domenica 30 novembre 2014

Recensione: BEHEMOTH "Xiądz"
2014 - New Aeon Musick




I polacchi BEHEMOTH dopo averci deliziato con l'ultimo full-length "The Satanist" (uscito nel Febbraio del 2014), ci donano un nuovo breve EP di sole tre tracce. Questo prodotto uscirà in un’edizione limitata di 2000 copie, numerate a mano. Tre saranno i colori che rivestiranno il 12": nero (500 pezzi), oro (500 pezzi) e nero/oro (1000 pezzi). L’EP contiene le due inedite "Nieboga Czarny Xiądz" (convincente per la sua esplicita epicità) e "Towards The Dying Sun We March" (abbastanza ossessionante ma un po' meno articolata nella forma). La prima song risale alle recording sessions del su citato "The Satanist", mentre la seconda cantica è stata concepita nel periodo del tanto osannato "Evangelion" (era il 2009). Si aggiunge la ri-registrazione di "Moonspell Rites" estrapolata dal vecchio EP del '94, "And the Forests Dream Eternally". Il tutto si aggira intorno ai venti minuti di musica oscura e aggressiva in perfetto stile Behemoth. Questo "Xiądz" potrà fare gola ai fans più sfegatati, mentre ai restanti appassionati di tali sonorità darà solo l'opportunità di fare i conti in tasca prima dell'acquisto. Ciò che posso dirvi con sicurezza è che "non è sempre oro quel che luccica". Poca roba insomma.

Contatti: behemoth.pl - facebook.com/behemoth


TRACKLISTING: Nieboga Czarny Xiądz, Towards The Dying Sun We March, Moonspell Rites


sabato 29 novembre 2014

Recensione: THANATOS "Global Purification"
2014 - Century Media




Ammetto che "la classe non è acqua", soprattutto se si tirano in ballo musicisti come Stephan Gebédi e Paul Baayens (entrambi attivi negli HAIL OF BULLETS e ASPHYX). I due olandesi, accompagnati dalla solida sezione ritmica composta dall'accoppiata Marco de Bruin / Yuri Rinkel, ritornano in pista con un nuovo album targato THANATOS. Quindi il MASSACRO sonoro è assicurato! A cinque anni di distanza da "Justified Genocide", la band ha finalmente deciso di dare alle stampe un altro sforzo degno della loro caratura. "Global Purification" è ispirato, puro, coinvolgente e, se devo dirla tutta, racchiude quanto di meglio si possa trovare nel death metal. Il groove raggiunge temperature roventi come incandescenti sono le parti più veloci messe al servizio dei brani. I quattro deathster, infatti, si sono sempre contraddistinti per la passione con cui hanno fatto emergere la rabbia accumulata nel ventre, perciò, potete ben immaginare cosa vi attenderà non appena schiaccerete il tasto 'play' del vostro lettore. Le varie "Global Purification", "The Murder Of Innocence", "Infestation Of The Soul", "Queen of Gore" e via via tutte le altre, vengono cementate da un songwriting eccellente che, rende l'ascolto non solo fluido ma anche piacevole. Un gruppo che non annoia nemmeno dopo ripetuti ascolti. Questo è doveroso sottolinearlo. Nel complesso ci troviamo di fronte ad un'opera vertiginosa, dal forte impatto, adatta ai fan di Gebédi e soci, ma anche a quanti di voi amano il death metal suonato con grande devozione. Una conferma più che positiva. Merita di essere acquistato.

Contatti: thanatos.info - facebook.com/thanatos333

TRACKLISTING: Global Purification, The Murder Of Innocence, Infestation Of The Soul, Queen of Gore, Nothing Left, World Jihad, The Demonized Minority, Feeding the War Machine, Blood Will Be Spilled, Bastion of Blasphemy


Recensione: NECROPHAGIA "WhiteWorm Cathedral"
2014 - Season of Mist




I NECROPHAGIA del viscido Killjoy accusano il colpo sul mercato dopo la sufficiente prestazione fornita nel precedente "Deathtrip 69" del 2011, una delle release meno entusiasmanti partorite dal gruppo americano. Pur essendo ancora legati a tutto ciò che è horror, marcio e malato, i nostri hanno perso per strada quello spirito gore che li ha resi celebri durante lo scorrere della lunga carriera iniziata nel 1983. Tra i tanti difetti dell'ultimo "WhiteWorm Cathedral" c'è la produzione. Troppo sgrassata e curata rispetto al passato. Sicuramente l'impianto del sound non è stato snaturato, perciò si può dire che riflette "abbastanza" l'anima inquieta dei musicisti chiamati in causa, anche se attualmente più che sorreggere il peso delle loro nefandezze vissute e accumulate alla fine degli anni '90, preferisce pesare la carne putrefatta data in pasto ad alcuni leader dell'horror metal più contemporaneo. Potrei citare Rob Zombie ascoltando due parentesi come "Coffins" e "Fear the Priest". Spesso le trame deviate ma semplificate di "WhiteWorm Cathedral" diventano ostili, ed è questa ripetuta semplicità ad appiattire parte della tracklist. I Necrophagia di oggi cercano di raggiungere soluzioni alla portata di tutti; rispondendo più tempestivamente alle evoluzioni del mercato, sia come fruizione, sia come estensione. Sembra che la band voglia tirarsi fuori dalla melma per levarsi un peso di dosso. Forse un tentativo di imporsi sull'altare del nuovo music business. Personalmente mi sento ancora legato a dischi quali "Holocausto de la Morte" (1998) e l'EP "Black Blood Vomitorium" (2000), entrambi con l'amico Philip Anselmo alla cinque corde (Down, ex-Pantera, ex-Superjoint Ritual, ex-Viking Crown..). Questo è tutto. Ora, decidete voi da che parte stare.

Contatti: facebook.com/Necrophagia-official

TRACKLISTING: Reborn through Black Mass, Вий, Angel Blake, Warlock Messiah, Fear the Priest, Elder Things, Coffins, Hexen Nach, Rat Witch, March of the Deathcorps(e), Silentium Vel Mortis, The Dead Among Us, WhiteWorm Cathedral.


venerdì 28 novembre 2014

Recensione: DESTROYING DIVINITY "Hollow Dominion"
2014 - Lavadome Productions




Il titolo del quarto disco dei cechi DESTROYING DIVINITY non inganna e, la musica in esso contenuta si affida alle dinamiche brutali del death metal per dilaniarci fegato e cuore. Nonostante la band suoni abbastanza datata, non potrà essere giudicata in quanto ad onestà e attitudine. Si, perché è proprio questo il punto. I quattro di Ratíškovice spaccano tutto dimostrando una padronanza seria e coerente a livello stilistico. Oltre a questa prova di carattere, i Destroying Divinity possono vantare l'ottima conoscenza sui propri strumenti, importantissima per raggiungere validi livelli d'impatto. Pur essendo un album estremo/fugace, "Hollow Dominion" ha dalla sua una buona dinamicità che fortunatamente non lo trascinerà nella stanza del dimenticatoio. Il growl risulta vincente, così come la chitarra e la sezione ritmica compiono un lavoro intenso ed efficace. Ci troviamo di fronte ad una formazione sincera che possiede gli attributi per fare ulteriori passi in avanti e ottenere altri buoni consensi. Se non potete fare a meno del sound dei vecchi Deicide, Morbid Angel e della maggior parte dei gruppi principali della scena death floridiana dei '90, i Destroying Divinity faranno al caso vostro. Un solido death metal che attinge linfa dal passato e si innesta nel terreno putrido del presente.

Contatti:

lavadome.bandcamp.com/album/hollow-dominion
facebook.com/DestroyingDivinity

TRACKLISTING: The Eternity Guardians, Burning Divine Domination, Scent of Death, Empire Of Emptiness, Suffering Redemption, Defleshed Skeleton, Sinful Omens, Inner Slavery


giovedì 27 novembre 2014

Recensione: ANATOMY OF HABIT "Ciphers + Axioms"
2014 - Relapse Records




Nel corso degli ultimi anni la rinomata Relapse Rec. ha ampliato il suo catalogo, commercializzando non solo i migliori prodotti dei più famosi gruppi in circolazione, ma anche quelli di altre formazioni "minori" che stanno dando una spinta notevole in determinati circuiti musicali. Uno tra questi è quello del doom metal contaminato con tantissime varianti sperimentali. Tra le migliori realtà che abitano l'utero dell'etichetta, ci sono gli americani ANATOMY OF HABIT, provenienti da Chicago. La band esordì nell'anno 2011 con un album omonimo davvero interessante, grazie al quale riuscì a toccare con mano le loro qualità compositive che, non mi lasciarono assolutamente indifferente. Il quintetto dell'Illinois ha l'intelligenza e la capacità di non aggrapparsi alle solite soluzioni di comodo utilizzate dalla maggior parte dei gruppi coinvolti nel genere, ma al contrario, cerca in tutti i modi di riversare qualcosa di autorevole nel flusso che mantiene umidi e lubrificati gli ingranaggi di un motore sempre in movimento. Vi sembra poco? "Ciphers + Axioms" è un grande passo in avanti per gli Anatomy of Habit. Lavoro che rilancia una formazione prudente e coraggiosa che non fa mai il passo più lungo della gamba!!! (concedetemi la battuta). Sono fermamente convinto che per fornire certe lezioni di classe, sia basilare focalizzare l'attenzione sull'innovazione e sul battito risonante dei propri suoni. Beh... questi musicisti hanno dato dimostrazione di perfetto coordinamento e di grande forza. Ecco cosa può fare il vero talento. Sono solo due le canzoni contenute nel nuovo full-length, per un totale di quaranta lunghi minuti diluiti nell'acido lisergico. Un'esperienza da provare.

