venerdì 30 agosto 2019

CULTED "Vespertina Synaxis - A Prayer for Union & Emptiness" - Season of Mist




"Vespertina Synaxis - A Prayer for Union & Emptiness" è la quarta uscita discografica dei CULTED (in realtà questo è il secondo EP se si tiene in considerazione "Of Death & Ritual"). La trama del disco rispecchia quasi totalmente quella delle passate pubblicazioni, sfruttando però un songwriting più evoluto e per certi versi disteso, quindi meno torrido e soffocante. Eppure, malgrado alcune importanti differenze, la dilatazione strumentale rimane la stessa. E fa un certo effetto vedere la band risvegliare i demoni nascosti seguendo un sentiero più facilmente accessibile e meno angusto. I Culted hanno fatto un altrettanto buon lavoro sui cambiamenti a livello di arrangiamenti, in modo da ottenere un linguaggio siderale che ci aiuti ad approfondire ogni singolo dettaglio delle composizioni, di conseguenza convincerci che "Vespertina Synaxis" mette a disposizione delle nuove indicazioni illusorie per cercare di ancorarsi all'inseguibile. L'opera, nella sua interezza (un totale di 27 minuti), esprime al meglio la narrazione vespertina cui i Nostri si fanno carico, ampliando l'inquadratura senza attenersi a un criterio nel complesso conservativo. La lineup è rimasta invariata: il cantante svedese Daniel Jansson accompagnato dai tre canadesi Matthew Friesen, Kevin Stevenson, Michael Klassen.

Contatti:
culted.bandcamp.com/album/vespertina-synaxis-a-prayer-for-union-emptiness
facebook.com/Culted
instagram.com/culted_official

Songs:
A Prayer for Union, Dirt Black Chalice, A Prayer for Emptiness


mercoledì 28 agosto 2019

FULCI "Tropical Sun" - Time To Kill Records




"Tropical Sun" fuoriesce dall'immaginario gore/splatter italiano degli anni '80, evidenziando chiaramente il background artistico dei FULCI, corrotto dalla profonda passione per il death metal malsano e maleodorante. Ma soprattutto, questo secondo full-length mette ancora una volta in risalto l'amore viscerale verso il cinema del pluriosannato regista Lucio Fulci, nonché poeta del macabro di forte impronta stilistica. Osservando l'artwork di copertina si capisce che il lavoro è un vero e proprio tributo al cult movie "Zombie 2" del 1979. I Nostri puntano sull'esperienza e sulla concretezza, entrambe utili per ottenere il risultato prefisso. Infatti, l'obiettivo è stato centrato. Il trio casertano riesce ad esprimere al meglio la propria attitudine, viziata da un inconfondibile retro style annichilente, valido e apprezzabile, seppur derivativo. I Fulci vogliono offrire violenza e atmosfere, né più né meno, mantenendo viva la cruda realtà racchiusa nelle pellicole horror del Maestro romano. Complessivamente, si può dire che "Tropical Sun" è un disco onesto, completo e dal forte impatto, pieno di sfumature cruente, di rimandi, di visioni orripilanti, il tutto messo al servizio dei fan del genere. Inutile citare i soliti punti di riferimento. Siate orgogliosi di quello che stanno facendo i Fulci.

Contatti:
tropicalsun.bandcamp.com/releases
facebook.com/fulciband

Songs:
Voodoo Gore Ritual (instrumental), Tropical Sun, Apocalypse Zombie, Splatter Fatality, Matul Tribal Cult, Legion Of The Resurrected, Palms By The Cemetery, Witch Doctor (instrumental), Genetic Zombification, Eye Full Of Maggots, Church Of The Undead, Blue Inferno, Immortality Virus (instrumental), March Of The Living Dead (instrumental)




