martedì 27 febbraio 2018

Recensione: AFGRUND "The Dystopian"
2018 - Selfmadegod Records




È innegabile che nell'animo dei grinder AFGRUND vivano istinti omicidi. "The Dystopian", il loro quarto full-length pubblicato dalla Selfmadegod Records, scava nelle ferite sanguinanti dell'ascoltatore per alludere a qualcosa di proibito che sta sotto e dietro di esse. Il sound dei Nostri non cambia rispetto al passato: è grindcore nella sua forma minacciosa, un modus operandi che sovente si insinua sottopelle e impone il proprio volere con l'uso della forza. "The Dystopian" si presenta come l'ennesimo episodio graziato da un riffing ruvido e ispirato che è ormai il marchio di fabbrica della band scandinava. L'album nulla toglie e nulla aggiunge a quanto espresso in precedenza dagli Afgrund: musica senza compromessi! Il lavoro è stato fatto su misura per i tanti appassionati di un certo discorso musicale.

Contatti: 
 afgrundofficial.bandcamp.com/album/the-dystopian-2
facebook.com/afgrund666

TRACKLIST: Limitless Source of Power, Ruttna, Re-Exordium, Callous, Royalty of Crust, Crossfire Agent, (Yet) Another Way to Kill, The Great Rift, Archaic Plague, Smasher of Skulls, Demise Strategy


lunedì 26 febbraio 2018

Recensione: CREEPING FEAR "Onward to Apocalypse"
2017 - Dolorem Records




Un ritorno gradito quello dei francesi CREEPING FEAR, band che ha dato il via alla propria carriera con il demo "Unleashed" (2013), seguito poi da un EP di cinque canzoni intitolato "World Execution" (2014). Entrambe le releases furono del tutto autoprodotte. Se ancora può servire, vorrei far presente che, le loro influenze più marcate arrivano da gruppi storici ben consolidati nel panorama death metal (personalmente citerei: Dying Fetus, Cannibal Corpse, Vader, Devourment, Malevolent Creation, Morbid Angel). "Onward to Apocalypse" è la risposta diretta alle barbarie messe in atto dal succitato "World Execution", infatti il nuovo disco prende la mira per colpire al volto i suoi uditori. Alla fine, pur non producendo nulla di sbalorditivo, lo stile dei Creeping Fear si avvale di potenti proprietà distruttive. Per tutti gli amanti del death metal nelle sue connotazioni più retrò. "Onward to Apocalypse" risale al 2017, ma non potevo non recensire.

Contatti: 
creepingfear.bandcamp.com/album/onward-to-apocalypse
facebook.com/creepingfear

TRACKLIST: Life Denied , Divine Casualties, Swallowed by Death, Trenches of Desolation, Onward to Apocalypse, Spreading Disease, As Vultures Fly, Battlefield Bleeds, Soiled - Tainted and Merciless, Disposable Existence


venerdì 23 febbraio 2018

Intervista: ECTOPLASMA - "PUTRIDI, VISCERALI, DETERMINATI"






I GRECI ECTOPLASMA SI DIMOSTRANO UNA BAND AFFIATATA, CONSAPEVOLE DELLE PROPRIE QUALITA' E DEI PROPRI MEZZI, E QUESTO LO AVEVO GIA' ESPRESSO IN SEDE DI RECENSIONE. IL LORO SECONDO FULL-LENGTH "CAVERN OF FOUL UNBEINGS" NON FA CHE CONFERMARLO.

1. Cosa si nasconde dietro il titolo e l'artwork del nuovo album "Cavern of Foul Unbeings"?

- Il titolo "Cavern Of Foul Unbeings" è stato scelto con attenzione, proprio perché doveva dare l'idea dell'atmosfera oscura e inquietante racchiusa nel nostro nuovo album. Mentre leggi il titolo ti chiedi: a cosa ci troviamo di fronte? Death metal orrorifico, fantasmi, incidenti soprannaturali e paranormali? Ebbene sì, tutto questo è stato catturato dalle nostre songs. Naturalmente c'è anche un senso allegorico nascosto. L'umanità, quasi sempre, sceglie di vedere le cose da una prospettiva positiva, che racchiude la felicità, il divertimento, l'amore, bla bla bla. Ma là fuori esistono anche cose negative come la miseria, le bugie, il tradimento, gli omicidi e altro ancora. Molti si rifiutano di vedere la parte brutta della realtà, le cose spiacevoli, e preferiscono tenerle nascoste in una caverna. Quindi, il titolo incatena tutte quelle cose negative e disgustose che si annidano in quella caverna sotterranea, al di là di ciò che gli occhi umani possono vedere.

