giovedì 12 maggio 2016

Recensione: ÅRABROT "The Gospel"
2016 - Fysisk Format




Durante il loro percorso artistico questi musicisti nordici non hanno mai voluto focalizzare le attenzioni su uno stile, piuttosto attivare quella verve che gli permettesse di catturare l'attenzione dell'ascoltatore. Uno stile non è migliore o peggiore di qualsiasi altro, è solo diverso, e quello dei norvegesi fa un certo effetto. L'immaginario sta a metà strada tra il noise e il metal sperimentale. Nei nove brani di "The Gospel" c'è tanta suggestione, ma ci sono anche numerosi echi dei The Melvins, quelli più pazzi e imprevedibili; ed è proprio il lato alienato che scatena la maggiore attrazione. Vario nella forma e ricco di salite e discese, il lavoro cresce ascolto dopo ascolto. Prendendo le distanze dagli schemi fin troppo abusati, gli ÅRABROT alla fine riescono nel loro intento. Il songwriting mette in evidenza sequenze distorte, strutture complesse e differenti livelli di significato. Tutto questo permette alla band di creare delle atmosfere completamente stravaganti, combinando gli elementi in modi che non avevano sperimentato prima. Davvero bizzarri. Prodotto e registrato da Steve Albini nei suoi Electrical Studios.

Contatti: 

arabrot.bandcamp.com/the-gospel
arabrot.com
facebook.com/arabrotofficial 

TRACKLIST: The Gospel, I Run, Tall Man, Faustus, Ah Feel, And the Whore Is This City, I Am the Sun, Darkest Day, Rebekka (Tragoedie)