sabato 24 agosto 2019

SPURN "At The Precipice Of Excitation" - Autoproduzione




Un impressionante tornado sonoro che flirta con la follia compositiva in una macchina a orologeria adeguatamente calibrata. "At The Precipice Of Excitation", il nuovo full-length della band canadese in questione, regala forti emozioni e sorprese sia per la complessità inerente la struttura sia per i mutamenti improvvisi dell'animo umano in relazione ad un approccio ossessivo che, si erge acutamente a rappresentazione di una scrittura fondata sulla maniacalità. Il mostro generato dagli SPURN attinge linfa dallo stesso pozzo in cui, ancora oggi, si possono osservare i riflessi di entità davvero influenti come i monolitici Swans, seguiti poi da Dillinger Escape Plan, Neurosis, Meshuggah, Converge, ma anche i techno-death metaller Gigan, tanto per citare alcuni nomi rilevanti della scena. Un suono asfissiante dotato di una logica delirante, perciò capace, quasi certamente, di mandare in visibilio i tanti aficionados di quella corrente musicale aperta alle contaminazioni allucinate, lontana da ogni forma di "classico" tradizionalismo. "At The Precipice Of Excitation" riesce con indubbio merito ad evitare eccessivi cali di intensità e a trascinarsi con claustrofobica intenzionalità lungo ventotto minuti da capogiro. Qui si preferisce sputare il veleno senza tener fede a regole rigorose o influssi pronosticabili. E' impossibile rimanere indifferenti di fronte alle massacranti "Clapping Seals", "Glioblastoma", la sfibrante "Eating The Rich In Self Defense", le paralizzanti "Looking Past Your Own Nose", "Pushing The Flat Earthers Off The Earth", veri e propri inni di rabbia incontrollabile. Da ascoltare anche la cover di Tom Waits ("Hoist That Rag"), nel finale. Stiamo parlando di un disco pressoché perfetto realizzato da questi nuovi matematici dell'estremizzazione sonora. E smettiamola di chiamarlo mathcore.

Contatti:
spurn.bandcamp.com/album/at-the-precipice-of-excitation
facebook.com/SpurnBand

Songs:
Clapping Seals, Glioblastoma, Lepa Radic, Confusing Ignorance For Innocence, Eating The Rich In Self Defense, The Eleventh Hour, Looking Past Your Own Nose, Pushing The Flat Earthers Off The Earth, Hoist That Rag (Tom Waits Cover)


mercoledì 21 agosto 2019

NIBIRU "Salbrox" - Ritual Productions




Non esiste forse un altro titolo in grado di dialogare in maniera così diretta con il flusso parossistico alimentato dai densi contenuti di quest'opera, indicando tanto la condizione nascosta quanto quella visibile di un'opera spinta oltre il concept album, un racconto che, inevitabilmente, unisce spirito e materia, due elementi in uno, in grado di elevare la rigida separazione e contrapposizione tra il buio e la luce. I NIBIRU, pur scavando nell’irrazionale, mantengono sempre vivo il punto di connessione tra soprannaturale e razionale in modo da rapportare il conscio all'inconscio, gestendo con mano ispirata sia le proiezioni visionarie sia un tessuto narrativo che si agita negli anfratti dell'animo umano. "Salbrox" si muove alla ricerca dell’assurdo, mettendo in scena un cerimoniale contrassegnato con la potenza del suono e delle parole, un golgotha infinito di sofferenza in sofferenza. E' l'incubo che non lascia speranza alcuna di sopravvivere dopo l'impatto.

Contatti:
ritualproductions.bandcamp.com/album/salbrox
facebook.com/nibiruritual

Songs:
ENHB, EXARP, HCOMA, NANTA, ABALPT, BITOM, RZIONR




sabato 17 agosto 2019

DISENTOMB - "The Decaying Light" Unique Leader Records




La pubblicazione di "The Decaying Light" è un segnale positivo, che mostra ancora una volta le micidiali potenzialità di questa formazione australiana, stilisticamente salda ad un death metal feroce e tecnico di chiara derivazione statunitense, facendomi tornare alla mente lo stile di gruppi come Disgorge, Deeds of Flesh, Vile, ma anche quello di altri nomi altrettanto validi della scena d'oltreoceano, potrei citare Severed Savior e Gorgasm. Ci sono soprattutto due modi per fare presa sul pubblico e sulla critica di settore: suonando in maniera originale oppure rivisitando egregiamente qualcosa di già sentito in passato. I deathster DISENTOMB appartengono alla seconda categoria, sciorinando riffoni al cardiopalmo con disinvoltura e indomabile frenesia, arricchiti con malefiche dissonanze e melodie, e sorretti da una sezione ritmica precisa, impetuosa, tentacolare. In alcuni passaggi aleggia prepotente il fantasma dei neozelandesi Ulcerate, soprattutto quando i Disentomb decidono di rallentare la velocità sul terreno della mattanza. I brani si somigliano un po' tutti, ma la dedizione dei Nostri al death metal fa in modo che "The Decaying Light" risulti comunque appetibile per la gran parte dei fanatici del genere. E' questa la sensazione che si prova analizzando la tracklist dell'album. L'acustica "Withering" è la drammatica traccia conclusiva. Non è un lavoro fondamentale, bensì una prova di onestà di chi non rinnega certe origini e influenze.

