lunedì 30 ottobre 2017

Recensione: THROANE "Plus Une Main À Mordre"
2017 - Debemur Morti Productions




L'Artista francese Dehn Sora nutre la propria creatività in un luogo senza volto, uno spazio siderale in cui lo spirito (il suo spirito) aleggia minaccioso per diventare materia vibrante. La stessa materia che ha ampliato la sua maestosa essenza, tessendo la trama di "Plus Une Main À Mordre". Una densa pienezza provvista di mille occhi. Così ogni colore viene negato, ogni movimento porta in sé il torbido respiro di ciò che non è mai nato, e che è visibile come un paesaggio sconfinato attraverso una densa nube di vapori sulfurei. C'è tanta potenza e tanta violenza in questa frenesia dell'assoluto che si abbatte su di noi e ci divora. Ogni dettaglio, qui, ha certamente una fonte e una ragione distinta. La musica emerge dallo scontro di sollecitazioni interne/inconsce, senza perciò conoscerne preventivamente la condotta. THROANE contrasta molti degli stereotipi di genere per ricordarci il continuo mutare delle emozioni nell'area che lo circonda. Sarà veramente difficile da emulare in ambito post-hardcore, post-black metal. Un autentico capolavoro.

Contatti:
throane.bandcamp.com/plus-une-main-a-mordre
facebook.com/throane

TRACKLIST: Aux Tirs Et Aux Traits, Et Ceux En Lesquels Ils Croyaient..., À Trop Réclamer Les Vers, Et Tout Finira Par Chuter, Mille Autres, Plus Une Main À Mordre




venerdì 27 ottobre 2017

Recensione: NIBIRU (Italy) "Qaal Babalon"
2017 - Argonauta Records




"Qaal Babalon" è l'album che nel modo più estremo consente di riconoscere come per i nostrani NIBIRU la musica sia diventata l'elemento di raccordo tra il mondo reale dell'esistenza e quello soggettivo, un ricco sistema di sentieri e percorsi che permettono di addentrarsi nel profondo della disperazione, degli incubi più reconditi. I testi sono stati scritti sia in enochiano che in italiano. Questa band riesce a far diventare pura ossessione la dimensione soggettiva citata poc'anzi; di riconoscere, insomma, se stessi come soggetto principale dell'opera. Le note, i suoni, i lamenti parossistici del singer Ardath, nella penetrante espressione del dolore, riverberano ad un'estensione infinita la contemplazione dell'oscurità. L'inarrestabile decadenza è ora una vaporizzazione: lo strazio evocato dai Nibiru, non ha perso la sua traumatica evidenza. Nessun altro metro di giudizio, nessuna chiave di lettura che non sia quella di una lotta che sconvolge la miserabile vulnerabilità materiale e psichica dell'umano. Un'esperienza sensoriale per pochi e non per tutti.

N.B. Oggi i Nibiru sono tornati alla formazione a tre elementi.

Contatti: 
 nibiru667.bandcamp.com/qaal-babalon
facebook.com/nibiruritual 

TRACKLIST: Oroch, Faboan, Bahal Gah, Oxex


giovedì 26 ottobre 2017

Intervista: IMPLORE - "NO COMPROMISE"






"SUBJUGATE" SEGNA IL RITORNO DI UNO DEI GRUPPI PIU' VIOLENTI E SEGUITI NEGLI ULTIMI ANNI, IN UN AMBITO ESTREMO CHE HA GIA' VISTO NON POCHI CAMBIAMENTI. FIN DAI PRIMI PASSI, I TEDESCHI IMPLORE TROVANO UNA VALIDA VIA D'USCITA ALLA TRAPPOLA DELLA CLONAZIONE, INTRODUCENDO NEL PROPRIO SOUND IDEE ED ELEMENTI POTENZIALMENTE INTERESSANTI. LE PAROLE DEL CANTANTE/BASSISTA GABRIEL DUBKO NON FANNO CHE CONFERMARE LA LORO "FAME" DI CRESCITA. ECCO IL RESOCONTO DELLA NOSTRA CONVERSAZIONE.

