deciso di chiedere ad Andrea (chitarra negli Horror Vacui) di entrare nel progetto, e dopo un paio di prove abbiamo buttato giù i pezzi che poi sono finiti sul 12”. Con la formazione a 3 (io alla chitarra e voce, Andrea al basso, Giacomo alla batteria) abbiamo fatto 3 concerti. Poco prima di registrare Mila (ex Giuda e DDI) si è offerto di entrare nel gruppo. L’idea ci è da subito piaciuta, così io sono passato alla sola chitarra e “cori”, e Mila alla voce. È stato tutto molto veloce , in tutto dalla formazione alla registrazione, concerti inclusi, avremo fatto sì e no 4 prove, e la prima prova vera e propria con la formazione a 4 l’abbiamo fatta dopo l’uscita del disco..essendo un gruppo a distanza abbiamo lavorato molto da casa.

2. "Sei Vivo, Sei Morto a Nessuno Importa"è stato pubblicato alla fine del 2013, a te dunque la totale libertà di presentarlo al meglio per i lettori di Son of Flies webzine.

- Come già detto il 12” che abbiamo fatto uscire è il risultato del suono che volevamo ottenere da questo gruppo: semplice, diretto, grezzo, senza fronzoli.

3. Capita spesso che il debutto di una band, oltre ad essere di notevole importanza è anche quello che vede fondere al meglio istinto/spontaneità, nelle giuste dosi. Sei d'accordo? Credo che questi due elementi siano imprescindibili nel vostro sound...

- Sicuramente la spontaneità e l’essere diretti sono due elementi che contraddistinguono il nostro disco. Fin da subito abbiamo cercato di fare le cose nel modo più semplice possibile, avendo ed avendo avuto tutti noi progetti musicali più impegnativi dal punto di vista compositivo. Tutti e quattro siamo grandi fan della scena italiana degli anni ’80, così come del suono giapponese e svedese degli anni ’90. Il risultato è questo, una fusione di queste sonorità. Abbiamo già dei pezzi nuovi che comunque si propongono di mantenere la linea musicale che abbiamo intrapreso fin dal principio, non credo che abbandoneremo mai questo tipo di suono.



4. Perché pensate che il crust/hardcore sia il genere che vi rappresenti al meglio? Tutti i brani spaccano il c*** ma l'opener "Non Esistenza" è la canzone che più delle altre racchiude questa vostra attitudine grezza, diretta e che va a costituire il vostro sound. Il messaggio lirico e musicale poi, è molto chiaro!

- Credo che il punk sia il genere musicale che possa comunicare al meglio sensazioni di disagio e di rassegnazione. Ho scritto il testo di “Non Esistenza” in un momento di particolare disillusione nei confronti del mondo e delle persone che mi circondavano. Non mi immagino la nostra musica con delle liriche riguardo alberi fioriti e storie d’amore, così come faccio fatica a legare un testo nichilista ad una musica allegra e rassicurante. Credo che le due cose vadano naturalmente di pari passo.

5. A impatto, la prima cosa che ha fatto presa su di me del vostro EP è stato il suo titolo: "Sei Vivo, Sei Morto a Nessuno Importa". Credo che tale frase racchiuda perfettamente i tempi duri che stiamo attraversando. Insomma, mi sembra di capire che anche voi siate veramente stanchi di questa situazione di m**** che siamo costretti a subire ed ingoiare nella nostra Nazione!

- Il titolo non si riferisce necessariamente ad una situazione di vita nel nostro paese o nella società in sé, perlomeno noi l’abbiamo inteso come condizione umana in senso lato, anche se la socialità umana amplifica questo concetto. L’uomo nasce vive e muore da solo, i rari momenti di aggregazione che abbiamo ci illudono di avere compagnia e considerazione l’uno dell’altro. In realtà, vista lucidamente, questa situazione è solo una mera illusione che nasconde la prevaricazione che fa parte dell’indole umana. L’individuo nel lento fluire del tempo non conta nulla, e l’interessere reciproco è solo passeggero rispetto ad una vita umana, rispetto ad un millennio o ancor più rispetto all’infinito.

6. Levatemi una curiosità: Per la promozione dell'EP su Internet vi appoggiate a bandcamp, ma avete deciso di non entrare a far parte dello spazio "virtuale" di facebook. Perché?

- Semplicemente non ci interessa la caccia ai fan sui social network. Con altri gruppi utilizziamo altre forme di comunicazione, con questo gruppo fin da subito non ci interessava essere parte di una vetrina che non ci rappresenta.

7. Quali gruppi apprezzi maggiormente all'interno della scena italiana? Voi da quali band siete stati influenzati?

- In questo momento non viviamo un momento troppo florido, soprattutto perché alla tua domanda faccio fatica a rispondere prima di tutto perché non trovo buoni elementi che mi aiutino a collegare la parola “scena” a qualcosa che vedo attorno a me. Ci sono di certo gruppi che suonano, ma non vedo una coesione o un legame di fondo che mi faccia pensare ad una scena vera e propria. Le nostre influenze come dicevo prima sono per lo più dalle scene del passato.



8. Che differenze avete riscontrato tra l'odierna scena punk, hardcore, crust e quella dei '90?

- Con il passare degli anni si è perso oltre che il potere comunicativo anche l’originalità e la genuinità degli inizi. È ovviamente difficile non essere autoreferenziali dopo tanti anni che si suonano gli stessi 4 accordi, ma la mia sensazione è che ormai non ci si sforzi neanche più per provarci, e vedo anzi un’involuzione e regressione dal punto di vista lirico/musicale da cui sarà difficile uscire, a mio avviso.

9. Cambiamo argomento. Vorrei sapere perché avete deciso di pubblicare il vostro EP su LP, tape e non su supporto CD!! Avendo acquistato il vostro materiale (compresa la maglia) devo complimentarmi con voi per l'ottimo merchandise...

- Il CD è un formato che è inevitabilmente destinato a morire… non ricevo richieste di CD da parte di nessuno da molti anni.

10. Come procede sul versante live? Riuscite a suonare in Italia? Farete delle date all'estero per promuovervi?

- I primi due concerti con la formazione a quattro sono stati all’estero, sinceramente meno si suona in Italia e meglio è…la risposta all’estero è sempre migliore di quella nel nostro paese, siamo sempre limitati da una mentalità che non riesce a vedere oltre il proprio naso, e vittime di (pre)giudizi abbastanza idioti, mi capita spesso di vedere bands di valore denigrate perché “troppo” qualcosa o “poco” qualcos’altro. Cercare difetti dove non ce ne sono è spesso l’obiettivo rispetto a valorizzare e supportare un gruppo e delle persone che stanno costruendo qualcosa di figo, e gioirne con loro. Non mi riferisco al nostro gruppo, ma in senso lato. Il nostro paese è il terzo mondo musicale agli occhi stranieri, gli unici gruppi italiani che l’estero conosce e ricorda sono i gruppi del passato…ecco, facciamoci delle domande. Comunque abbiamo qualche data in Italia nei prossimi mesi, suonare solo all’estero sarebbe sicuramente più complicato. Stiamo già pianificando un tour europeo anche se non sappiamo precisamente quando.

11. Chi si è occupato dell'artwork? Mi piace molto perché è semplice, diretto e si adatta bene al vostro spirito retrò.

- Le grafiche sono state fatte da Alexander Heir di New York, crediamo sia uno degli artisti più validi al momento, riesce a fondere alla perfezione l’estetica degli anni 80 con un tratto moderno.