Contatti:
uniqueleaderrecords.bandcamp.com/album/the-decaying-light
facebook.com/pg/disentomb

Songs:
Collapsing Skies, Your Prayers Echo into Nothingness, Indecipherable Sermons of Gloom, Undying Dysphoria, Centuries of Deluge, The Decaying Light, The Great Abandonment, Dredged into Existence, The Droning Monolith, Dismal Liturgies, Invocation in the Cathedral of Dust, Rebirth Through Excoriation, Withering


mercoledì 14 agosto 2019

VIBRATACORE "Resurgita" - Autoproduzione




I teramani VIBRATACORE, dopo aver superato varie vicissitudini e riassestato la loro lineup (oggi diventati un trio), hanno capito che è sicuramente più logico non mollare nonostante le difficoltà che s'incontrano, crederci fino in fondo ed essere sempre pronti a rimboccarsi le maniche per andare avanti; insomma, aggrapparsi a quell'unica "passione" chiamata Musica. Tenendo fede a questo spirito combattivo, ne è venuto fuosi un EP di quattro tracce (tra le quali viene inclusa la cover "Wolverine Blues" degli Entombed) che spinge maggiormente sul pedale dell'efferatezza, complice una scrittura più cupa e astiosa. Oggi dietro al microfono troviamo il chitarrista Fango, motivato nel liberare gran parte dei suoi deliri, e anche questa sua decisa presa di posizione ha fatto la differenza nell'attuale suono forgiato dai Nostri. I Vibratacore, dopo diciotto anni di militanza, sono diventati un gruppo estremo in tutto e per tutto, capace di fondere elementi dal forte impatto. E' un nuovo punto di partenza, messo in pratica con un EP autoprodotto dal tiro esagitato. Io rimango fiducioso sul futuro del gruppo abruzzese.

Contatti:
facebook.com/pg/VIBRATACORE

Songs:
Breathless, Abyss, Border, Died To Seem Alive, Wolverine Blues (Entombed cover)


martedì 13 agosto 2019

WITCH VOMIT "Buried Deep in a Bottomless Grave" - 20 Buck Spin




Quello che la band di Portland realizza con "Buried Deep in a Bottomless Grave" è un disco nero di orrori, al di sopra delle aspetttive, di cui, non si fatica a capire le reali ragioni: la padronanza nella composizione, lo sfrenato gusto per la brutalità trapelano da ogni nota dei brani, facendo distaccare nettamente il loro nuovo lavoro dai tanti prodotti analoghi usciti di recente. E' questo il "peso" stilistico che caratterizza "Buried Deep in a Bottomless Grave". I WITCH VOMIT, in ogni caso, qui riescono a far leva sui propri mezzi per mettere il punto su un secondo full-length travolgente quanto vincente, quindi, per quello che si può definire, a tutti gli effetti, un ritorno discografico coerente con le regole brucianti imposte dal culto del death metal infausto. Nei suoi termini, a tratti doomeggianti, appare strutturato come una vecchia pellicola horror il cui copione è inesorabilmente intenso e terrificante. I Witch Vomit vanno in una sola direzione, raggiungendo l'obiettivo: traumatizzare chi ascolta, e difendere una tradizione. "Buried Deep in a Bottomless Grave" riesce a ritagliarsi un buon posto nella scena estrema contemporanea. Consigliati.