1. Ciao Gabriel, ben ritrovato su Son of Flies webzine! Allora, questo è il vostro secondo full-length dopo la pubblicazione di "Depopulation", quindi mi chiedevo se magari ti andrebbe di parlare un po' del processo creativo che ha dato forma a "Subjugate".

- Ciao Christian! Beh, posso dirti che il nuovo album lo abbiamo scritto tutti insieme suonando in sala prove, a differenza di "Depopulation" che era stato composto sul computer partendo da diversi nostri demo. Questa volta abbiamo agito come una vera band, con tutti i pro e i contro del caso, e il risultato finale è andato oltre ogni nostra aspettativa. Siamo riusciti a non ripetere noi stessi e a dare un carattere speciale a ogni singola canzone. Oggi non riuscirei a scrivere due brani simili tra loro.

2. Puoi dirci qualcosa in merito ai testi del nuovo disco?

- I testi si basano principalmente sulla relazione tra umanità ed ecosistema, ma volevo anche raccontare di come si sia passati da un'antica società di cacciatori-accumulatori ad una moderna società tecnologica, quella del XXI secolo. Ho cercato di avvicinarmi alle radici del male per capire perché oggi disprezzo questo sistema sociale.

3. "Subjugate" è stato pubblicato nel settembre di quest'anno. Sei soddisfatto delle reazioni che ha ottenuto finora?

- Sì, finora le reazioni sono state buone, forse perché non abbiamo cambiato le regole del gioco pur essendo diventati dei musicisti più maturi. Vogliamo crescere ancora in modo da dare il massimo sulle prossime releases! "Subjugate" è un disco possente che può piacere a un sacco di gente diversa. Siamo molto felici che la stampa abbia pubblicato delle buone recensioni. Inoltre, sia i nuovi fan che quelli più tradizionalisti sembrano essere soddisfatti di ciò che stiamo facendo.

4. Dopo anni di gavetta siete riusciti a firmare un contratto con la rinomata Century Media Records. Qual è la tua opinione al riguardo?

- Abbiamo ricevuto un'offerta interessante e successivamente la Century Media è riuscita a trovare un accordo con la nostra ex-etichetta in modo da "lasciarci andare" sulla loro sponda. È un piacere e un grande onore lavorare con una prestigiosa etichetta che ha già pubblicato tanti album di artisti che apprezziamo. A parte ciò, non ci sentiamo dei musicisti di prima classe, questo non ci interessa. Siamo felici di lavorare con persone che vogliono aiutarci e consentirci di utilizzare gli strumenti necessari per allungare la nostra carriera.

5. Gli Implore sono una gruppo affiatato che ama stare costantemente in tour, e questo è molto importante nel mondo della musica estrema. Cosa dovrebbero aspettarsi i fan dai vostri prossimi concerti?

- Per essere onesti, vorremmo suonare molto di più. Credo che se fossimo stati una band americana avremmo fatto tante altre cose positive. Ottenere un visto in America comporta una spesa enorme, chiederne più di uno significa spendere tanti soldi. Tra pochi giorni inizierà il nostro prossimo tour in compagnia degli svedesi Gadget, subito dopo voleremo in Giappone per sei concerti, per poi raggiungere diversi paesi dell'Asia sudorientale. Per quanto riguarda il 2018, è previsto un tour per gennaio in compagnia di un gruppo italiano ben noto; oltre a ciò, stiamo aspettando alcune conferme per la primavera, ma non possiamo rivelare nulla anche perché non ci sono molte informazioni al riguardo. Per il prossimo anno punteremo alla qualità anziché alla quantità. Non vogliamo fare quattro spettacoli nella stessa città nel giro di cinque mesi, questo perché non vogliamo bruciarci come band. Aspetteremo le offerte giuste per suonare quando è necessario.

6. Grazie per l'intervista. Vi auguro il meglio.

- Grazie mille anche a te per averci dato nuovamente spazio e visibilità sulla tua webzine. Cheers! Gabriel.

