sabato 25 novembre 2017

Recensione: GODCHILLA "Hypnopolis"
2017 - Autoprodotto




Dopo tre anni di assenza ritornano gli islandesi GODCHILLA. L'approccio è sempre vigoroso, rasposo, ma allo stesso tempo stralunato, convulso; un suono inebriante che lotta incessantemente per allontanarsi dalle solite frustate inflitte dalla maggior parte dei musicisti doom/sludge metal. In "Hypnopolis" i riff ribassati invadono la testa ed esplodono velocemente come dinamite, anche se, a dare maggiore pienezza al loro songwriting è il sorgere degli strati più astratti. Non bisogna mettere in secondo piano l'utilizzo della voce, motivata a voler raggiungere il limite per concretizzare qualcosa di sorprendente. Se a ciò aggiungiamo che la band bada più alla qualità e meno alla quantità, ne viene fuori un disco dall'andamento crescente, inevitabilmente contagiato da una febbrile energia ipnotica. Prestate orecchio alla musica composta da questi tre giovani talenti giunti al secondo lavoro in studio. Da non perdere.

Contatti: 
godchilladoom.bandcamp.com/hypnopolis
facebook.com/Godchillah

TRACKLIST: Hypnopolis Never-Ending, Bum A Smoke/Trash A Car, Dracoola, Hannigan's Mannequin, VirtualComa, Sparkling Void, 1064°, Holographic Capsules, Dreams of Osaka