12. Siete già a lavoro su del nuovo materiale? Come suonerà?

- Abbiamo già un po’ di pezzi nuovi, il suono è lo stesso dei pezzi che abbiamo già registrato, non ci interessano evoluzioni o sperimentazioni. Come già detto e ribadito il nostro obiettivo non è di certo innovare…prendere o lasciare, diciamo così.

13. Grazie per l'intervista. Avanti così Komplott!

- Grazie a te per lo spazio che ci hai concesso, in bocca al lupo per il futuro della webzine!



CONTATTI:

komplottpunk@gmail.com
komplott.bandcamp.com/album/sei-vivo-sei-morto-a-nessuno-importa

KOMPLOTT line-up:

Giacomo - Batteria
Tadzio - Chitarra, Cori
Mila - Voce
Andrea - Basso

RECENSIONE:
KOMPLOTT "Sei Vivo, Sei Morto A Nessuno Importa" LP | TAPE


Recensione: ECHOES OF YUL "Tether"
EP 2014 - zoharum records




Gli ECHOES OF YUL non arrestano la loro pachidermica evoluzione e, l'EP confezionato ne è un esempio tangibile, una straordinaria manciata di brani inediti (4 per l'esattezza) + dei remix affidati a degli artisti che hanno amplificato la già consolidata vitalità di alcuni vecchi pezzi. Sono convinto che arriverete a comprendere perché tutto questo abbia un senso preciso e logico, ma ciò avverrà solo dopo aver attraversato le barriere dell'apparenza. La musica dei due polacchi concede una visuale sconfinata, accentuata dalla complessità del tessuto sonoro. Bello poter ascoltare come la personalità eclettica degli Echoes of Yul si esprima in tutta la sua abbagliante spontaneità e, pur servendosi di momenti ostici, non ha mai avuto bisogno di orpelli ornamentali (lo avevano dimostrato nel bellissimo album precedente "Cold Ground" - 2012). Mi colpisce come nonostante il passo in avanti, i due musicisti artefici del progetto non abbiano perso la propria apertura mentale e sopratutto l'identità che li ha contraddistinti nell'underground musicale. E' naturale pensare che per ottenere grandi risultati non c'è bisogno di "reinventare" se stessi ogni volta, è sufficiente cambiare solo il modo di lavorare e attingere a differenti fonti di ispirazione. Questo gli Echoes of Yul lo sanno molto bene! Si, perché il duo dell'Est Europa non fa l'errore di altri gruppi, cioè quello di suonare sempre il medesimo disco, dopo aver assimilato da che parte spostarsi per ottenere maggiore pubblico. Se amate l'arte vera miscelata in musica cercate di approfondire presto questo gruppo. Ne vale davvero la pena. Immensi come pochi. Grandi ECHOES OF YUL!

Contatti: echoesofyul.com - facebook.com/echoesofyul

TRACKLISTING: Rosids, Guess, Murder the Future, The Message (Stendek Remix), The Stand (James Plotkin Remix), The Mission (The Message iconAclass Remix), Cold Ground (Steve Austin Remix), Last (Echoes of Yul Version), The Tenant (Maciek Szymczuk Remix), Down Deal Load (Different State Deconstruction), Ecclesiastes.




martedì 28 gennaio 2014

Intervista: MISERABLE FAILURE - "IL POTERE DELLA DISPERAZIONE"






I FRANCESI MISERABLE FAILURE NON HANNO NESSUNA PIETA' DI NOI E PUNTANO AD ANNIENTARE OGNI COSA CON UN VELOCISSIMO GRINDCORE LEGATO ALLA CINICA E SPIETATA VECCHIA SCUOLA DEL GENERE. LORO HANNO DA POCO PUBBLICATO UN EP INTITOLATO "HOPE", MA LA COSA CHE COLPISCE E' CHE IN SOLI QUATTRO MINUTI RIESCONO A PUNIRCI SEVERAMENTE. SONO IN CONTATTATO CON BLEU E ROMAIN, MA SOLO QUEST'ULTIMO HA RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE. A LUI LA PAROLA...

1. Ciao Romain. Prima di tutto, come stai? Congratulazioni per il suo nuovo EP "Hope"!

- Ciao Christian, io sto bene. Qui i giorni invernali sono troppo freddi per noi rane francesi, non siamo abituati. Grazie mille ;), apprezzato molto ciò che dici.

2. Come è nata l'idea di formare i MISERABLE FAILURES nel 2012?

- Bleu ed io ci conoscevamo da quasi 15 anni, siamo amici di vecchia data e ai tempi, lui era il proprietario di un'etichetta locale che pubblicò un sacco di cds di altre band in cui suonavo. Abbiamo fatto un sacco di tour insieme ecc... e un giorno decidemmo di collaborare e fare qualcosa (musicalmente parlando), quindi non fu solo un rapporto tra un musicista e un ragazzo di un'etichetta, ma un amicizia vera e propria. Parlammo del progetto durante la pausa sigaretta in un giorno a caso, in ufficio, mentre stavamo lavorando... e gli dissi: ok, cercherò qualcosa a casa stasera. Il giorno dopo avevo pronti cinque o sei brani che gli passai. Lui mi disse: "questo è esattamente quello che voglio". Molto semplice eh? :) Così cominciammo a lavorare sul demo nella mia camera, giungendo così allo split cd con Infected Society and F stands For Fuck You uscito via Kaotoxin. Nicolas, il proprietario della label ebbe il coraggio di liberare il nostro materiale su quel disco, perciò gli dobbiamo eterna riconoscenza per questo. Nico, if you read this: hands down buddy!

3. Qual è il significato del nome della vostra band?

- I guess its kinda obvious isn’t it?? Siamo arrivati molto velocemente su questo nome, abbiamo entrambi concordato che era il modo migliore per descrivere noi stessi...



4. Credo sia naturale chiederti della vostra ultima offerta musicale: "Hope"! Un assalto selvaggio di Grindcore. Un lavoro incredibile!

- Grazie mille. Quando ebbi l'idea di fare questo EP parlai con Bleu e gli dissi: "Voglio pubblicare qualcosa, proprio qui, proprio adesso, io sono coinvolto in ciò, credimi." Dal giorno in cui ho iniziato a creare il primo riff ecc.. passò solo un mese prima di giungere alla rispettiva pubblicazione. Avevo qualcosa da dire, non so come spiegarlo altrimenti, era un brutto periodo, triste, e grazie a questo esorcizzai quelle cose, creando qualcosa di veramente semplice, quasi senza utilizzare il mio cervello.. just pure random savagery! Non pensai di "fare qualcosa con qualche momento tranquillo qua o là...", ma stavo solo pensando nel modo più violento possibile. Stavo ascoltando cose amo, come Teitanblood, i primi EPs dei Nasum, ed è venuto fuori quello che potete sentire. Sono felice di questa release perché penso che l'aggressione globale crea quasi un'atmosfera soffocante. Naturalmente non soffocante come un disco di Portal :) ma qualcosa che tutti potrete ascoltare. Anche i fan del grindcore più irriducibili, quando finirà di girare l'EP penseranno: "ok, ora basta" :). So che il lavoro è un po' breve come diverse recensioni hanno legittimamente fatto notare, ma penso che rimane una punizione, dopo tutto, si, una punizione, anche se dura per soli 4 minuti! It's free... Quindi... Il punto su questo disco era: "ok, abbiamo qualcosa da dire, vogliamo condividerlo (il nostro patetico tentativo nella vita), perciò se ti senti come noi, se anche voi siete incazzati su un sacco di cose, questo EP è per te... vieni a prenderlo.