Contatti: anatomyofhabit.com - anatomyofhabit.bandcamp.com

TRACKLISTING: Radiate and Recede, Then Window


Recensione: BRETUS "The Shadow Over Innsmouth"
2015 - BloodRock Records




Roboanti e oscuri come il genere comanda, i calabresi BRETUS continuano la loro scalata nell'underground nostrano e internazionale. Avevo parlato bene della band già ai tempi del debutto "In Onirica" e oggi che il nuovo lavoro in studio ("The Shadow Over Innsmouth") si insinua sotto la mia pelle posso riconfermare le impressioni positive che riservo per questi ragazzi del Sud Italia. Quello dei Bretus è un Doom/Stoner macchiato da innumerevoli sfumature Psychedelic, utilizzate per iniettare all'interno dei brani un dramma che non frena la sua turbolenta vibrazione. Non ci sono false pretese nel sound dei nostri, proprio perché tutto si erge con quella schiettezza di fondo che fa rivivere l'anima dannata dei maestri (passano per la mente Black Sabbath, Pentagram, Cathedral, Saint Vitus). Forti della propria conoscenza in materia, i quattro musicisti della band emettono una incontenibile potenza evocativa e tanta grinta; quest'ultima attivata con grande sapienza. "The Shadow Over Innsmouth" (pubblicato da BloodRock Rec.) possiede la robustezza e la forma di un vecchio binario ferroviario arrugginito, ma perfettamente funzionante e insostituibile. Mezzo importante per trascinarvi in dei luoghi sinistri privi di tempo
e memoria. A differenza del primo album, i Bretus puntano maggiormente sulle atmosfere, infatti, ascoltando "The Oath Of Dagon", "Gilman House" o la conclusiva "A Final Journey", si capisce come i 4 amino immergersi in acque oniriche / curative. Tutti molto bravi, ma un punto in più lo voglio regalare al cantante Zagarus, perché sfodera una prova di tutto rispetto che irrobustisce la potenza sonora del gruppo. Fate attenzione: Ignorarli sarebbe un grosso errore! Il disco sarà disponibile a inizi del 2015 (Gennaio/Febbraio).

Contatti: facebook.com/BretusDoom - bretus_doom@libero.it

TRACKLISTING: Intro, The Curse Of Innsmouth, Captain Obed Marsh, Zadok Allen, The Oath Of Dagon, Gilman House, The Horribe Hunt, A Final Journey



mercoledì 26 novembre 2014

Intervista: SPEEDY GONZALES - "SEMPRE PIU' VELOCI"






ARRIVANO DALL'INDONESIA GLI SPEEDY GONZALES. SONO GIOVANISSIMI, RIBELLI, FEROCI NELLA LORO PROPOSTA MUSICALE. HO DECISO DI DARE SPAZIO A QUESTI RAGAZZI PERCHE' LO MERITANO. CHIUNQUE DI VOI SIA UN FAN DEL CRUST, GRIND, PUNK SUONATO ALLA VECCHIA MANIERA POTRA' TROVARE PANE PER I PROPRI DENTI. HA RISPOSTO ALLE MIE DOMANDE IL BATTERISTA GEOFF SUNRISE.

1. Ciao Geoff. Se non sbaglio il progetto Speedy Gonzales nasce nell'anno 2012... Perché avete deciso di formare la band? Qual è il significato del vostro nome?

- Prima di tutto vorrei ringraziare te e Son Of Flies Webzine per lo spazio concessoci. In realtà iniziammo a suonare insieme alla fine del 2011. Eravamo annoiati da tutto ciò che ci circondava, stanchi delle nostre attività lavorative, della situazione politica, della religione e della cultura del nostro stato. A volte sembra uno scherzo che continua
a ripetersi e rispecchiarsi in ogni persona. Gli Speedy Gonzales sono un vero e proprio collettivo, suoniamo musica breve e veloce con la quale raccontiamo di tutta questa merda, un crust punk violento e diretto. Il nome Speedy Gonzales non significa nulla, lo abbiamo solo rubando al personaggio del cartone animato hahaha. A volte ci sembra una scelta stupida. Ma è ok... hahaha :D

2. Il vostro songwriting è piuttosto semplice e diretto, punta alla sostanza e non concede tregua. Nonostante la vostra musica sia così immediata, ritieni che il processo di scrittura sia stato ugualmente entusiasmante?

- Se ti riferisci alla registrazione o alla scrittura della musica posso dire che tutto è rimasto uguale come nel 2012.

3. Come siete arrivati a materializzare lo split con gli Straight Hate? In quali circostanze è stato composto il materiale? Avete affrontato dei cambiamenti di line-up negli ultimi tempi?

- Lo split tape "Born to Grind", è stata una grande opportunità per noi. Abbiamo trovato nuovi amici in altri Stati del Mondo, soprattutto in Europa. Era la prima volta che facevamo uno split. A breve arriverà il nostro primo album. La line-up è formata da quattro stupidi grinders... hahaha... perciò nulla è cambiato.



4. Potresti anticiparci qualcosa sulle nuove canzoni che andranno a finire sul vostro prossimo album? Come si sta evolvendo il sound degli Speedy Gonzales?

- Le nuove canzoni? Metteremo più blastbeat, le tracce saranno più brevi, anche perché siamo troppo pigri per ricordare delle canzoni di lunga durata, fucked up. Hahaha... Si, è proprio così, siamo troppo pigri per ricordarle. Come sempre, le lyrics tratteranno temi di politica, della religione, saranno scettici nei confronti del governo e faranno emergere la rabbia della società.

5. Attualmente, quali sono le vostre maggiori influenze quando si tratta di scrivere musica per gli Speedy Gonzales?

- L'influenza più grande è il nostro odio.

6. Quali sono i progetti futuri per la band? Grazie per l'intervista! Vi auguro il meglio!

- Come dicevo prima sta per arrivare il nostro album. Faremo qualche tour per promuoverlo.



CONTATTI:

straighthatepl.bandcamp.com/born-to-grind
facebook.com/Speedy-Gonzales-Grind

SPEEDY GONZALES line-up:

Strss Nvr - Voce
Apix Kusumo Dirojo - Chitarra
Kimpul El Corazon - Basso
Geoff Sunrise - Batteria


RECENSIONE:
STRAIGHT HATE | SPEEDY GONZALES "Born to Grind" 2014 - Split Tape



martedì 25 novembre 2014

Recensione: DESECRAVITY "Orphic Signs"
2014 - Willowtip Records




Se non si conoscesse la vera provenienza dei DESECRAVITY, probabilmente si darebbe per scontato una sola cosa: "Sono Americani!". Invece non è così. Questi tre deathster sono giapponesi e vivono/agiscono in quel di Tokyo. Se con il primo "Implicit Obedience" del 2012 (pubblicato sempre dalla Willowtip Records) mi avevano trasmesso delle buone sensazioni in quanto a potenzialità, con il nuovo "Orphic Signs" posso confermare a pieno titolo l'ottima impressione avuta due anni or sono. Non c'è nessun dubbio sulla validità della band del Sol levante. Lo scopo è uno solo, ossia non concedere respiro all'ascoltatore, non lasciare scampo tra un brano e l'altro, non ammettere compromessi e caricare d'odio l'intera proposta. Tutto questo i Desecravity lo sanno fare nel migliore dei modi e ce lo vomitano addosso con una determinazione che fa male. La pulizia dei suoni è davvero esagerata, ma come alcuni di voi sapranno già, questa non sarà l'ultima band a seguire certe coordinate in sede di produzione. Tale componente aumenta l'intensità di un sound malefico, nel quale si incarnato riff serrati, line di basso che inturgidiscono la struttura dei brani e un drumming velocissimo.. a dir poco disumano. La voce cavernosa del chitarrista/cantante Shogo Tokita riesce ad adattarsi al meglio sul tappeto sonoro. Un lavoro che farà gola agli appassionati del death metal più spedito, tecnico e animalesco (prendete come punto di riferimento gli Hate Eternal di Erik Rutan o gli alienanti Gigan). Io resto dell'idea che un gruppo come i Desecravity, dopo pochi ascolti, potrebbe farvi passare oltre. Considerazione soggettiva.

