sabato 17 maggio 2014

Recensione: MISERY INDEX "The Killing Gods"
CD 2014 - season of mist




Quando il bassista/cantante Jason Netherton abbandonò i Dying Fetus tra il 2000 e il 2001, iniziai a seguire con una profonda dedizione il suo nuovo percorso musicale maturato in grembo ai seminali MISERY INDEX (mai nome più appropriato, facendo riferimento alle tematiche trattate), tanto da arrivare a consumare fino al midollo ogni release della loro carriera decennale (13 per l'esattezza gli anni trascorsi dalla nascita). Se ci penso ancora, incredibile fu l'effetto che ebbe su di me l'EP di debutto "Overthrow" (2001), probabilmente il lavoro più ingenuo e genuino (se pur breve nella durata) partorito dagli americani e lanciato sui nostri crani con il contributo dell'allora sconosciuta Anarchos Records. Inoltre, non va dimenticata la collaborazione con il devastante drummer Kevin Talley. Con il passare dei giorni le ambizioni e le prospettive della formazione del Maryland si fecero ampie ed è così che giunsero prima i più compatti e 'dettagliati' "Retaliate" - 2003, "Discordia" - 2006 (escludendo tutti gli split confezionati in parallelo) poi, i tasselli della consacrazione "Traitors" - 2008 e il contorto/tecnico "Heirs to Thievery" - 2010. A che punto sono arrivati oggi i Misery Index? Ad un punto in cui la crescita artistica dei singoli ha raggiunto un livello di tutto rispetto, ma va anche aggiunto che l'avanzamento in fase di songwriting ha portato delle formule sonore un po' distanti dal tiro selvaggio delle origini. Magari i fans più intransigenti potrebbero storcere il naso dopo aver ascoltato il nuovo "The Killing Gods" che, se pur ben suonato ed arrangiato, manca di forza animalesca e perché no, 'grezza'. Personalmente li preferivo quando erano in grado di comporre quei brani più scarni ed immediati, tenuti in bilico sul filo del rasoio (tra old-school death/grind e hardcore). Qui, non mancano dei buoni passaggi, come nella caotica "The Harrowing" oppure nella breve e scatenata "Sentinels", però, in linea di massima, rimangono pochi i momenti veramente esaltanti. A conti fatti, l'impressione che mi sono fatto è che i Misery Index attuali non riescono ad evitare alcuni cali di tensione che, inevitabilmente vanno a danneggiare alcune parti del disco. Peccato per il mezzo passo falso. Mi sarei aspettato qualcosa in più da una band di questa caratura.

Contatti: miseryindex.com - facebook.com/MiseryIndex

TRACKLISTING: Urfaust, The Calling, The Oath, Conjuring the Cull, The Harrowing, The Killing Gods, Cross to Bear, Gallows Humor, The Weakener, Sentinels, Colony Collapse, Heretics.