Contatti: 
listen.20buckspin.com/album/buried-deep-in-a-bottomless-grave
facebook.com/WebsOfHorror
witchvomit.bigcartel.com

Songs:
From Rotten Guts, Despoilment, Buried Deep in a Bottomless Grave, Dead Veins, Dripping Tombs, Squirming in Misery, Fumes of Dying Bodies




sabato 10 agosto 2019

VICTIMS - "NON E' MAI TROPPO TARDI"






GLI SVEDESI VICTIMS SONO UNA BAND STORICA DEL CRUST-PUNK HARDCORE, VERI E PROPRI PORTABANDIERA DEL GENERE IN QUESTIONE, TORNATI SULLE SCENE CON IL NUOVO "THE HORSE AND SPARROW THEORY", DISCO ISPIRATO E COINVOLGENTE, CHE GIUNGE COME UN FULMINE A CIEL SERENO E CONFERMA LA MAESTRIA DI QUESTI QUATTRO MUSICISTI SCANDINAVI. UN VERO E PROPRIO PASSO IN AVANTI, COME CI HA CONFERMATO IL DISPONIBILISSIMO CHITARRISTA GARETH SMITH.

Ciao Gareth. Prima di tutto, voglio ringraziarti per la tua gentilezza e disponibilità. Ho un immenso rispetto per i Victims. Ascolto la vostra musica fin dal 1998.

- Grazie mille!

Il vostro ultimo album, "The Horse and Sparrow Theory", è arrivato dopo "Sirens" (2016). Adoro questo nuovo lavoro e penso che sia davvero fantastico, un notevole passo in avanti nei contenuti e nella musica. Quanto tempo ci è voluto per il realizzarlo?  

- In realtà tutto è andato abbastanza velocemente. Sì, il processo compositivo è stato molto più veloce rispetto alla scrittura del precedente “Sirens”. Quel disco ha richiesto circa cinque anni di lavorazione a causa di vari motivi. In quel periodo tre di noi stavano diventando padri di famiglia, inoltre per le prove vennero cambiati tre spazi differenti. Quindi, quando entrammo in studio per registrare “Sirens”, alcune delle canzoni ci sembravano già piuttosto datate. Come dicevo poc'anzi, l'intero “Horse and Sparrow” è stato composto più velocemente rispetto ai nostri standard, diciamo che è trascorso più di un anno, e consciamente decidemmo di scrivere le canzoni mantenendole così com'erano ed evitare di riprovarle continuamente. Non volevamo snaturare la loro energia. Ma dall'inizio della scrittura fino alla sua pubblicazione ci è voluto circa un anno e mezzo, il che per i Victims è qualcosa di molto veloce! Tutti abbiamo un lavoro e altre cose da affrontare nella nostra vita.

Come nasce, cresce e si evolve una tipica canzone dei Victims?  

- Tutto inizia sempre con un riff scritto da me oppure da Jon, il più delle volte riffs suonti in casa. Successivamente, quando l'idea diventa solida, la condividiamo con gli altri ragazzi della band per iniziare a lavorarci su, organizzando la scrittura, aggiungendo dettagli ecc. Questo processo creativo si materializza in sala prove, in modo molto collaborativo e democratico. Una volta completata la musica per una qualsiasi canzone, la maggior parte delle volte Johan passerà del tempo con essa a casa lavorando su schemi vocali e scrivendo i vari testi, ma anche Jon ed Andy hanno contribuito a questo in passato. La stessa cosa avviene per la voce, una volta che le idee prendono forma, allora tutti contribuiamo con le nostre opinioni, modificandole successivamente. In questo disco il processo compositivo è stato leggermente diverso. Johan stava attraversando un periodo di grande ispirazione e questo gli permise di arrivare in sala prove con molte idee sui riff, ha scritto le basi per circa sei delle otto canzoni, il che è stato fantastico dal momento che lui scrive dei riff molto più aperti e suggestivi rispetto ai miei e quelli di Jon, e questo ci ha dato molta energia durante la registrazione. Tutto ciò che riguardava la voce era stata affidato a Johan. Ha curato i testi delle canzoni basandosi su un concept di un saggio che avevo scritto, che poi è diventato il tema dell'album. È stato un bel modo di fare le cose, dato che avevo questo grande concetto nella mia testa, e Johan ne ha raccolto dei pezzi e li ha utilizzati per ogni singola canzone. Mi è piaciuto essere coinvolto su questo lato delle cose poiché scrivo sempre note musicali per dei titoli e argomenti di brani molto interessanti, quindi è stato bello che questa mia idea si sia concretizzata in questo modo.