Contatti:  desecravity.net - willowtip.com

TRACKLISTING: Deviltry, Bloody Terpsichorean Art, Depth of Misery, Pandemonium, Black Palingenesis, False Oath, The Serpent of Ishtar Gate, Stigmata.


lunedì 24 novembre 2014

Recensione: GHOST BRIGADE "IV: One with the Storm"
2014 - Season of Mist




Questa è una grandissima band! I finlandesi GHOST BRIGADE. Finalmente le mie attese sono state ripagate in pieno, ed è bastato un solo ascolto di "IV: One with the Storm" per infiammare il mio entusiasmo. La band giunge al quarto album, quest'ultimo, esce a distanza di soli 3 anni dall'ottimo "Until Fear No Longer Defines Us" (2011). Il fondamento dell'emozionalità è davvero importante nel processo di songwriting e non è un caso se molto spesso il gruppo va a colpire in maniera mirata, servendosi di melodie accattivanti e malinconiche ("Departures" ricorda i nostrani Novembre o la più tormentata "Electra Complex" che porta in grembo la tristezza dei Katatonia). Per avere una soluzione valida, è bene evitare di inserire il solito raggio di influenze già utilizzato da altri musicisti, quantomeno cercare di ampliarlo senza plagiarlo in toto. I Ghost Brigade facendo leva sulla propria esperienza accumulata dal 2005 (anno di inizio della lunga carriera), hanno ottenuto risultati soddisfacenti ma anche vincenti sul piano compositivo. La Season of Mist c'ha visto giusto quando decise di metterli sotto contratto, infatti, tale sodalizio si mantiene stabile. Veramente interessante andare a valorizzare tutte le caratteristiche che spingono verso l'alto la loro musica: ci sono elementi di chiara scuola Melodic Death/Doom Metal, fraseggi legati al Depressive Rock e attacchi tipici del Post-Metal. Un miscuglio eterogeneo che ammalia e rapisce con il fascino della libertà. Se volete ascoltare un buon lavoro di genere, allora non dovreste pensarci due volte a portarvelo a casa.

Contatti:

ghostbrigade.bandcamp.com/album/iv-one-with-the-storm
facebook.com/ghostbrigade

TRACKLISTING: Wretched Blues, Departures, Aurora, Disembodied Voices, Electra Complex, Stones and Pillars, Anchored, The Knife, Long Way to the Graves, Elämä on tulta.




domenica 23 novembre 2014

Recensione: KATATONIA "Last Fair Day Gone Night"
2014 - Peaceville Records




I KATATONIA trattano l'Arte (quella con la "A" maiuscola) con rispetto e competenza, da ormai 23 lunghi anni. Il loro messaggio continua ad essere del tutto affascinante perché le strette commistioni fra significati e suoni rendono unica la proposta che da sempre li contraddistingue. Ecco perché le note e il ritmo dei nostri fanno breccia nei cuori di molti fan. Sta di fatto che pochi gruppi sono penetrati tanto addentro nelle profondità dell'anima e dell'oscurità. Il nuovo testamento "Last Fair Day Gone Night" (suddiviso in 2 DVD + 2 CD), uscito via Peaceville, si rivela con riflessi luminescenti in movimenti di straordinaria bellezza. Questo digipack contiene un live al Koko di Londra risalente al 2011 (lo potrete gustare sia in versione audio che video), mentre uno dei DVD racchiude un documentario sulla storia della band. La performance di ogni componente è perfetta ed efficace, intensa ed emozionale. E' straordinaria la capacità di razionalizzare ogni singola atmosfera, e analizzarla fino in fondo, senza farsi condizionare da nessuno. Non è semplice riuscire a tradurre in musica un'idea fatta di luci e ombre, di colori e sensazioni, ma la band guidata da Jonas Renkse e Anders Nyström lo rende possibile. "Last Fair Day Gone Night" offre la possibilità di vagare fuori dalla realtà e ci fa perdere in dimensioni di bellezza e risonanze poetiche.

Contatti: katatonia.com - peaceville.com

TRACKLISTING:

CD 1 - Audio from Koko set I: DISPOSSESSION, CHROME, WE MUST BURY YOU, TEARGAS, I TRANSPIRE, TONIGHT'S MUSIC, CLEAN TODAY, THE FUTURE OF SPEECH PASSING BIRD, SWEET NURSE, DON'T TELL A SOUL.

CD 2 - Audio from Koko set II: BRAVE, RIGHT INTO THE BLISS, THE PROMISE OF DECEIT, NEPHILIM, THE LONGEST YEAR, JULY, NEW NIGHT, MY TWIN, I BREAK, WAIT OUTSIDE, DISSOLVING BONDS, FORSAKER

DVD 1 - Last Fair Day Gone Night Concert Film

DVD 2 - Katatonia Documentary. 136 minutes. A 20th Year Flashback Documentary




sabato 22 novembre 2014

Recensione: PITCH BLACK FORECAST "As the World Burns"
2014 - Ferocious Records




E' davvero elettrizzante risentire la proposta musicale messa in moto da Jason Popson, ex-cantante dei Mushroomhead e i fidi compagni Gene Hoglan (uno dei drummer più tecnici e devastanti della storia, conosciuto per i suoi trascorsi nei seminali Dark Angel, Death, Fear Factory, Strapping Young Lad... ora impegnato nei Testament) e Steve Rauckhorst (bassista fondatore degli Integrity). Questa retrospettiva viene stampata sia su vinile 12" che su CD (in questa versione sono incluse delle bonus tracks) e rispolvera gli ingranaggi del progetto PITCH BLACK FORECAST, dopo il debutto "Absentee" del 2008 al quale partecipò Randy Blythe, frontman dei Lamb of God, M. Shadows degli Avenged Sevenfold, Devin Townsend, Human Furnace dei Ringworm. L'esito positivo della faccenda è che nonostante siano trascorsi sei anni dal precedente disco, la macchina frantumasassi appare ancora oggi vincente, al passo con i tempi e ben oliata mentre fa pressione partendo dalla mascella e dall'osso frontale del cranio. Qui, il peso del metallo stritola la massa facciale senza trovare ostacoli. Attraverso la rabbia espulsa da "As the World Burns" si può godere di un sound rovente e monolitico che fonde le scariche elettriche del Thrash Metal con quelle del Groove Metal, per un mix a metà strada tra Strapping Young Lad, E-Force, Probot e Meshuggah (ascoltate la furiosa "Dialtone"). Le tracce racchiuse nel presente LP attivano i regolatori centrifughi di velocità, per analizzare le condizioni dei comportamenti instabili dell' uomo moderno. D'altro canto la musica per i Pitch Black Forecast non è soltanto un modo per tenere il controllo sui propri sostenitori ma anche comunicazione; quest'ultima vista come unica priorità per la comprensione degli stessi controlli automatici dei suoni. L'incedere di "As the World Burns" materializza un'energia contagiosa, elevata all'ennesima potenza ("Landmine", "Season in Hell", "Wrapped in Plastic" sono tra le migliori nella tracklist). Tanta violenza, tantissimo groove che non si limita a costruire meccanismi articolati e nervosi. I Pitch Black Forecast hanno fatto le cose per bene, picchiano come dei forsennati creando dispositivi mobili in tempi di reazione straordinariamente brevi. Una punizione senza tregua e senza pietà.

Contatti: facebook.com/Pitch-Black-Forecast

TRACKLISTING: Open Letter to God, Landmine, Season in Hell, As the World Burns, Hearts of Darkness, Dialtone, So Low, Atonement, Wrapped in Plastic, Ornament, Lighthouse






venerdì 21 novembre 2014

Recensione: BLOODBATH "Grand Morbid Funeral"
2014 - Peaceville Records




Molto spesso, quando entrano in gioco i musicisti della vecchia scuola non si può fare altro che subire in silenzio! Gli svedesi BLOODBATH sono considerati uno dei punti di riferimento imprescindibili tra le all star band per eccellenza e, ora che "Grand Morbid Funeral" è stato messo in commercio ne ho avuto l'ennesima SPLENDIDA riconferma. I Bloodbath fino ad oggi non hanno sbagliato un colpo, sia nel periodo con Peter Tägtgren (Hypocrisy, Pain...) che in quello contrassegnato dal più letale Mikael Åkerfeldt (Opeth). Entrambi i frontman tracciarono la giusta rotta!!! Quella rotta che riconduce al percorso ideale, nel senso di più veloce, di «zona delle due lunghezze»: un cerchio immaginario disegnato intorno
a tangibili peculiarità. Il nuovo arrivato Nick Holmes (Paradise Lost) non vi farà rimpiangere il suo predecessore, pur utilizzando un timbro differente e meno gutturale. Fatto sta che "Grand Morbid...", non tradirà le vostre aspettative e soprattutto esalterà e ferirà a morte i fan più fedeli. Tutto ciò è possibile perché si sta parlando di artisti che sanno sorprendere sempre e ad ogni ritorno. Professionisti cresciuti all'ombra delle icone del genere che, negli ultimi anni hanno cercato di rivivere una seconda giovinezza.. senza riuscirci (Morbid Angel?!?). Sono tanti i frammenti che emergono dalle ceneri del passato. Le 11 tracce di "Grand Morbid Funeral" si manifestano tese, dirette, non vedono mai cali emotivi e pugnalano frontalmente. C'è da scommettere che con un album validissimo come questo, i Bloodbath non faticheranno ad imporsi nuovamente nel death metal che conta. Da avere.