CONTATTI: 
implore.bandcamp.com/subjugate
facebook.com/imploreband


IMPLORE line-up:

Gabriel - Basso, Voce
Petro - Chitarra
Markus - Chitarra, Seconda voce
Guido - Batteria


RECENSIONE:
IMPLORE "Subjugate" 2017 - Century Media Records






lunedì 23 ottobre 2017

Intervista: PRIMITIVE MAN - "LA FINE E' VICINA"






UNA COSTANTE CRESCITA HA FATTO SI' CHE IL NUOVO ALBUM DEGLI AMERICANI PRIMITIVE MAN FOSSE UN PRODOTTO DISCOGRAFICO DA NON PERDERE. "CAUSTIC" NON LASCIA INDIFFERENTI, RAGIONE PER CUI HO DECISO DI SCAMBIARE DUE CHIACCHERE CON IL SEMPRE DISPONIBILE ETHAN LEE MACCARTHY, CANTANTE E CHITARRISTA DEL GRUPPO DI DENVER.

1. Ciao Ethan. Il nuovo album dei Primitive Man si intitola "Caustic" ed è uscito il 6 ottobre di quest'anno. Cosa l'ha ispirato?

- La disuguaglianza sociale, la morte degli amici, la depressione, le relazioni razziali in America, i problemi di qualsiasi persona di etnia mista, la fine di un'amicizia, tutti gli eventi spiacevoli che accadono nel mondo; insomma, le varie sfaccettature di un'umanità vicina alla fine dei suoi giorni.

2. Dalla tua prospettiva, come descriveresti la vostra evoluzione?

- Inizialmente eravamo una band punk con parti doom, mentre oggi siamo un gruppo doom con parti punk.

3. Come hai deciso il titolo dell'album?

- Quando eravamo in giro con i Magrudergrind, il loro batterista Casey Moore descrisse qualcuno che incontrammo in tour come "caustico e inutilmente combattivo". Ho pensato che fosse una frase perfetta e che l'aggettivo "caustico" riassumesse quello che stavo componendo.

4. "Caustic" è il terzo lavoro messo in commercio dalla Relapse Records. Come sono i rapporti con i ragazzi dell'etichetta? Vi ritenete soddisfatti del loro operato?

- Nessun problema. Supportano la nostra band e mi sento fortunato perché credono in quello che stiamo facendo.

5. Cosa stai ascoltando in questi ultimi giorni?

- Big Brave, Lingua Ignota, Weregoat, Lihhamon, Hell, Spectral Voice, Bohren & Der Club of Gore, A$AP Mob, Vatican Shadow Tomb Mold, Sutekh Hexen, Andy Stott, Altarage, Hissing, Of Feather and Bone, Drab Majesty, Loss...

6. Attualmente sei impegnato in altre band?

- Suono nei Vermin Womb e nei Many Blessings, mentre gli altri due ragazzi del gruppo stanno lavorando ad altre cose che non sono ancora state pubblicate.


CONTATTI: 
facebook.com/primitivemandoom
primitivemandoom.bandcamp.com/caustic

PRIMITIVE MAN line-up:

Ethan Lee McCarthy – Chitarra, Voce
Jonathan Campos – Basso
Joe Linden – Batteria

RECENSIONE:
PRIMITIVE MAN "Caustic" 2017 - Relapse Records


venerdì 20 ottobre 2017

Recensione: NECROSI "Necrosi"
2017 - Autoproduzione




Traendo ispirazione dai gruppi/album death metal della vecchia scuola, i NECROSI gettano le basi per costruire la loro identità. Da quanto si può capire dal nome scelto, dalla copertina e dalla musica stessa, il gruppo di Agrigento, nato per volere del chitarrista Giuseppe "UR" Peri e del cantante Tony "Grave" (entrambi musicisti dei Thrash Bombz), non ha nessuna intenzione di farsi sopraffare da qualsivoglia contaminazione moderna, proprio perché è una scelta quella di ottimizzare il proprio istinto felino. L'EP di tre brani regala dei buoni spunti in cui la competenza della band siciliana si fa notare sotto ogni aspetto. Il pezzo "Nocturnus Trauma" è dedicato all'amico scomparso Gioacchino "Joe" Rallo, DJ che all'inizio degli anni novanta conduceva un programma radiofonico chiamato in egual modo. I presupposti per crescere e migliorare ci sono tutti. Solo il tempo darà ragione ai Necrosi.