Secondo il mio personale punto di vista, voi siete in grado di scrivere alcuni dei migliori riff in questo genere musicale. Le idee arrivano in base al vostro umore? Ti chiedo ciò perché mi piacerebbe conoscere qualche particolare sul processo compositivo. Pensi che sia cambiato qualcosa  rispetto agli inizi della vostra carriera?  

- Immagino di aver già parlato molto del nostro processo di scrittura, ma sì, personalmente quando scrivo dei nuovi riff tutto si basa sull'umore e molto dipende anche da ciò che mi ispira in quel preciso momento. Che si tratti di qualcosa di denso e veloce, o più spazioso e suggestivo. Per lungo tempo Jon è stato il principale compositore della nostra musica ed è ancora oggi una parte importante di ciò che sono i Victims. Quando Johan ha tirato fuori la prima idea su un riff per questo nuovo album, che alla fine ha generato la traccia che ha dato il titolo al disco, ci ha ispirato a continuare su quel tema e quell'atmosfera, qualcosa che sembrava piuttosto diversa da molte delle nostre precedenti cose. Dopo vent'anni di attività sentivamo la necessità di superare i nostri standard. Nessuno di noi era interessato a fare solo un altro tipico disco punk crust. Non c'è nulla di sbagliato in questo, ovviamente, ma volevamo esplorare cose nuove, capire fino a che punto potevamo spingerci oltre rimanendo fedeli al trademark della band.

L'artwork utilizzato per questo disco ha un forte impatto! C'è una ragione per cui avete scelto quell'immagine e il titolo "The Horse and Sparrow Theory"?  

- Grazie. Abbiamo commissionato il lavoro grafico ad un amico di Andy. Jack Ankersen è un grande tatuatore, inoltre aveva già tatuato Andy. Ha realizzato un sacco di incredibili lavori di intaglio del legno, da li è partita l'idea di usare il suo operato per questo nuovo disco. Gli abbiamo inviato l'idea del concept e il saggio che avevo scritto, dandogli carta bianca. Dopo aver realizzato l'artwork, Andy ha prodotto il layout del disco. Siamo molto contenti del suo lavoro.

La teoria denominata Horse and Sparrow è una vecchia idea economica capitalista, ripresa da Reagan e dalla sua ideologia di economia di ribasso, e più in generale dai neoliberisti. L'idea è che se ai ricchi viene data la libertà di consumare e spendere poco in termini di tasse, allora il loro consumo gioverà alla classe operaia che è quella che produce i beni per i ricchi. Fondamentalmente, i soldi dei più ricchi scorreranno attraverso la società e alcuni di questi finiranno nelle tasche dei poveri. La metafora è che se permetti al cavallo di mangiare tutta l'avena che vuole, lo farà a un livello tale che parte di questa attraverserà l'intestino senza essere digerita, lasciando la rimanente parte ai passeri. L'unico problema è che il passero dovrà cercare nella merda del cavallo per nutrirsi. Penso che sia una metafora adatta per analizzare la situazione globale di oggi, ed è molto adatta al problema del clima, che è di per sé anche un problema globale.

Quindi, alcuni dei vostri testi, almeno per quanto mi è sembrato di capire, sono stati scritti attorno al tema dei disastri naturali. E' una triste realtà constatare come milioni di persone affrontano così tante minacce, anno dopo anno. Come pensi che dovremmo valutare il futuro, e quindi affrontare l'afflusso di costanti disastri meteorologici?

-  Ebbene sì, in questo disco in particolare, i testi parlano del disastro ambientale causato dalla classe privilegiata della società globale ma anche della nostra dipendenza dal consumismo. La crisi climatica è un problema generale in quanto le classi più ricche del pianeta hanno causato il danno e le classi più povere ne sono le più colpite. Almeno adesso, i ricchi saranno in grado di proteggerci per un po' di tempo, forse, ma non saremo in grado di sfuggire alla crisi climatica. Penso che se il radicale cambiamento politico non avverrà in tempi brevissimi, allora vedremo un futuro molto diverso. Il cambiamento politico sarà provocato solo dai normali cittadini che desiderano cambiare il mercato apportando cambiamenti alla vita individuale.