Contatti: facebook.com/bloodbathband

TRACKLISTING: Let the Stillborn Come to Me, Total Death Exhumed, Anne, Church of Vastitas, Famine of God's Word, Mental Abortion, Beyond Cremation, His Infernal Necropsy, Unite in Pain, My Torturer, Grand Morbid Funeral.




Recensione: CENTINEX "Redeeming Filth"
2014 - Agonia Records




Attendevo da lungo tempo il nuovo album degli svedesi CENTINEX e, ora che posso spararmelo a volumi esasperati non posso gioire più di tanto. Il gruppo fa ritorno dopo 8 anni di silenzio (lo scioglimento avvenne il 2 Aprile del 2006, mentre la reunion è datata Gennaio 2014). Purtroppo il nuovo "Redeeming Filth" emoziona a fasi alterne perché è stato scolpito con un songwriting un po' troppo basilare. Mi spiego meglio: la band ci presenta su piatto freddo una pietanza al sangue che lascia a desiderare. Questa sensazione la si avverte non appena la prima traccia "When Bodies Are Deformed" inizia ad aggredirmi con veemenza. Quello dei Centinex è sicuramente uno slancio istintivo, privo di raziocinio, ma pur essendo gestito dalla passione per il death metal stenta a decollare veramente. Devo ammettere che oggi il sound dei Centinex è molto più americano se messo in relazione con quello del passato e non è casuale se determinati attacchi fulminei sono simili a quelli partoriti dai Malevolent Creation di Phil Fasciana (per esempio "Moist Purple Skin"), mentre l'incedere cadenzato di altri pezzi puzza di Six Feet Under (fate caso a "Rotting Below" e "Eye Sockets Empty"). Spesso nelle loro vene scorre il veleno liquido distillato dalla scuola olandese (la song numero 6 "Bloodraze" sembra uscita da una session degli Asphyx). Il morbo delle formazioni succitate rivive nei battiti forti di questo album. Va notato come la produzione, a differenza dei primi lavori degli anni '90, non è scarna
e tagliente, bensì corposa e fumante. Saranno questi gli elementi che inviteranno all'acquisto? Non saprei...

Contatti: agoniarecords.bandcamp.com/album/redeeming-filth

TRACKLISTING: When Bodies Are Deformed, Moist Purple Skin, Death Glance, Stone of Choice, Unrestrained, Bloodraze, Without Motives, Rotting Below, Dead, Buried and Forgotten, Eye Sockets Empty


mercoledì 19 novembre 2014

Recensione: REDWOOD HILL "Collider"
2014 - Autoprodotto




Sulla breve distanza tornano i REDWOOD HILL, band danese che si aggiunge alla lunga lista di musicisti impegnati in campo Sludge/Post-Metal. Beh, la copertina del nuovo disco non poteva di certo essere fraintesa, anche perché sono ormai troppe le formazioni impegnate su questo fronte e che, utilizzando specifiche immagini / simboli 'religious' cercano di attirare le attenzioni dei fan del genere. Privi di una formula innovativa, questi ragazzi, vanno ad aggrovigliarsi nelle scelte rigide già annodate da vari simili della scena 'post' (come comunemente viene definita dalla maggior parte dei seguaci). Tutto ciò, non so quanto potrà giovare al gruppo di Copenhagen. I RH non sono degli sprovveduti, ma pur puntano sull'impatto atmosferico e sul groove, non regalano mai dei veri e propri fraseggi di slancio. Il problema principale è il songwriting: prevedibile e piuttosto scontato. E' la realtà. Anche la timbrica cavernosa di Marco non riesce a risollevare le sorti di "Collider". Ai posteri l'ardua sentenza.

Contatti: redwoodhill.bandcamp.com - facebook.com/RedwoodHill

TRACKLISTING: Microgravity, Wie Ein Adler, Albedo, Tabula Rasa, Solace, Cytherean


martedì 18 novembre 2014

Recensione: ÆVANGELIST "Writhes in the Murk"
2014 - Debemur Morti Productions




Nonostante parte del metal estremo si stia facendo piuttosto articolata e controversa, la restante fetta di esso viene alimentata da gruppi sempre più convinti sul fatto che l'integrità sia importante per portare avanti un determinato messaggio. Gli americani ÆVANGELIST (divisi tra Oregon e Illinois) giungono al terzo album in studio della loro breve discografia, dimostrando all'intero panorama che ancora oggi si può produrre un buon disco di death/black metal ispirato e arcigno. Se con i precedenti "De Masticatione Mortuorum in Tumulis" (2012) e "Omen Ex Simulacra" (2013), la band ha dato prova di saperci fare, con il nuovo "Writhes in the Murk" ha concretizzato la prova del nove senza deludere le aspettative. La bestia decide di essere se stessa al cento per cento servendosi di una buona inventiva, per comporre un altro valido capitolo che la stabilirà nel già affollato tempio dell'underground. Il sound è criptico (come da manuale), asfissiante e mette in risalto le radici dei nostri. Gli otto brani appaiono vorticosi, dannatamente 'dark', raggiungendo così picchi di sofferenza mortale. Quella sofferenza che tormenta gli animi degli ascoltatori e dei musicisti coinvolti nella line-up. Le lugubri sinfonie vomitate davanti ai nostri occhi prendono energia dalle mostruosità che abitano il purgatorio. Gli Ævangelist  non scendono a compromessi, sono imponenti, ossessivi, deliranti. Continuano a nutrire adeguatamente solo i palati forti, quelli che sanno assaporare bene, ingoiando il boccone senza avvertire dolore allo stomaco. L'artwork visionario mescola tutti i tratti contrastanti della loro essenza. "Writhes in the Murk" suona come una convincente conferma.

Contatti: 

http://dmp666.bandcamp.com/writhes-in-the-murk
facebook.com/aevangelist.official

TRACKLISTING: Hosanna, The Only Grave, Præternigma, Disquiet, Ælixir, Harken to the Flesh, Halo of Lamented Glory, Writhes in the Murk


Recensione: FORNICUS "Storming Heaven"
2014 - Negative Earth Records




Niente male il debutto degli americani FORNICUS, autori di un black metal agguerrito che molto deve a quei gruppi che si imposero a metà degli anni '90 (...Marduk, Dark Funeral, Carpathian Forest..) anche se i quattro del Kentucky non disprezzano il groove blasfemo tipico dei Goatwhore di New Orleans. La traccia di apertura "We Are Sin" a tratti ricorda la band di Sammy Pierre Duet e L. Ben Falgoust II. Da questo disco si può prelevare qualche riff di buona fattura, ma in linea di massima il sound ferale dei Fornicus non regala particolari differenze se paragonato a quello di tanti altri adepti dell'inferno sceso in terra. La proposta potrebbe (in parte) accontentare quanti tra voi non riescono a fare a meno di dare sostegno all'avanzata del nero verbo. C'è anche da aggiungere che lavori come "Storming Heaven" non si potranno ricordare a lungo proprio perché hanno il difetto di trascinare l'ascoltatore in una desolante condizione di "già sentito". A volte l'onestà può essere un trampolino che conduce verso il baratro della noia. Diciamo che i Fornicus possiedono delle armi affilate per darsi battaglia nell'underground. Vedremo cosa saranno in grado di fare sul prossimo album. Per ora bisogna accontentarsi. Se vi può interessare la tracklist viene completata da "Antichrist", cover dei Sepultura.