N.B. Basso e batteria sono stati suonati da Angelo e Totò (sempre membri dei Thrash Bombz)

Contatti: 
necrosi.bandcamp.com/releases
facebook.com/NecrosiOfficial

TRACKLIST: Fire in Carnage, Nocturnus Trauma, Haunted by Fear 04:53


mercoledì 18 ottobre 2017

Recensione: DISFUNERAL "Disfuneral"
2017 - Autoproduzione




Sono agli esordi i francesi DISFUNERAL, ma mi sembra di capire che questi giovani ragazzi hanno le idee chiare sul percorso da seguire. L'omonimo EP di debutto ha un cuore pulsante che scuote gran parte degli elementi tipici di un death metal di matrice old-school, una "pompa muscolare" che si contrae costantemente per inviare fiumi di sangue al corpo dei fan di codesto sound estremo. L'esecuzione delle tracce è magistrale, e viene costruita su atmosfere coinvolgenti, anche se notorie grazie alle gesta imprescindibili dei padri del genere (si potrebbero scomodare nomi quali Autopsy, Carnage, Entombed). E' tutto marcio e ben fatto in questo EP. Death metal all'ennesima potenza, consigliatissimo!

N.B. Disponibile un'edizione su tape limitata a sole 100 copie.

Contatti: 
disfuneral.bandcamp.com/releases 
facebook.com/Disfuneral 

TRACKLIST: Night of the Hallucinated, Total Collapse, Coffinement, Baptized in Sewer, Slimy Horror from the Depths


martedì 17 ottobre 2017

Recensione: IRON MONKEY "9-13"
2017 - Relapse Records




Dei britannici IRON MONKEY si erano letteralmente perse le tracce. Sono trascorsi quasi vent'anni dal loro scioglimento, un silenzio assordante in un periodo di tempo molto più lungo di quanto possa sembrare. Dopo la morte del cantante John Paul Morrow, quanti si sarebbero aspettati una reunion? È difficile dare una risposta precisa in merito a ciò. Ma i due membri fondatori della band (Jim Rushby, Steven Watson), affiancati da S. Briggs (Chaos U.K.), hanno finalmente deciso di frantumare questo vuoto per far rivivere l'insano fascino della disperazione. "9-13" può essere paragonato ad un martello pneumatico con funzione demolitrice. E non è casuale se il trio proveniente da Nottingham ha scelto di schiacciare il pedale del groove. Agire senza pensare troppo alle conseguenze o a quello che succederà. Vivere il presente e non aspettarsi nulla dal futuro. Se consideriamo tali aspetti, possiamo tranquillamente ipotizzare che gli Iron Monkey ce la faranno a collocarsi nella scena sludge-doom metal di oggi. "9-13" è, probabilmente, l'unica via di fuga da uno sfortunato passato. Nulla di particolare, ma pur sempre a tema e oltre la qualità media. Il loro sound tormentato porta vantaggi e svantaggi marcati.

Contatti: 

ironmonkey.bandcamp.com
facebook.com/pg/IRONMONKEYBAND

TRACKLIST: Crown of Electrodes, OmegaMangler, 9-13, Toadcrucifier - R.I.P.PER, Destroyer, Mortarhex, The Rope, Doomsday Impulse Multiplier, Moreland St. Hammervortex