2. "Cavern of Foul Unbeings" suona più intenso rispetto al precedente "Spitting Coffins", quindi ti chiedo di approfondirlo adeguatamente.

- Non sono pienamente d'accordo sul fattore di intensità. Le vecchie canzoni degli Ectoplasma mettono in luce le nostre radici, ma è anche giusto che le nuove songs vadano oltre, senza snaturare l'essenza del death metal che noi amiamo. Ai tempi di "Spitting Coffins" eravamo un duo, quindi, quello che hai ascoltato nell'album è la visione di due uomini influenzati dal death metal puro e crudo. E poi si sa, più si suona, più gli obiettivi vengono raggiunti. I musicisti coinvolti negli Ectoplasma suonano in altre band (Vultur, Humanity Zero, Slaughtered Priest, Violent Definition, Embrace of Thorns...), perciò è naturale che le nostre influenze ed esperienze personali si allarghino notevolmente di giorno in giorno. Aver coinvolto altri due musicisti ci ha permesso di raggiungere un nuovo livello di espressione musicale, migliorando il songwriting. E' migliorata sia la registrazione che la produzione, e dal momento che siamo entrati a far parte del roster dell'etichetta Memento Mori, volevamo ottenere il meglio. L'aggressività è rimasta la stessa, questa volta messa in pratica da quattro persone e non da due.

3. È stato difficile comporre e registrare un album come questo? Avete fatto delle scelte precise per ottenere dei buoni risultati nella produzione?

- Non so se termini come "facile" o "difficile" siano adatti quando si parla della composizione di brani death metal. Non siamo un'orchestra sinfonica che ha bisogno di tanto lavoro per raggiungere dei buoni risultati. Siamo solo quattro persone che suonano quattro strumenti differenti, e amiamo quello che facciamo da anni. Ecco perché il termine "difficile" potrebbe risultare poco adatto. L'unica cosa "difficile" a cui posso pensare è trovare il denaro per registrare/stampare un disco, ma non abbiamo avuto grossi problemi al riguardo. Sicuramente ci abbiamo messo più impegno per completare questo ultimo lavoro. Questa volta, Haris dei War Possession e degli Embrace of Thorns si è occupato del mixaggio, la batteria e la voce sono state registrate nel suo studio personale, mentre le registrazioni delle chitarre e del basso sono state realizzate in casa, il che ci ha permesso di risparmiare economicamente e di lavorare con più calma. Il nostro processo di registrazione/mixaggio è rimasto standard, utilizziamo amplificatori, microfoni adatti al genere, alcuni di noi hanno sperimentato con altri ampli o effetti, ma niente di diverso o strano dalla norma. E' stata molto importante la sinergia tra noi ed Haris. Sia lui che noi sapevamo cosa ottenere. Haris conosce bene il death metal e sa come raggiungere dei risultati soddisfacenti.

4. In ogni caso, continuiamo ad andare fino in fondo. Gli Ectoplasma hanno sempre schiacciato al massimo il pedale del death metal, e "Cavern of Foul Unbeings", il nuovo album, mostra che questa vostra tendenza non è affatto cambiata. Dopo quattro anni di attività nell'underground, cosa vi ispira maggiormente?

- Le radici di ogni male e il death metal stesso. Ci piace questo. Siamo fedeli al verbo del death metal. Non vogliamo ascoltare chi ci dice come dovremmo respirare o muoverci per ottenere il meglio, vogliamo vivere liberi ed essere in grado di evolverci secondo la nostra volontà, come hanno fatto molte generazioni prima di noi. La vita è una questione di decisioni, una moneta a due facce (o anche più, a volte), la vita può essere crudele per natura, e ti ricompensa sempre per ciò che fai. Se ti trovi nella merda, devi cercare di uscirne in qualsiasi modo e solo con le tue forze, senza danneggiare altre persone. Il death metal è la forma perfetta per esprimere "la propria ferrea volontà" per ottenere quello che desideri veramente. Il death metal non ha confini, come la maggior parte dell'Arte in generale, e dovrebbe rimanere tale. Il death metal per noi è vita, senza esagerazione.

