venerdì 23 settembre 2016

Recensione: TRAP THEM "Crown Feral"
2016 - Prosthetic Records




Per alcuni musicisti la vita è fatta di scelte mirate, irreversibili, e la preziosa dose di consapevolezza e perseveranza può sicuramente aiutare a evitare di perder tempo, soprattutto quando non si vuole né sbagliare né mentire lungo il proprio tragitto, quando si conosce per filo e per segno la misurazione della propria attitudine. Gli statunitensi TRAP THEM ritornano a bastonare come un tempo, servendosi di brani più scarni e meno ragionati, con una scrittura più spontanea che, inevitabilmente si annoda intorno a quel filo resistente indispensabile per tenere unito il passato al presente. "Crown Feral" spazza via tutti i dubbi che avevano macchiato di grigio i ripetuti ascolti di "Blissfucker", a mio avviso un lavoro non convincente, anche se coerente con certe risonanze. Due anni sono bastati per far bruciare nuovamente la subitanea immediatezza e, cosa alquanto basilare, quella frenesia assassina debitrice alle loro prime pubblicazioni discografiche. L'animalesco Ryan McKenney (voce) e Brian Vincent Izzi, chitarrista dal tocco accelerato e riconoscibile, tirano fuori il meglio in 32 minuti di musica. Questo "Crown Feral" è irruento, in parte innovativo, composto da una formazione affiatata (con i già rodati Brad Fickeisen | Galen Baudhuin), sicura di sé e dei propri mezzi. Qui troverete ciò che desiderate da un disco micidiale, capace di elevare all'ennesima potenza l'onda d'urto generata dall'estremizzazione sonora.

Contatti: 

trapthem.bandcamp.com
facebook.com/TrapThem

TRACKLIST: Kindred Dirt, Hellionaires, Prodigala, Luster Pendulums, Malengines Here - Where They Should Be, Speak Nigh, Twitching in the Auras, Revival Spines, Stray of the Tongue, Phantom Air