lunedì 16 ottobre 2017

Recensione: IMPLORE "Subjugate"
2017 - Century Media Records




Nel genere musicale proposto dagli IMPLORE la concezione di un certo stile di vita va di pari passo con l'attitudine personale. Questo deve essere un elemento che tutti noi dovremmo avere ben chiaro. La formazione tedesca trainata dal carismatico cantante/bassista Gabriel Dubko, forte del nuovo contratto discografico ottenuto con la prestigiosa Century Media Records, ritorna con un album "in your face" improntato sull'ira, sulla coerenza, sull'impatto; implacabili soprattutto perché hanno dimostrato il loro valore e il livello di crescita, complice una costante attività live intrapresa fin dagli esordi (diversi i tour tra Europa e America). Ad un solo anno dall'EP "Thanatos", e due dal primo full-length "Depopulation", il quartetto ci impartisce un'altra severa lezione. "Subjugate" ferisce con dei brani ancora più articolati, ritmati e arroventati. Non che gli altri lavori pubblicati dai Nostri siano da meno, tuttavia, per dare dimostrazione di forza, sembra che gli Implore abbiano puntato su una maggiore fermezza di intenti. L'ispirazione sembra mordere come un serpente velenoso. Quattordici schegge impazzite nelle quali dominano i frequenti stop-and-go e riff perfettamente bilanciati, suddivisi tra grind, death metal, hardcore, crust. "Subjucate" è un gran bel disco, che in più gode di una produzione adatta per il genere in questione. Gli Implore sono diventati più cinici e impietosi. Da avere.

Contatti: 

implore.bandcamp.com/subjugate
facebook.com/imploreband

TRACKLIST: Birth of an Era, Loathe, Cursed Existence, Paradox, Disconnected from Ourselves, Totalitarian, Patterns to Follow, Ecocide, Technology a Justification for Killing, Cult of El, Desolated Winds, Boundary, Untouchable Pyramid, Gazing Beyond, Manufactured Reality, Victims of the Hollowing



venerdì 13 ottobre 2017

Recensione: FEED THEM DEATH "No Solution / Dissolution"
2017 - Autoproduzione




Il polistrumentista Void (ex-membro fondatore dei liguri Antropofagus) si serve di un nuovo progetto musicale per interpretare in maniera del tutto personale i sentimenti negativi che attanagliano l'esistenza umana, mista di contraddizioni esplosive e di disperazione permanente, spasmodica fino all'isteria, e molto più terrificante di quanto possa sembrare agli occhi di milioni di individui sempre pronti ad incensare l'altare "immaginario" delle "assenti" speranze. E Void affronta/contrasta la dimensione terrena attraverso un linguaggio così rabbioso, schiacciante, da trasformare quel senso di "mostruosa" angoscia in un potentissimo mezzo cingolato munito di artiglieria pesante, posizionato tra realtà immanente e sconvolgente. Ciò che provoca la grandezza crescente del sound di FEED THEM DEATH nel circuito del grindcore/death metal odierno, è che il suo acuto incedere è in grado di abbattere qualsiasi superficialità compositiva, soprattutto se si fa riferimento al risultato profuso da Void su ognuna delle cinque tracce. Voglio sottolineare che non sono mai stato un appassionato del drumming artificiale, ma in questo caso specifico, la drum-machine esegue in modo impeccabile quello che gli è stato chiesto di fare (!). Quanto al resto; voce, chitarra e basso si sovrappongono dall'inizio alla fine per completare il devastante assedio sonoro, qualcosa che suona fresco ed ultra-dettagliato. Un EP che (in parte) mi riporta alla mente, ovviamente costruito mediante mezzi attuali, quello che fu l'operato dei seminali Terrorizer in 'World Downfall' del 1989. Gli arrangiamenti intricatissimi riescono a farsi apprezzare in ogni loro spostamento improvviso e, solo dopo un'attenta analisi, si riescono ad apprezzare un maggior numero di particolari che forse ad un primo ascolto potrebbero facilmente sfuggire. 'No Solution / Dissolution' è un lavoro adatto a chi apprezza la musica estrema suonata col cervello. Sul piano personale, non posso che essere onorato del fatto di aver scritto il testo e cantato la parte iniziale di 'Penance in the Wrong Direction'; mentre a dare man forte a Void nella song 'Terrific Gods Caravan', ci pensa Argento (ex-Antropofagus, ex-Spite Extreme Wing). L'artwork è una mia opera pittorica in bianco e nero. Date un contratto a chi lo merita!