Ma se continuiamo a consumare la merda che sta distruggendo il pianeta, allora le élite corporative continueranno a venderlo. Sono fiducioso, però. Oggi il clima è saldamente all'ordine del giorno nelle questioni politiche e, grazie a persone come Great Thunberg (attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. / N.d.a.), le cose potrebbero migliorare. Spero solo che quando avremo apportato dei veri cambiamenti non sarà troppo tardi.

Quali sono alcune delle tue band preferite della scena hardcore/crust-punk?  

- Buona domanda. Non ascolto il crust moderno di oggi, deve essere qualcosa di molto particolare per attirare la mia attenzione. Ma ci sono alcune band in giro che hanno elementi crust davvero buoni. I finlandesi Kohti Tuhoa sono davvero notevoli. Helena è una cantante fantastica ed è così brava sul palco, ha tanta rabbia ed energia. Mi sono piaciuti gli inglesi Skiplickers, che si divertino molto suonando nella tradizione del vecchio stile svedese, e il loro cantante Bry, ha sempre dato vita a grandi band, di recente potrei citare i Rat Cage. Penso che ci siano sempre grandi gruppi provenienti dal Giappone, negli ultimi anni i Kriegshög e in precedenza i Framtid. Ovviamente, gli His Hero Is Gone sono una grande band e un punto di riferimento che avevamo in mente mentre componevamo questo nostro ultimo album, per quanto riguarda l'attitudine e le atmosfere. Probabilmente la mia band preferita di tutti i tempi, o almeno i loro dischi, sono i primi lavori dei Disfear con Jeppe alla voce, ovviamente nessuna mancanza di rispetto per Tompa, ma album come "Soul Scars", "Everyday Slaughter" e "A Brutal Sight of War" sono fottutamente inarrestabili. Citerei anche il primo 7” degli svedesi Anti Cimex, questo è ovvio.

Grazie ancora per l'opportunità. Devo ammettere che i Victims hanno avuto un forte impatto sulla mia vita, e anche per questo motivo, ti sono molto grato per aver condiviso i tuoi pensieri con i lettori della mia webzine. 

- Grazie a te.

Contatti:
victims.bandcamp.com/album/the-horse-and-sparrow-theory
facebook.com/victimsinblood

VICTIMS line-up:
Andy Henriksson - Batteria
Jon Lindqvist - Chitarra, Backing Vocals
Gareth Smith - Chitarra
Johan Eriksson - Basso, Voce

Recensione: 
VICTIMS "The Horse and Sparrow Theory" - Relapse Records




mercoledì 7 agosto 2019

CEREBRAL ROT "Odious Descent Into Decay" - 20 Buck Spin




E' il ritorno dei CEREBRAL ROT, formazione statunitense formatasi a Seattle nel 2016, e che nell'estate dell'anno scorso esordiva con il demo "Cessation of Life", stampato in una tiratura limitata su tape. Il death metal prodotto dai musicisti coinvolti nel progetto viene rigurgitato con veemenza servendosi di toni putrescenti e nauseabondi. "Odious Descent Into Decay", come la maggior parte dei dischi appartenenti a tale circuito musicale, potrà essere pienamente apprezzato solo da chi ama incondizionatamente questo trademark repellente, a cominciare proprio dalla tendenza ad approcciarsi a sequenze crude e infami. I Cerebral Rot mantengono intatto il fascino della vecchia scuola, e non può sfuggire la cura della band nel concretizzare il proprio scenario da incubo. C’è quell’artigianalità, soprattutto in riferimento al modo di scrivere canzoni, che fornisce un valore aggiunto da non sottovalutare, anche se non nel senso dell'originalità, capace di restituire il modo di fare death metal di un’epoca, quella dei primi anni '90, che tanto fascino esercitava ed esercita tuttora sui cultori del genere.