5. Ho visto il vostro videoclip per la song "Primeval Haunting". E' stato divertente lavorare con il regista?

- È stata un'esperienza, proprio perché fare un videoclip come questo non è una cosa che fai ogni giorno. Ci siamo divertiti molto, consapevoli del fatto che stavamo realizzando qualcosa di importante che sarebbe servito per la promozione del nostro nuovo album. Questo ci ha aiutato molto. Il regista del video sapeva cosa doveva fare vista la sua esperienza, ed è riuscito ad ottenere un video killer. Sì è stata un'esperienza davvero divertente.

6. Allora, cosa avete pianificato per il resto dell'anno?

- A parte alcune momentanee difficoltà tecniche, dato che uno dei nostri chitarristi lavora nell'esercito, è arrivata qualche proposta per suonare in giro per la Grecia, e forse suoneremo in Turchia con i nostri fratelli Hatevomit, una band death metal con cui realizzammo uno split nel 2016. Vogliamo registrare un EP alla fine del 2018 e un'altro full-length nel 2019. Il desiderio di vomitare death metal sul mondo non verrà mai meno.


CONTATTI:

facebook.com/Ectoplasma
ectoplasma187.bandcamp.com

ECTOPLASMA line-up:

George Wolf - Basso, Chitarra
Giannis Grim - Voce, Batteria

RECENSIONE: 
ECTOPLASMA "Cavern of Foul Unbeings" 2018 - Memento Mori


giovedì 22 febbraio 2018

Intervista: BROKEN HOPE - "IL CULTO DEL DEATH METAL"






NONOSTANTE SIA DIFFICILE BISSARE IL SUCCESSO DEI LORO ALBUM USCITI NEI PRIMI ANNI NOVANTA, GLI STORICI DEATHSTER BROKEN HOPE HANNO RICONFERMATO TUTTO IL LORO VALORE CON IL SETTIMO SIGILLO "MUTILATED AND ASSIMILATED". IL CHITARRISTA FONDATORE JEREMY WAGNER RIASSUME IN BREVE LA STORIA DELLA SUA CREATURA. PER CHI DI VOI NON LO SAPESSE, QUEST'ANNO I BROKEN HOPE CELEBRANO IL TRENTENNALE COME BAND.

1. Quest'anno i Broken Hope celebrano trent'anni di attività dedicata al death metal. Quali sono le tue personali impressioni sul passato e presente della band?

- Trent'anni fa, quando iniziammo, le cose erano molto eccitanti. C'erano un sacco di band death metal e grindcore, diventate poi delle leggende: Death, Morbid Angel, Napalm Death, e così via. C'era un'enorme ondata di death metal in quel periodo, ondata che ha raggiunto il picco nei primi anni '90. Ora, c'è nuovamente lo stesso grande fermento, e sono felice di questo. Molti fan e giornalisti si sono resi conto che il 2017 è stato l'anno del death metal. Tante band leggendarie, old school e new school, hanno pubblicato nuovi album. Per quanto ci riguarda, direi che la nostra intenzione è sempre la stessa: mantenere intatta l'integrità dei Broken Hope. Per me questa band è come un figlio. Ho iniziato la mia carriera con Joe Ptacek e Ryan Stanek, ho scelto io il nome del gruppo e da 30 anni mi occupo di tutti i testi e della composizione di tutti i brani. Quindi, il suono e la mia visione rimangono tali, così come non cambia il desiderio di suonare death metal senza compromessi. Con il nostro ultimo disco in studio "Mutilated and Assimilated", abbiamo mantenuto questa linea. L'album è Broken Hope al cento per cento.

