domenica 17 aprile 2016

Recensione: DEFTONES "Gore"
2016 - Reprise Records




Non vi è dubbio che la scelta di utilizzare un artwork così particolare è per i DEFTONES simbolo di interpunzione, al fine di rendere più chiaro il senso della loro continua mutazione. Ma la migrazione di qualsiasi tipo di uccello è anche sinonimo di grande libertà. I significati racchiusi in "Gore" diventano emblema del coraggio e del carisma al servizio di un ideale stilistico maturato negli anni. Nella dimensione della formazione californiana, la musica è importante quanto il concetto che sta alla base dei testi e ha la sottile funzione di svelare ciò che non si può vedere alla luce del sole. A differenza di tantissime altre band "mainstream", i Deftones non approfondiscono le condizioni di positività e negatività in rapporto alla natura intrinseca delle stesse, bensì l'essenza specifica di una condizione che possiede una potenza mistica singolare. La miscela di melodia e aggressività è ben presente nella resa dettagliata di ogni passaggio. Questa espressione artistica è in movimento, però, si è fatta più scarna e allusiva. Un'esuberanza "apparente" che potrebbe trarre in inganno gli ascoltatori attenti. A me "Gore" è piaciuto molto. "Phantom Bride" vede la partecipazione di Jerry Cantrell degli Alice In Chains.

Contatti: deftones.com

TRACKLIST: Prayers/Triangles, Acid Hologram, Doomed User, Geometric Headdress, Hearts/Wires, Pittura Infamante, Xenon, (L)MIRL, Gore, Phantom Bride