Contatti:
listen.20buckspin.com/album/odious-descent-into-decay
facebook.com/cerebralrotdm/

Songs:
Odious Descent Into Decay, Swamped In Festering Excrementia, Reeking Septic Mass, Cerebral Rot, Putrefaction (Eternal Decay)”Sardonic Repentance, Sardonic Repentance, Repulsive Infestation Of Cadaver, Primordial Soup Of Radioactive Sewage, Foul Stench Of Ruination


sabato 3 agosto 2019

SUNDAY / THRILLER MACHINE - "A MANO ARMATA"






"PULP PHIXION", USCITO IL 26 LUGLIO 2019, E' IL FRUTTO DI UNA COLLABORAZIONE TRA IL RAPPER AMERICANO ILL BILL E IL PRODUCER ITALIANO SUNDAY / THRILLER MACHINE DEI DSA COMMANDO. E COME SE NON BASTASSE, PER DARE ULTERIORE SPESSORE A QUESTO EP SONO STATI CONVOCATI ALTRI 4 PERSONAGGI RINOMATI DELLA SCENA HIP HOP: VINNIE PAZ, LORD GOAT (GORETEX ELOHIM), SICK JACKEN, D.V. ALIAS KHRYST. "PULP PHIXION" FA CAPIRE COME ALCUNI ARTISTI NOSTRANI NON HANNO PIU' NIENTE DA INVIDIARE A QUELLI INTERNAZIONALI. IL SEMPRE GENTILE SUNDAY CI ILLUSTRA BREVEMENTE TUTTO QUELLO CHE C'E' DA SAPERE SU QUESTA INTERESSANTE USCITA DISCOGRAFICA, MA NON HO POTUTO FARE A MENO DI AMPLIARE LA NOSTRA CHIACCHIERATA.

Ciao Leo. Un piacere ritrovarti qui. Questa è la tua seconda intervista per SON OF FLIES WEBZINE.

- Ciao Chris, è sempre un piacere!

La prima domanda sorge spontanea: quando e dove hai incontrato ILL BILL e com'è nata questa vostra collaborazione? Immagino sia motivo di grande soddisfazione, anche se tu avevi già collaborato con musicisti storici e di spessore come Gore Elohim (Goretex), Method Mad etc....

- È stato Goretex a presentarmi ILL BILL, che si è immediatamente dimostrato amichevole e disponibile. Abbiamo iniziato subito a collaborare, ci siamo visti a un po' di serate tra la Svizzera e l'Italia durante vari tour dei Non Phixion e della Coka Nostra, coi DSA Commando abbiamo anche suonato assieme in qualche occasione e con l'arrivo della Tuff Kong Records le stelle si sono allineate definitivamente.

Quanto tempo ci è voluto per portare a termine tutto il progetto, compreso l'accordo con l'italiana Tuff Kong Records?

- In realtà relativamente poco, ora non ricordo di preciso. Io sono un fan della Tuff Kong Records dalla loro prima uscita con Conway e Cuns, con loro avevamo già collaborato per l'uscita di Memento Mori dei DSA Commando, anche BILL si è preso bene per le loro uscite, c'è una stima reciproca tra regaz, è stato tutto molto naturale.

C'è stato un preciso momento nella tua carriera artistica in cui hai iniziato a prendere consapevolezza del fatto che le tue produzioni fossero pienamente apprezzate in Italia e oltreoceano?

- Ho sempre pensato che i miei beats non dovessero avere niente di meno rispetto a quelli americani, la qualità è internazionale.

Il suono e la musica dell'EP "Pulp Phixion" tiene fede al tuo stile, ma anche a quello di ILL BILL. Potrei chiamarla “coerenza”, in una sola parola. Mi spiego meglio: passano gli anni, Sunday migliora, rimanendo però legato alla sua visione. Sei d'accordo?

- Sia io che BILL, ma anche Gore, abbiamo gusti quasi identici, in più sono sempre stato un fan dei Non Phixion e come produttore sono stato sicuramente influenzato dalla loro musica quindi ne consegue un alto coefficiente di compatibilità.

Da dove inizi quando si tratta di raccogliere le idee per una nuova traccia?

- Generalmente ascoltando mille pezzi fino a quando non trovo un sample che rispecchia il mio stato d'animo in quel momento.

È cambiato qualcosa nel tuo approccio durante la fase di composizione in questi ultimi anni?