2. I Broken Hope hanno pubblicato sette album. Con così tante canzoni alle spalle, molte delle quali davvero fantastiche, è difficile mettere insieme una scaletta per i vostri concerti?

- Ottima domanda! SÌ! Haha. A volte è difficile scegliere quali canzoni suonale dal vivo, in quanto c'è così tanto da poter scegliere. La regola generale è una sola: cerchiamo di prendere del materiale da ogni album, scegliamo canzoni che non siano troppo lente... insomma, manteniamo la nostra setlist interessante ed emozionante.

3. Il vostro album di debutto "Swamped in Gore" venne pubblicato 26 anni fa. Guardando indietro nel tempo, quali sono le tue considerazioni su quel lavoro?

- Riuscimmo a vendere molte copie della versione originale di "Swamped In Gore", prima che la Metal Blade lo pubblicasse, e questo grazie alla nostra costante attività nell'underground. Quando firmammo il contratto con l'etichetta, il desiderio fu quello di farlo ristampare con una nuovo e migliore artwork. Odiavamo la copertina originale! Haha! Dall'uscita di "Swamped In Gore" sono trascorsi 26 anni, ovvero una buona parte di una vita umana. Ho bei ricordi dei vecchi tempi, ma sono altrettanto felice con la nuova formazione e di come stanno andando le cose. Il fatto di essere maturato come persona mi ha aiutato anche a sentirmi meglio nei Broken Hope. Oggi è davvero divertente suonare le vecchie canzoni. Quelle songs uccidono, e per me è importante mantenere viva la nostra musica più datata.

4. State lavorando ad un nuovo album? Se sì, a che punto è il processo compositivo?

- Ho scritto parte di una nuova canzone, ma non ho ancora intenzione di registrarla.

5. Quali sono i piani per il futuro dei Broken Hope? Farete molti concerti per celebrare il trentennale della band?

- Stiamo facendo diverse date, inoltre suoneremo in dei festival per celebrare il trentennale della band. Dopo l'estate 2018, quando finiremo di suonare in alcuni festival e non avremo altri programmi in calendario, smetteremo di suonare dal vivo per un lungo periodo. Voglio concentrarmi sulla scrittura di altri romanzi (attività che faccio già a tempo pieno), e dedicare il mio tempo a scrivere musica e altri testi per la band. Non c'è fretta per comporre un nuovo album dei Broken Hope. Sono stato molto impegnato nel gruppo fin da quando ci siamo rimessi in azione nel 2011, ecco perché ho bisogno di una pausa.

6. Dopo trent'anni di attività, è difficile smettere di suonare death metal?

- Nonostante abbia bisogno di una pausa, è difficile smettere. Ho una grande passione, un forte amore per il death metal, ma anche per la mia chitarra. È nelle mie vene. Nel mio cuore. Non c'è niente di più forte dell'amore per il death metal e il grindcore. Cazzo, vivo e respiro il death metal. Questo non cambierà mai. Mi reputo un militante del death metal perché sono semplicemente innamorato di un genere che mi dà grandi soddisfazioni a livello sonoro e personale. Non c'è fan più fedele di quello del death metal. È la fratellanza tra le band e tra i seguaci del genere che lo fa vivere e respirare. Spesso vedi le stesse facce nei festival e nei concerti in giro per il mondo. Questo genere è importante per certe persone, è una parte fondamentale della loro vita, anch'io lo amo e non lo ritengo scontato. Sarò un appassionato di death metal, per sempre. Rinunciare a tutto sarebbe impossibile. Non posso rinunciare alla musica che amo scrivere e suonare.

7. Qualcos'altro che vorresti aggiungere?

- Grazie a tutti i fan che ci ascoltano/supportano da trent'anni, e anche a tutti i nuovi fan e amici. Noi esistiamo per voi, al di là di tutto. Cheers!