5. Ho una domanda riguardo i testi che appaiono sul nuovo EP , "Hope".
Il tema ricorrente sembra puntare alla distruzione della specie umana. E' corretto il mio parere? Puoi descrivere il concetto reale dietro i testi del lavoro?

- E' un po' più complesso di come lo hai interpretato tu. La stessa cover significa tutto. "Hope is the devil, annihilate it, hang him, and laugh at him dying". Fondamentalmente si riferisce ad eventi del nostro passato o presente, nei quali abbiamo avuto un disperato attaccamento a cose o persone che poi ci hanno tradito. Avevamo la speranza per un sacco di cose ma eravamo troppo deboli. Come ha meravigliosamente detto Morgan Freeman nel film 'Le Ali della Libertà': "Lasciate che vi dica una cosa ... La speranza è una cosa negativa, spinge le persone alla pazzia". Naturalmente l'intero punto del film è l'esatto contrario, ma ci piace
il concetto di "potere della disperazione", in questo momento di totale perdita di ogni speranza, dove non si ha paura di niente e di nessuno, nemmeno di una divina punizione, proprio perché tutto ciò che si guarda, ovunque lo si guardi, è un tetro, freddo, vicolo cieco. Questo momento può spingere ognuno a fare grandi o terribili cose.



6. Tutto suona piuttosto pesante sull'EP. Che tipo di attrezzatura è stata utilizzata per la registrazione di "Hope"?

- Beh, la tua è una domanda imbarazzante, perché ad essere onesti questo disco è davvero DO IT YOURSELF e perciò è l'80% del motivo per cui lo stiamo offrendo gratuitamente. Non sono assolutamente un tecnico del suono. Non ho alcuna conoscenza in sound design e onestamente penso che se avessi mostrato il "progetto ProTools " ad un tecnico del suono, avrebbe gridato: "Blasfemia!". Ci sono solo 2 chitarre, un basso e una batteria, questo è tutto. Ho aggiunto un paio di equalizzatori qua e là che ho impostato per l'ampli della mia chitarra, come bassi e acuti molto alti, e medio bassi, una distorsione piena, mentre il basso distorto ha suonato molto duramente... e forse un po' di stregoneria, non so, haha. Presumo che questo tipo di suono è efficace per la musica che suoniamo. Beh, se ti piace allora sono ok... Sometimes we should dig any further ;)

7. Come potreste descrivervi musicalmente parlando?

- Direi che quella dei Miserable Failure è musica spinta in avanti, fatta da gente arrabbiata e adatta a persone molto arrabbiate. Naturalmente non abbiamo inventato nulla, tutt'altro, ma mi piace pensare che, se apprezzi l'old school grindcore, quello che suona un po' più punk che death metal (...non nel riffing, ma piuttosto nel modo in generale di fare le cose), allora forse questa band è in grado di offrire qualcosa di simile a una versione moderna della vecchia scuola del grindcore. Altrimenti potete inviarci insulti o minacci, ce lo meritiamo.

8. Qual è il prossimo passo per la band?

- Un sacco di cose! La catena di odio non si ferma mai! Saremo presenti in una futura release della Kaotoxin, ma di questa non posso parlarne troppo, per il momento, uscirà molto presto!! Abbiamo finito la nostra registrazione per uno split cd con una band francese che amiamo, resta da fare solo la voce. La nostra parte su questo lavoro sarà molto più lunga, una punizione come quella di "Hope". Ci piacciono molto queste nuove canzoni . Questo progetto sarà pronto probabilmente tra marzo e maggio. Poi, abbiamo finito con la scrittura del nostro primo solo EP (...sto valutando "Hope" come una sorta di appendice , anche se il suo "solo"... è quasi qualcosa che va "a parte"). Probabilmente lo registreremo durante questa estate, forse un po' più tardi. Poi, naturalmente, ci piacerebbe rilasciare un full length, ma ci vorrà un po' di tempo, quindi, per il momento ci stiamo concentrando sulle cose che abbiamo pronte sul piatto. E per di più al momento non ho nemmeno un singolo riff su demo per un eventuale album intero. Così... stiamo provando in casa le canzoni per qualcosa di "speciale" insieme ai nostri lavori precedenti, qualcosa su cui stiamo lavorando già da alcuni mesi, qualcosa che andrà ben oltre il puro grindcore. Una sorta di liberazione vicina al sound di Deathspell Omega. Non posso dire molto di più per il momento, però siamo molto desiderosi di farlo e sono sicuro che il risultato sarà qualcosa di fresco. Noi siamo fan di un sacco di musica estrema e altri stili in generale, come Hip Hop o movie OST, anche il black metal assume un ruolo enorme nei nostri gusti personali, quindi vogliamo esplorare un po' di più per andare oltre.

9. Cita le tue ultime parole per Son of Flies...

- Grazie mille per il tuo supporto, lo apprezzo molto.

Cheers / Romain



CONTATTI: msrblflr.bandcamp.com - facebook.com/msrblflr

MISERABLE FAILURES line-up:

Grinding vocals by Bleu
Guitars & Low vocals by Rom "Maldito" Sanchez
Bass by John Culbuto
Drums by Elvis Jagger Abdul Jabbar

RECENSIONE:
MISERABLE FAILURE "Hope" EP 2014 - kaotoxin records





lunedì 27 gennaio 2014

Recensione: MURMUR "Murmur"
DIGITAL ALBUM | CD 2014 - season of mist




Tutti sanno quanto sia difficile trovare l'originalità in determinati ambiti dell'underground estremo. Bene, pochi si rendono veramente conto di quanto problematica sia realmente la faccenda, finché non si ha a che fare con una band come gli americani MURMUR (...provenienti da Chicago). Addentrandomi nella dimensione a bianco e nero dei quattro musicisti ho potuto osservare da vicino gli occhi degli avvoltoi nascosti nel buio delle loro anime. Emozioni del genere possono essere numerose, e vengono concretizzate in luoghi del pianeta molto diversi. Il fattore dominante che contraddistingue i Murmur è il particolare modo di approfondire i vari corridoi immersi nelle tenebre, nei quali i suoni smossi vengono fatti vibrare da strumenti tesi a stabilire una forma di comunicazione ossessiva e contorta. Il fenomeno del black metal continua a ripetersi negli anni, ma solo grazie a gruppi come questo può ottenere maggiore credibilità. Le nove canzoni dell'omonimo album sono molto diverse tra loro, risuonano disturbanti dopo ripetuti ascolti, nel cuore della note, amplificando spettri deformi e inespicabili. Affrontando con autorevole personalità tale spartito, i Murmur sono stati in grado di tracciare un full-length che serve da propellente per avvicinare passato e presente, una sorta di legame morboso difficile da capire se non si ha la giusta predisposizione. Qui si va oltre la semplicità o monotonia, toccando i numerosi territori psichedelici, jazz, ma anche avanguardisti; capaci perciò di stracciare la staticità prevedibile a favore di contaminazioni rischiose e perché no, coraggiose. Il nuovo "Murmur" lo posiziono già tra gli album più particolari di questo 2014. L'ispirazione della formazione dell'Illinois galoppa con la rapidità della disperazione. Dopo lo split 7" con i grandi Nachtmystium, i Murmur sono stati in grado di sbalordirmi nuovemente. Pura follia compositiva! Nella versione limitata troverete anche la cover dei King Crimson "Larks' Tongues Aspic".

Contatti: seasonofmist.bandcamp.com/album/murmur

TRACKLISTING: Water from Water, Bull of Crete, Al-Malik, Recuerdos, Zeta II Reticuli, Zeta II Reticuli - Part II, King in Yellow, When Blood Leaves.