Contatti: fornicus.bandcamp.com/album/storming-heaven-2

TRACKLISTING: The Pledge (Intro), We Are Sin, Pallium Mali, King of the Egoists, Into Obscurity, Thirst for God, Antichrist (Sepultura cover), Storming Heaven, The Beckoning.


lunedì 17 novembre 2014

Recensione: SOEN "Tellurian"
2014 - Spinefarm Records




Ebbene si! Fanno ritorno anche i SOEN, una delle band più osannate del 2012. Se ricordate in quell'anno venne pubblicato il tanto atteso debutto "Cognitive". La line-up composta da Martin Lopez (ex Opeth), Joel Ekelöf (Willowtree), il chitarrista Joakim Platbarzdis e il nuovo entrato Stefan Stenberg, che prende il posto del grande Steve DiGiorgio, continua a dare esempio di professionalità. Il loro modo di agire rimane concreto e su "Tellurian" viene proiettato su di un livello superiore, un linguaggio progressivo molto attraente che, non poteva estraniarsi o sfuggire dalla realtà se non prima di averla analizzata e scomposta con meticolosità. La band, pur restando aggrappata a denti stretti alla coda biforcuta della bestia di Maynard James Keenan (TOOL), riesce a consolidare delle trame sonore abbastanza interessanti che, in qualche modo, fanno trasparire il carattere di chi vuole osare per non rimanere fermo su delle idee già elaborate da altri musicisti. Da queste numerose/fitte trame affiora una profonda sensibilità, evidente quando il cantante Ekelöf abbracciandosi alla base strumentale offre la via di fuga perfetta per chiunque sia in ascolto. Questa forse è la parentesi più significativa di "Tellurian". La verità è che negli ultimi anni pochi hanno fatto meglio dei Soen in campo progressive/rock/metal. Mi auguro che in futuro la crescita musicale dei nostri possa ripagare la mia fiducia. Per ora è tutto.

Contatti: facebook.com/SoenMusic

TRACKLISTING: Komenco, Tabula Rasa, Kuraman, The Words, Pluton, Koniskas, Ennui, Void, The Other's Fall.




domenica 16 novembre 2014

Recensione: BOLESNO GRINJE "Chronicles From The Tomb"
2014 - Obscene Productions




Seguendo la via tracciata da gruppi storici del death/grind, i grinders croati BOLESNO GRINJE propongono una summa del genere tenendo ben i mente i meccanismi che stanno alla base di tutto. In questo settimo full-length confezionato dalla Obscene Productions, i quattro musicisti si scagliano contro l'ascoltatore come un vero e proprio tornado, servendosi di una buona produzione che aumenta l'energia distruttiva di "Chronicles From The Tomb". Sono diversi i gruppi che potrei citare ascoltando la loro musica, uno tra i più rinomati potrebbero essere i Terrorizer. Si, la band americana, rimane tra le maggiori influenze dei nostri, anche se le ritmiche furibonde e i riff serrati di chitarra ricordano i Lock-Up del primo periodo ("Hate Breeds Suffering"). Fieri delle proprie origini e di questa tradizione così intransigente, i Bolesno Grinje continuano dritti per la loro strada sfornando dischi dalla concretezza/coerenza davvero invidiabile; dando un contributo serio allo sviluppo della scena grind del vecchio continente. Però bisogna anche dire che non sempre la sola velocità di esecuzione può essere l'arma vincente. A parte questa mia ultima considerazione, devo ammettere che la band si posiziona su buoni livelli qualitativi, grazie anche all'esperienza accumulata in 14 anni
di onorata carriera.

Contatti: 

bolesnogrinje.bandcamp.com/chronicles-from-the-tomb
facebook.com/BolesnoGrinje

TRACKLISTING: Tragovi na duši (Traces on the Soul), Grobnica (The Tomb), Addicted to Grind, Hrana kao oružje (Food as Guns), Bogato govno (Rich Shit), Natrag na dno (Back to the Bottom), Povratak otpisanih (Return of the Rejects), Eutanazija2009 (Euthanasia2009), Demodex, Z.L.O. (E.V.I.L.), Blindman, Dijete kaosa (Child of Chaos), Propast sistema (System Downfall), Uskršnji infarkt party (Easter Heart-Attack Party), Povratak otpisanih pt.2 (Return of the Rejects pt.2), Eurob (Euslave)


sabato 15 novembre 2014

Recensione: DOWNSET "One Blood"
2014 - DIY




Chi si rivede!! I DOWNSET. Il nome della band americana altro non fa che riportarmi indietro negli anni, alla mia adolescenza inquieta, quando con spirito ribelle me ne andavo in giro per le strade di periferia del mio piccolo paese in provincia di Lecce in sella ad un motorino degli anni '80 preso in eredità dal caro nonno. Come molti ragazzi dell'epoca, ero munito di walkman a cassette nel quale facevo girare e rigirare i miei dischi preferiti. L'omonimo "Downset" del 1994 non poteva mancare. Mi gasavo troppo ascoltando il brano "Anger". Rimangono indissolubili quei periodi di totale incoscienza. Continuai a seguire la band fino al 2000 ("Check Your People") anche perché successivamente i miei gusti musicali divennero sempre più estremi. Tornando a parlare della band, dopo 4 album in studio, nel 2009 si sciolse ufficialmente per poi ritornare in piena attività nel 2013. Oggi, i nostri fanno ritorno con questo "One Blood" a distanza di 10 anni dal penultimo "Universal". Rey Oropeza (voce), Ares (chitarra), James Morris (basso) e Chris Hamilton (batteria) riportano in auge il loro stile e lo fanno con grande carattere. Non posso che essere entusiasta mentre vado ad analizzare i 12 brani che compongono il disco in questione. Inoltre, approvo a pieno la volontà di tornare allo spirito del DIY dopo i trascorsi con Mercury Records ed Epitaph. L'impatto rimane tale e quale al passato e per questo motivo i vecchi fan potranno gioire a squarciagola pur non gridando al miracolo. Fateci un pensierino perché "One Blood" in quanto a sincerità non viene meno. Peccato solo che Rey non riesce sempre ad essere pienamente incisivo con la sua voce.

Contatti: facebook.com/DownsetLA/timeline

TRACKLISTING: One Blood, Without, Champion, All I Got, It's Your World, Why We Can't Wait, Tu Corazon, Who's Tripp'n (Intro), Who's Tripp'n, Passion, No Doubt, Know Me




venerdì 14 novembre 2014

Recensione: ASCENSION "Deathless Light"
2014 - World Terror Committee




Seguo i tedeschi ASCENSION fin dai loro esordi (era l'anno 2007) e già il primo demo del 2009 "With Burning Tongues" pubblicato su CD dalla World Terror Committee scatenò in me forti reazioni emotive. La band ha poi proseguito il suo sentiero funesto e maledetto dando alle stampe un EP del 2010 ("Fire and Faith") che servì da apripista all'album di debutto "Consolamentum" (uscito in ipso anno). Lo stesso accade nel 2014, con il nuovo EP di sole due tracce "Deathless Light". L'opera breve, spiana in anteprima il tragitto che ci porterà al prossimo disco ("The Dead of the World") in uscita il 24 dicembre sempre per volere della label su citata. Ci vengono presentate la title track che farà parte del secondo capitolo della saga degli Ascension e la traccia "Garden of Stone" registrata in esclusiva per questo "Deathless Light". Anche se il minutaggio si aggira intorno ai sedici minuti, non mancherà di attirare le vostre attenzioni. Perché? E' Semplice! Questa formazione suona dannatamente bene e con un aurea mistica che fa venire i brividi sulla spina dorsale. Provate per credere. Black Metal infernale, composto/arrangiato con passione, ardore e magistrale professionalità. Una cattiveria maligna che, azzanna più in profondità quando viene controllata (la composizione inedita lo dimostra, infiammandosi con ritmiche cadenzate e sulfuree). Lasciatemelo dire, gli Ascension il black metal lo sanno suonare dannatamente bene. Attendo con trepidazione "The Dead of the World".

Contatti: 

wtcproductions.bandcamp.com/album/deathless-light
facebook.com/Ascension.Germany 
w-t-c.org

TRACKLISTING: Deathless Light, Garden of Stone.


Recensione: Jack | Bombatölcsér - Split 7" 2014

Here and Now Records
Extreme Terror Records
Vörösördög Records
Rawzine, Ultima Ratio Records
Thc & DIY Records
Vleesklak Records
Destroy Sounds Records




L'underground estremo ha un numero così spropositato di gruppi emergenti che è praticamente impossibile andare a scovarli tutti, uno ad uno. Ma il fascino della nicchia è proprio questo! Giornalmente si deve scavare a mani nude per tirare fuori qualcosa di veramente valido. E non è sempre di buon gusto tutto quello che emerge dal nulla. Trovare qualcuno per cui valga la pena andare fino in fondo è molto complicato al giorno d'oggi, ma se si fa attenzione, qualcosa di promettente si trova. Per casualità, mi sono impegnato ad ascoltare lo split (disponibile sia su tape che su 7") tra gli ungheresi Jack e i Bombatölcsér, provenienti dalla Repubblica Ceca. Davvero niente male il connubio che rinvigorisce il breve lavoro in analisi. Giusto dirlo, se si tiene in considerazione che si sta parlando essenzialmente di crustcore, grind, hardcore, punk suonato alla vecchia maniera. Le due formazioni ci danno dentro con attitudine vera / risoluta prendendoci a calci nel c*** senza pensarci due volte. Lo stesso dicasi per la forza con cui aggrediscono i loro strumenti. Per certi musicisti, il tempo sembra si sia fermato, ecco perché lo split Jack/Bombatölcsér non troverà spazio nel mercato della musica contemporanea. Anche qui ci si affida alle regole del DIY per trovare i giusti meriti. Non potrebbe andare diversamente. Lascio a voi la possibilità di approfondirli per una adeguata valutazione. Io ho apprezzato maggiormente il sound dei Jack.