Contatti: 

feedthemdeath.bandcamp.com
facebook.com/feedthemdeath 

TRACKLIST: Exposed Parading Dissent, Terrific Gods Caravan, First Time Dead, Penance in the wrong direction, Inception in Rot

mercoledì 11 ottobre 2017

Recensione: BUNKER 66 "Chained Down in Dirt"
2017 - High Roller Records




I BUNKER 66 attirarono già la mia attenzione con un paio di album davvero interessanti. Il loro è un grintoso blackened thrash metal reso ancor più piacevole/intrigante dalle cospicue influenze old-school, che oggi lascia intravedere sviluppi da non sottovalutare. Ma influenze musicali a parte, nel tempo il trio messinese ha puntato alla crescita e ha corroborato il tiro guadagnandosi un proprio seguito nella scena heavy internazionale. Ora, ad ognuno di voi spetta il compito di scegliere liberamente se stare sulla loro sponda. La cosa certa è che le idee irremovibili dei Bunker 66 vogliono conservare le strutture tradizionali dei produttivi anni '80, e non può risultare strano a nessuno se non faticheranno a far presa sugli appassionati di tali sonorità. Notevole è anche l'apporto del nuovo chitarrista JJ Priestkiller (ex-Schizo). L'energia di "Chained Down in Dirt" trafigge fin dal primo ascolto. Cos'è la coerenza? Spesso è muoversi per vivere la propria integrità! Disponibile dal 27 ottobre.

Contatti: 

bunker66.bandcamp.com
facebook.com/Bunker66

TRACKLIST: Satan's Countess, Black Steel Fever, Chained Down in Dirt, Taken Under the Spell, Her Claws of Death, Wastelands of Grey, Power of the Black Torch, Evil Wings

lunedì 9 ottobre 2017

Recensione: CARTILAGE "Dialect of the Dead"
2017 - Transylvanian Tapes




I nuovi arrivati CARTILAGE hanno le capacità per azzannare le loro prede, per poi dilaniarle senza nessuna esitazione. Non è difficile delineare quest'impeto primordiale che squassa la carne. Come spesso accade con le migliori releases death metal/goregrind (facendo riferimento alle realtà nate negli ultimi anni), anche l'esordio su tape "Dialect of the Dead" offre un'esperienza di ascolto grondante sangue. L'eccesso di cattiveria esternato dai Cartilage si subisce per tutta la durata del full-length: 26 minuti di follia compositiva. Questo è, se vogliamo sottolinearlo ancora una volta, lo spirito orgogliosamente "no compromise" che anima la formula musicale in questione. Ecco perché un gruppo così estremista non può trascinarsi dei pesi o delle responsabilità troppo grandi, musicisti del genere hanno bisogno di gente cento per cento convinta di ciò che sta ascoltando. Non potrebbe essere vero il contrario. Quello che emerge da ogni traccia è un approccio unidirezionale che si combina con il drumming militaresco di Adam Houmam e con le vocals impazzite del frontman Mark Wallace; altrettanto significativa la buona prova degli altri membri (una delle due chitarre è suonata da una ragazza). Pur nei limiti della scarsa originalità, i Cartilage di San Francisco riescono comunque a scatenare un discreto panico. Chi ascolta i primi Carcass, Impetigo, Haemorrhage, Exhumed, Impaled, saprà apprezzare "Dialect of the Dead".