Bonustrack (Digipack Edition): Larks' Tongues Aspic - Part II


domenica 26 gennaio 2014

Recensione: STROSZEK "Wild Years of Remorse and Failures"
DIGITAL ALBUM | 2xCD 2013 - hypnotic dirge records




Claudio Alcara dei Frostmoon Eclipse mette un'altro punto alla sua ampia fonte creativa mediante il progetto STROSZEK. La differenza sostanziale giace nel sound del nuovo percorso che a differenza del black metal dei F.E. predilige atmosfere più cupe, ricercate ed elaborate nella parte più intima dell'IO. Come può essere facilmente comprensibile, musicisti del genere costituiscono, pe me, fonte di interesse. Non è un caso, dunque, che il tema acustico della musica di Alcara abbia colpito velocemente la mia percezione, perché caratterizzata da suggestioni di vario tipo; anche se, prima di giungere in sede di recensione ho preferito approfondirle lentamente e con le giuste attenzioni, aspettando il momento adatto per assimilarle e metabolizzarle adeguatamente. In questa raccolta suddivisa in due capitoli (doppio cd) viene racchiuso l'interessante materiale del su citato artista che comprende una rimasterizzazione completa di tutte le tracce + le voci ri-registrate su "Songs of Remorse". Per essere più precisi, vengono riproposti i lavori "Songs of Remorse", "Life Failures Made Music" e l'EP "The Wild Hunt". Claudio è preparato nel proporre i suoi racconti, nei quali l'immediatezza della narrazione riesce a toccare , trasmettere, con efficacia, quell'inquietudine dell'ignoto che al di là dei facili sensazionalismi, costituisce la suggestione fondamentale della sua vicenda artistica. La voce è avvolgente, calda, durante il fluire dei minuti. Un applauso a questo ragazzo. Davvero particolare. Disponibile da Dicembre 2013 via Hypnotic Dirge Records. Consigliato agli amanti di Nick Drake, Steve Von Till (Neurosis), Rome, Alice In Chains...

Contatti: stroszek.bandcamp.com - facebook.com/stroszekofficial

TRACKLISTING: a nightwalk in partille, color of the street, the night porter, the house told me, stones in my throat, bury the bottle with me (Dick Curless Cover), the railroad track, not even the half, slow sleep, was it worth the wait?, wheels to rust, sand, the unlucky ones, gone by the fall, undead hotel, turn the sky to winter, nighthawks and underdogs, I'll keep everything, the devil's chair, a life failure, land of silence and darkness, tecumseh valley (Townes Van Zandt Cover), secret of the earth, from mound to mound, green jade, autumnal.




sabato 25 gennaio 2014

Intervista: ERAAS - "IL BUIO NELLA MENTE, LA LUCE NELL'ANIMA"






DA QUANDO HO INIZIATO IL MIO COSTANTE OPERATO PER SON OF FLIES WEBZINE NE HO CONOSCIUTE DI FORMAZIONI VALIDE, MA DAVVERO POCHE HANNO DIMOSTRATO IL TALENTO DEI NEWYORKESI ERAAS, PARTORITI DAI GENIALI ROBERT TOHER E AUSTIN STAWIARZ. L'SPIRAZIONE VITALE / AUTENTICA DI QUESTI MUSICISTI SI MODELLA PER SPINGERE LA LORO ANIMA OLTRE OGNI BARRIERA DI GENERE!!! HO AVUTO IL PIACERE DI CHIACCHIERARE CON L'EX APSE ROBERT TOHER...

1. Ciao Robert. Ti ringrazio tanto per aver trovato il tempo di parlare con me...

- Any time.

2. Per iniziare molto in generale, quando guardate indietro al vostro 1° materiale (in particolare il debutto "Eraas" del 2010), quali sono i tuoi pensieri?

- Sono molto affezionato al nostro debutto. Personalmente posso dire che, spesso, quando pubblico qualcosa di nuovo, ho già purgato la mia mente e le emozioni da tutto ciò che ho fatto in precedenza. Può materializzarsi attraverso qualunque release attuale che è fuori o semplicemente facendo e creando un disco. Così quando finisci un lavoro è come guardare in uno specchio, in quel momento. Quando penso a qualcosa che è venuta prima di qualunque registrazione in corso, la vedo più obiettivamente, mi risulta più interessante, significa qualcosa di più per me. Riesco a osservare
il tempo della mia vita in quel determinato album che è stato creato, e quindi riappaiono tanti ricordi. E' proprio come quando rileggi il tuo diario, ti vedi, è più significativo, e forse più interessante, come se ci fosse una voce anziana in esso, insomma è più intrigante piuttosto che leggere quello che hai appena scritto.

3. A mio parere "Eraas" e "Initiation" sono due capolavori assoluti. Ci potresti raccontare i tuoi sentimenti su ciascuno di questi 2 particolari album?

- Thanks kindly. Il primo album per me è stato molto più di un inizio. Penso che l'opener "Black House" è un breve pezzo orchestrale che dà il tono al resto del lavoro, arrivando poi alla fine con "Trinity" che una volta era collegata alla stessa "Black House". Quel primo brano mi dà quella sensazione che si prova quando ci si avvicina verso la fine dell' estate, quando si può iniziare a sentire che questa sta finendo e un nuovo autunno arriva. Il primo giorno reale dove si può percepire tutto ciò. Mi ricorda molto anche di alcune delle scene pastorali/paesaggi nel film Days Of Heaven, che è stato fonte di ispirazione per il brano, così come per le diverse parti del disco. Il full-length di debutto è stato un'esplorazione di diverse idee. Alcune orchestrali, ambient, altre un po' più "rock / krautrock based", elettroniche. Il secondo invece si
è focalizzato sul combinare queste varie cose. Più di una 'stazione radio', con diverse atmosfere che sono tutte collegate da un tema di fondo, dalla consistenza, e dall'umore. Così posso dire che sul primo "Eraas" stavamo semplicemente esplorando diversi elementi e la loro presentazione in un certo ordine. Su "Initiation", c'è stata l'aggiunta di alcuni nuovi particolari ma con dei temi già esistenti. Abbiamo perciò collegando tutto, in 2 parti, come fare 2 piccoli film (lato A e B).



4. Qual è stato il processo per comporre e registrare musica per questi due fantastici album?

- Non sono sicuro di poter rispondere direttamente a questa domanda. Devo dire che il metodo "studio as instrument" è molto importante per noi e, avendo anche l'elemento di fortuna in tutto quello che facciamo diventa la stessa chiave. Oltre a questo, si tratta di avere l'ispirazione giusta per creare un certo mondo visivo o atmosfera / umore.. It's really about going after creating a mood! ...Qualcosa che possiamo vedere nelle nostre menti. Uno spazio o un ambiente in cui entrare.

5. Quali sono i temi fondamentali e le idee che stanno dietro il progetto Eraas? Sembra che ci sia un concept di base che lega tutto il lavoro, e sono curioso di conoscere da dove state venendo... il vostro background.