CONTATTI: 

brokenhope.com
facebook.com/brokenhopeofficial

BROKEN HOPE line-up:

Damian Leski - Voce
Jeremy Wagner - Chitarra
Mike Miczek - Batteria
Matt Szlachta - Chitarra
Diego Soria - Basso






martedì 20 febbraio 2018

Recensione: ANIALATOR "Rise to Supremacy"
2018 - Xtreem Music




Sono passati ben trent'anni dall'EP omonimo dei texani ANIALATOR, ma lo spirito è rimasto intatto e dopo tutto questo tempo il quartetto è pronto a far nuovamente detonare un rovente thrash metal che, molto deve alle infami sonorità dei vari Dark Angel, Slayer, Sodom. Il nuovo EP "Rise to Supremacy", nelle sue cinque composizioni, conferma come la band sappia riversare su disco fisico quell'intensità rabbiosa già ascoltata sui primi lavori pubblicati nella seconda metà degli '80. Non c'è modo di scappare di fronte a questa valanga di riff tesi e ritmiche sfiancanti, necessarie per supportare la furia omicida del singer Angel Gonzalez. E' la Xtreem Music di Dave Rotten (Avulsed, Holycide, Putrevore, FamishGod, ex-Repulse Records...) a mettere nuovamente in scena gli Anialator. Saranno pure derivativi, ma "Rise to Supremacy" merita l'ascolto.

Contatti:
xtreemmusic.bandcamp.com/rise-to-supremacy
facebook.com/Anialatortx

TRACKLIST: Embrace the Chaos, All Systems Down, Rise Again, Thick Skinned, Black


lunedì 19 febbraio 2018

Recensione: SIX BREW BANTHA "Blight"
2018 - To Live A Lie Records




In "Blight" i canadesi SIX BREW BANTHA sciorinano un grindcore più che mai arrogante, tirato e privo di fronzoli, nel quale è anche possibile ascoltare dei brevi passaggi ritmici meno caotici. Nonostante la loro prevedibile sfrontatezza, i contenuti abrasivi del nuovo disco in studio non perdono di intensità, anzi, sembra quasi che il trio d'oltreoceano migliori col passare degli anni in uno spazio limitato. L'intero "Blight" si dichiara "esplicitamente" fedele ad una precisa scuola di pensiero. I Six Brew Bantha mettono ulteriormente le cose in chiaro. Di sicuro non imprescindibili, ma concreti, senza pretese e onesti fino al midollo.

Contatti: 
sixbrewbantha.bandcamp.com/blight
facebook.com/SIXBREWBANTHA

TRACKLIST: Blight, Wholesale Genocide, False Portrayal, They Talk, We Die, Submit, Complicity


domenica 18 febbraio 2018

Recensione: GRUESOME STUFF RELISH "Cannibalized!"
2018 - Bizarre Leprous Production




Con "Cannibalized!", la materia goregrind precipita ancora una volta nel buco nero del terrore per conseguire un'atmosfera malsana e pregna di putridi vapori cimiteriali. Il quarto full-length della band spagnola, pur essendo assolutamente coerente con quanto espresso poc'anzi, non splende in fatto di intuizioni compositive; voglio dire, l'impatto delle canzoni è micidiale, ma a mio personale avviso manca quel qualcosa in più in grado di renderle davvero imperdibili. E' buono il lavoro svolto dalla sezione ritmica che, pur non facendo salti mortali, non fa mai mancare il proprio decisivo apporto. "Cannibalized!" segna un punto a favore della coerenza di questa realtà alimentata da attuali membri ed ex-componenti di Repugnance, Altar of Giallo, From the Crypt, Boneyard, Dossier Negro, Broken Gravestones, Dead Hand Caress. Dopo diciassette anni di attività, i GRUESOME STUFF RELISH sono diventati una sanguinosa macchina di morte. Godetevi i venti minuti di tortura. Ne vale la pena.

Contatti: 
bizarreleprousproduction.bandcamp.com/cannibalized
facebook.com/gruesomestuffrelish