Contatti:

jackgrindpunk.bandcamp.com
bombatolcser.bandcamp.com


TRACKLISTING: Szabadrablás, Burjánzás, Ezt veri belénk a média (Re-Recorded), WHDF (Bombatölcsér cover), Sonnet for a Whore, Yourselves, Dollar Slave System, Jack Daniels (Jack cover).




giovedì 13 novembre 2014

Recensione: STRAIGHT HATE | SPEEDY GONZALES "Born to Grind"
Split Tape 2014 - Resting Hell Hellish Industry




Fa sempre un certo effetto poter gustare una tape partorita da qualcuno che vive e respira l'underground con profonda passione. Anche se oggi le produzioni sono molto più curate rispetto a quando il tape trading andava per la maggiore (indimenticabili anni '80/'90). Lo split che vi presento è "Born to Grind" e, mette a confronto dei gruppi che se ne f****** della spazzatura imballata dal peccaminoso music business! I polacchi STRAIGHT HATE (formatisi nel 2008) e gli indonesiani SPEEDY GONZALES (attivi dal 2011), si manifestano in tutta la loro arrogante e nervosa cattiveria. Stiamo parlando di due band che si cimentano in due tipi di grindcore differenti ma che hanno molti punti in comune (facendo riferimento al songwriting). La discreta preparazione dei musicisti è già una mezza garanzia per questo motivo non faticherete ad ascoltare il lavoro nella sua interezza. Forse, per i meno abituati al genere, l'omogeneità della proposta potrebbe essere vista come il difetto principale, mentre per i restanti, quelli veramente appassionati e fedeli a tali sonorità, non si presenterà il problema della "poca originalità" del lavoro. Dipende dal giudizio soggettivo di ognuno. E' naturale! Metto qualche punto in più agli Speedy Gonzales... solo per privilegiare i miei gusti personali :) Abbandonate per un attimo i pregiudizi e fatevi giustiziare mantenendo i volumi piuttosto alti. La genuinità è assicurata.

Contatti:

straighthatepl.bandcamp.com/born-to-grind-split-with-speedy-gonzales
facebook.com/sthtpl
facebook.com/Speedy-Gonzales-Grind
facebook.com/RestingHell666


TRACKLISTING: Speedy Gonzales: Manusia - Serigala Dan Neraka, Straight Hate: Bloodshot Eyes, Speedy Gonzales: Baptis Idiot Club, Straight Hate: Liquid Laugh, Speedy Gonzales: Penambang Pasir Bangsat, Straight Hate: Resistance, Speedy Gonzales: Facing The Death, Straight Hate: Sweet Carnage, Speedy Gonzales: Grindcoreminator.


Intervista: Mörti Viventi - "IL RITORNO DEGLI ZOMBIE"






ADRIAN J. HEATHERSHAW HA LE IDEE CHIARE SUL PERCORSO DA SEGUIRE E IL SUO ALBUM DI DEBUTTO "THE DAY THE DEAD RETURNED..." NE E' LA DIMOSTRAZIONE!! THRASH METAL SCHIETTO E SINCERO CHE NON MANCHERA' DI COLPIRE QUANTI DI VOI APPREZZANO QUESTE SONORITA'.


1. Ciao Adrian. La tua esperienza come Mörti Viventi è iniziata nel 2014? Un progetto aggressivo e sincero che si focalizza sul suono della vecchia scuola. È corretto il mio parere?

- Ho avuto per lungo tempo l'idea di formare il progetto Mörti Viventi, almeno questo è quello che posso ricordare. Alcuni dei riff di chitarra utilizzati per l'album risalgono a quando ero un adolescente negli anni '90. Lo stesso vale per alcune delle idee per le lyrics. Ho iniziato a suonare in una band con alcuni amici di scuola, quando avevo circa 16 anni e ai tempi avevamo un approccio molto più che Hard Rock. Le varie divergenze musicali hanno portato alla rottura. Molte delle mie idee per le canzoni e gli stessi riff non erano adatti per quella band ed è solo ora che mi trovo in una posizione in cui posso far rivivere queste idee
e condividerle con il mondo. Successivamente ho suonato il basso in un altro gruppo Death / Thrash Metal ed è stato bello trovarmi in un altro ruolo differente dal frontman. Quel gruppo aveva vari problemi legati ad aspetti musicali, finanziari, personali, e alla fine si sciolse durante la registrazione del primo album. Ho anche suonato per un po' in una tribute band dei Metallica. Il progetto Mörti Viventi era sempre sullo sfondo ed iniziò a prendere forma lentamente. Solo negli ultimi due anni sono riuscito a farne una priorità. Avrei dovuto farlo molto tempo fa, ma come si dice, meglio tardi che mai! La musica è composta al 100% con il cuore e le mie radici affondano nel terreno del metal aggressivo e della vecchia scuola. Sono davvero entusiasta di esser stato in grado di far ascoltare la mia musica.

2. La ragione principale di questa mia intervista è ovviamente l'uscita di "The Day The Dead Returned...". Perché hai deciso di intitolarlo "The Day The Dead Returned..." ?

- Sono un fanatico degli zombie! Sono attratto dal concept sui morti che tornano in vita e banchettando con i vivi. Lo adoro! Chiamatemi pazzo, ma è qualcosa a cui penso spesso e ho scritto il testo per quella canzone immaginandomi nel bel mezzo di un'epidemia di zombie. Ritornare a vivere dopo essere stato abbattuto. "The day the dead returned is in fact the moment that I got my act together and recorded and released this album!"



3. "The Day The Dead Returned..." è massiccio e diretto, anche nella sua produzione! La particolarità nella tua musica è evidenziata dal tocco groove in alcune parti di essa. Il suono è intenso e immediato. Perché questo approccio?

- Mi piace tenere sveglia l'attenzione dell'ascoltatore. Ho ottenuto una buona produzione in modo che l'ascoltatore potesse ascoltare quello che succede nel disco. Mi piace sentire il riffing veloce e quelle sterzate che improvvisamente aprono l'ingresso a fraseggi più compressi. Un sacco di band che ascolto agiscono in questo modo per questo le mie influenze emergono facilmente dalla musica. Non sto dicendo che c'è qualcosa di sbagliato nel suonare degli album che si spingono a centinaia di chilometri all'ora. Mi piacciono un sacco i dischi con questo tipo di carattere, ma personalmente ho deciso di mescolare le parti veloci con altro per dare più ampiezza al lavoro. Alcuni passaggi hanno bisogno di "qualcos'altro" per creare la giusta atmosfera.

4. L'album di debutto è una naturale evoluzione del tuo background...
un mix di sonorità fedeli al thrash metal tipico di mostri sacri quali Slayer, Exodus, Vio-Lence, Metallica, King Diamond, Megadeth... Parlando del tuo sound, quali sono le tue reali influenze?

- Sono influenzato in maniera massiccia da tutti quei gruppi che hai citato! Sono davvero lusingato che li hai citati. Ho cercato di inserire il maggior numero di quelle influenze nell'album. Spero che in un futuro album, alcune delle mie influenze arrivino anche da altri gruppi. Per esempio Iced Earth, Savatage, Anacrusis, Mercyful Fate... E potrei citarne tanti altri!!!

5. Grazie per la tua disponibilità! Ti auguro il meglio!

- Grazie per il tuo tempo e per aver ascoltato la mia musica! Hail!



CONTATTI: mortiviventiuk.bandcamp.com - facebook.com/mortiviventiuk



Mörti Viventi line-up:

Adrian J. Heathershaw - Polistrumentista



RECENSIONE:
Mörti Viventi "The Day The Dead Returned..." 2014 - autoprodotto


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Sono trascorsi 2 anni e 2 mesi dalla nascita di SON OF FLIES WEBZINE.
Ho già scritto e pubblicato 1000 posts (tra recensioni e interviste).
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November 2014 - SON OF FLIES WEBZINE Celebrates 132.391 visitors from around the World. I published 1000 posts in two years!
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mercoledì 12 novembre 2014

Recensione: KRUGER "Adam And Steve"
2014 - Listenable Records | Pelagic Records




I KRUGER sono tra le migliori realtà in casa Listenable Records e questo ritorno discografico (il terzo pubblicato dall'etichetta francese) segna una maturità artistica di tutto rispetto. Al contrario di altri musicisti coinvolti in un crescendo musicale simile a quello già levigato da certi mentori del post metal (vorrei citare i Breach), con "Adam And Steve" gli svizzeri dimostrano come a voluminose proiezioni moderne si possono anche attribuire dei connotati vincenti e sicuramente travolgenti. La carica adrenalinica parte con la prima composizione del CD "Bottoms Up" fino ad arrivare a consumarsi sulla conclusiva "Farewell". I nostri trattano la materia con devastante forza propulsiva, che non concede nessuna tregua all'ascoltatore e mira all'evocazione di suoni collaterali. La fortuna dei Kruger (attivi dal 2001) è quella di non puntare al plagio, ma ad una frizzante rilettura del passato. Il nuovo full-length si compone di otto tracce abbastanza sostenute, basate principalmente sull'ottimo lavoro dei chitarristi Margo e Raul autori di slanci intricatissimi che creano delle dinamiche incredibilmente eccentriche. Per non parlare della dirompente sezione ritmica gestita dal batterista Raph e dal bassista Blaise. Altro tassello fondamentale è il bravissimo vocalist Renaud (sempre eclettico, potente, versatile, imprevedibile). Tirando le somme: i Kruger fanno la differenza raccontandosi nel migliore dei modi attraverso il potere della musica. Questo "Adam And Steve" mi convince a pieno!