- Sono partito dalla mia vecchia band, gli APSE, per giungere poi agli ERAAS, portando avanti un certo discorso. Tutto è sempre ruotato intorno alla luce e al buio e sulle proprietà di queste due forze rappresentate nel genere umano e nella natura. Le lotte che possono generarsi da queste cose, crisi esistenziali, la spiritualità, relazioni spirituali e umane. In principio, l'idea era quella di esplorare ciò attraverso gli ERAAS. Ma devo anche dire che, mentre noi siamo sempre stati interessati a questo genere di cose, sembra che oggi ci siano troppe band che fanno finta di essere interessate a questioni spirituali, mettendo simboli occulti sulle copertine dei loro cds, dandosi dei nomi legati a pratiche ritualistiche. Oppure, stanno solo fingendo su questo interesse per l'occulto e sul pensiero di se stessi come 'goth'. E' qualcosa che è stato impossibile non notare. ERAAS will stay the course... Essere ciò che siamo sempre stati, consentendo a noi stessi di evolverci. Tuttavia, la cosa positiva è, che non abbiamo proclamato noi stessi come 'dark' o 'goth' o qualcosa di simile. Direi spirituali, forse. La cosa divertente è che di recente abbiamo ottenuto una recensione 'fioca' da parte di un ragazzo che si lamentava che non siamo all'altezza delle sue aspettative come "dark" (perché alcune altre persone usato questa parola parlando di certi suoni). Giornalismo orribile. Infatti oggi non do molta fiducia in esso. Su internet chiunque può scrivere quello che vuole sulla tua band. Ci sono persone che sono 10 anni più giovani di me, e uscendo dal college recensiscono l'ultimo album di una band che probabilmente ha pubblicato il suo debutto quando ne aveva 8. "We are opened to criticism when it makes a point and it's productive, but most of the time we take it with
a grain of salt." (alcune frasi le mantengo in inglese perché hanno più impatto, NdR).

6. "Initiation" è un grande ritorno per voi! Mi puoi dire qualcosa di più sulla tua canzoni e sullo stile musicale? C'è chiaramente un vasto spazio di differenti influenze musicali in esecuzione nel vostro lavoro... Gli elementi musicali sono sempre più intensi, con molte soluzioni diverse
e articolate, creano una tensione molto dolorosa. Volevate ottenere tale atmosfera?

- I'd say so. Come ho descritto in precedenza, venivamo dopo una sorta di miscuglio di idee e suoni, come una Radio ERAAS, ma con un'atmosfera coerente che salda tutto insieme. Per rispondere all'ultima parte della domanda, non credo che l'ottenere certi suoni sia qualcosa che pensiamo in modo diretto. Penso che lavoriamo su qualcosa fino a quando non ci suona bene e solo così capiamo se è completo. Se una canzone non sta evocando quello che noi pensiamo è difficile dire esattamente cosa non sta funzionando o identificare ciò che è carente nella song stessa. Dobbiamo solo continuare a portarla avanti fino a quando non ci siamo riusciti.



7. Quali sono i temi dei testi, in particolare sul nuovo "Initiation"? È un concept album? C'è un tema specifico?

- Direi che in gran parte trattano della paranoia. Avere un rapporto imprevedibile con te stesso e i tuoi stati d'animo. Passando dalla paura alla speranza, preoccupazioni per la pace (e viceversa). Cerchiamo di dare un senso a tutto questo.

8. Raccontami le tue influenze musicali...

- Abbiamo molte influenze. Quello che vorrei descrivere come fa la Music 'visual'. Ambient Music. Classical Music. Entrambi amiamo quello che di solito è considerato 'krautrock', ma forse più l'approccio di questo tipo di musica, piuttosto che voler sembrare a tutti gli effetti come una band di quel genere. Ci ritroviamo entrambi nell' hip hop/rap degli '80/'90 e penso che sia arrivato in ritardo un interesse nel mescolare il krauty approach ad un drumming che combina texture e atmosfere.

9. Avete qualche legame artistico con la scena post-rock moderna? O siete molto più interessati a perseguire qualcosa di completamente separato da tutto ciò?

- Noi preferiamo non essere completamente associati al "post-rock". Tutte le formazioni che sono considerate "post-rock" e che piacciono a noi, stavano suonando in quel modo già prima che questo termine identificasse un certo genere musicale. Non è un termine che ci piace e non vogliamo essere associati con esso. Nessuno dei due lo ha fatto con APSE. Quella era la musica che volevamo fare, non cercando di vivere entro i confini di uno stile o di un genere specifico. Penso che chiunque faccia qualcosa di onesto non vorrebbe essere codificato.

10. Voi vivete a Brooklyn - New York... Questa grande città è una buona influenza per te?

- Non proprio. Un sacco di persone che ho incontrato in Europa hanno ancora l'impressione che Brooklyn sia sorprendente, anche nella scena musicale. Ci sono molte cose che amo di NY, naturalmente. Ma dovrebbe essere ben noto che non è quello che tante persone sembrano percepire
in modo diverso. Non più.



CONTATTI: eraas.bandcamp.com - facebook.com/eraasgroup

ERAAS line-up:

Robert Toher
Austin Stawiarz

RECENSIONI:
ERAAS "Initiation" DIGITAL ALBUM | CD | LP 2013 - felte sounds
ERAAS "Self Titled" DIGITAL ALBUM | CD | LP 2012 - felte sounds





venerdì 24 gennaio 2014

Recensione: INDIAN "From All Purity"
CD | LP 2014 - relapse records




Ringhiano nevrotici gli americani INDIAN e il nuovo quinto album "From All Purity" ci racconta tutto il loro dolore interiore. La musica della band proveniente da Chicago non ci risparmia, ci posiziona da subito in un angolo per torturarci senza il benché minimo senso di pietà. I colpi sono molto lenti e affondano la carne straziandola fin dalla superficie! L'intento dei nostri non è quello di sprigionare sensazioni originali, no, qui l'intera opera viene proiettata contro di noi per ledere sulla psiche, sulla materia, lasciando lividi/cicatrici permanenti. La band
è talmente ossessiva... nervosa... da generare un forte senso di ansia durante l'ascolto delle tracce. Il sound dei nostri è dilaniante quasi quanto la narrativa delle metriche vocali e forse questa combinazione diventa inevitabilmente la ragione della funzionalità degli Indian. Non considerando più plausibili come fonti di terrore, nel mondo moderno, i fantasmi, i demoni e i mostri dell'anima, spostano le fonti dell'orrore verso l'infinito, negli abissi insondabili del tempo/spazio, calandole contemporaneamente negli altrettanto sconosciuti cunicoli della mente umana. In tal modo, attuano un vero e proprio delirio! Con questa marcata staticità sonora, il disco del gruppo dell'Illinois sfida prima di tutto noi stessi, poi, ogni tentativo di classificazione interna ed esterna. I più autolesionisti di voi potranno riconoscersi in tale assurdità sonora. Qui non è importante evidenziare una specifica song, perché è il blocco sludge/doom a danneggiare l'ascoltatore.

Contatti: indiandoom.com - facebook.com/IndianDoom

TRACKLISTING: Rape, The Impetus Bleeds, Directional, Rhetoric of No, Clarify, Disambiguation.


giovedì 23 gennaio 2014

Recensione: CULTED "Oblique To All Paths"
CD | LP 2014 - relapse records




I black/doom metallers CULTED dopo il debut "Below the Thunders of the Upper Deep" (2009) e l'EP del 2010 "Of Death and Ritual", ci calpestano nuovamente tra le nebbie fitte della loro oscura anima. "Oblique To All Paths" si poggia sul medesimo tormento, sorretto da stati emotivi deviati e neri come la pece. Il secondo full-length che arriva dopo oltre quattro anni dall'esordio non getta nessuna briciola di positività e la tremante negatività che lo alimenta è talmente schiacciante da lasciarmi basito. La formazione nella quale è coinvolto lo svedese Daniel Jansson e i tre canadesi Matthew Friesen, Michael Klassen, Kevin Stevenson (+ il membro aggiunto Erik Larse - come additional sound, modular synths) sceglie di immergersi nelle profondità del buio per recuperare dal grigio fondale un'autentica drammaticità, immensa, poco accessibile. Il profilo della sua consistenza è decisamente tenebroso. Le note di "Oblique to All Paths" vengono illuminate da una luce quasi irreale e, incanalate verso corsi d'acqua impalpabili si evolvono drasticamente con il passare dei minuti (lenti/vertiginosi). Oggi i Culted restano accomodati sulle vette del movimento "drone / doom metal" e senza tenere conto delle intemperie terrestri rimarranno li in attesa che i pochi ghiacciai rimasti cedano al calore dei gas serra. Il gruppo non è cambiato di una virgola, perciò, chiunque di voi li abbia già apprezzati in passato sarà nuovamente rapito da questo disco. I restanti dopo un attento ascolto potranno tirare le somme e magari provare a passare oltre. Detto ciò, il sound dei quattro musicisti resta comunque uno dei più disturbanti e noise dell'underground . Piaccia o meno è la realtà. Disponibile dal 20 Gennaio su Relapse Rec.

