lunedì 5 maggio 2014

Intervista: MOPE - "FUOCO ARDENTE"






I GENOVESI MOPE HANNO PUBBLICATO IL PRIMO ALBUM OMONIMO DA POCO TEMPO E DI LORO SI PARLA GIA' BENE NEL CIRCUITO DELL'UNDERGROUND. NON POTREBBE ESSERE DIVERSAMENTE! QUESTO ESORDIO E' L'ESEMPIO BRILLANTE DI UNA BAND DAVVERO PARTICOLARE NEL SUO GENERE. "MOPE" E' UN FULL-LENGTH CHE SONO CERTO VERRA' RICORDATO A LUNGO DA CHI E' ABITUATO AD ASCOLTARE SONORITA' DERIVANTI DAL DOOM STRUMENTALE. HO CHIACCHIERATO CON LA SASSOFONISTA SARA TWINN E IL BASSISTA STEFANO PARODI, DUE NOMI BEN INSERITI NEL PANORAMA NOSTRANO.

1. Potreste tracciare una breve biografia della vostra band?

- I Mope sono nati un paio di anni fa dopo qualche jam session in sala prove di Fabio (batteria) e Jessica (chitarra), a cui si sono presto aggiunti Sara (sax) e Stefano (basso). Inserire linee di sassofono in
un progetto doom era un'idea intrigante, ma non è stato subito semplice trovare una formula espressiva che mettesse tutti d'accordo. C'è voluto un po' di tempo e studio, che ha poi portato appunto alla registrazione del nostro album di debutto, uscito a febbraio.

2. Leggendo le vostre note biografiche ho potuto constatare come la line up dei MOPE sia composta da musicisti impegnati in altre realtà musicali abbastanza affermate nell'underground italiano. Cosa hanno in più i Mope se paragonati alle altre band in cui siete coinvolti?

Sara: Si è vero, Stefano coi Vanessa Van Basten e Fabio con gli Eremite, erano già ben inseriti nel panorama underground italiano, e questo all'inizio può aver giocato un po' a nostro favore. I Mope sono sostenuti da una sezione ritmica rodata e matura, di sicuro un punto di riferimento importante per me e Jessica.

Stefano: Il progetto Mope non ha niente in più e niente in meno. E' così come lo ascolti. E' nato e cresciuto dalla voglia di continuare a mettersi in gioco con sonorità di certo non innovative, ma coerenti con gli ascolti fatti in questi anni.

3. Spesso, si accusano i musicisti di usare e abusare sempre delle stesse sonorità, soprattutto negli ultimi tempi, mentre risulta assolutamente entusiasmante quando ci si trova davanti una band come i Mope, impegnati in nuove elaborazioni ed evoluzioni strumentali. Com'è nata l'idea di inserire il sax nel contesto musicale del vostro gruppo? Cos'è che vi rende 'diversi' rispetto a tante altre formazioni del genere?

Stefano: Ripeto che non ritengo particolarmente "nuova" la nostra proposta. Ma è vero che il sax ci ha spinti a cercare soluzioni e compromessi diversi da ciò che abbiamo cercato in passato in altri contesti.

Sara: Anche l'uso del sax in un progetto metal non è troppo una novità. Ma forse lo è la scelta di non effettarlo se non con del riverbero un po' fluttuante, come se fosse suonato in un vicolo stretto (per esempio uno di quelli che si trovano nel nostro centro storico genovese), in contrasto con il gioco di puliti e riff super distorti di chitarra e basso. Il risultato sta piacendo molto, e siamo contenti della nostra intuizione.

4. E allora andiamo a scoprire cosa ci riserva il vostro esordio omonimo, un disco gradevolmente particolare e suonato/arrangiato a meraviglia...

Stefano: Grazie! Io sono l' ultimo arrivato e alcune idee e arrangiamenti erano già ben chiari nella testa di Fabio e Jessica. Sara ha aggiunto il sax ed io il basso. Poi in studio abbiamo fatto il resto con un pizzico di improvvisazione.