Contatti: kruger.ch - facebook.com/pages/Kruger-official

TRACKLISTING: Bottoms Up, Discotheque, Adam and Steve, Charger, Mountain Man, The Wild Brunch, Herbivores, Farewell




martedì 11 novembre 2014

Recensione: WVRM "Swarm Sound"
2014 - Autoprodotto




Greenville è la base dei WVRM, attivi dal 2013 e con già alle spalle due album. I ragazzi del South Carolina graffiano la carne con un grindcore accanito e velocissimo che molto deve ai gruppi dell'old school. Quindi, potete ben immaginare quale sia la direzione seguita su questo ultimo "Swarm Sound". L'impatto forsennato delle tracce non lascia dubbio alcuno in merito. La fedeltà che i nostri riservano verso certe sonorità non può essere sottovalutata e non è un caso se il modus operandi dei WVRM viene condizionato da quella scuola di pensiero, facendo crescere così, la rabbia nei confronti delle possibili reazioni avverse alle loro scelte di genere. Se decidi di essere violento nella musica, non puoi sottrarti a delle regole ferree piuttosto permanenti. La lezione dei maestri non deve mai essere dimenticata. Sia chiaro a tutti! I WVRM contrastano il filone mainstream proponendo una miscela sonora che prende spunto da molti nomi di spicco della scena ed è per questo motivo che piaceranno ai maniaci del settore su citato. Niente melodie, nessun ritornello accattivante, dunque, ma soltanto una scarica di watt che vi farà sanguinare i timpani. Fin dalle prime battute di "Demoness" (traccia di apertura), infatti, i WVRM ci massacrano senza alcuna pietà mettendo subito in chiaro le loro vili intenzioni. Appaiono compatti, determinati, cinici e sostenuti dalla furia omicida di un frontman che sputa odio sul suo microfono arrugginito dalla saliva viscosa. Certo, è comunque poco sul piano strutturale ma pur sempre efficace.

Contatti: wvrmgrind.bandcamp.com - facebook.com/wvrmgrind

TRACKLISTING: Demoness, Grim Rose, Dimly Left Atop Her Grave, Coffin Dragger Part II, Funeral Heart, Sewn Limbs, Cry Baby, Dear Parasite, Swarm Sound, Embrace the Noose, Home Is Where the Hornets Nest, Bone Tower, Appleseed, Blastphemous, Eulogist, As the Light Dies...


lunedì 10 novembre 2014

Recensione: DEAF EYES "Deaf Eyes"
2014 - Argonauta Records




La prima band a cui ho pensato ascoltando il debutto degli italiani DEAF EYES sono stati i Russian Circles, anche perché apprezzando il sound dei tre di Chigago, non ho faticato a percepire le varie similitudini che si evidenziano nella proposta dei ragazzi di Pistoia. Ma, congelando per un attimo questo parallelismo strumentale tra le parti, posso complimentarmi per l'ottima prova espressa sull'omonimo album, pubblicato dalla nostrana Argonauta Records (etichetta sempre attenta alla qualità). Già al primo "play" il lavoro ha scatenato buone vibrazioni, audaci nel rapire la mia spiccata sensibilità. Il muro di suono di "Deaf Eyes" sgretola il cemento armato e sposta nubi di polvere in modo da spianare il sentiero che giace nascosto sotto i piedi. La trackilist è ben articolata ed ogni traccia si salda alla perfezione con la precedente e successiva per costruire quella concatenazione utile alle varie atmosfere messe a nudo dai 4 Toscani. I Deaf Eyes sono esperti sugli strumenti e non si risparmiano mai durante lo svolgersi della storia narrata. L'energia sprigionata è notevole. Qui i riff di chitarra, la pompa del basso che fa da supporto e il poderoso martellamento della batteria arrivano dritti in faccia come una valanga in piena. Probabilmente l'obbietivo era quello di ottenere il miglior risultato possibile facendo leva sui propri mezzi. Risultato raggiunto grazie anche all'operato di Stefano Tocci che ha curato le registrazioni presso l'Ampire Studio di Pistoia e a quello di Riccardo "Paso" Pasini, autore del mastering nello Studio 73 di Ravenna. Ogni particolare della loro musica è messo in luce dalla produzione. Ovviamente va premiata la bravura dei musicisti del progetto, sia in fase di composizione che di esecuzione. Se siete dei seguaci dei già citati Russian Circles, Pelican, Isis... Dovete approfondirli. Il prossimo passo sarà quello decisivo. Ne sono certo.

Contatti: facebook.com/deafeyesband

TRACKLISTING: Black Canvas, Mirrors, Orbits, The Eyes of Regret, Draining Sun, Red Desert Lullubay, The Withered, Commiserate.


Recensione: ANAAL NATHRAKH "Desideratum"
2014 - Metal Blade Records




Gli ANAAL NATHRAKH sono una delle band più interessanti che io abbia mai ascoltato in campo estremo! E credo che, molti di voi saranno d'accordo con la mia sincera opinione. Il duo britannico, giunto all'ottavo album, prosegue imperterrito sulla propria strada soddisfacendo tutti quelli che continuano a venerarli e supportarli. La cosa sbalorditiva è che, questi due musicisti, nonostante pubblichino dei dischi in tempi brevi (cinque uscite in soli 7 anni), riescono ugualmente a dare dimostrazione di vera potenza e assoluta originalità. Doti alquanto rare oggigiorno! Il nuovo "Desideratum" riparte da dove si era fermato il precedente "Vanitas" del 2012, si bagna nelle stesse acque torbide, per rinvigorire l'essenza che li riporta sulle scene a distanza di due anni. C'è una novità: gli Anaal Nathrakh hanno firmato un contratto per la prestigiosa Metal Blade dopo un passato trascorso sotto le ali protettrici di Mordgrimm, Season of Mist, FETO Records e la più duratura Candlelight Records. Dave Hunt e l'amico Mick Kenney, non si piegano alle regole del mercato, regalandoci ancora una volta un disco che non deluderà le aspettative. Brutale Cyber Industrial Black Metal/Grindcore come nella migliore tradizione. E' un gas radioattivo letale quello che fuoriesce dai solchi scavati dalle 11 composizioni, un emissione pericolosa che lascia trasparire il coraggio compositivo e la sprezzante voglia di osare dei nostri. "Desideratum" altro non fa che confermare la posizione che Irrumator e V.I.T.R.I.O.L. hanno saputo conquistarsi album dopo album, anno dopo anno, arrivando a consolidare quell'attitudine che li tiene stabili sul trono dei grandi del metal mondiale. C'è poco da aggiungere dinanzi a tale maestria.

Contatti: anaal-nathrakh.com - facebook.com/Anaalnathrakhofficial

TRACKLISTING: Acheronta Movebimus, Unleash, Monstrum in Animo, The One Thing Needful, A Firm Foundation of Unyielding Despair, Desideratum, Idol, Sub Specie Aeterni (Of Maggots, and Humanity), The Joystream, Rage and Red, Ita Mori


domenica 9 novembre 2014

Recensione: TORCH RUNNER "Endless Nothing"
2014 - Southern Lord Recordings




Se nel 2012 con, "Committed to the Ground", gli americani TORCH RUNNER avevano messo in luce la volontà di seguire gli stilemi del crust/grind miscelato a scorie tossiche del death metal di matrice svedese e dello sludge più oltranzista, con il nuovo "Endless Nothing" il processo di deflagrazione è invariato, o meglio dire "spinto all'ennesima potenza". La scelta definitiva avviata alcuni anni orsono abbatte anche quelle piccole debolezze che penalizzavano il precedente debut album (senza tenere in considerazione l'EP del 2010 "Locust Swarm" e lo split "Torch Runner - Young and In The Way" uscito nel 2011). Insomma, i Torch Runner come i più quotati Trap Them o i compagni di scuderia Nails, riescono a dare credibilità a questo tipo di sonorità. "Endless Nothing" si scaglia contro l'ascoltatore con una furia disumana, estesa su di un minutaggio complessivo che non supera i venti minuti. Oggi, i Torch Runner sono una formazione competitiva in tutto e per tutto! Rischiereste seriamente di farvi del male.