Contatti: facebook.com/Culted

TRACKLISTING: Brooding Hex,Illuminati, Intoxicant Immuration, March of the Wolves, Distortion of the Nature of Mankind, Transmittal, Jeremiad.


Statistiche: 81.000 visite / visitors per SON OF FLIES webzine




E' trascorso un anno e 4 mesi dalla nascita di SON OF FLIES.
Ho già scritto e pubblicato 748 posts (tra recensioni, interviste, etc.).
Il blog ufficiale della webzine è stato visitato da 81.000 utenti da tutto il mondo. Grazie per il SUPPORTO! Christian Montagna


23th January 2014 - SON OF FLIES WEBZINE Celebrates 80.500 visitors from around the World. I published 748 posts in 16 months!
THANKS FOR YOUR SUPPORT! Stay Tuned!
Christian Montagna



Contatti:
christianmontagna.blogspot.it
facebook.com/chris.son.of.flies
facebook.com/son.of.flies.webzine
chris.sonoflies@yahoo.it


mercoledì 22 gennaio 2014

Intervista: MOLOKEN - "IMMUNI DA CORROSIONE"






I MOLOKEN SONO UNA DELLE MIGLIORI BAND PROVENIENTI DALLE FREDDE TERRE SVEDESI. UNA FORMAZIONE CHE IN BREVISSIMO TEMPO, NEL CORSO DI POCHI ANNI HA CONSOLIDATO UNO STILE MUSICALE SOLIDO E BEN ARTICOLATO A DIMOSTRAZIONE CHE QUANDO SI HA CLASSE E' DIFFICILE NON FARLA TRASPARIRE. CHIUNQUE SIA UN FAN DI SONORITA' PESANTI VICINE A POST-HARDCORE, SLUDGE, DOOM, METAL, PSICHEDELIA, NON PUO' FARSELI ASSOLUTAMENTE SFUGGIRE. TRA L'ALTRO FRA 3 MESI SARANNO IN TOUR IN EUROPA E SEMBRA CHE VERRANNO ANCHE NELLA NOSTRA NAZIONE. HO CONTATTATO IL CANTANTE / CHITARRISTA KRISTOFFER BACKSTROM PER SAPERE QUALCOSA IN PIU' SUL LORO PRESENTE...

1. Ciao Kristoffer. Voglio ringraziarti per la tua disponibilità, per avermi permesso di intervistarti e dare così ai vostri fan italiani la possibilità di leggere un po' di più riguardo il presente dei Moloken.

- Ciao Christian! Grazie a te. Sono felice che tu ci abbia trovato. Penso che per l'Italia sia giunto il momento di avere un'altra possibilità per scoprire i Moloken, visto che molto probabilmente suoneremo alcuni live nella vostra Nazione in occasione del nostro prossimo tour europeo a maggio/giugno.

2. Gennaio 2013: Come procede il mondo di Kristoffer Bäckström?

- In questo momento abbiamo un sacco di cose da fare per la band, così posso essere concentrato su questo. Noi registreremo il nuovo mini album a febbraio nel rinomato Tonteknik Studio, qui nella nostra città natale, Umeå. Questo è lo studio dove tra i tanti hanno registrato i Breach, Meshuggah, Refused, Entombed e Cult of Luna. Arriverà anche la versione in vinile del nostro secondo album durante la primavera e siamo davvero felici. E come ti ho già detto poco fa abbiamo un imminente tour già prenotato in maggio / giugno. Così alla fine è come se le cose stiano andando sulla nostra strada.

3. Il prossimo album sarà il terzo full-length per la vostra band. Avete qualche parola sulle nuove canzoni / testi?

- Ebbene, subito dopo la registrazione di questa prossima uscita (il mini album) continueremo a lavorare sul prossimo nuovo disco. Il nostro terzo full-lenght sarà più infuriato e in your face, più uptempo. I testi sono più incazzati e senza perdono. It will be more fucked up in a good way!

4. Come riuscite a mantenere viva quell'energia indispensabile per andare avanti?

- Ebbene, a mio parere, questa band quando suona è veramente in grado di creare della magia, e c****, sarebbe un peccato non condividere tutto ciò con il mondo, e per me personalmente è anche lo strumento migliore che ho per rimanere sano di mente, insomma, annullarmi lasciando che i pensieri e le emozioni si trasformino in canzoni.



5. Kristoffer, se ti è possibile, dammi una descrizione di come la band si è evoluta dagli esordi fino al presente...

- Nel 2002 ho avuto il desiderio di creare qualcosa di diverso dal mio gruppo hardcore/punk Pookie Syndrome, e quel passo mi ha portato a creare un side project sotto il nome di Moloken. Nel 2006 ho fatto il mio primo disco vero e proprio, ancora come solo/side project. Nel 2007 quando mi sono trasferito di nuovo a Umeå, dopo 9 anni di assenza, ho invitato mio fratello Nicklas (basso e voce) a provare alcune idee che avevo in mente. Insieme con il suo riff-bank abbiamo praticamente creato il nostro EP di debutto "We All Face the Dark Alone", tutto, nel suo soggiorno in quel giorno particolare. Poi successivamente chiedemmo a Jakob (Batteria) se poteva aiutarci con questa lunga canzone in modo da registrarla con noi. Mi ricordo che ascoltai bene il roughmix della registrazione che poi riuscimmo a finire 5 mesi più tardi. Da quel momento nelle nostre menti ci fu l'idea di che tipo di musica volevamo suonare. Era cupa, dura, progressiva, metal sounding rock groove con un nervo hardcore suonato con assoluta passione. Diventammo una band vera e propria e un mese più tardi reclutammo un secondo chitarrista di nome Johan. Suonò con noi per un anno, insieme suonammo circa 25 concerti e registrammo il nostro album di debutto "Our Astral Circle", nel febbraio 2009, prima che lasciasse la band, aprendo così la strada a Patrik (chitarra e voce). Fin dall'inizio abbiamo sempre cercayo di sfidare noi stessi come band, nel songwriting, testi, performance. Vogliamo sempre fare quello che facciamo nel migliore dei modi e sempre meglio, senza perdere la passione. And since we write music from the heart it becomes everything from 16 minutes metalepos such as ULV, or disharmonic instrumental progressive rock song like Casus, we never know were we will head next (ho preferito lasciare la frase in inglese per mantenere integro il senso delle parole, NdR). Abbiamo una grande libertà musicale all'interno della band, che in genere ci mantiene saggi, nel bene e nel male.

6. Non siamo in grado di fare nulla per salvare le nostre anime in questa società contemporanea... Ogni giorno viviamo nella paura !

- Bisogna prendere il controllo del proprio destino ed essere pronti a combattere per questo.