Contatti: 

cartilagegore.bandcamp.com/releases
facebook.com/CartilageSF

TRACKLIST: Intro, Half the Man I Used to Be, Gurgitor, Entangled in Innards, Cannot Stop the Clot, Chopped and Churned, S Is for Surgery, El Necrocabra, Back Seat Victi

sabato 7 ottobre 2017

Recensione: EXPULSION "Nightmare Future"
2017 - Relapse Records




Anche se un po' in ritardo, sono riuscito ad approfondire l'EP di debutto degli EXPULSION, band nelle cui fila militano personaggi di rilievo della scena death metal/grindcore statunitense. Spiccano i nomi del cantante Matt Harvey (Exhumed, Gruesome, Pounder, ex-Dekapitator, ex-Athrenody...) e del chitarrista Matt Olivo (Repulsion), oltre a quelli di Danny Walker (Intronaut, Phobia, Strangled by Strangulation, ex-Murder Construct) e di Menno Verbaten (Lightning Swords of Death), quest'ultimo meno conosciuto rispetto agli altri tre musicisti. Ciò che colpisce fin dal primo ascolto è la rovente tempra riversata nel songwriting-kamikaze: pieno e ricco di cambi di tempo al cardiopalmo, che non lascia indifferenti. Un approccio vistosamente adirato, con largo spazio ad una prova vocale ringhiante e dalla spigliatezza impazzita, illuminata da un'audace personalità. Rabbia e passione, per una miscela di ingredienti old school-oriented dal sapore forte, deciso; insomma adatta per chi vuole ricevere dal death/grindcore una carica nevrotica persistente. Tanti pezzi piazzati al posto giusto, al momento giusto. Se vi può bastare, acquistatelo a scatola chiusa.

Contatti: 

expulsiongrind.bandcamp.com/nightmare-future
facebook.com/ExpulsionOfficial

TRACKLIST: Total Human Genocide, Alter of Slaughter, Mask of Fear, Nightmare Future, Funeral Bells, Compulsions, Comatose

giovedì 5 ottobre 2017

Recensione: EXHUMED "Death Revenge"
2017 - Relapse Records




"L'unico grande mistero della vita è che essa è governata unicamente da morti." (cit. dal film Inferno, 1980)

Un'esperienza ultraventennale, rafforzata da tante uscite discografiche di notevole peso e spessore, ha garantito agli EXHUMED una posizione di rispetto nel novero dei migliori gruppi death metal a stelle e strisce. E non potrebbe essere altrimenti, poiché questi macellai californiani sono dei veri professionisti. Provocatori, da ventisette anni a questa parte, i Nostri pubblicano "Death Revenge" dimostrandosi pragmatici, dirompenti, sanguinari. Il risultato finale non deluderà le aspettative, come spesso capita facendo riferimento alle pietre miliari del genere. La produzione, anche se curata adeguatamente in ogni piccolo dettaglio, contribuisce a ricreare un clima marcio e maledettamente maleodorante. Un death metal simile al suono di una motosega fuori controllo, arricchito da taglienti riff/assoli di chitarra che chiamano in causa il vecchio thrash metal. La loro è musica vigorosa, autentica, supportata da una preparazione tecnica da copogiro. Con i contenuti di "Death Revenge" gli Exhumed spazzano via velocemente molte buone produzioni presenti nell'attuale scena. Il leader Matt Harvey ha lavorato sodo e con determinazione nella sua ricerca del death metal. Questo importante dato va riconosciuto e richiede il nostro attivo sostegno. Non a caso, l'album si candida a diventare una delle più interessanti uscite del 2017.

Contatti: 

exhumed.bandcamp.com 
facebook.com/ExhumedOfficial

TRACKLIST: Death Revenge Overture, Defenders of the Grave, Lifeless, Dead End, Night Work, Unspeakable, Gravemakers of Edinburgh, The Harrowing, A Funeral Party, The Anatomy Act of 1832, Incarnadined Hands, Death Revenge, Death Revenge Underture, A Lesson In Violence (Exodus cover)