Contatti: facebook.com/torchrunnernc - torchrunner.bandcamp.com

TRACKLISTING: Attrition, Bound by Misery, Congregation, Circuition, Godlust, Rebirth, Calloused Mind, Circle of Shit, Wordless, Endless Nothing, A.L.E.L, All We Have, Unspoken.




sabato 8 novembre 2014

Recensione: HOMEWRECKER "Circle Of Death"
2014 - A389 Recordings




Gli americani HOMEWRECKER giocano duro e a carte scoperte, servendosi di un sound scarno, dal piglio diretto. Già in apertura di recensione posso annunciarvi che i quattro musicisti del progetto non ci regalano nulla di originale, ma nonostante la loro prevedibilità di fondo non vengono meno in cattiveria e impatto. Sono essenziali e viscerali. Vi piace il riffing corposo degli Integrity?!? Allora questo LP potrebbe sicuramente fare al caso vostro! "Circle Of Death" va a scavare nel fango della strada per tirare fuori il marcio che contamina le zone più disadattate delle città. Nello scorrere dei minuti emerge tanto grezzume, quell'impeto animalesco figlio dei maestri Entombed o di gruppi che hanno preso il sopravvento nell'underground degli ultimi anni: i Black Breath per esempio (date un ascolto a "Born To Suffer" o a "Illusions Of Peace"). Tutto sommato il disco si consuma senza particolari affanni (breve la sua durata), anche se, dopo soli 2 giri completi ci si rende conto che la proposta tende a stancare e ad ossidarsi velocemente. Fate un po' voi.

Contatti: 

a389recordings.bandcamp.com/homewrecker-circle-of-death
facebook.com/HomewreckerOH

TRACKLISTING: Forced Under, Circle Of Death, Born To Suffer, Illusions Of Peace, Authority Of The Mind, Skin The Pig, Punish The Ignorance, Silence The Weak, Unconscious.


venerdì 7 novembre 2014

Intervista: DR.GORE - "UNA NUOVA CARNEFICINA"






NELLA SCENA ESTREMA ITALIANA MOLTI SONO I NOMI DEGNI DI NOTA E TRA QUESTI BISOGNA RICORDARE QUELLO DEI ROMANI DR.GORE, ATTIVI DAL 2002 E DEDITI AD UN BRUTAL DEATH METAL MALEDETTAMENTE VIOLENTO E BEN FATTO. IL LORO SOUND NON SCENDE A COMPROMESSI ED E' PER QUESTO MOTIVO CHE IL NUOVO "VISCERA" SI IMPONE IN MODO RISOLUTO. HO CONTATTATO IL BASSISTA CANTANTE ALESSIO PACIFICI PER SCAMBIARE UNA PIACEVOLE CHIACCHIERATA.

1. Ciao Alessio. Che ne dici se iniziamo tracciando una breve biografia dei DR.GORE. Sono a conoscenza che i membri coinvolti nella band sono impegnati in altri progetti. Quali?

- Prima di tutto ciao Christian da parte dei Dr. GORE. Noi dottori ci conosciamo dai tempi della scuola ed abbiamo praticamente sempre suonato insieme, quindi oltre che membri di una band siamo amici da sempre. Con il nome Dr. GORE suoniamo dal 2002, anche se già molto prima suonavamo insieme con altri nomi per il gruppo. Per le formazioni parallele al momento solo io sono da poco entrato nei Sudden Death alla voce, in passato invece il batterista Massimo alias “Mastino” suonava nei Buffalo Grillz, mentre Marco Acorte uno dei chitarristi faceva parte dei Murders Calling, mentre per finire Luigi Longo l’altra chitarra non è mai stato impegnato in gruppi paralleli.

2. Quali sono gli stati d'animo che vi portano ad essere parte dei Dr.Gore?

- Come dicevo poco fa, prima di tutto l’amicizia, e poi l’amore per la musica estrema sotto ogni sua forma, infatti ogni membro pur rimanendo nel campo dell’estremo spazia su diversi generi. Ed è proprio questa diversa fonte di ispirazione che forma il nostro sound è ci fa rimanere uniti da tanti anni. Quindi il tutto può essere riassunto in musica estrema, amicizia e tanto divertimento.

3. "Viscera" è stato pubblicato da poco dalla Coyote Records, a te dunque la totale libertà di presentarlo al meglio per i lettori di Son of Flies webzine.

- "Viscera" è sicuramento il nostro cd più risuscito, sotto molto punti di vista. I pezzi sono molto più elaborati rispetto ai precedenti lavori, ma sono sempre contraddistinti dal nostro sound e dalla immediatezza con cui i pezzi ti colpiscono. Anche sotto il punto di vista della produzione il prodotto è professionale sotto tutti i punti di vista, abbiamo voluto offrire il meglio ai nostri estimatori. Per farti capire anche l’art work per la prima volta è stato commissionato ad un artista, proprio perché volevamo che tutto fosse perfetto. E ci siamo riuscito "Viscera" ti fa sanguinare le orecchie!

4. Perché pensate che il brutal death sia il genere che vi rappresenti
al meglio? Tutti i nuovi brani spaccano il c***, sono diretti e vanno a costituire il vostro sound. Il messaggio lirico/musicale poi, penso sia chiaro e lo si può intuire dalla bellissima copertina dell'album!


- Ottimo vedi che la copertina piace. Be sicuramente il nostro concept
è chiaro, siamo ovviamente amanti di horror sotto ogni sua forma, film, libri, fumetti, musica, insomma tutto ciò grondi sangue ci piace. Anche se nonostante tutto il "sangue" che proponiamo è sempre condito da una grande dose di umorismo, siamo anche in grado di non prenderci troppo seriamente, insomma non ci vedrai mai salire su di un palco con smorfie cattive o cose del genere, siamo i primi che ridiamo aahahah.

5. A impatto, la prima cosa che ha fatto presa su di me del vostro nuovo album è stato il suo titolo: "Viscera". Perché tale scelta?

- Perfetto allora siamo riusciti nel nostro intento! Vedi anche nel titolo volevamo qualcosa di immediato e diretto, come la nostra musica quindi abbiamo scelto una parola corta e diretta che oltretutto è uguale sia in italiano che in lingua inglese, e che si ricordasse facilmente.



6. Dal vostro sound odierno emergono molti nuovi elementi, ben suonati e arrangiati. Quali differenze riscontrate rispetto ai brani che animano i precedenti lavori dei Dr.Gore? Reputi il vostro approccio agli strumenti come un qualcosa di istintivo o razionale?

- Sicuramente i pezzi di Viscera sono molto più pensati e strutturati, rispetto ai precedenti lavori. Dopo anni siamo riusciti a mettere in pratica quello che volevamo e siamo entusiasti del risultato, il disco suona come un sanpietrino in faccia, noi non siamo per i fronzoli, ma siamo per offrire qualcosa di diretto ed immediato che ti lascia senza fiato. Certo pur avendo acquisito molta più pratica dello strumento non ci sentiamo dei “chirurghi” dello strumento, decisamente il nostro approccio è più istintivo, infila il jack e corri!!

7. Come procede sul fronte live? Riuscite a suonare in Italia? Farete delle date all'estero per promuovere "Viscera"?

- Devo dire che non abbiamo mai avuto problemi nell’esibirci live in Italia, anzi diciamo che sotto il profilo live siamo molti attivi. Questa estate siamo anche andati in tour in Europa dell’est per la promozione, ed anche in futuro ci saranno date importanti fuori, per il momento tengo il segreto però. E la risposta del pubblico dal vivo è sempre strepitosa, spesso ci dicono che siamo meglio dal vivo che su cd ahahah.

8. Tutti noi in maniera diversa siamo cresciuti col metal, ma da un bel po' di anni questa musica sta uscendo dall'aspetto dogmatico e ristretto ibridandosi con altri generi. Pensi che questo sarà fondamentale per il futuro dell'Underground Estremo?

- Beh sicuramente non siamo le persone più adatte per questa domanda ahaha, siamo abbastanza tradizionalisti nella musica, sicuramente non siamo molto amanti di questo contaminazioni, però se questo porta alla vita dell’underground estremo ben venga. Anche se personalmente devo
dire che nell’undergroud ci sono ottime band senza contaminazioni, che
te strappano le orecchie con la loro musica.

9. Grazie per l'intervista!

- Grazie a te per lo spazio, un saluto sanguinoso a tutti i lettori di SON OF FLIES WEBZINE, e mi raccomando fatevi sviscerare da "Viscera"!



Contatti:
coyoterecords.bandcamp.com/viscera
drgore.net 
coyoterecords.ru


DR.GORE line-up:

Alessio Pacifici - Basso, Voce
Luigi Longo - Chitarra
Marco Acorte - Chitarra, Voce
Massimo Romano - Batteria


RECENSIONE:
DR.GORE "Viscera" 2014 - coyote records