7. Grazie per il tuo tempo e per la tua gentilezza! Esprimi qualsiasi parola per tutti gli appassionati dei Moloken che leggeranno questa intervista...

- Grazie per aver letto questo, ascoltate la nostra musica e spero di vedervi nel moshpit italiano!



CONTATTI: info@moloken.net - moloken.net - facebook.com/Molokenofficial

MOLOKEN line-up:

Jakob Burstedt - Batteria
Kristoffer Bäckström - Chitarra, Voce
Nicklas Bäckström - Basso, Voce
Patrik Ylmefors - Chitarra, Backing Vocals


martedì 21 gennaio 2014

Recensione: DECOMPOSED "Devouring"
CD 2014 - memento mori




Quando si parla di Death Metal si deve tirare in ballo anche la Svezia e soprattutto diverse band celebri (Dismember, Nihilist - Entombed, Grave, Unleashed). Una scena che nel corso degli anni è rimasta cruda, dura e violenta. Precursori, non semplici portavoce di un verbo già scritto!!! Prendendo come riferimento l'attitudine dura / inossidabile dei loro mentori, molti giovani musicisti hanno seguito quelle tracce, riuscendo progressivamente a coniugare l'aggressività con una dose consistente di groove, melodia, che li ha portati a tenere vivo e invariato l'interesse nei confronti del genere. Oggi è il turno dei DECOMPOSED, provenienti da Sundsvall e attivi dal 2010. Il gruppo è maturato molto dal primo album omonimo pubblicato a Maggio del 2012, mantenendo inalterata la direzione nella quale far fluire tutta la potenza; questo, per ribadire la propria coerenza, lontana da ogni tipo di compromesso. Gli svedesi ci dimostrano che il Death Metal è pronto ad uscire nuovamente dalle tenebre scandinave per abbattere ogni dubbio. Le otto nuove canzoni sono nuovamente veloci, possenti e a livello di produzione suonano ancora più violente, malsane. "Devouring" è un dito medio rivolto verso tutte quelle persone che hanno sempre screditato un certo stile di vita, pensiero o suono. I Decomposed pur essendo a inizi di carriera dimostrano che il Death Metal sarà sempre pronto a combattere. Far parte di questo filone musicale rimane qualcosa di speciale, di diverso. Sicuramente alcuni di voi potrebbero non essere d'accordo con le mie affermazioni ma l'evidenza parla chiaro e lo stesso "Devouring" si manifesta quadrato, puro e ricco di canzoni ben suonate!! Jesper Ekstål - Lead Guitar/Vocals, Jim Mattsson - Drums, Micke Holmbom - Rhythm Guitar, Joachim Lyngfelt - Bass, non mollano la presa. Prendere o lasciare!

Contatti: facebook.com/pages/Decomposed/184061241645341

TRACKLISTING: Devouring, Bloodsoaked Disarray, Abysmal Descent, Voices of Endless Decay, Boiling Blood, Ode to the End, From the Darkness, Decomposition.


lunedì 20 gennaio 2014

Recensione: STUNTMAN "Incorporate the Excess"
CD | LP 2014 - solar flare records




Giungono al terzo album, eppure non conoscevo l'esistenza degli STUNTMAN, act francesce fondato nel 2002. "Incorporate the Excess" è all'insegna dell'hardcore, grind, death metal muscolare e ben articolato. Quello che non si ispira a nessuna corrente alternativa! Sono veramente selvaggi e si fanno sotto con composizioni schizzate capaci di fornirmi gli elementi necessari per assaporarli nel migliore dei modi. Il sound dei 4 di Sète è uno dei più sfrontati che abbia ascoltato di recente. "The Patriot, The Elite, The Icon" e "Bag Of Dicks" erompono in tutta la loro furia a suon di scariche elettriche ardenti, con ritmiche fulminanti (il drummer è una piovra assassina!!!) accompagnate da un cantato slabbrato.. sorretto dal bassista (Franck) e dal chitarrista (Flo), che insieme operano a mo' di caterpillar. I riff generati sulla cinque corde sono dannatamente ruvidi ed efficaci, ne è la dimostrazione la potenza che riescono a sprigionare su ogni brano dell'LP. Da non sottovalutare l'intero songwriting, davvero interessante in ogni sfaccettatura. "Incorporate the Excess" è disumano, perché riesce a mettere insieme il meglio dei generi estremi su citati. Se amate gruppi come Burnt By The Sun (RIP), Soilent Green o i Coalesce di "0.12 Revolution in Just Listening" (1999) non fatevi scappare questo lavoro. Gli Stuntman picchiano che è un piacere! Consigliati.

Contatti: stuntmannoise.bandcamp.com/album/incorporate-the-excess

TRACKLISTING: Broken Mirrors Lacerate, The Patriot - the Elite - the Icon, Bag Of Dicks, Horn Of Misery, Roll The Skull, Chaos Shepherd, Scarecrow Warfare.


domenica 19 gennaio 2014

Recensione: OCCULTATOR "Exorcize The Exorcist"
EP 2013 - eternal tombs records




E' passato un sacco di tempo da album seminali come "Welcome To Hell" o "Black Metal", ma fortunatamente grazie a gruppi seri come i messinesi OCCULTATOR il feeling rabbioso dei tempi che furono non è svanito nel nulla, anzi, continua a pulsare maligno attraverso le loro note. Ne è la dimostrazione questo EP "Exorcize The Exorcist". Il gruppo siciliano, in cui è coinvolto il bassista/cantante Damien Thorne (Bunker 66, Fangtooth, Lich, AlterAzione, Deuce, ex-Traumagain, ex live session degli Schizo), il drummer Animal Profanator (ex Exhuman, Fangtooth, Lich) e Painkiller, chitarrista (Fangtooth, ex-Exhuman) rispolvera e arrangia alcune sinfonie demoniache degli '80 che, in questo debutto suonano ancora maledettamente malvagie. Le canzoni sono veloci e catturano in pieno lo spirito "vero" del metal. Forse, di questi tempi, la fede in questo genere musicale si
è un po' indebolita / persa (ovviamente non da parte degli appassionati), complice gran parte della m**** attuale che viene prodotta da svariate etichette underground e che a molti di voi sembra "true"(appunto)! Ma la realtà dei fatti è che bisognerebbe prendere tali formazioni e metterle in relazione con realtà come i nostrani Occultator. Solo così potreste capirete il perché basti poco per far cadere nel dimenticatoio gruppi senza testa né coda. Non credo che agli Occultator importi più di tanto se li amerete/odierete . Questi tre musicisti hanno attitudine sincera, il che è già un pregio. Consigliati ai seguaci che disprezzano ogni corrente mainstream! Uscito a Ottobre 2013.

Contatti: facebook.com/occultator - occultator666@gmail.com

TRACKLISTING: Exorcize the Exorcist (Intro), Fogweaver, Morbid Priest, Cursed Be Thy Name (Lucifer's Lament), Torments of the Undead, Unburied Remains, It's a Long Way to Hell.


sabato 18 gennaio 2014

Recensione: MISERABLE FAILURE "Hope"
EP 2014 - kaotoxin records




Per i francesi MISERABLE FAILURE le barriere non esistono e, nella loro dimensione musicale le limitazioni sono solo il pretesto per non osare. "Hope" (che segue lo split del 2013 con gli Infected Society e F Stands For Fuck You) si candida come uno degli EPs più devastanti di inizio anno (nonostante duri solo 4 fottutissimi minuti!!!). Al suo interno troverete quanto di meglio il grind ha generato nel corso degli anni. Aggiungete a ciò che i Miserable Failure sono dei musicisti capaci di arrangiare ogni nota messa a disposizione dell'EP e ne apprezzerete sicuramente le gesta. "Hope" non è un piccolo gioiello che "suona solo velocissimo", ma espelle violentemente tutta la personalità delirante dei suoi autori. I ragazzi sono in grado di scrivere degli ottimi brani, incastrandoli fra di loro in maniera perfetta. Non c'è un attimo di respiro e non c'è nulla da fare quando questo veleno ti scorre nel sangue! "Hope" è la prova tangibile di tutto ciò. Spietati e concreti! Auspico che la sinergia dimostrata possa continuare in futuro. PURE HATE!