Sara: Quello che mi è piaciuto durante la composizione del disco, è che siamo partiti con idee ed arrangiamenti dall'imprinting iniziale molto forte, che poi si sono inevitabilmente evoluti e plasmati sulla base del nostro gusto. Anche l'inserimento di droni e parti di pianoforte a cura di Fabio in fase di registrazione hanno caricato di personalità il progetto, di per sè già molto singolare.

5. Il vostro stile copre una vasta gamma di generi e rimandi alle fonti più disparate, però, a primo impatto, "Mope" sembra abbracciare le tipiche atmosfere del doom/drone più sperimentale... Siete d'accordo con le mie valutazioni?

Stefano: Sono atmosfere condivise da tempo da tutti e quattro. Così come certe cose più sperimentali.

Sara: Abbiamo quattro differenti background musicali, ma ascoltare Dopesmoker a consoni volumi, così come Sunn O))), Conan, ma anche Earth e Om mette tutti d'accordo. Possiamo andare a un concerto di John Coltrane e la settimana successiva partire per il Roadburn festival, con il medesimo entusiasmo. E questo si riflette inevitabilmente sulla nostra musica.

6. Sono rimasto molto colpito dalla produzione del disco! Potreste spendere qualche parola al riguardo?

Sara: Dobbiamo rendere merito a Emanuele Cioncoloni dello studio El Fish per mixaggio e masterizzazione del disco. Nonostante fosse la prima collaborazione assieme, ha saputo rendere al meglio le nostre idee e siamo molto soddisfatti.

7. Quale tipo di influenze hanno contribuito a creare la vostra dimensione artistica?

Stefano: Alla base c'è il doom e i Black Sabbath. Poi tutto il resto di conseguenza: Earth, Bohren & der Club of Gore, Sleep, Om, Kyuss, Melvins, Entombed, Neurosis, ecc. ecc.

8. Pensate di essere avvantaggiati sul fatto di aver pubblicato "Mope" per mezzo della vostra etichetta? La Taxi Driver...

Sara: Io e Massimo (anche bassista degli Isaak) gestiamo la Taxi Driver Records, a cui teniamo molto e che è in via di sviluppo, come naturale conseguenza del nostro negozio di dischi indipendente Taxi Driver Record Store. Questo è un aiuto, ma sinceramente sono convinta che nella scena underground sia molto importante la comunicazione a prescindere dall'uscire sotto questa o quella etichetta. Non mi stancherò mai di ripetere a tutti che pubblicare un disco è solo un terzo del lavoro,
il più è sostenerlo facendolo ascoltare nella maniera più capillare possibile, confrontarsi con gli ascoltatori e intrecciare rapporti con band underground della scena italiana ma anche internazionale, utilizzare adeguatamente i social network come vetrina di informazioni e rete di scambi, suonare dal vivo. E questo cerchiamo di farlo al meglio delle nostre possibilità indipendentemente dall'essere parte di Taxi Driver.

9. Che cosa ne pensate dell'attuale scena musicale italiana?

Stefano: Penso che sia interessante tutto ciò che si muove all'interno dell'underground e in ambito indipendente, il resto conta poco. Inoltre c'è una vasta scelta di band di qualsiasi genere e per tutti i gusti. E webzines come la tua contribuiscono a mettere in luce una parte della scena!

10. Quali sono i vostri progetti futuri?

- Abbiamo nuovo materiale a cui stiamo lavorando... che è probabile registreremo nei prossimi mesi. Abbiamo intenzione di far fruttare
bene la calma estiva per poi dedicarci con un repertorio più vasto all'attività live dall'autunno in avanti. Vediamo se saremo bravi nel rispettare questa linea.

11. Grazie per l'intervista!

- Grazie a te per tutto il supporto!!



Contatti: taxidriverstore.bandcamp.com/mope - facebook.com/mopeband


MOPE line-up:

Fabio Cuomo (Eremite) - Batteria
Stefano Parodi (Vanessa Van Basten) - Basso
Jessica Rassi - Chitarra
Sara Twinn (Folagra) - Sassofono


RECENSIONE:
MOPE "Mope" CD 2014 - taxi driver records