TRACKLIST: Human Feast, Sadistic Ceremony, Skewered By Hooks, Speared To Death, Primitif, Doomed To Die In The Jungle, Cannibalized Bodies, Antopologists vs Antropophagus, Tender Flesh For The Tribe, Another Sacrifice For The Cannibal God, Eaten Alive


sabato 17 febbraio 2018

Recensione: TUMOURBOY "Condemned to Extinction"
2018 - Area Death Productions




Con una copertina del genere la band cinese TUMOURBOY non poteva che suonare thrash metal, ed è proprio qui che entra in gioco la "lezione" impartita dai colossi del genere; coloro che, in tempi ormai andati, hanno gettato le basi per i giovani thrasher oggi in azione nella scena underground. Dal punto di vista sonoro, "Condemned to Extinction" risente tanto del thrash Bay Area della seconda metà degli anni ottanta, senza respingere le influenze trasversali provenienti dai dischi della scuola teutonica di inizi novanta. Tanti frammenti di un'epoca che riemerge prepotentemente grazie alla vorticosa aggressività dei Tumourboy. La solita frase finale non può essere modificata: nulla di nuovo, ma fatto come si deve. Alla fine i fan di queste sonorità saranno contenti così.

Contatti:
tumourboy.bandcamp.com/condemned-to-extinction 
facebook.com/TUMOURBOY 


TRACKLIST: Armageddon, Cycle of Human Violence, Fatal Extermination, Executed, Infected Thoughts, Acid Rain, After Earthquake, Command to Kill, Kiss My Ass, Reign by Tyranny, Run for Your Life, Push it to the limit (Paul Engemann Cover)


giovedì 15 febbraio 2018

Recensione: AUREOLE OF ASH "Morbid Reality"
Halo of Flies | IFB Rec. | Sunsetter Rec. | Shove | Colossus Tapes | Reactwithprotest
2018




Ritorno al passato per gli AUREOLE OF ASH, che con l'album in questione manifestano il loro attaccamento al grindcore delle origini, quello meno raffinato, ma più molesto e sguainato. Il trio tedesco, con alla voce una donna, segue le orme lasciate dagli iniziatori di questo stile musicale per trovare il proprio assestamento su diversi livelli, anche se un tale approccio alla scrittura impedisce di poter sperimentare qualcosa di diverso, e quindi, proporre nuove idee alternative. D'altronde lo scopo principale di generi come il grind o il powerviolence è quello di non concedere alcun respiro a chi ascolta. L'unico brano a mettere in pausa la velocità vertiginosa dell'album è "Control". Una cosa è certa però, "Morbid Reality" è una pugnalata al costato, pur non essendo diverso da altri simili dischi recentemente messi in commercio. Quello che conta al di là delle etichette è divertirsi quando si suona, e da quello che mi sembra di intuire, la breve storia degli Aureole of Ash (iniziata nel 2016) è stata segnata dalla passione, dedizione e dall'impegno per far andare bene le cose. Siamo sulla buona strada per fare sempre meglio.

Contatti:
aureoleofash.bandcamp.com/morbid-reality
facebook.com/aureoleofash

TRACKLIST: We Pollute You, Fuel My Disgust, No Pets No Master, Dead Inside, Control, Invasive Manifestation, Ugly Aesthetic, Mindless*, Praising Extinction, Braindrill, Liars In Line, Morbid Reality


martedì 13 febbraio 2018

Recensione: HUMANITY'S END "Between Life and Death"
2018 - Autoproduzione




Se siete tra quelli che, amano il death metal incontaminato, ma senza aspettarsi nulla di particolarmente elaborato, potete tranquillamente affidarvi ai debuttanti HUMANITY'S END. Il loro biglietto da visita è un EP dall'impeto veemente, in cui le sfaccettature "retro style" trovano il giusto equilibrio per raggiungere il maggior impatto su chi vuole vivere tale esperienza sonora. Se paragonata agli attuali standard del settore, la proposta catramosa dei due musicisti di Detroit si rivela un'arma da fuoco che colpisce a bruciapelo. Generalmente non sono un sostenitore degli EP, tuttavia le tracce composte dagli Humanity's End meritano più di un ascolto. Carnage, Entombed, Grave, Black Breath, solo alcuni dei loro punti di riferimento. Il primo passo è fatto.