- La tecnica, in teoria, migliora sempre con l'esperienza, il tempo e l'impegno, il modo di approcciarsi alla produzione per me è praticamente sempre lo stesso, ho una visione molto chiara di cosa mi piace e cosa non mi piace, da sempre.

Qual è la produzione più assurda e complicata che hai fatto? Quella che ti ha sottratto maggior tempo.

- Onestamente preferisco la semplicità, non mi piacciono le produzioni troppo "smanettate" per me il 90% delle volte sono solo dimostrazioni di pseudoprofessionalità che toglie un po' l'anima al tutto, escluso qualche raro caso tendo sempre all'essenza, in più soffro di una super pigrizia che mi impedisce di elaborare tutto oltremodo o perdere settimane dietro a un beat.

Credi che le droghe aiutino la creatività?

- Le droghe aiutano a raggiungere una soddisfazione in chi ha voglia di assumerle, io credo che ognuno possa stimolare la propria creatività come meglio crede, è personale.

Ci sono dei producers contemporanei che apprezzi particolarmente? Anche italiani.

- Generalmente stimo producers che inseguono un suono da sempre, per poi svilupparlo e farlo proprio, tipo Junior Makhno di Parigi, un esempio evidente a questo proposito qui in Italia per me è di sicuro DJ Shocca.

Ascolti ancora musica metal? Ci sono dei gruppi o dischi che ti hanno particolarmente segnato nel corso della tua lunga carriera?

- Ascolto sempre il metallo, non vado più tanto a ricercare gruppi nuovi e oscuri, mi piacciono i grandi classici.

Progetti in cantiere?

- Fare dei beats che spaccano tutto.

Bene Leo, siamo arrivati alla fine. È stato un piacere per me e lascio a te la conclusione. Grazie.

- Grazie mille a te Christian, concludo salutando e ringraziando tutti i regaz che spingono la roba seria ma anche quelli che mi vogliono male. Con PULP PHIXION vi ho purgato ancora!

Contatti: 
instagram.com/sundaydsacommando
facebook.com/sundaythrillermachine
soundcloud.com/sunday83
tuffkongrecords.com/collections/pulp-phixion








venerdì 2 agosto 2019

CULT OF TERRORISM "Megváltozhatatlanság" - Toten Schwan Records




"MITOCHONDRIA, O SINDROME DI LE TOUR". Con questo brano si apre il disco di Joshua Pettinicchio (a.k.a. CULT OF TERRORISM). Un noir sonoro a tinte scure e forti, arricchito da quell'alone di mistero che tanto contraddistingue le mani creative del compositore nostrano, già membro del gruppo crossover sperimentale Under the Bed. Il concatenarsi di note, suoni e rumori, droni e riverberi, scanditi da un ritmo sempre incalzante, trascina nel profondo di un universo parallelo di dimensioni intrecciate. Si assapora il fascino dell'inatteso nel nuovo "Megváltozhatatlanság" che, vuole tirare in ballo certe atmosfere sommerse e gettare sopra ogni cosa una luce fioca e tremolante nel buio. Un disco notevole, perché pur facendo salti spazio temporali inaspettati e repentini, rimane sulla stessa sponda della linea tracciata con le sue precedenti uscite discografiche. La coerenza si denota nel breve termine. Oltre a ciò, direi anche che "nessuno è più convincente di colui che sa ascoltare". I vari tratti delle sette tracce incluse in "Megváltozhatatlanság" permettono ad ogni fruitore di trovare ugualmente una via di fuga sicura nella complessità. Un'esperienza da provare, ma è un'andata senza ritorno. La Toten Schwan Records ci ha visto giusto.

Contatti: 
totenschwan.bandcamp.com/album/tsr-111-megv-ltozhatatlans-g
facebook.com/cultofterrorism

Songs:
MITOCHONDRIA O SINDROME DI LE TOUR (feat. 52-HEARTS WHALE), 2. υπναγωγικών [UNO STUDIO], QUALCOSA E’ PERDUTO, IL SEQUESTRO EMOZIONALE PRIMA DELL’ULTIMO GESTO, LA FORTEZZA DI SPINE (feat. VALERIO ORLANDINI), NOTTURNO [IL TUO CUORE E’ SACRO] feat. TESTING VAULT, Megváltozhatatlanság (feat. MEANWHILE IN TEXAS)