Contatti: facebook.com/msrblflr - msrblflr.bandcamp.com

TRACKLISTING: The Blueprints of Self-Disgust, One More Reason to Set This World On Fire, Goodbye & Good Riddance, This World Ain't Mine.




venerdì 17 gennaio 2014

Recensione: BANISHER "Scarcity"
CD 2013 - unquiet records




Secondo full-length per i polacchi BANISHER, attivi dal 2005 e con una predisposizione particolare verso sonorità che mescolano il più violento death metal al grindcore efferato. Ascoltandoli a impatto fanno un certo effetto anche perché i pezzi scolpiti per questo "Scarcity" puntano molto alla sostanza. Naturalmente come più volte ripetuto in sede di recensione , da certe band non si può pretendere chissà che, però da parte mia c'è sempre l'impegno professionale per evidenziare pregi ed eventuali limiti, altrimenti rischierei di risultare sintetico o banale. Fatte le premesse doverose, ritengo che i 4 Banisher siano un gruppo davvero affiatato ed anche il songwriting dei nostri si modella intorno a questa compattezza interna alla line-up. In particolare emerge il drummer (Łukasz "Lucass" Krzesiewicz) che con la sua prova al tritolo riesce a spostare un bel po' di polvere dietro di se. Bravo il chitarrista Hubert Więcek sulle parti ritmiche e quando si lancia su alcuni solos fulminanti e creati con gusto melodico. Solo alcune scelte del cantante non sono riuscite a convincermi pienamente. In tutta questa veloce mattanza sonora ci sono 2 brani brevi ("Vanity", "Incentives") che lasciano trasparire l'altra faccia della medaglia, quella più sperimentale, insolita, inaspettata. Inascoltabile la versione ironica in chiave death/grind della song "Benny Hill" (haha) messa alla fine della tracklist. Comunque validi, deve solo emergere un po' più di personalità. I pezzi che mi hanno colpito? La title track "Scarcity" e "Exceptionalism" (molto vicina alle follie musicali degli squilibrati Cephalic Carnage). Questo è quanto! Pubblicato nel mese di Ottobre 2013.

Contatti: banisher.bandcamp.com/album/scarcity

TRACKLISTING: War on Drugs, Scarcity, Vanity, Dystopia, Black Blood, Incentives, Paradigm Shift, Exceptionalism, Corporatocracy, Benny Hill.


Recensione: INGRAVED "From Sour Cries to Loving Eyes"
MCD 2014 - son of flies webzine




Sono sempre preso bene quando si tratta di raccontare a fondo le vicende artistiche di alcuni dei migliori gruppi provenienti dalla mia Regione: la Puglia. Lo esprimo con sincerità avendo fatto parte di alcune realtà dell'Underground (Traitor, Cast thy Eyes). Quindi, capisco perfettamente quanto sia difficile emergere quando si è localizzati nel profondo Sud della Nazione Italiana. Avere tanta grinta e una solida perseveranza per riuscire a tenere testa a tutti i vari problemi e limiti che giorno per giorno bisogna affrontare per andare avanti (sia musicalmente che nella vita quotidiana). Gli INGRAVED, senza ombra di dubbio, appartengono allo zoccolo duro ed è questo specifico aspetto a dargli maggiore credibilità rispetto a tante formazioni esordienti e con ancora poca padronanza. Nati nel '01, come band death metal, hanno saputo affrontare la propria strada con una certa elasticità e, facendo leva sulla voglia di evolversi sono riusciti a giungere ad un sound che propone molte influenze derivanti dal circuito "metalcore" (come comunemente viene identificato nel linguaggio contemporaneo).Considerate che questi ragazzi oltre alla lunga esperienza accumulata negli anni hanno già confezionato svariate pubblicazioni (From the Eys of Pain - EP '01, Complete Domination - EP '02, poi.. Hatred from Outside - CD '06, Moe Agare - Promo '08, Onryou - CD '10, Just our Lives - EP '11) prima di giungere al nuovo From Sour Cries to Loving Eyes il MCD del '13. Qual'é la fortuna degli attuali Ingraved? Il fatto che si siano cementati grazie alla presenza dello storico chitarrista salentino Andrea Litti, uno dei musicisti più appassionati e influenti nel settore metal hardcore del territorio citato poc'anzi; un ragazzo che da più di 20 anni mantiene coerente / stabile un preciso modo di intendere i valori veri legati alla musica non commerciale, avendo contribuito alla crescita della stessa attraverso il suo costante operato e il suo passato in band come No Mental Effort, D.I.A., Shank, Traitor e Cast Thy Eyes (in questi ultimi 2 ho avuto il piacere di averlo accanto). Insomma di A. Litti si potrebbero scrivere pagine intere perché figlio di una passione profonda, sbalorditiva, alimentata da un'attitudine a dir poco inossidabile (!!!). Ovviamente anche gli altri membri del gruppo non sono da meno! Insomma la chimica tra le diverse parti sembra funzionare egregiamente. "From Sour Cries to Loving Eyes" racconta le radici, la crescita e lo sviluppo degli Ingraved. Ogni singolo brano ha dei dettagli interessanti che danno alle dinamiche sonore maggiore efficacia. Sull'ultimo MCD i riff hardcore (a tratti melodici) imbastarditi dal tocco metallico dell'accoppiata Andrea / Martin infiammano e condizionano positivamente il feeling generale del disco, anche se l'unico freno per i ragazzi in questione è quello di essersi fossilizzati troppo su frequenti breakdowns (schiacciasassi). Diverso il discorso quando i nostri spingono le ritmiche ad aumentare il tiro avvelenando così i'atmosfera con una "forma canzone" più elaborata
e sicuramente vincente. La voce ruggente di Tony si salda nel giusto modo sulla tensione del contesto però devo anche ammettere che il suo timbro un po' monocorde non aiuta a far esplodere al cento per cento le sette composizioni. Per essere più preciso: il singer / frontman si accontenta di accompagnare il battito aggressivo degli altri membri, senza provare ad andare oltre le caratteristiche standard e ben note a molti. Ottima e versatile la prova di forza del drummer Donatello come l'onda d'urto del basso gestito dall'altro nuovo elemento, Francesco 'Tez' Marchionna."From Sour Cries to Loving Eyes" è un lavoro al passo con i tempi ed esprime le buone potenzialità dei cinque. Nonostante il metalcore non sia mai stato il mio stile preferito non posso non supportare gli Ingraved! Questa è gente che lavora duro per cercare di diffondere il proprio nome, perciò sono pronto a posizionarmi dalla loro parte. Lo meritano! Il MCD è stato prodotto da Stefano Manca e da Andrea Litti presso il Sudestudio a Campi Salentina (Lecce). Disponibile dal 19 Gennaio 2014. Per le copie fisiche rivolgetevi direttamente alla band.

Contatti:

ingraved@hotmail.com
ingraved.bandcamp.com
facebook.com/Ingravedband

TRACKLISTING: Fall and Rebirth , Treading the Maze, From Ashes , Concrete and Nails, Your Thruth, The Overdrive, World On My Shoulders.