Contatti: 
humanitysend.bandcamp.com/releases
facebook.com/humanitys.end

TRACKLIST: Between Life and Death, Death's Door, Waves of Depression, Blackened Wings of Destiny, Man of the Cloth


lunedì 12 febbraio 2018

Recensione: REVOLTING "Monolith of Madness"
2018 - F.D.A. Records




Dopo aver consolidato una carriera che dura ormai da dieci anni, agli svedesi REVOLTING non resta che cercare la medesima vastità di suoni possenti nel death metal di stampo tradizionalista, per misurare la forza del loro songwriting avvalendosi di uno stile ormai comune ai seguaci del genere; senza stupire più per l'oggetto della ricerca compositiva in sé, bensì per come elementi ordinari diventino eccezionalmente funzionali, una volta ascoltati con un orecchio critico e attento. Il terreno del death metal svedese è per i Revolting quello che il campo di battaglia era per i soldati dell'atichità, uno spazio aperto su cui scatenare la propria rabbia contro il nemico. Un blend estremo dominato dalla voce corrosiva del cantante fondatore Revolting Rogga (Paganizer, Dead Sun, Minotaur Head, Necrogod, Humanity Delete, Lobotomy Dept, Megascavenger, Putrevore, Severed Limbs...). "Monolith of Madness" è la manifestazione della cattiveria pura che rammenta la natura selvaggia di un determinato trademark senza, e qui sta il bello, snaturarne l'essenza. Per molti di voi suonerà scontato, ma ogni opinione è pur sempre soggettiva. Coerenti, autentici, implacabili. Io sto dalla loro parte!

Contatti: 
fda-records.bandcamp.com/monolith-of-madness 
facebook.com/Revolting 

TRACKLIST: Blood Blood Blood, Procession to the Monolith, Ode to Hastur, Cadaver Patrol, Night of the Tentacles, March of the Revolter, The Faceless Deformity, Broomstick Legions, A Wedding for the Dead, From Out the Deep


sabato 10 febbraio 2018

Recensione: DESALMADO "Save Us from Ourselves"
2018 - Black Hole Productions




Vengono da São Paulo i DESALMADO. Il gruppo brasiliano ha alle spalle una storia che dura ormai da tredici anni, nonostante abbiano inciso solo due album e qualche altro lavoro di minore durata. "Save Us from Ourselves" è il full-length che potrebbe farli entrare di diritto nel cuore dei fan del grindcore/death metal, la prova del nove per confermare i progressi fatti nel corso del tempo. Un disco che rende in pieno tutta la portata deflagrante della compagine carioca, capace di coniugare in maniera vincente la velocità furibonda del grind con il groove rabbioso dell'HC, senza trascurare la pesantezza schiacciante tipica del death metal. Non mancano le influenze marcatamente thrash, evidenti in alcuni riff suonati da Estevam Romera. Niente male.

Contatti:
 desalmado.bandcamp.com/save-us-from-ourselves
facebook.com/desalmado.band

TRACKLIST: Privilege Walls, It's Not Your Business, Save Us from Ourselves, Black Blood, Blessed by Money, Bridges to a New Dawn, Corrosion, Binary Collapse, Exist and Resist


venerdì 9 febbraio 2018

Recensione: INFRACTION "Posthumous Release"
2018 - Autoproduzione




Sicuramente uno dei gruppi più interessanti e promettenti tra le nuove leve grindcore/death metal svedesi. Sin dal primo brano "An Industrious Breed", aperto da una breve e lenta parte strumentale, si nota l'estrema compattezza dei musicisti di Gävle, artefici di un sound precipitoso che rivela forti affinità con i connazionali Gadget, ma anche con le oscure atmosfere create dai neozelandesi Ulcerate (la lenta e straziante "Dåm"). Le sette canzoni incluse nel terzo EP autoprodotto sono sufficienti per comprendere quanta energia i Nostri hanno saputo sprigionare durante le sessioni di registrazione. Ventidue minuti, tanto basta per mettere a ferro e fuoco il nostro apparato uditivo. La loro insana performance è una risposta soddisfacente dopo cinque anni di attività. "Posthumous Release" è ascoltabile su bandcamp.