mercoledì 4 ottobre 2017

Recensione: UNSANE "Sterilize"
2017 - Southern Lord Recordings




Gli UNSANE di New York, entrati di diritto nella storia del noisecore, ancora oggi possono rappresentare un'affilata spina nel fianco per molti di noi, sebbene la scena musicale abbia subito un netto stravolgimento per effetto dei canoni del music business (importante da sottolineare). Su questo ultimo punto, a puro titolo esemplificativo, varie affermazioni si potrebbero sprecare. Con "Sterilize", la consolidata tradizione degli Unsane si rinnova consentendoci di rivivere appieno il trademark di un gruppo seminale che ha lasciato il segno in quasi trent'anni di attività, ineguagliabile per caratteristiche, e che custodisce senza riserve il suo istinto criminoso così come le sue ineguagliabili qualità stilistiche, dando vita ad un'esperienza distorta di altissima caratura. Ruvidezza, impatto, freschezza, feeling, c'è tutto quello che si può desiderare da un disco degli Unsane e che troverete in "Sterilize". Per Chris Spencer, Dave Curran, Vinnie Signorelli, la cosa importante è essere fedeli a se stessi, e, ovviamente, rimanere coerenti con i piedi piantati per terra. I tre statunitensi sono ancora capaci di osare pur rimanendo concentrati sul loro inconfondibile sound, vivono in un contesto musicale fuori dal comune, e questo li rende sicuramente personali. Diamo valore a chi crede ancora nella parola "arte" e non a tutto ciò che ci viene dato in pasto dalle correnti passeggere. Le mie personali affermazioni non sono dettate dall'entusiasmo del momento, ma motivate dal fatto di trovarmi di fronte ad una delle più importanti band rock a livello internazionale. La firma con la Southern Lord è l'unico cambiamento sostanziale. Possano i grandi maestri avere una lunga vita!

Contatti: 

unsanenyc.com
facebook.com/UNSANENYC 

TRACKLIST: Factory, The Grind, Aberration, No Reprieve, Lung, Inclusion, Distance, A Slow Reaction, We're Fucked, Avail

lunedì 2 ottobre 2017

Recensione: REPRESSIONE "Col Sangue Agli Occhi"
2017 - Autoproduzione | Scaglie di Rumore




I bolognesi REPRESSIONE mostrano tutta la loro carica e vanno giù pesante "Col Sangue Agli Occhi" (mai titolo fu più appropriato, soprattutto se si contestualizzano adeguatamente gli argomenti espressi nelle 10 tracce). Quello che colpisce del nuovo full-length (il secondo pubblicato in pochi anni di attività), è che non lascia indifferenti, sebbene l'hardcore dei Nostri non aggiunga nulla di innovativo sul piano compositivo. Ma ciò che ami veramente non devi abbandonarlo, e non puoi farlo andare via come se niente fosse. Bisogna starci dentro per capire cosa si prova ad essere un musicista con animo o atteggiamento risoluto, bisogna rispettare certi principi per capire cosa s'intende per "attitudine". Per farla breve, i cultori dell'inconfondibile sound old school sapranno apprezzare le gesta anticonformiste dei Repressione. Quindi, lo puoi amare fino al midollo o detestare completamente, ma l'importante è ammettere che l'hardcore nasce da un suono rumoroso senza compromessi e soprattutto "sincero". Beh, ora potete ben capire perché supporto formazioni come questa. Ascoltare per credere. Tre le collaborazioni presenti sul disco: Max dei Contrasto ('In Cieli Di Piombo'), Valentino dei XCenereX e Tsubo ('Colpo Su Colpo'), Afshin degli XOhXCristo e W.A.A.R. (nella title track). Sono tre le cover proposte: 'The Game' degli americani INFEST, 'Happy Time' dei giapponesi xLIEx, 'About To Crack' degli olandesi VITAMIN X. E' di forte impatto la foto messa in copertina che ritrae dei detenuti in rivolta sui tetti del carcere di San Vittore (scatto risalente agli anni '70). L'autoproduzione "Col Sangue Agli Occhi" verrà stampata su cassetta dall'etichetta Scaglie di Rumore.

Contatti:

repressionehc.bandcamp.com/col-sangue-agli-occhi
facebook.com/repressionehc
scagliedirumore.bandcamp.com

TRACKLIST: Guerra Alla Città, Huye Hombre, Cieli Di Piombo, The Game (INFEST), I Giorni Dell'Ira, Col Sangue Agli Occhi, Colpo Su Colpo, Macho Free Zone, About To Crack (VITAMIN X), Happy Time (xLIEx)