giovedì 4 giugno 2015

Intervista: VARDAN - "NEL VORTICE DELL'ISOLAMENTO"




CONTINUA L'INCESSANTE ATTIVITA' DI VARDAN IL QUALE, DOPO 18 LUNGHI ANNI VISSUTI NELL'UNDERGROUND, E' RIUSCITO A GUADAGNARSI UNO SPAZIO DI TUTTO RISPETTO ALL'INTERNO DEL MOVIMENTO BLACK METAL. IL POLISTRUMENTISTA DI CATANIA, DA POCO RITORNATO SULLE SCENE CON IL NUOVO ALBUM "DESPICABLE BROKEN HOPE", HA DECISO DI RISPONDERE ALLE MIE DOMANDE CON LO SPIRITO E L'ATTITUDINE CHE LO CONTRADDISTINGUONO.

1. Vardan è attivo nella scena estrema italiana dal lontano 1997 e ancora oggi fa leva su di un sound ancorato saldamente alle origini del black metal. Avresti mai pensato di durare così a lungo?

- No assolutamente no, il progetto è nato dal desiderio di esprimere alcune sensazioni di quel momento, poi le sensazioni si sono moltiplicate ed è così che continuo ad andare avanti.

2. Con il passare degli anni quanto sei maturato in fase compositiva?

- Non so se si può parlare di vera e propria maturazione, sicuramente il suono è andato cambiando, anche il modo di registrare la musica o il diverso approccio che ho di volta in volta... molti hanno parlato addirittura di regressione dato che nella mia musica hanno trovato uniti insieme il mio stile ed elementi di band passate.

3. Quali sono, se ci sono, gli elementi di novità rispetto ai primi lavori in studio? Qualcosa di rilevante del tuo sound.

- Nei primi 3 lavori era tutto più "ragionato" nel senso che sono stati registrati con un multitraccia 4 piste a cassetta (poi mixati in studio) quindi avevo molto meno margine per la sperimentazione del suono ed in più all'epoca di "Hidden In A Tomb" quello era ciò che volevo esprimere, null'altro, Vardan era semplicemente nato per quello. Nel corso del tempo le cose sono inevitabilmente un po' cambiate avendo la mia sala di registrazione personale e aggiungendo altri suoni di chitarra (...e non solo) al progetto.

4. Come nascono i tuoi brani? Non mi pare che tu abbia modificato più di tanto il metodo di composizione nonostante il tempo passato.

- Nascono in vari modi, per il 70 per cento sicuramente dalle chitarre, come detto prima uso vari suoni di chitarra e 4 sono quelli principali che aiutano a trasformare il pensiero in musica. La restante parte da sintetizzatori, tastiere o basso.

5. Risulta sempre più chiaro che l'oscurità è la dimensione a te più congeniale per dar sfogo alla tua creatività, o mi sbaglio? Da dove trai ispirazione per concretizzare le tue idee?

- Sicuramente si, le mie idee musicali si accumulano, poi le scrivo e quando mi sento le registro, credo che avere la possibilità di registrare in qualsiasi momento facendo tutto da solo aiuti questo processo.

6. Ho notato che non fai mai passare troppo tempo tra un album e l'altro. Non è assolutamente comune questo tipo di situazione. Da che cosa dipende tutto ciò?

- Questa è una cosa importante da chiarire, molti hanno scritto che il progetto Vardan è stato silente o quasi dalla sua nascita fino al 2004/2007/2010 per poi esplodere gli anni successivi... non è così, infatti molti lavori registrati tra in 2004 e il 2010 sono appunto usciti dopo, dunque invito chi scrive a leggere prima le date di registrazione degli album e non badare solo alla data di uscita. La mia è stata solo una scelta dando la precedenza prima alle registrazioni per poi cercare una label in un secondo momento.



7. Complessivamente sei soddisfatto del tuo percorso artistico? Quali sono gli album della tua discografia di cui vai maggiormente fiero?

- Si altrimenti non sarei andato avanti col progetto. Direi tutti, alcuni a cui sono particolarmente legato non li ho fatti ancora ascoltare a nessuno.

8. Il tuo prossimo album si intitolerà "Winter Woods" e verrà pubblicato nel luglio di quest'anno; inoltre, come da previsione, sarà stampato nuovamente dalla americana Moribund Records. Cosa dobbiamo aspettarci da questa release?

- E' un disco che lega un po' dischi più recenti come "The Night, The Loneliness" ad album come "Lifeless Shadow". I testi sono stati scritti da Mork Natt, una mia amica che mi ha già aiutato per i testi di un altro full (mai stampato) e per due composizioni di "...Dreaming ...Living my Funeral".

9. Dove hai registrato questo disco di cinque brani? Se non erro durerà poco più di 30 minuti...

- Come detto nella mia sala di registrazione.

10. C'è stata qualche band che ultimamente ha catturato positivamente le tue attenzioni?

- Non mi piace fare nomi anche perché lavoro per una label/distro quindi i gruppi interessanti diventano davvero parecchi, se proprio devo i primi che mi vengono in mente sono Striborg, Kalmankantaja e Sale Freux, ma ripeto che ce ne sono parecchi che catturano la mia attenzione.

11. Che rapporto hai con la scena black metal italiana e con quella straniera? Coltivi delle amicizie con altri musicisti?

- Si certo ma non moltissime, band italiane e straniere, label (per il motivo che ho detto prima) o ascoltatori.

12. Pensi che la tua passione per determinate tematiche possa essere vista come un mezzo per esorcizzare alcune paure nascoste?

- No, non proprio, o meglio, forse è il contrario, in alcuni casi l'affrontare alcune tematiche potrebbe far nascere la paura in esse dunque il disagio ti spinge a scrivere di esse.

13. In che modo il black metal riflette il tuo essere?

- Sicuramente influenza costantemente la mia vita.

14. Tre parole per identificare l'attitudine di Vardan...

- Isolamento e depressione, poi ce ne sarebbero tante altre ancora per concludere il concetto...

15. Lascio a te le ultime parole per chiudere questa intervista. Grazie per la disponibilità.

- Grazie per lo spazio concesso e per l'interesse in Vardan. "Non sei mai stato uguale... così la lealtà scompare su chi è intorno a te!"


CONTATTI:

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last-candle.net
moribundcult.com


VARDAN line-up:

Vardan - Polistrumentista


RECENSIONE:
VARDAN "Despicable Broken Hope" 2015 - Moribund Records