Contatti: 
infraction026.bandcamp.com/posthumous-release
facebook.com/infraction026

TRACKLIST: �����, An Industrious Breed, Coaxed, Unto Nothing, Filter, Samtidsenlig Mentalitet, And Repeat, Dåm


mercoledì 7 febbraio 2018

Recensione: RAPTURE "Paroxysm of Hatred"
2018 - Memento Mori




In un mercato discografico che giornalmente vomita giovani talenti, è positivo constatare l'entusiasmo dei RAPTURE, una formazione attiva dal 2012 e che, dopo aver già dato alle stampe tre EPs, uno split album con i brasiliani Toxic Carnage e un primo album datato 2015 (intitolato "Crimes Against Humanity"), non ha alcuna intenzione di togliere il piede da quel maledetto acceleratore. Anzi, a giudicare da "Paroxysm of Hatred", l'onda d'urto generata dai quattro greci sembra addirittura ingigantirsi, e con essa anche il suo impetuoso impatto frontale. Ogni singola nota, ogni singolo passaggio riporta in mente gli anni '80, il periodo d'oro del thrash metal. Un disco che rade al suolo qualsiasi cosa gli si ponga davanti, poichè alla base di tutto c'è un'insaziabile sincerità d'intenti. Avanti così Rapture!

Contatti:
rapturegreece.bandcamp.com/album/paroxysm-of-hatred 
facebook.com/ThrashRapture

TRACKLIST: Thriving on Atrocity, Vanishing Innocence, Redemption Through Isolation, Paroxysm of Hatred: Procreation, Misanthropic Outburst, Taken by Apathy, Quintessence of Lunacy, Paroxysm of Hatred: Revelation


lunedì 5 febbraio 2018

Recensione: ECTOPLASMA "Cavern of Foul Unbeings"
2018 - Memento Mori




Dopo aver sparso i semi della distruzione con il precedente debut album "Spitting Coffins" (2016), i greci ECTOPLASMA danno prova di capacità e abilità con "Cavern of Foul Unbeings", stampato dalla spagnola Memento Mori. Un death metal genuino e vecchio stile che risente dell'influenza dei Monstrosity degli esordi. Le trame malevole del nuovo lavoro sono in grado di fermare le lancette del tempo e perciò annichilire chiunque si presti all'ascolto. A livello sonoro l'andamento rimane sostanzialmente invariato, anche se "Cavern of Foul Unbeings" è più rabbioso rispetto al disco che lo ha preceduto. In fin dei conti, questo è quello che ogni fan del death metal vorrebbe sentire. Di formazioni come gli Ectoplasma ne troveremo tante, ma intanto è doveroso apprezzare la loro efferatezza.

Contatti: 
facebook.com/Ectoplasma
ectoplasma187.bandcamp.com

TRACKLIST: Amorphous Atrocity (Intro), Entranced in Blood, Mortified and Despised, Seized in Cimmerian Darkness, Cavern of Foul Unbeings, Primeval Haunting, Reanimated in Trioxin, The Unspeakable One, GhoulSpawn, Disembodied Voice, The Immortals (Unleashed cover)


venerdì 2 febbraio 2018

Recensione: WOMBRIPPER "From the Depths of Flesh"
2018 - Grotesque Sounds Productions




I WOMBRIPPER sono arrivati al debutto. "From the Depths of Flesh" si muove violentemente nella tradizione del death metal più sincero. Una coerenza che, come evidenziano le nove tracce di questo full-length, non significa incapacità di andare oltre le solite soluzioni di genere, anzi; la compagine russa sa organizzare e concretizzare un sound massiccio che con la sua ampiezza può competere con le migliori releases attualmente in circolazione. Sto parlando della passione, quella passione che non si può improvvisare o fingere di avere, la stessa che nei gloriosi anni novanta ha formato il "mito" del death metal. I Wombripper sono progrediti nel songwriting, nelle scelte di produzione, migliorati come musicisti, ma hanno seguito lo stesso percorso intrapreso nel 2012. Nessuna pretesa di originalità, solo bastonate inflitte ai propri strumenti ed una cieca sete di sangue. Meritano il vostro sostegno.

Contatti: 
wombripper.bandcamp.com/from-the-depths-of-flesh
facebook.com/wombripperband52

TRACKLIST: Still Unborn, Immolation Rites, Torn by the Nails, Frantic Exhumation, Restless, The Suicidal Recreation, Locked in the Iced Coffin, Godless Slaughter (In the Name of Doom), Prenatal Death